Mondo Challenger: bilancio 2016 del tennis azzurro

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Mondo Challenger: bilancio 2016 del tennis azzurro

L’anno appena concluso passa agli annali con 11 trofei conquistati e 7 finali per il tennis italiano. Vediamo con qualche dato statistico l’andamento della stagione e le prospettive per il 2017

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La stagione tennistica 2016 è ufficialmente terminata con la finale di Coppa Davis vinta dall’Argentina a Zagabria e come ogni anno questo è il momento di tacciare i bilanci.

Se nel circuito maggiore abbiamo collezionato due trofei in singolare conquistati durante la medesima settimana da Fabio Fognini (Umago) e Paolo Lorenzi (Kitzbuhel), nel circuito ATP Challenger è andata meglio.

La massiccia presenza di tornei casalinghi (25) consente ai nostri portacolori di macinare tennis ed esperienza con l’obiettivo di ritagliarsi qualche piccola soddisfazione mentre provano ad approdare ai piani alti del circuito. L’Italia si colloca al vertice della classifica come nazione che organizza più tornei nel circuito minore, davanti anche a Stati Uniti (20), Francia (13) e Cina (10). In qualche modo la nostra penisola riesce a sopperire alla mancanza tornei all’infuori degli Internazionali di Roma (i tempi in cui ne avevamo ben 7 sono lontani), organizzando più e più tornei challenger dal montepremi medio-basso. Così gli appassionati possono godersi lo spettacolo del tennis (fra l’altro a basso prezzo) in ogni parte d’Italia e nel frattempo sette giocatori, fra un tentativo e l’altro, hanno potuto alzare le braccia al cielo con il trofeo in mano, mentre ad altri tre l’urlo di gioia è stato strozzato in gola proprio sul più bello.

La bacheca a fine 2016 conta 11 titoli e 7 finali. Grazie a ciò l’Italia chiude come seconda nazione per titoli vinti, a pari merito con la Francia. Australia, Germania e Russia un titolo in meno, 20 totali per l’irraggiungibile Argentina.

Sorprendentemente è Luca Vanni ad aver ottenuto più titoli (3), collezionandone due consecutivi nelle ultime due settimane di Tour. Paolo Lorenzi e Federico Gaio ne hanno vinti due; a loro si uniscono Alessandro Giannessi, Stefano Napolitano e Marco Cecchinato come plurifinalisti. Gaio, Giannessi e Napolitano sono i tre giocatori ad aver trionfato per la prima volta all’infuori del circuito Itf durante questa stagione.

Da notare che quest’anno non si disputa l’ATP Challenger Tour Final di San Paolo. Si interrompe così la striscia di partecipazioni consecutive per il tennis italiano: esclusa l’edizione di apertura (2011), siamo riusciti a piazzare almeno un giocatore all’anno fra i migliori sette (più una wild card) che avevano il diritto di accedere al torneo. Nel 2012 toccò a Lorenzi, nel 2013 a Volandri che vinse, nel 2014 a Bolelli e l’anno scorso a Lorenzi e Cecchinato. Anche se si fossero disputate le finali nessuno avrebbe avuto le credenziali adeguate per accedervi. Il tennista che chiude l’anno con più titoli in singolare è Facundo Bagnis (6, record dal 2009), seguito da Thompson, Lu e Melzer (4).

Vediamo più nel dettaglio i risultati degli azzurri, per farlo seguiremo l’ordine della classifica. Cominciamo con il numero uno d’Italia Paolo Lorenzi, uno di quei tennisti che si sono costruiti una carriera grazie alla costanza di risultati conseguiti nei Challenger. Quest’anno ha urlato al cielo due hurrà, due in meno del 2015 (record di quell’anno): la prima a gennaio nell’estate australiana di Canberra, mentre la seconda nella rovente Sicilia, a Caltanissetta, oltre alla finale raggiunta sulla terra battuta sudamericana di Bucaramanga e persa contro il più giovane dei fratelli Melzer.

Esclusi dalla nostra analisi Fabio Fognini ed Andreas Seppi (il primo non gioca a livello challenger da Barletta 2012, il secondo da Ortisei 2014), parliamo del numero 4 azzurro Thomas Fabbiano. Autore di un buon avvio di stagione che lo ha portato nei primi 100, a marzo ha fatto suo il torneo cinese di Zhuhai interrompendo un digiuno che durava dal 2013 e conseguendo uno dei pochi acuti dell’anno nel circuito minore.

A settembre è arrivato il sigillo di Alessandro Giannessi, numero 5 italiano. Dopo tre tentativi falliti in finale negli anni precedenti, ha trionfato sulla terra rossa polacca del prestigioso Challenger di Szczecin battendo in finale il funambolico Dustin Brown. Grazie ai risultati ottenuti agli US Open, dove si è arreso al secondo turno al futuro vincitore Stan Wawrinka, e alla vittoria di Szczecin, Alessandro ha fatto un importante balzo in classifica recuperando in un paio di settimane oltre 100 posizioni. Ha toccato il suo best ranking di 126 dopo la finale persa a Ortisei.

Luca Vanni, invece, è stato protagonista di una stagione al di sotto della aspettative a causa della mononucleosi e di una conseguente mancanza di fiducia. Ha risollevato la testa vincendo a sorpresa sul cemento di Segovia, nella regione spagnola della Castilla y Leon, dove ha sconfitto con pieni meriti fra gli altri Jerzy Janowicz e Illya Marchenko. Un paio di quarti di finale raggiunti in alcuni tornei precedenti sul suolo italiano e poco altro. Fino all’incredibile quanto inaspettato bis concesso in extremis fra Brescia e Andria. Il primo torneo lo ha vinto lottando con il coltello fra i denti per tre partite conclusesi 7-6 al terzo ai danni di Kavcic, Robredo, e Grigelis. Il sapore della vittoria non poteva essere più dolce. La settimana dopo ad Andria ha fatto capire di voler fare sul serio nel 2017 portandosi a 10 partite vinte consecutivamente. Perde un set solo con Stakhovsky e Berrettini (splendido finalista).

Il vincitore del trofeo dell’Alto Adige è stata la sorpresa Stefano Napolitano, numero 7 azzurro. Il giovane che si è meglio espresso è senza dubbio il biellese: inizia la stagione al numero 406 e la finisce al best ranking 172, frutto di maturazione tecnico-tattica e costanza nei risultati. Finalista a Todi, sconfitto al termine di tre set ben giocati per mano di Miljan Zekic, ha trionfato a Ortisei senza concedere alcun set e trascinandone solo uno su dieci al tiebreak. Chapeau.

Finalmente è arrivata l’ora di Federico Gaio. Il classe ’92 faentino è sempre stato uno dei giovani più promettenti, ma fino ad oggi non aveva ottenuto i risultati che il suo tennis sembrava potesse offrirgli. Dalla finale persa a Cortina nel 2014 ci ha messo due anni per agguantare un risultato simile, riuscendo a fare ancora meglio: nel solo mese di luglio ha vinto a San Benedetto del Tronto e Biella raggiungendo il best ranking vicino alla 150esima posizione.

Marco Cecchinato, sceso al numero 9 d’Italia, ma capace di issarsi fino alla posizione 82 del ranking durante la scorsa stagione, ha vinto l’Aspria Tennis Cup di Milano ed è andato vicino al bis a Como ad inizio settembre, quando ha perso di misura contro il francese Kenny de Schepper. Le ben note vicende giudiziarie lo hanno accompagnato per oltre metà stagione impedendogli(ci) di assistere al suo meglio. Sicuramente il miglior tennista in termini di classifica dopo i soliti 4 Seppi, Lorenzi, Fognini e Bolelli.

Infine l’Italia si è resa protagonista nelle finali di Caltanissetta con Matteo Donati, di Sibiu con Lorenzo Giustino e di Andria con Matteo Berrettini.

Bilancio finale: 11 titoli

17 gennaio Canberra: P. Lorenzi b. I. Dodig 6-2 6-4 (cemento)
13 marzo Zhuhai: T. Fabbiano b. Z. Zhang 5-7 6-1 6-3 (cemento)
12 giugno Caltanissetta: P. Lorenzi b. M. Donati 6-3 4-6 7-6(7) (terra battuta)
26 giugno Milano: M. Cecchinato b. L. Djere 6-2 6-2 (terra battuta)
17 luglio San Benedetto del Tronto: F. Gaio b. C. Lestienne 6-2 1-6 6-3 (terra battuta)
31 luglio Biella: F. Gaio b. T. Bellucci 7-6(5) 6-2 (terra battuta)
31 luglio Segovia: L. Vanni b. I. Marchenko 6-4 3-6 6-3 (cemento)
18 settembre Szczecin: A. Giannessi b. D. Brown 6-2 6-3 (terra battuta)
13 novembre Ortisei: S. Napolitano b. A. Giannessi 6-4 6-1 (cemento)
20 novembre Brescia: L. Vanni b. L. Grigelis 6-7(5) 6-4 7-6(8) (cemento)
27 novembre Andria: L.Vanni b. M. Berrettini 5-7 6-0 6-3 (cemento)

Carlo Soldati

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