Il 19enne Maestrelli bussa al mondo del tennis: “Non devo aver paura della fatica” [ESCLUSIVA]

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Il 19enne Maestrelli bussa al mondo del tennis: “Non devo aver paura della fatica” [ESCLUSIVA]

“Con Luca Nardi ho un rapporto speciale”. Francesco Maestrelli parla a Ubitennis di famiglia, studi, prime esperienze nel tour… puntando allo US Open. ” La differenza coi top100 è la costanza di rendimento su più settimane”

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Francesco Maestrelli il giorno della maturità
 

Francesco Maestrelli è il volto nuovo del tennis italiano, di una NextGen che da un paio d’anni sta facendo sognare il paese. A dimostrazione che se anche qualcuno nel gruppo di testa ha dei momenti di crisi, subito dietro c’è un movimento forte e in salute che spinge per guadagnare spazio al sole. Il tennista pisano a inizio anno era n.750 ATP ed era costretto a giocare le qualificazioni per entrare nei tabelloni Futures, adesso, a pochi mesi di distanza, è arrivato al n.237 ATP dopo alcuni strepitosi risultati (vittoria al Future di Santa Margherita di Pula e finale al Challenger di Francavilla), culminati con la vittoria al Challenger di Verona di pochi giorni fa. Ma già da un po’ si era capito che il risultato era maturo e la settimana precedente a Todi era stato fermato nei quarti dal tedesco Daniel Masur che aveva raccolto col cucchiaino un Francesco esausto, dopo che in mattinata era rimasto in campo oltre tre ore per avere la meglio sull’argentino Torres.

Al termine del match l’azzurro era molto demoralizzato anche se avevamo provato a consolarlo dicendogli di non preoccuparsi perché il suo momento era vicino. Nemmeno immaginavamo quanto vicino fosse: pochi giorni e qualche centinaio di km, il successo al Challenger di Verona
Abbiamo contattato il 19enne Francesco per sentire dalla sua viva voce come sta vivendo il momento più bello della sua carriera.

Buonasera Francesco, sappiamo che la notte dopo il successo non hai chiuso occhio. Troppa adrenalina o troppi messaggi sui social?
Troppa adrenalina, basta coi social! Mi sono rivisto momento per momento tutto quello che mi era successo nel corso della serata e non sono riuscito a prendere sonno. Roba da non crederci”.

Una vittoria straordinaria.
Già, e pensa che non ero nemmeno sicuro di poter entrare in tabellone, ero venuto a firmare per vedere cosa succedeva. Poi evidentemente qualcuno si è ritirato e sono riuscito ad entrare nelle qualificazioni. Ma da qui a pensare di poter vincere il torneo, beh ce ne passava”.

Il momento più difficile?

Sono state tutte partite difficili (tre incontri su cinque, quattro su sei con le qualificazioni, sono finiti al terzo), a cominciare dal primo turno in cui mi sono trovato di fronte un giocatore che avevo visto tante volte in TV (Gilles Simon, ndr) e mi faceva davvero strano. Quindi ho dovuto far ricorso alle mie migliori energie mentali. Una vittoria che mi sento di dedicare alla mia famiglia che mi è sempre stata vicina anche quando le cose non andavano benissimo, ma io rimanevo per loro sempre il campioncino di casa”.

Francesco Maestrelli - Challenger Verona (Instagram francesco_maestrelli)
Francesco Maestrelli – Challenger Verona (Instagram francesco_maestrelli)

Dimmi qualcosa della tua famiglia.
Mamma Fulvia, babbo Andrea, mia sorella Valentina e i nonni Massimo e Giuliana. Di solito non vengono alle partite e vederli invece nel box nei turni finali mi ha dato una grande forza”. 

Parliamo della tua capacità di resilienza, tante volte sembri sul punto di perdere ma riesci quasi sempre a trovare il modo per risolvere i problemi. È una cosa che hai sempre avuto?
Diciamo che è venuta fuori da poco, da quando ho metabolizzato il fatto che non devo avere paura della fatica. A quel punto è più facile riuscire a venir fuori da situazioni difficili”. 

Adesso stai giocando con dei top 100, a inizio anno eri 750. Una bella differenza.
Non credere, non c’è tutta quella differenza che si può pensare. La vera differenza è la costanza di rendimento su più settimane, chi non ce l’ha perde prima, gioca meno e migliora meno”. 

Quali ritieni i tuoi colpi forti e dove invece devi migliorare?
Senza dubbio il servizio e il rovescio, nonostante abbia fatto dei passi da gigante anche col diritto. Anzi forse in questo momento ho un rendimento più costante col diritto. Quando però ho di fronte un giocatore che mi dà continuità riesco a giocare molte palline e a trovare sicurezza”.

Diciamo che ti trovi meglio col tipico regolarista argentino piuttosto che con un Musetti.
Assolutamente sì”.

A proposito hai mai giocato con Musetti?
Sì, quando ero under 12. E vinse lui”. 

Da Santa Margherita in poi cos’è scattato? C’è stato un momento in cui hai sentito un click?
La vittoria di Santa Margherita (in aprile, ndr) non è che mi abbia sorpreso più di tanto. Mi stavo allenando molto bene. Chiaramente non mi aspettavo di vincere ma nemmeno era una cosa campata per aria perché sapevo che alle spalle avevo un buon percorso. Più che un click è stato il risultato di un lungo e duro lavoro”.

L’altro giorno mi hai detto che sei un po’ stanco perché è tanto tempo che sei fuori casa. Adesso ti riposerai un po’?
In realtà no: farò i Challenger di Trieste, San Benedetto e Cordenons. Poi una settimana di pausa nella seconda settimana di agosto quando si giocherà il Challenger di San Marino e quindi affronterò la stagione sul cemento”.

A proposito ormai sei dentro alle qualificazioni degli US Open.
Preferisco pensare di no, ma vivere le mie giornate con impegno e concentrazione come se non avessi ancora raggiunto l’obiettivo”. 

Parlami del tuo staff.
Mi alleno a Tirrenia con la Federazione. Il mio staff è composto da Castrichella, Galoppini e Navarra per la parte tecnica, Francesco Cerrai e Stefano Barsacchi per la parte atletica”. 

Superficie preferita?
A questo punto sono obbligato a dire la terra rossa. Anche se in realtà con i miei colpi dovrei essere più adatto al cemento e fino a un anno fa ero letteralmente terrorizzato dall’idea di giocare sulla terra, una superfice su cui devi lavorare a lungo per costruire il punto e fai tanta fatica a spingere”. 

Chi sono i tuoi amici nel circuito?
Soprattutto Luca Nardi con cui abbiamo un rapporto molto speciale che va molto oltre la normale stima reciproca. Sono anche molto amico con Francesco Forti che durante il lockdown è venuto un mese a casa mia. Ma ho comunque legato molto anche con tutti i next gen italiani da quando, negli ultimi tempi, ho avuto modo di frequentare il circuito Challenger”.

Coi ragazzi stranieri c’è il problema della lingua. Come va con l’inglese?
Me la cavicchio, non sono certo un madrelingua (ride, ndr), ma direi che mi faccio capire sufficientemente. Bisogna però dire che io di fondo sono un po’ timido e spesso tendo a farmi gli affari miei. Anzi forse dovrei essere un po’ più intraprendente con le persone”. 

Segui anche qualche altro sport?
Sono un patito di calcio. Follemente tifoso del Pisa. Poi ultimamente mi sono anche appassionato al basket, se vedo un canestro e un pallone mi ci fiondo”.

Così se ti trovi con Vavassori potete sfidarvi.
No, no (ride, ndr) che poi mi prende in giro”.

Quando sei in giro cosa fai nei momenti off?
Passo molto tempo nella cura dei piccoli malesseri fisici. Se sento qualche piccolo problema mi dedico agli allungamenti o faccio qualche massaggio, anche in maniera autonoma. Se no studio”.

Cosa studi?
Sono iscritto alla Facoltà di Economia”.

Ci tenevano i tuoi genitori o che?
Diciamo che dopo i patimenti del liceo (ha fatto la scuola pubblica, ndr) c’è stato un anno in cui non ne ho più voluto sapere e mi sono dedicato solo al tennis. Ma poi ho capito che per il mio stesso benessere sarebbe stato meglio riprendere a studiare. Mi darebbe fastidio andare in giro e sentirmi ignorante, che so… non ricordarmi un congiuntivo. Oltre a questo poi mi piace anche ascoltare musica, fondamentalmente musica contemporanea, ma sono interessato anche a recuperare autori del passato”.

A proposito di passato, c’era un tennista che ti piaceva particolarmente? E uno contemporaneo?
Del passato assolutamente Marat Safin. Dei contemporanei mi piace molto Daniil Medvedev”. 

Sei scaramantico? Prima di entrare in campo fai cose strane di cui potresti vergognarti?
No, niente di eccentrico (ride, ndr) ma mi piace seguire sempre la stessa routine di riscaldamento. Stessa scaletta degli esercizi e se non riesco a farlo entro in campo un po’ nervoso”.

Il posto più orribile dove ti è capitato di giocare?
Non è che abbia dei ricordi particolarmente terribili, un posto dove però non ritornerei è Monastir (Tunisia, ndr). Ero molto emozionato perché era il mio primo torneo professionistico ma non mi trovai troppo bene e rimasi solo una settimana”. 

Ti è mancata un’adolescenza ‘normale’? 
Diciamo che la mia adolescenza è stata piuttosto normale, anche se c’è comunque stato un momento in cui mi sono mancate le cose che facevano i miei coetanei. L’esperienze che si fanno da adolescenti, le conoscenze, i primi amori. Io sono transitato direttamente all’età adulta”. 

A proposito, sei fidanzato?
No, libero sul mercato (ride, ndr)”.

Libero, aggiungeremmo noi, di dedicarsi al suo percorso tennistico. Un percorso che siamo convinti gli darà molte soddisfazioni, anche nel breve termine. In bocca al lupo Francesco!

Segui su Instagram: @massimogaiba

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