Murray parla della pressione: "Mi aiuta a darmi obiettivi, ora punto al numero 1"

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Murray parla della pressione: “Mi aiuta a darmi obiettivi, ora punto al numero 1”

VIENNA – Conferenza stampa pre-torneo di rito per Andy Murray, che ha parlato di Fab Four, aspettative, famiglia e Next Generation

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dal nostro inviato a Vienna

La immancabile sessione di allenamento, qualche foto con il team social della Under Armour (la casa di abbigliamento sportivo che lo veste dal 2014) e Andy Murray si è presentato in sala stampa per qualche domanda alla vigilia dell’Erste Bank Open. Iniziando con quelle più classiche, sul suo stato di forma e su quello del suo gioco – “credo che sia lo stesso da anni, mi sono semplicemente perfezionato a livello tecnico e fisico” – per poi passare a qualche dettaglio più interessante. Ad esempio la collaborazione con Ivan Lendl, che sarà al suo fianco sia alle ATP Finals sia a Melbourne e che lavorerà con lui tra i due eventi, a Miami in dicembre.

Murray è l’uomo del momento nel mondo tennis. Nel caso in cui dovesse dimenticarsene, ci pensano subito tutti i giornalisti attorno a lui a ricordarglielo. Federer e Nadal sono acciaccati e ormai a fine carriera, Djokovic non nasconde più il momento di impasse e dunque è allo scozzese che tutti guardano come prossimo dominatore del circuito. “L’assenza di Rafa e di Roger è un vantaggio per noialtri tennisti, ma di certo è la qualità di questo sport a perdere molto” ha ammesso. “In ogni caso io sono più un tipo da obiettivi a breve termine, sono quelli a darmi la forza per svegliarmi la mattina e allenarmi un po’ di più. Quindi sì, adesso penso al posto numero 1 del ranking, perché matematicamente non è così lontano”.

Uno dei crucci di Djokovic sembra essere la grande pressione provata per anni, che lo ha portato al punto di rottura, ed è quindi naturale che il suo probabile successore al primo posto del ranking venga interrogato a riguardo. La risposta è stata tuttavia una piccola sorpresa: “Sento meno pressione adesso rispetto a qualche anno fa, quando tutti mi davano per sicuro futuro campione Slam. Appena vinti gli US Open credevo che la pressione si sarebbe allentata, invece iniziarono tutti a chiedermi quando avrei vinto Wimbledon. Poi ho vinto quello e piano piano è diminuita, anche se prima dei tornei in Gran Bretagna, della Coppa Davis o delle Olimpiadi è sempre tanta”.

Nel frattempo Murray è diventato marito e padre, “la cosa più importante che mi sia capitata”. E in effetti, già dalle quattro chiacchiere a microfoni spenti a fine allenamento, Andy aveva confessato come la sua maggiore preoccupazione, al momento, sia più che altro perdersi qualche passo importante nella vita della piccola Sophia (che, ci dice, sta iniziando a gattonare). È probabilmente questo che lo ha spinto verso una digressione sul recente swing asiatico, durante la conferenza stampa: “Quando vado in Cina mi impegno al massimo, non vado lì tanto per andarci, per vedere come va. Perché sono settimane che passo lontano dalla mia famiglia, e se devo fare questo sacrificio deve servire a qualcosa”. Dieci vittorie, zero sconfitte e un bottino di due trofei (Pechino e Shanghai). I più maligni potrebbero leggere tra le righe una frecciatina a Nick Kyrgios.

Proprio sui giovani virgulti come Kyrgios, il favorito del pubblico Thiem e Karen Khachanov – “ci sarebbe anche Kyle Edmund dalla Gran Bretagna” fa notare scherzando Murray – è stata l’ultima domanda. Proprio il russo, suo sparring partner in mattinata, lo aveva impressionato per la potenza dei colpi. Tutta questa next generation tira davvero forte, ciò che facciamo noialtri è rispondere con più variazioni possibili per mandarli in difficoltà” è la sua breve disamina. Speriamo che qualcuno riferisca ad Andreas Seppi.

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