Quando partecipa a un torneo, nel bene o nel male, Gianluigi Quinzi riesce ancora a catalizzare attenzioni. A Bergamo per il trofeo Faip-Perrel, il primo challenger italiano del 2019, Quinzi è testa di serie numero quattro e dopo aver beneficiato di un bye al primo turno, al secondo ha sconfitto in tre set il russo Safiullin, che aveva eliminato il nostro Musetti. Si è così qualificato per gli ottavi di finale, dove affronterà il francese Benchetrit. Tra un allenamento e l’altro abbiamo fatto una chiacchierata con il 23enne di Cittadella, che da circa un mese ha smesso di essere ‘l’ultimo italiano ad aver vinto uno Slam’ – sebbene e livello junior – in virtù dell’impresa di Lorenzo Musetti a Melbourne.
Gianluigi, come ti senti innanzitutto?
Sicuramente bene. Ho faticato un po’ con Safiullin, però mi sento in forma.
Come hai approcciato questo 2019?
Sto cercando di giocare più tornei indoor e sul cemento (come a Bergamo, ndr), privilegiando questa superficie rispetto alla terra battuta.
Quali sono i tuoi obiettivi stagionali?
Riuscire ad avvicinarmi il più possibile alla posizione numero 100 del ranking ATP.
Cosa rispondi a chi dice che dopo la tua vittoria a Wimbledon non sei riuscito a fare il salto di qualità?
Non mi interessano certi discorsi, continuo a concentrarmi sul mio gioco.
Un consiglio a Lorenzo Musetti, che agli Australian Open ha vissuto una sorta di riedizione del tuo successo a Wimbledon?
Gli direi di fidarsi soltanto della gente a cui vuole bene davvero, e di abituarsi a convivere con le pressioni e i “gufi” che sono sempre attorno. E poi di non considerarsi già arrivato, c’è ancora molta strada da fare.
Prossimi appuntamenti?
Negli Stati Uniti, per la stagione sul cemento che comincia col Challenger di Indian Wells.
Alessandro Ruta