Finale di Fed Cup. Ceche per la quinta ma la Francia spera (Gazzetta dello Sport). Murray: Non mi fido di Nole (Marcotti). Murray, primo esame alle ATP finals di casa (Mancuso)

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Finale di Fed Cup. Ceche per la quinta ma la Francia spera (Gazzetta dello Sport). Murray: Non mi fido di Nole (Marcotti). Murray, primo esame alle ATP finals di casa (Mancuso)

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Finale di Fed Cup. Ceche per la quinta ma la Francia spera (La Gazzetta dello Sport)

Saranno Kristina Mladenovic e Karolina Pliskova ad aprire oggi alle 14 (diretta tv SuperTennis) sul veloce indoor di Strasburgo, la finale di Fed Cup tra la Francia e la Repubblica Ceca campione in carica. Dopo il primo match toccherà invece a Caroline Garcia affrontare Petra Kvitova. Domani, a partire dalle 13.30, saranno in campo le due numero uno delle rispettive nazionali Garcia e Pliskova, a seguire la sfida tra le numero due Mladenovic e Kvitova, in chiusura il doppio tra Alize Cornet/ Pauline Parmentier e Lucie Hradecka/Barbora Strycova. AMELIE Amelie Mauresmo gioca in casa, e non vede l’ora di riportare alla Francia il trofeo che manca dal 2003 vincendolo, oltre che da giocatrice, anche da capitano. Il lavoro svolto fin qui meriterebbe il lieto fine, mamma Amelia ha creato un gruppo unito. «Queste ragazze sono in grado di vincere il trofeo» aveva detto Amelie dopo aver battuto l’Italia in rimonta a Genova lo scorso anno, e da oggi la sua affermazione potrebbe iniziare a diventare realtà. Certamente, dall’altra parte della rete le francesi trovano rivali sulla carta proibitive. Le ceche vincitrici nel 2011, 2012, 2014 e 2015, sanno come affrontare una finale di Fed, e possono schierare Karolina Pliskova, numero 6 al mondo e finalista allo Us Open, e la due volte campionessa di Wimbledon Petra Kvitova. CAMPO «Sarà molto dura — ha ammesso la Mauresmo—, sulla carta le nostre rivali sono superiori. Se dovessimo soltanto guardare il ranking dovremmo andare a casa, ma le ragazze possono fare grandi cose». Dalla loro parte avranno i 6000 rumorosissimi della Rhenus Sport Arena: «Non ci si abitua mai a giocare finali — ha commentato il capitano delle ceche Petr Pala, a caccia del quinto titolo in sei anni —. La folla non ci spaventa, le mie giocatrici sono in grado di giocare a qualunque tipo di pubblico». MASHA E ONU Intanto, dopo la riduzione della squalifica, l’Onu reintegra Maria Sharapova come ambasciatrice di buona volontà:«Il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite è lieto di apprendere che Maria potrà tornare allo sport che ama prima del previsto. Di seguito potrà tornare a essere ambasciatore delle Nazioni Unite».

 

Murray: Non mi fido di Nole (Gabriele Marcotti, Corriere dello Sport)

I complimenti di Ivan Lendl sono durati lo spazio necessario per pronunciare una sola parola, “congratulations’. Dopodiché la telefonata intercontinentale con Andy Murray è prontamente virata sul piano di lavoro per la settimana a venire. «Ivan mi ha chiamato per complimentarsi per aver raggiunto il n 1 del ranking mondiale, ma subito dopo si è messo a parlare di allenamenti – ha raccontato Murray-. Neppure io volevo sprecare tempo per discutere di cosa è successo negli ultimi mesi. Voglio continuare a migliorare. E’ quello che ho sempre cercato di fare e non mi sento diversamente ora che sono h n.1 al mondo». D’altronde domani nella sua Londra comincia l’ultimo torneo prima delle meritate vacanze. Appuntamento che lo scozzese sogna di vincere per la prima volta in carriera. Aspirazioni legittime dal momento che non era mai arrivato alle ATP Finals così in forma. Sia a livello fisico, ma soprattutto mentale, reduce da quasi sei mesi di sole vittorie. Sono state solo tre le sconfitte da quando in giugno Andy perdeva la finale del Roland Garros contro Novak Djokovic. Da allora, le fortune dello scozzese sono coincise con le disgrazie del serbo, detronizzato lo scorso lunedì. Epilogo di un passaggio di testimone inevitabile: mentre Novak si perdeva tra cali di forma, di motivazioni e gossip, Murray infiocchettava la migliore stagione di sempre con la prima vittoria a Parigi-Bercy, l’ottava gemma di una striscia cominciata a Roma, per culminare con la doppietta Wimbledon-Olimpiadi. Senza ombra di dubbio il miglior Murray, non solo per continuità di rendimento ma anche qualità di gioco. «Mi sento bene anche se in verità non provo sensazioni diverse da quelle che provavo una o due settimane fa – le parole di Murray, due giorni prima il debutto alla 02 Arena contro Marin Cilic – Forse lunedì scenderò in campo con un po’ più di confidenza». Proprio quella che sembra aver smarrito Djokovic, che si presenta a Londra con un solo torneo all’attivo nell’ultimo semestre, in campo domani contro il debuttante austriaco Dominic Thiem. «Non c’è ragione per non credere che (Djokovic) disputerà un buon torneo – la difesa dello scozzese -. Prima delle ultime sconfitte stava giocando alla grande. E lo ha fatto non solo per mesi, ma per anni. Per il giocatore che è, non giocare bene per un paio di mesi non rappresenta assolutamente un motivo di preoccupazione».

 

Murray, primo esame alle ATP Finals di casa (Angelo Mancuso, Il Messaggero)

Si respira un’aria diversa quest’anno alla O2 Arena, lo splendido complesso londinese teatro delle ATP World Tour Finals, il torneo riservato agli 8 migliori giocatori del 2016 che comincia domani sul veloce indoor. Negli ultimi due anni i protagonisti erano stati Djokovic e Federer, mentre adesso tutto ruota intorno a Murray e al serbo. Inoltre alla vigilia del Masters lo scettro mondiale era stato già assegnato a Nole. Stavolta la volata è ancora aperta ed è il tennista di Belgrado che deve rincorrere il rivale scozzese in vantaggio di 405 punti. Per essere certo di tornare in vetta Djokovic deve conquistare il titolo con almeno due match vinti nei round robin (la formula è la solita con la fase a gironi e le semifinali incrociate tra i primi due di ciascun raggruppamento). In questo caso a Murray non basterebbe neppure arrivare in finale dopo aver chiuso con tre successi il girone. I DUE GRUPPI Il neo n.1 è capitato in un girone di ferro, come se la sorte avesse deciso di metterlo subito alla prova laddove in 7 partecipazioni vanta solo 3 semifinali. Andy ha pescato l’imprevedibile Wawrinka, quindi Nishikori, ovvero l’ultimo giocatore in grado di batterlo nel circuito (quarti agli US Open), e infine il gigante Cilic, tra i più in forma di questo finale di stagione. E’ andata meglio a Djokovic: la dea bendata lo ha spedito nel gruppo meno forte con i due debuttanti Monfils e Thiem e l’acciaccato Raonic. Sommando tutti i precedenti con gli avversari del girone viene fuori un inequivocabile 23-0 per Nole. Tuttavia se vorrà trionfare ancora al Masters (raggiungerebbe Federer a quota 6 titoli) e puntare all’immediato contro-sorpasso su Murray dovrà mostrare un tennis ben diverso da quello messo in mostra negli ultimi mesi (esordirà domani con Thiem). Dovesse giocare come di recente a Parigi Bercy, dove si è arreso a Cilic, battuto in passato 14 volte su 14, rischierebbe di non superare neppure i round robin, cosa che non gli capita dal 2011. POLEMICA BBC Il canale nazionale britannico non copre gli incontri serali dei round robin. Quindi il debutto di Murray contro Cilic, in programma lunedì alle 20 locali non verrà trasmesso in chiaro e gli appassionati potranno ascoltarlo solo alla radio o vederlo in pay tv. Ovvia la delusione dei sudditi di Sua Maestà

 

 

 

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