Filippo Volandri se ne va, Filippo Volandri resta

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Filippo Volandri se ne va, Filippo Volandri resta

Il tennista livornese ha deciso di appendere gradualmente la racchetta al chiodo. Per farlo basta poco, il tempo scorre e l’addio definitivo si avvicina. Ma Filippo sarà utile al tennis azzurro come coach

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Filippo Volandri, Pippo o Filo per gli amici e per i numerosi tifosi che continuano a seguirlo nei centrali dei Challenger italiani urlando a squarciagola il suo soprannome, ha deciso di lasciare gradualmente il tennis. In un’intervista rilasciata a SuperTennis Magazine, il numero 265 ATP, ormai trentacinquenne, ha ammesso di essere nella fase dal “semi ritiro”: Non farò come Flavia Pennetta che è riuscita a lasciare il tennis da un giorno all’altro. La passione per questo sport è ancora molto forte e in campo mi diverto tantissimo”. Ma l’assiduità con cui Filo prenderà parte al circuito professionistico sarà sempre più frammentata anche a causa dei numerosi impegni che richiederanno la sua presenza al di fuori del tennis giocato. Sì, perché in questo breve pezzo non si vogliono elogiare le gesta dell’ex numero 1 azzurro, quello potrà essere fatto nel momento in cui disputerà l’ultimo punto del suo ultimo match e i più melanconici ricorderanno; qui, invece, si vuole capire quanto Filippo potrà essere utile al futuro del tennis azzurro che al giorno d’oggi non si presenta sfavillante, ma nemmeno buio (limitatamente al settore maschile).

Volandri oltre ad essere impegnato nel ruolo di telecronista e commentatore per l’emittente televisiva Sky, un lavoro che lo ha già visto all’opera durante questa stagione in vari momenti fra cui gli Internazionali d’Italia (dove addirittura discusse della lavagna tattica del suo incontro perso con Ferrer appena pochi secondi dopo la stretta di mano) e l’esibizione Djokovic and Friends, è stato contattato dalla Federazione Italiana Tennis per seguire saltuariamente il progetto over 18 a Tirrenia in qualità di tecnico. Attualmente tale progetto è affidato a Umberto Rianna e Giorgio Galimberti. Il primo è stato coach di Malisse, Starace e Bolelli, mentre il secondo, Davisman nella prima decade degli anni 2000, ha avuto una buona carriera raggiungendo il best ranking di 115 e ha l’incarico di seguire alcuni fra i più promettenti over nel circuito challenger. Parliamo di Sonego, Mager, Eremin, Donati, Pellegrino, Bahamonde.

Quale può essere il fondamentale apporto di Filippo? Per sua stessa ammissione: “Conosco tutti i ragazzi italiani in ascesa, ho giocato con tutti loro, e credo di poter essere utile alla causa. L’obiettivo? Costruire un giocatore vero”. L’obiettivo è ambizioso, la strada tortuosa, ma la materia prima fortunatamente c’è. L’esperienza di un giocatore ancora attivo e voglioso di allenarsi, come lui stesso ha dichiarato, deve essere un aiuto prezioso da sfruttare per i nostri giovani. Al livello al quale si trovano bisogna concentrarsi sui dettagli: si parte dalla vita quotidiana fatta di duri allenamenti, partite, palestra e riposo, si passa attraverso la cura del lato mentale che deve essere sempre positivo e focalizzato sull’obiettivo e si arriva al gesto tecnico. Chi meglio di Filippo Volandri può indirizzare il futuro del tennis azzurro?

Carlo Soldati

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