ATP Roma interviste, Novak Djokovic: "Non cambia niente per Parigi"

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ATP Roma interviste, Novak Djokovic: “Non cambia niente per Parigi”

ATP Roma interviste, finale: Andy Murray b. Novak Djokovic 6-3 6-3. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Quando ti sei svegliato questa mattina e ti sei allenato, sentivi già che sarebbe stato un match duro?

Beh, credo che tu debba allenare la mente dicendoti delle cose positive e quindi cerchi di evitare la stanchezza o qualsiasi sensazione sbagliata che ha il tuo corpo. Quindi non ci ho pensato, ma è ovvio, ho avuto due lunghe settimane, soprattutto gli ultimi due giorni e sapevo che sarebbe stata dura per me. Competere con lui durante i lunghi scambi che abbiamo di solito nei nostri incontri richiede molta energia e oggi non ho avuto una buona prestazione. Senza togliere niente alla vittoria di Andy, al contrario, credo meriti di vincere il torneo perché è stato il migliore che ha giocato al meglio durante tutta la settimana.

Credi che il suo gioco sia cambiato su questa superficie?

Credo che usa meglio il campo, ha più varietà nei suoi colpi dalla linea di fondo. Vincere Madrid, Roma ed altri tornei ne sono la prova. Agli Open di Francia le condizioni sono un po’ più veloci e lui ha giocato con consistenza durante gli anni, e sono sicuro che sarà molto motivato a fare bene.

È stato il test più duro prima del Roland Garros per te, più duro degli anni passati perché hai giocato match molto, molto duri.

Beh, sono lieto di aver raggiunto la finale perché in un paio di match ho dovuto recuperare un set. Tutto sommato sono state due buone settimane, dopo la caduta a Monte-Carlo, avevo bisogno di questi risultati. Ho ottenuto quello che cercavo, ho giocato molte ore sulla terra e ora andare al Roland Garros è esattamente quello di cui ho bisogno.

Puoi condividere le parole che hai detto a Murray alla fine?

Gli ho augurato buon compleanno e di passare dei bei momenti con la sua famiglia, so che sua moglie Kim e Sophia sono qui. So da giovane padre quanto conta avere la famiglia che viaggia con te, ed avere dei giorni liberi con loro.

Credi che la ATP dovrebbe fare qualcosa per far giocare le semifinali insieme e non con molte ore di differenza?

Beh, questo è un argomento di discussione che va avanti per anni. Affrontiamo questo problema in molti tornei dove la TV determina gli orari e la ATP non ha molta voce in capitolo qui. Molte volte la TV, come a Cincinanti per esempio, dice: Ok vogliamo avere la finale alle 11.00 a.m. O alle 12.00, qualcosa del genere. Ricordo alcuni anni fa di aver giocato con Andy la semifinale ad Indian Wells alle 10 o alle 11. Questi orari sono ridicoli per questo livello di tennis, ma credo che bisogna gestire la cosa. Non è una di quelle cosa che possono essere cambiate da una persona. Io spero, per il bene dei giocatori e del nostro sport, che almeno si possa avere un po’ di uguaglianza, direi almeno alla fine del torneo.

Ti ho visto discutere con l’arbitro per un po’ di tempo, gli stavi chiedendo di posticipare il match perché il campo era scivoloso? Cosa gli stavi domandando?

Non gli ho chiesto di posticipare l’incontro, ho chiesto di avere un piccolo break, 5 minuti o più, dove le persone avrebbero avuto modo di preparare il campo. Il giudice di sedia sapeva che le previsioni erano buone e non ci sarebbe stata pioggia, io non vedo il motivo perché non avrebbe potuto interrompere il gioco per un po’ finché non avremmo avuto il campo in una condizione adeguata. Sai, abbiamo giocato su un campo molto, molto pesante perché ha piovuto per un’ora ed era molto fangoso dietro la linea di fondo. In un game mi sarei potuto slogare la caviglia due o tre volte, questo gli ho detto. Gli ho chiesto: è necessario che qualcuno si infortuni? Alla fine si tratta di una sua decisione se il campo è praticabile o no. Ma per me è anche ridicolo che l’arbitro, che non indossa scarpe da tennis, scende giù, scivola col piede lungo la linea e poi dice se il campo è buono o no. Ora possiamo ridere di queste cose, ma sul campo non si tratta solo di vincere o perdere, ma anche di rimanere in salute, siamo noi che dobbiamo correre e scivolare.

Le linee erano scivolose?

Tutto. Insomma, dietro la linea di fondo soprattutto, dove noi ci muoviamo maggiormente il terreno era pesante e molto bagnato.

Hai preso un warning dopo solo 4 game. Perché eri così nervoso?

Guarda, succede. Questi tipi di match sono importanti per entrambi. Ci sono molti interessi in gioco, e quando giochi contro un rivale puoi diventare molto emotivo. Ma, sai, io ho lanciato la racchetta contro la panchina e ho subito ricevuto il warning. Dunque l’arbitro era infuocato oggi e voleva davvero mostrare l’autorità a me e a tutti quanti, quindi congratulazioni a lui.

Questa sconfitta prima di Parigi ti rende dubbioso per il Roland Garros?

Il mio livello di fiducia è alto per via dei molti match vinti quest’anno su questa superficie e su tutte le altre, quindi non sono dubbioso o scosso per questa sconfitta. Ovviamente non mi piace perdere ma bisogna congratularsi col giocatore che oggi ha giocato meglio oggi, Andy.

Traduzione a cura di Paolo Di Lorito 

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