Nadal, il Re del rosso è tornato [VIDEO]

Editoriali del Direttore

Nadal, il Re del rosso è tornato [VIDEO]

MONTECARLO – Corre più di prima, serve meglio… Non c’è colpo che non gli riesca. Anche lui come Roger Federer lavora di più? Lui e Borg, Vilas e Djokovic

Pubblicato

il

 

da Montecarlo, il Direttore

Rafa, Rafa, Rafa,Rafa, Rafa, Rafa, Rafa, Rafa, Rafa, Rafa, dieci volte Rafa Nadal re a Montecarlo. Albert Ramos-Vinolas non poteva davvero fermarlo, e non solo perché due principi Albert per un solo piccolo principato sarebbero stati troppi. 0-15 e 15-30 nel primissimo game del match, sul servizio Nadal, sono stati i soli due momenti nei quali Ramos-Vinolas è stato in vantaggio. Perfino il Mago Ubaldo ha potuto esser facile profeta stavolta, anche se dopo i 3 trionfi nel 2017  di Roger Federer, cammina a capo basso e a piedi scalzi in segno di penitenza francescana per i pronostici clamorosamente ciccati in relazione a Sua Maestà Svizzera. Ricordo che Verdasco giocò un match inguardabile quando perse 6-0 6-1 ma oggi non posso dire la stessa cosa di Ramos-Vinolas. Oggi Ramos-Vinolas aveva le sue armi migliori, il dritto mancino in cross stretto, assolutamente spuntate dal mancinismo e soprattutto dalla condizione atletica straordinaria di Nadal. Un Nadal che già era stato buono, direi quasi molto buono, sui cementi australiani e americani – davvero non la sua superficie prediletta – e che aveva dovuto arrendersi soltanto a un Roger Federer tornato “monstre”, qui a Montecarlo è sembrato, salvo che nei match contro Edmund e Schwartzman, un Nadal molto vicino al miglior Nadal che… credevo smarrito per sempre. Chiedere a Sasha Zverev e a Ramos-Vinolas per informazioni. Mi pare che Rafa abbia ripreso a servire come nel 2010, oggi ha chiuso tre game proprio con un ace, segno che quando decide di provarlo lo tira e lo mette a segno. E la seconda palla è filata spesso sopra ai 160/170 km orari, velocità che un tempo erano più spesso raggiunte dalla sua “prima”, piuttosto che dalla “seconda”. Il dritto, che era diventato irriconoscibile da un po’ di tempo in qua, sembra essere tornato a mulinare alla grande con la profondità dei bei tempi. Sarà magari l’effetto della terra rossa, dove certo i suoi topponi diventano più efficaci. Certo è che la sua attuale posizione in classifica, la n.5, non rispecchia il suo valore sul rosso: lì è il n.1, magari ex aequo con Djokovic, campione in carica al Roland Garros, se il serbo recupera chili, convinzione, carattere, forza, testa. E profondità di colpi. Premesso che perdere con quel Goffin lì non è un’onta. Goffin nei primi game con Nadal ha dimostrato di avere qualità tecniche importanti, anche se non ancora carattere a sufficienza per reagire alle situazioni avverse. E il match Djokovic-Goffin è stato a mio avviso il migliore del torneo.

La finale che non poteva avere suspence, con Rafa che ha perso 9 quindici in 8 turni di battuta, senza che Ramos-Vinolas sia mai arrivato a 40, ha a mio avviso mostrato soprattutto una condizione atletica di Nadal che non può non essere che frutto di un grandissimo lavoro. Il punto che ha recuperato, 6 volte da posizioni impossibili, per conquistare il primo dei tre matchpoint sul 5-3 e servizio Ramos-Vinolas andrebbe fatto vedere a coloro che lo davano per finito o quasi pochi mesi fa, sottolineando i suoi 30 anni compiuti, le tante corse degli ultimi quindici anni, il presunto logorio fisico che avrebbe dovuto attanagliarlo. Se avrete occasione di riguardare quel punto in qualche video, notate come Rafa sia riuscito non soltanto a recuperare palle che parevano finite, ma a rimetterle in campo in modo tale che Ramos-Vinolas che pure voleva chiuderle prendendo tutti i rischi possibili, non ci riusciva. E alla fine ha rovesciato la situazione da passiva in attiva e l’ha volta a proprio favore. Rafa ha detto – parafraso – che quando c’è la salute c’è tutto. Perché dà per scontata la voglia di lavorare duro. E lui ha certamente lavorato duro per trovarsi nell’eccellente condizione in cui l’abbiamo visto. Così come sono sicuro che deve aver lavorato molto più del solito Roger Federer, che fin quando era il più forte di tutti, era meno stakanovista di Rafa, si fidava (giustamente) del suo talento, e aveva meno bisogno di sacrificarsi eccessivamente. Probabilmente Roger si è convinto che  a 35 anni era necessario farlo e questo spiega il suo straordinario avvio di 2017. Personalmente sono convinto che anche Nadal quest’anno ci stia mettendo qualcosa ancora in più del solito, ma lui non ha voluto dirlo quando gli ho fatto una specifica domanda sull’argomento. Tornando alla finale vi dirò che in certi momenti mi sono anzi chiesto che cosa avrebbe potuto fare un giocatore destro per certi angoli stretti che Rafa è riuscito a trovare e che Ramos-Vinolas “strechando” con  le gambe quasi in spaccata e allungando la lunga leva mancina, riusciva a riprendere. Secondo me un destro – non voglio dire Federer perché sennò i lettori federeriani mi salterebbero tutti addosso (anche se sulla terra rossa la loro storia incrociata qualcosa dice…) – avrebbe rimandato di là poco o nulla. Per questo motivo ho scritto sopra che Ramos-Vinolas ha ben poco da rimproverarsi. Contro questo Nadal risorto non poteva fare molto di più di quel che ha provato a fare. Il maiorchino è venuto anche a rete, sia seguendo il servizio che al termine di qualche scambio, scegliendo sempre il momento opportuno. Anche tatticamente non ha sbagliato una mossa. E quando Ramos-Vinolas ha tentato la palla corta, Rafa c’è arrivato (con una sola eccezione) facendo il punto con contro-cross giocati con una manina da artista, lui che sembra a molti avere solo manone e muscoloni.

Va riconosciuto. Questo Nadal ha compiuto un’impresa obiettivamente straordinaria nel vincere dieci volte questo torneo del Principato – come straordinari sono certamente gli exploit di Pete Sampras e Roger Federer che vincono sette volte Wimbledon… anche se uno Slam è uno Slam, ma, attenzione, anche vincere sette volte non è come vincere dieci, e già vincerne nove… come i Roland Garros di Rafa si avvicina di più al dieci – e perfino Bjorn Borg oggi non può più essere considerato il più forte tennista sul rosso  di tutti i tempi, e quanto a Guillermo Vilas, beh lui aveva vinto 49 tornei “rossi”, e adesso Rafa è a quota 50. Sarebbe interessante misurarne però gli avversari per fare ulteriori confronti. Vilas aveva un Borg che lo chiudeva quasi sempre, perché sapeva fare tutto un pochino meglio – ma Connors e McEnroe sulla terra battuta non erano in genere così competitivi e Lendl è arrivato un po’ dopo – mentre  Rafa si è imbattuto in Djokovic, Federer e, un gradino sotto, Murray… Della finale c’è poco altro da dire. Nadal è stato superiore sotto tutti i profili. Colpi, varietà, strategia, varietà. “Fa ogni cosa un po’ meglio di me, se non sei al meglio è impossibile competere con lui” ha spiegato con efficace sintesi Ramos Vinolas. Insomma si può dire solo chapeau, alla vigilia del torneo di Barcellona che, sul campo appena intitolato a lui, il Rafael Nadal nel tradizionale e storico club catalano Real Club Conde de Godo, lo vede ai nastri di partenza come l’indiscutibile grande favorito. Prima che Basilea si decida a fare altrettanto per Roger Federer, la settimana prossima sarà la prima nella quale un tennista giocherà su un campo che porta il suo nome. Nemmeno Rod Laver, Billie Jean King, Nicola Pietrangeli, Pat Rafter, Guga Kuerten, Guillermo Vilas, Margaret Court hanno avuto questo onore da tennisti in attività.

Chiudo, visto che ho appena citato Nicola Pietrangeli che qui a Monaco ha vinto il torneo nel ’61 nel ’67 e nel ’68 – probabilmente alla presenza dei soli Gianni Clerici e forse Rino Tommasi più altri “imbucati” che non hanno scritto una riga – sottolineando la presenza di un solo giornalista spagnolo al Country Club dove “ufficialmente” sono stati accreditati 453 giornalisti di 18 Paesi e non meno di 20 italiani. Vi immaginate quanti saremmo se anche noi italiani che dobbiamo ringraziare Paolo Lorenzi perché ha raggiunto il secondo turno (Fognini e Seppi neppur quello) avessimo avuto un Nadal? Vabbè, sono tristezze di vecchio cronista.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement