Iga Swiatek sulla guerra in Ucraina: “ATP e WTA avrebbero dovuto fermare russi e bielorussi sin dall'inizio”

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Iga Swiatek sulla guerra in Ucraina: “ATP e WTA avrebbero dovuto fermare russi e bielorussi sin dall’inizio”

La numero uno del mondo ha criticato l’ATP e la WTA per “mancanza di leadership” e ribadito il ruolo dello sport nella situazione attuale

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Iga Swiatek – WTA Miami 2022 (foto via Twitter @MiamiOpen)
 

Il commento di Ubaldo Scanagatta

Negli ultimi mesi, anche il tennis è stato scosso dalla guerra in Ucraina, tema che ha portato a pareri discordanti e che a volte è stato causa di scontri a viso aperto, come quello fra ATP e Wimbledon. Recentemente, lo slam londinese ha fatto marcia indietro permettendo agli atleti russi e bielorussi di scendere in campo per l’edizione 2023 del torneo. 

Riguardo alla situazione attuale si è fatta sentire una voce autorevole: “Il tennis poteva fare di più sin dall’inizio nel mostrare a tutti che i tennisti sono contro la guerra. Questo il fulcro delle dichiarazioni di Iga Swiatek alla BBC, tutte molto critiche nei confronti degli organi più importanti del tennis internazionale, accusati di “mancanza di leadership” che avrebbe portato lo sport in uno “stato di caos.” 

La tennista polacca (non a caso la Polonia è una zona particolarmente interessata al conflitto in corso) si è servita dei corsi e ricorsi storici per avvalorare la sua posizione: “Ho sentito che dopo la seconda guerra mondiale i giocatori tedeschi, giapponesi e italiani non poterono giocare, e credo che una cosa del genere oggi dimostrerebbe alla Russia che forse non ne vale la pena.” Swiatek ha aggiunto che è ormai troppo tardi per prendere tale decisione: “Ora sarebbe abbastanza ingiusto nei confronti delle giocatrici russe e bielorusse, perché questa decisione avrebbe dovuto essere presa un anno fa.” 

Swiatek ha chiamato in causa anche una sua collega, la russa Daria Kasatkina, che si è fin da subito schierata contro la guerra: “Le ho stretto la mano: lei ha detto apertamente di essere contro la guerra e che sarebbe il suo sogno che finisse. Lo rispetto molto perché capisco quanto sia coraggioso dirlo per gli atleti russi, poiché la loro situazione è complicata ed è difficile per loro parlarne apertamente“. 

La numero uno ha infine ribadito il ruolo che, pur nel suo piccolo, lo sport può esercitare in questi casi: “So che si tratta di una piccola cosa perché siamo solo atleti, una piccola componente del mondo, ma credo che lo sport sia decisamente importante e che sia sempre stato usato nella propaganda”. 

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