Indian Wells: Berrettini fuori con qualche rimpianto

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Indian Wells: Berrettini fuori con qualche rimpianto

Matteo perde da Sam Querrey una partita bruttina, ma che a tratti stava dominando. Ribaltamenti nel punteggio, e molti errori da parte di entrambi

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S. Querrey b. M. Berrettini 7-6(5) 2-6 6-4

da Indian Wells, il nostro inviato

Eravamo tutti pronti ad assistere a un bombardamento di servizi e dritti, considerate le caratteristiche tecniche di Matteo Berrettini (57 ATP) e Sam Querrey (51 ATP). All’inizio, la cosa si è anche in parte verificata in favore dell’italiano, grazie soprattutto a un ingresso in partita di Sam a dir poco tremendo. Bene Matteo fino al 3-0, 40-0 e servizio, con lo statunitense che commette un errore dietro l’altro: ma in quel preciso istante, qualcosa cambia all’improvviso e in modo inaspettato.

Querrey rimonta nel game, piazza il controbreak, e da lì tocca a Berrettini trovarsi ad arrancare nel gioco e nel punteggio. La striscia negativa dell’azzurro è preoccupante (3 punti conquistati su 20), di colpo pare non riuscire più a trovare il campo nemmeno con i suoi colpi migliori, come detto servizio e dritto, e precipita sotto 4-3 e 15-40, trovandosi quindi ad affrontare due palle del potenziale terzo break subìto di fila. Bravo qui Matteo a tirare su il game di grinta, e dal 4-4, con palla break annullata da entrambi, si arriva al tie-break senza altri sconvolgimenti.

Un paio di errori sullo scambio, purtroppo, costano il set a Berrettini, potrebbe essere anche che il vento che soffia a raffiche arrivando fino in fondo al catino del centrale stia infastidendo i giocatori più di quanto ce ne si possa rendere conto dalle tribune. Sta di fatto che Matteo si è fatto sfilare dalle mani un set stranissimo, e sia detto senza offesa, quasi da tennis femminile considerata la poca influenza delle battute. Ma questi sono Berrettini e Querrey, due tra i bombardieri più potenti del circuito, il che rende lo svolgimento della vicenda ancora più bizzarro.

Il secondo set, per fortuna, parte come il primo, con Matteo che gioca con attenzione ed efficacia, sale molto con le percentuali, incassa qualche errore di Sam, brekka al secondo game, e vola rapidamente 3-0, senza farsi più riprendere. Anzi, un un ulteriore break messo a segno sul 5-2, oltre che permettere a Berrettini di chiudere 6-2 e pareggiare il conto dei set, lo manda anche a servire per primo nel parziale decisivo, il che come è noto può essere un vantaggio significativo.

Ma non è una partita dallo svolgimento coerente, questo lo si è capito, e la cosa viene immediatamente confermata dal break in avvio per Querrey, è il settimo del match (4 realizzati da Matteo, 3 da Sam), veramente strano quando in campo ci sono due che tirano la prima oltre i 220 kmh. Sugli scambi, entrambi si cercano il rovescio a vicenda, Berrettini fa vedere alcune buone palle corte, Querrey va a rete di più e al volo si prende qualche applauso. Ma in generale, e gli spettatori piuttosto silenziosi intorno a noi lo sottolineano, non è un grande spettacolo tennistico.

Sotto 2-0, l’italiano si salva da una palla break che avrebbe potuto consegnare un vantaggio forse incolmabile all’avversario, ma la sensazione è che l’inerzia sia decisamente girata in favore dello statunitense. Purtroppo è esattamente così, Matteo più che arrivare ai vantaggi un paio di volte non è in grado di fare sulla battuta avversaria, e senza correre rischi Sam chiude 6-4 al primo match-point.

Peccato davvero, soprattutto visto l’avvio a dir poco incoraggiante di Berrettini, ma oggettivamente, classifica, esperienza e valori tecnici alla mano, era un match equilibratissimo e insidioso (l’azzurro ha fatto 9 punti in totale più dell’avversario) , avrebbe potuto anche girare bene o diversamente, così non è avvenuto, ci sta. Per Matteo, sono tutte esperienze preziose, e delusioni che vanno affrontate e superate, la strada è quella, ostacoli e buche comprese.

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