Holger Rune, non chiamatelo cattivo: "Gioco sempre con grande passione". L'obbiettivo? "Vincere almeno uno Slam ed essere protagonista a Torino"

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Holger Rune, non chiamatelo cattivo: “Gioco sempre con grande passione”. L’obbiettivo? “Vincere almeno uno Slam ed essere protagonista a Torino”

“I cattivi rompono le racchette, io non ne ho mai rotta una” dice il 20enne danese. “Cosa cambierei? Renderei i match più corti”

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Holger Rune - Roma 2023 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)
 

Holger Rune è il nuovo che avanza. Danese, 20 anni, numero 7 del mondo, all’attivo già un Masters 1000 vinto l’anno scorso a Bercy. Grazie a quella vittoria è diventato il primo giocatore ad aver sconfitto nello stesso torneo cinque giocatori classificati nelle prime dieci posizioni mondiali. Ieri invece ha battuto Novak Djokovic agli Internazionali BNL d’Italia (la seconda volta su tre incontri) ma non chiamatelo cattivo: “Mah, quello che so è che gioco sempre con grande passione: non mi sembra ci sia nulla di male. I “cattivi” rompono le racchette, fanno cose dal genere, io non ricordo di averne mai rotta una. Mi piace quando i fan vengono coinvolti, mi diverto se affronto chi gioca in casa, specie quando i match iniziano a scottare” ha detto Rune, intervistato per La Stampa da Stefano Semeraro.

In campo sembra già un veterano dicono. “Fuori dal campo mi sembra di avere 16 anni, ma quando gioco è come se ne avessi 30”. Sarà l’atmosfera del bel paese che lo stimola, o sarà che l’Italia gli fa tornare alla memoria dolci ricordi: “Dell’Italia mi piace tutto. Il clima, il cibo, l’ambiente. Qui ho vinto il mio primo Challenger, a Biella, ed è stato fondamentale per la mia carriera. Lì ho capito che potevo giocarmela ad alto livello”.

Rune è giovane ma sa guardare avanti, al futuro del tennis. Cosa non gli piace del suo sporto? Cosa cambierebbe? “Renderei più corti i match. Ho giocato le Next Gen Finals a Milano (quattro game con tie-break sul 3 pari, ndr) e l’ho trovato più intenso. Grazie all’abolizione dei vantaggi ci sono un sacco di deciding points (il punto secco sul 40 pari, ndr): è più eccitante per il pubblico e rende il risultato più incerto”.

A proposito di futuro: Alcaraz, Rune, Sinner. Sono loro i prossimi big three del tennis? “Siamo tutti e tre giovani e già fra i primi dieci del mondo. quindi sembra così. “Io voglio diventare n. 1 e lo stesso credo valga per Sinner, Alcaraz ci è già riuscito. È un bene che ci siano tanti giovani al vertice. Poi Djokovic è sempre li, Nadal speriamo possa tornare al più presto, quindi la competizione è al massimo”. Cosa invidia agli altri due Rune? Se potesse rubargli un fondamentale quale sarebbe? “A Carlos ruberei la smorzata di diritto. A Jannik, be’ non saprei. Ha tanti colpi molto forti, ma non saprei, devo pensarci”.

E il suo di obbiettivo quale è, a cosa punta il giovane danese nel prossimo futuro? “Al momento il mio obbiettivo è vincere almeno uno slam, perché ancora non ci sono riuscito. Ma è anche vero che voglio vincerne il maggior numero possibile”. Magari proprio dal Roland Garros? “Non è il più facile per me. Mi trovo meglio sul cemento, ma è quello che ho sempre voluto vincere, e quello per cui ho ottenuto i migliori risultati(quarti di finale nel 2022)”.

Spostandoci sulle donne della sua famiglia, sono state fondamentali nel suo percorso di crscita, e lo sono ancora. La madre Anneke di cui porta il cognome le fa da manager, mentre sua sorella maggiore Alma lo ha convinto a giocare a tennis.Ha quattro anni più di me e ha iniziato prima, abbiamo giocato tante volte insieme da bambini. Eravamo molto competitivi. Lei in principio vinceva di più, quando sono riuscito a batterla è stato importante”.

Fuori dal tennis quali sono i riferimenti di Rune: “Molti disapproveranno, ma mi piacciono sia Ronaldo sia Messi. Ho visto giocare Messi qualche settimana fa, a Nizza, e sono rimasto impressionato. Ronaldo non l’ho ammirato dal vivo, ma la sua dedizione è un esempio”. Le ATP Finals di Torino sono un traguardo? L’anno scorso ci sono arrivato da riserva, quest’anno voglio essere protagonista. Anche perché la città è bellissima e il torneo ben organizzato”. Voterebbe per farle rimanere a Torino altri cinque anni? Certo, sarebbe bellissimo”.

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