Federer Express e Robo Djokovic: Bercy ha la sua super-semi

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Federer Express e Robo Djokovic: Bercy ha la sua super-semi

Lo svizzero liquida in fretta Nishikori. Più difficoltà per Nole, leggermente influenzato: un grande Cilic gli strappa il primo set del mese, ma lui si dimostra ancora affamato di vittorie. Risparmiarsi in vista delle Finals non fa parte del suo piano

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Da Parigi,

La striscia record di set si interrompe a trenta, quella di incontri consecutivi vinti invece arriva a ventuno. Si tratta di numeri, utili però a sottolineare i fatti: Novak Djokovic sta giocando benissimo, e nemmeno gli avversari migliori sembrano in grado di impedirgli di continuare a vincere. Nella serata dei quarti di finale del Rolex Paris Masters di Bercy ci ha provato Marin Cilic, con una delle sue migliori prestazioni stagionali, ma Nole si è piegato senza spezzarsi. E ora ha prenotato la semifinale contro Roger Federer, che al contrario ha sbrigato la pratica Kei Nishikori in molto meno tempo del previsto.

GRANDE CILIC, ENORME DJOKO – La partita tra Djokovic e Cilic che inaugurava la sessione serale, è stata di livello molto, molto alto per la sua interezza. Nonostante il croato fosse l’unico giocatore ad avere ancora due appuntamenti segnati sul calendario – le ATP Finals e la finale di Coppa Davis, che riporterà lui e Borna Coric in Francia l’ultima settimana di novembre – non ha risparmiato una goccia di sudore. Con salute e fiducia dalla sua, e con gli ultimi scontri diretti in attivo, per due ore abbondanti il numero sette del mondo ha messo davvero tanta paura a Djokovic, peraltro leggermente influenzato. “Conosco il suo gioco, lo ho affrontato molte volte e ci alleniamo insieme spesso” aveva detto di lui il serbo. L’esperienza nei precedenti ha evidentemente giovato a entrambi, e quindi al pathos e allo spettacolo. Il primo set lo ha vinto, con merito; il terzo lo ha tenuto in bilico fino a una prodezza del serbo, un passante prodigioso ad annullare la palla break che avrebbe potuto capovolgere una seconda volta l’incontro.

Cilic ha fatto il massimo (e ha preso la sconfitta con filosofia). Il suo problema, come lui stesso ha riconosciuto, è che il massimo lo ha fatto anche Djokovic e il massimo di quest’ultimo, semplicemente, è di più. Non era un atteggiamento di circostanza quello mostrato il giorno prima in conferenza stampa. Il quattordici volte campione Slam aveva insistito con i giornalisti per rimandare i discorsi sul numero uno ATP, perso due anni fa proprio a Bercy e proprio contro Cilic e ormai matematicamente riconquistato. “Capisco che vogliate parlarne, ma rispettatemi: arriverà lunedì. Ora devo mantenere la concentrazione per provare ad arrivare in fondo a questo torneo”. La vittoria di oggi, ottenuta senza fare un passo indietro anche di fronte a un avversario disposto a scambiare e a martellarlo in quasi ogni turno di risposta, dimostra che titolo a Bercy gli importa davvero. Anche perché come ricordato da lui stesso, con la quantità di incontri giocati (e vinti) di recente non ha necessità di ulteriore esercizio in vista delle ATP Finals.

ROGER A CUOR LEGGERO – Un approccio all’ultimo Masters 1000 del tutto diverso da quello di Federer, che all’AccorHotels Arena è tornato, per sua stessa ammissione, senza ambizioni di titolo. “Non sono qui a Parigi per vincere” ha detto con inaspettata schiettezza (forse un po’ troppa). “Per una volta è bello giocare in maniera rilassata. Il mio obiettivo è Londra. Sto cercando qualcosa nel mio gioco che possa aiutarmi una volta lì”. Per sua soddisfazione la sfida con Kei Nishikori è durata molto poco, ma lo svizzero ha ottenuto comunque alcune delle risposte che voleva: avanti fin dallo start e mai breakkato per l’intero incontro, ha perso un solo punto con la prima palla di servizio ed è riuscito a concludere la maggior parte degli scambi in pochi colpi. Il tutto nonostante Nishikori sia uno dei migliori giocatori del circuito in risposta, e la superficie di gioco del palazzetto del dodicesimo arrondissement non sia tra le più rapide in assoluto. Il palato tennistico del pubblico, infuocato per lui, è stato comunque soddisfatto da un paio di giocate d’autore.

Federer però è consapevole che contro Djokovic i lampi di grande tennis non potranno bastare. Quello che gli servirà è la solidità, su ogni singola palla. “Spero di giocare molto buon tennis, perché Novak mette in discussione il tuo gioco non con un servizio o una risposta qui e là, ma costantemente” ha detto, anticipando il quarantasettesimo scontro diretto con il serbo (che è avanti 24 a 22 nei precedenti). “Dovrò prendere le decisioni giuste nei momenti giusti e vedere cosa succede”. Di quella di presentarsi a Parigi dopo tre anni finora non è pentito affatto.

Risultati:

[6] D. Thiem b. [16] J. Sock 4-6 6-4 6-4
K. Khachanov b. [4] A. Zverev 6-1 6-2
[3] R. Federer b. [10] K. Nishikori 6-4 6-4
[2] N. Djokovic b. [5] M. Cilic 4-6 6-2 6-3

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