È un Andrej Martin ovviamente raggiante quello che si presenta in conferenza stampa ad Umago dopo la vittoria in semifinale contro Carlos Berlocq.
“Sono contento, questo risultato è il coronamento di tutto il lavoro fatto in tutti questi anni.”
Ad impressionare è stata la sua capacità di alzare il livello di gioco nei momenti topici del match, soprattutto con il suo devastante dritto di questi giorni. Lo slovacco ha concordato con una nostra osservazione specifica sul tema.
“Sì è vero, in accordo con il mio allenatore abbiamo lavorato molto sul rendere il mio dritto un’arma molto più consistente. Ora mi sento molto veramente sicuro quando lo colpisco e credo di riuscire a spingere veramente bene” ha detto Martin, trovando conferma da parte dei giornalisti presenti in sala che annuivano in segno di approvazione.
La domanda successiva è stata sulle sue condizioni fisiche, dato che in ognuno dei 4 match disputati questa settimana è stato in campo almeno due ore.
“No non sono stanco, sono troppo felice per aver raggiunto la finale” ha risposto sorridente il 26enne di Bratislava, che poi ha rivelato un ricordo che lo lega ad Umago.
“Io sono venuto spesso qui a giocare, sin da quando ero da junior, e sono venuto molte volte anche a vedere il torneo. Mi ricordo in particolare un match, Hrbaty – Ljubicic, in cui ero sugli spalti a fare il tifo per Hrbaty (erano i quarti di finale del 1999, vinse Ljubicic 6-4 al terzo, ndr). Mi pare incredibile che adesso sia io qui in finale a giocare a quel livello e forse anche superiore” ha raccontato il tennista slovacco, che con questa vittoria lunedì farà il suo ingresso nei top 100 per la prima volta in carriera.
“Sinceramente non so se sono entrato o ci sono solo vicino. Ma quello è l’obiettivo a fine anno, adesso ho dei punti in scadenza e quindi non è detto che ci rimanga nel breve. L’obiettivo è entrarci stabilmente entro la fine dell’anno, in modo da essere ammesso più spesso nei main draw dei tornei ATP e iniziare a giocare anche i tornei più importanti” ha spiegato Martin.