Puntiamo sul rosso (Crivelli). Meraviglioso Sinner, in semifinale spedito (Nizegorodcew). Sinner solo meraviglie, il 2023 sembra la svolta (Strocchi). Vinci: "Vi commento i miei primi 40 anni" (Viola)

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Puntiamo sul rosso (Crivelli). Meraviglioso Sinner, in semifinale spedito (Nizegorodcew). Sinner solo meraviglie, il 2023 sembra la svolta (Strocchi). Vinci: “Vi commento i miei primi 40 anni” (Viola)

La rassegna stampa del 18 febbraio 2023

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Puntiamo sul rosso (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il rispetto che si deve a un monumento si sublima nell’intensità e nella voglia con cui lo si affronta. E così, di fronte a Stan Wawrinka, conquistatore seppur decadente di tre Slam e uno degli eroi della scorsa decade, Sinner mette in campo per un’ora, salvo un piccolo calo di concentrazione a metà del secondo set, la sua versione migliore, quella del trionfo a Montpellier della settimana scorsa e del fantastico successo su Tsitsipas negli ottavi olandesi di giovedi. Diventano così sei le partite vinte consecutivamente dopo l’eliminazione dagli Australian Open e oggi, nella semifinale serale (19.30, Sky Sport Uno e SuperTennis) contro Griekspoor, 61 Atp, vincitore del sorprendente derby oranje inseguirà la settima da deciso favorito, per guadagnarsi un posto in finale. Felicità Stan the Man fu il primo avversario della Volpe Rossa In uno Slam, agli Us Open del 2019, quando il diciottenne Jan era solo un progetto di campione carico soprattutto di speranze. I due sono anche amici, condividono lo stesso manager e quando proprio un anno fa l’azzurro decise di cambiare allenatore, una delle opzioni più gettonate avanzate dagli addetti ai lavori fu quella di Magnus Norman, storico allenatore proprio di Wawrinka, con la suggestione che poi lo svizzero sarebbe diventato il super coach del nostro giocatore. […] Il servizio è diventato continuo e ficcante, gli spostamenti sono più efficaci, alcune soluzioni non sono più estemporanee ma seguono una strategia studiata e il primo set va in archivio in appena 29 minuti. Un dominio. E quando Stanimal risale dall’1-3 del secondo set con l’unico break della sua partita, è la risposta sulla seconda ballerina dello svizzero la chiave del nuovo decisivo allungo di Jannik, che si conferma un fenomenale specialista di questo fondamentale: «Sono contento, Stan è un grande campione e un bravo ragazzo, non è stato così facile, ma posso essere molto soddisfatto del mio livello. Però in semifinale si riparte da zero, mi attenderà comunque un avversario molto aggressivo e sostenuto dal pubblico» Aspettative Con il percorso di Rotterdam, il Rosso di Sesto Pusteria ha già virtualmente risalito due posizioni nel ranking, approdando al numero 12 con la top ten sempre più alle viste, in una lotta serrata che coinvolge pure il redivivo Medvedev, possibile avversario in finale. Jannik è pronto a tornare al centro del villaggio: «Non mi metto pressioni, non le ho mai avute: cerco solo di essere un giocatore migliore tutte le volte che scendo in campo. È vero che lo scorso anno ho vinto a Umago, ma è stata comunque una stagione un po’ complicata. Passare a Vagnozzi è stato un cambiamento molto grande, una scelta coraggiosa, ma ci siamo trovati bene e abbiamo lavorato secondo i piani. Questi risultati che ci rendono tutti molto felici, ma l’obiettivo primario è di conservare la salute. Per poi poter inseguire un’altra qualificazione alle Finals di Torino». Buon viaggio.

Meraviglioso Sinner, in semifinale spedito (Alessandro Nizegorodcew, Il Corriere dello Sport)

Ordinaria amministrazione. Jannik Sinner raggiunge la semifinale del prestigioso ATP 500 di Rotterdam superando Stan Wawrinka con il netto punteggio di 6-1 6-3 in poco più di un’ora di gioco. Sesta vittoria consecutiva per l’azzurro (dopo il successo a Montpellier), che disputerà in Olanda la sua tredicesima semifinale ATP in carriera (8 vinte e 5 perse). […] Impressionante la capacità di Sinner di staccare l’avversario dal 3-3 al 6-3 del secondo set senza apparenti difficoltà. Non vi è stato bisogno del tennis champagne ammirato contro Tkitsipas, bensì di una prestazione solida, attenta, da giocatore esperto e consapevole. «Conosco bene Wawrinka — ha raccontato Sinner — anche perché ci siamo allenati spesso insieme. Sono contento della prestazione e del livello che ho espresso in campo». IMBATTIBILE DA FAVORITO. Sinner conferma la grande capacità di vincere le sfide contro avversari a lui inferiori in classifica (81% in carriera, sfiorando il 90% tra 2022 e inizio del 2023). E pensare che la sfida a Stan Wawrinka rappresentava la classica `prova del 9′, sia dal punto di fisico (dopo le fatiche di Montpellier) che mentale. I colpi di Sinner in questi giorni sono potenti, il ritmo è incessante e la velocità di crociera difficilmente sostenibile per chiunque. Tra le caratteristiche dei grandi giocatori vi è quella di costringere gli avversari a prestazioni negative: è accaduto contro Stefanos Thtsipas, che ha retto l’aggressività di Sinner sino a metà del primo parziale, e con Wawrinka, che per larghi tratti dell’incontro è parso inerme e inerte. L’azzurro continua a mettere in campo una consapevolezza di sé sempre più marcata: la preparazione fisica svolta a dicembre (tre kg in più di massa muscolare e un grande lavoro di prevenzione) porta un bel bagaglio di fiducia, mentre tecnicamente lo slice di rovescio e il gioco di volo stanno diventando colpi sicuri e di tutto rispetto. Da non sottovalutare anche la crescita tattica che grazie al lavoro dei coach Vagnozzi e Cahill porta un maggior numero di soluzioni al tennis di Sinner. SULLE ORME DI OMAR. Oggi Sinner torna in campo alle 19.30 per un pasto in quella che sarebbe la nona finale della sua giovane carriera. L’altoatesino proverà a emulare le gesta dell’ex davisman Omar Camporese, che nel 1991 a Rotterdam giocò un tennis fenomenale, concluso con la vittoria in rimonta su Ivan Lendl (all’epoca numero 3 del mondo) 3-6 7-6 7-6. Nella parte bassa del tabellone sfida tra un ritrovato Daniil Medvedev e il bulgaro Grigor Dimitrov.

Sinner solo meraviglie, il 2023 sembra la svolta (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Male che vada, prenderò una Iezione gratis», aveva scritto sui social Stan Wawrinka mettendo le mani avanti alla vigilia del match con Jannik Sinner Non si era sbagliato di molto lo svizzero ex n.3 del mondo: nei quarti dell’AbnAmro Open (Atp 500, montepremi € 2.074.205) sul cemento indoor di Rotterdam l’azzurro, n14 del ranking dopo il titolo conquistato a Montpellier (il 7° in carriera), si è infatti imposto per 6-16-3, in un’ora e 12 minuti di gioco. Ventiquattro ore dopo l’impresa compiuta ai danni di Stefanos Tsitsipas (primo acuto contro un top 3) il 21 enne di Sesto Pusteria ha superato di slancio anche la fatidica prova del nove, così da centrare la sua 14a semifinale nel circuito maggiore, la quarta in un torneo di categoria “500”. Si tratta della vittoria numero 13 in questo inizio di stagione (a fronte di 2 battute d’arresto) per l’altoatesino, nella classifica live al momento al 12° posto. Un’ascesa frutto di miglioramenti visibili partita dopo partita, sia sul piano fisico (con una notevole rapidità di piedi negli spostamenti) che su quello tecnico (servizio e risposta, ma non solo) e tattico. […]. Un ragazzo che Stan The Man aveva messa sotto nel 2019 al 1° turno degli Us Open e poi in semifinale ad Anversa, per poi cedere l’estate scorsa sull’erba di Wimbledon. Ma questo Sinner ha compiuto passi avanti nel suo percorso di maturazione e ha dominato la prima frazione, con unico lieve momento di impasse nel secondo game, quando ha concesso tre chance di contro-break, fronteggiate prima di salire 2-0. E dal 2-1 un parziale di 16 a 3 che si commenta da solo. Tanta che per la frustrazione nel quarto gioco del secondo set, dopo un rovescio in rete, l’elvetico (meno di un paio di settimane fa capace in Coppa Davis di vincere partite pesanti) ha spaccato la racchetta, reazione che non gli ha evitato il break (1-3). Con orgoglio Wawrinka, con un prezioso apporto di energia dal pubblico, ha avuto un sussulto, restituendo lo sgarbo, e ha operato l’aggancio sul 3-3. Imperturbabile, però, Jannik la ‘volpe” ha continuato a spingere, mettendo alle corde il rossocrociato, per poi con una risposta vincente di diritto brekkarlo di nuovo (5-3). Con il servizio 58% di prime in campo, convertite nel 73% dei casi, e 59% di punti sulla seconda – Sinner ha recuperato da 0-30, lo svizzero ha salvato due match-point, ma sul terzo ha dovuto alzare bandiera bianca. «Conosco piuttosto bene Stan, ci siamo allenati insieme in diverse occasioni ed è un grandissimo campione, sono quindi contento del livello che ho espresso e di essere in semifinale” il commento dell’azzurro chiamato a misurarsi stasera (alle 19.30, diretta tv su Sky Sport Tennis e Supertennis) con un olandese Tallon Griekspoor che si è aggiudicato il derby Gijs Brouwer per 6-4 6-4. Non ci sono precedenti tra i due. «In ogni caso sarà una sfida dura, contro un giocatore piuttosto aggressivo. Comunque vada, è stato fin qui un bel torneo per me, assai intenso». Nella parte bassa del tabellone si contendono l’accesso all’ultimo atto il russo Daniil Medvedev e il bulgaro Grigar Dimitrov. Il 27enne di Mosca (n.11), sesta testa di serie, ha colto il quinto successo in altrettanti incroci (6-2 6-4) con il canadese Felix Auger-Aliassime (n.8), che dodici mesi fa proprio alla Ahoy Arena aveva conquistato il primo titolo Atp, mentre il 31enne di Haskovo (n28) si è imposto per 6-3 3-6 7-6(6) sull’australiano Alex de Minaur (n.25), salvando anche due match-point consecutivi nel decisivo tie-break.

Vinci: “Vi commento i miei primi 40 anni” (Rocco Viola, Il Tempo)

Roberta Vinci, 40 anni oggi. Fermiamo il treno e facciamo un bilancio? «Sono 4o anni vissuti bene. Il bilancio è positivo, non mi posso lamentare di niente. In questi anni sono riuscita a togliermi tante soddisfazioni personali, avendo vicino la mia famiglia. Possiamo dire che va benissimo. Non ho nulla da rimproverarmi o da volere in più di ciò che ho avuto». Riavvolgendo il nastro, la bambina Roberta Vinci quando ha avuto consapevolezza di potercela fare? «Quand’ero piccola ho iniziato a raccogliere i primi successi in Puglia. I miei tecnici hanno pensato che potessi diventare una giocatrice vera e da lì in poi è stato un crescendo. Ho capito di potercela fare. Non è stato un percorso facile, però alla fine ci sono riuscita con ottimi risultati e quindi oggi posso dire di aver avuto una carriera meravigliosa». […]. Ha un rimpianto che si porta nella borsa? «L’unica cosa che mi dispiace dal punto di vista tennistico è non essere riuscita a vincere una medaglia alle Olimpiadi. Per il resto ho avuto tutto. E non ho mai pensato: se avessi fatto diversamente, forse il risultato sarebbe stato un altro». Cosa è successo alle Olimpiadi «Ci siamo fermate due volte nei quarti, in doppio, io e Sara (Errani, ndr): una volta con le Williams e un’altra con due ceche. Peccato. Ci è un po’ girata male. Dispiace perché avrebbe significato chiudere il cerchio. Ma pazienza». Fra centinaia di partite qual è quella che le è rimasta nello stomaco? «Mamma mia, ogni tanto ci penso. Eravamo a Doha, non ricordo che anno fosse (2016, ndr). Erano i quarti di finale e giocavo con Agnieszka Radwanska. Fu una partita bellissima. Avevo vinto il primo set e il terzo fu spettacolare. Non è stata la sconfitta in sé a bruciare, ma il fatto che vincendo sarei diventata la numero 6 al mondo». Arrivava a Doha lanciatissima dal 2015, quello degli US Open: la vittoria con Serena Williams e la finale con Flavia Pennetta. Ricorda ancora quei profumi? «Sono sensazioni difficili anche solo da spiegare, uniche. Mai avrei pensato di poter fare tutto questo: la finale di uno Slam, di poter battere Serena. Difficile da spiegare. Uno alla fine ci prova e non dico che i miracoli a volte succedono, anche se penso che questo sia stato quasi un miracolo. Però se uno ci crede, alla fine qualcosa riesce a portarla a casa. Quella volta si sono incastrate un po’ di cose: fortuna, talento, Serena era più nervosa del solito perché era a due passi dal centrare il Grande Slam. Tutto si è allineato per permettermi di giocare la finale con Flavia». Già, la finale agli Us Open perduta in due set. «Esatto. Due pugliesi che hanno compiuto il viaggio della vita, fino ad allora. Non ci penso più a quella partita. Non sono la tipa che rimugina. Posso dire solo peccato, ma non altro. Flavia è stata più brava di me. Ha meritato. Io sono arrivata probabilmente un po’ stanca e meno lucida. Però insieme abbiamo fatto la storia. Va bene così». Ha incrociato e spesso battuto tutte le giocatrici più forti del circulto. C’era qualcuna che le creava ansia o alla quale avrebbe voluto rubare qualcosa? «Diciamo che affrontare Serena Williams, la Sharapova e la Azarenka non era facile. Sono avversarie che quando ci giocavi contro, non eri particolarmente felice di incontrarle. Colpi e tecnica non mi mancavano. Avere un po’ della loro potenza, resistenza e altezza sinceramente non mi sarebbe dispiaciuto». A un certo punto della vita arriva il momento della saggezza. E così anche per Roberta Vinci, che intanto commenta il tennis dei tornei Slam su Eurosport? «Non sono mai stata una dalle grandi trasgressioni. Non mi sono concessa alcuna follia. Ho cercato di vivere in maniera molto razionale. Però sono permalosa. Motto permalosa. Col tempo sto migliorando, giuro, ma se qualcosa mi va di traverso mi arrabbio ancora». Progetti per secondi 40 anni e sogni nel cassetto? «Vivo molto alla giornata. Cerco di tenermi in forma con il paddle e divertirmi un po’. Per il momento mi basta la mia casetta a Milano. Sto bene così. Il sogno è quello di vivere íl più a lungo possibile. Ma mi accarezza l’idea, un giorno di trasferirmi su un’isola, al caldo». Per il suo compleanno cosa si regalerà? «Speriamo tanta salute per me e le persone vicine. A cominciare dalla mia famiglia». Quale regalo invece le piacerebbe ricevere? «Me lo stanno chiedendo in tantissimi. E a tutti dico la stessa cosa: non mi regalate niente. Non voglio regali tipo telefonini, televisori. Niente di tutto questo, va bene un mazzo di fiori o semplicemente un messaggio d’auguri via whatsapp. Sarò felice nel sapere che qualcuno ha pensato a me». SI aspetta una resta a sorpresa? «Non lo so, ma se dovessero organizzarmela non mi tirerei indietro».

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