Italia da sogno al Roland Garros. Medvedev già fuori (Cocchi, Nizegorodcew, Azzolini, Strocchi, Martucci)

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Italia da sogno al Roland Garros. Medvedev già fuori (Cocchi, Nizegorodcew, Azzolini, Strocchi, Martucci)

La rassegna stampa di mercoledì 31 maggio 2023

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Una Nazionale a Parigi (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Chiamatela la Nazionale del tennis. Undici azzurri al secondo turno del Roland Garros, un numero mai visto, meglio del 2021 quando, tra uomini e donne, erano stati in dieci a farcela. Ieri sono arrivate tre vittorie: Giulio Zeppieri, Andrea Vavassori e Jasmine Paolini. Otto ore e 27 minuti in due per Zeppo e Wave, entrambi in campo per cinque set prima di raccogliere la prima vittoria nel tabellone principale di uno Slam. Zeppieri ha superato il talentuosissimo quanto imprevedibile Alexander Bublik, il kazako che ama stupire. Mano educata e servizi dal basso, per non parlare di quando colpisce con il manico della racchetta. Un match altalenante quello del mancino, che ha vinto il primo set in 18 minuti per 6-0 prima di iniziare la vera battaglia. Giulio ha avuto anni di fortune alterne prima di cambiare rotta tecnica e affidarsi quest’anno all’esperienza della Horizon di Massimo Sartori, a Vicenza. Il mancino è cresciuto e maturato e lo ha dimostrato proprio contro Bublik, uno che può farti saltare i nervi in un secondo: «E’ vero, può fare cose spettacolari e allo stesso tempo regalare punti anche in momenti importanti. Bisogna stare concentrati tutto il tempo senza scoraggiarsi o arrabbiarsi, e io l’ho fatto». Al prossimo turno lo aspetta Casper Ruud. L’atteggiamento di Zeppo è quello giusto: «Casper difende tanti punti, è numero 4 del mondo, la pressione sarà tutta su di lui – ha commentato – Io cercherò di dargli fastidio e godermi l’esperienza il più possibile. Affrontare uno dei migliori del mondo ti insegna sempre qualcosa di utile anche per il futuro». Quando l’ultimo punto ha toccato terra, Andrea Vavassori si è lasciato cadere. Esausto, prosciugato nella mente e nel fisico da cinque ore e 10 di lotta contro Miomir Kecmanovic. Il serbo numero 37 al mondo è uno che ama la lotta e i nervi tesi, ma tra i due è stata una battaglia estenuante ma corretta. La più bella della vita secondo il torinese che arriva dalle qualificazioni proprio come Zeppieri: «Non so come ho fatto, non solo a vincere – ha detto il 28enne numero 148 del ranking – ma a sopravvivere. Avevo i crampi, ma pure lui se l’è vista brutta». Una vittoria che ripaga di tanti sacrifici, ancora più dolce perché arrivata in rimonta da due set a zero, annullando 5 match point: «A inizio quinto set era messo molto meglio lui, poi quando l’ho visto vomitare ho capito che forse invece ero messo meglio io… Ho avuto la sensazione che avesse toccato il fondo. Io sono stato più bravo a scavare».

L’Italia è da sogno. Medvedev a casa (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Italia da sogno al Roland Garros. Sono ben 11 (su 15) gli azzurri che hanno superato il primo turno dello Slam parigino. La giornata di ieri ha portato alla ribalta Andrea Vavassori e Giulio Zeppieri, autori di due clamorose rimonte contro Kecmanovic e Bublik. Bravissima anche Jasmine Paolini che ha battuto in tre set Sorana Cirstea. Avanzano tutti i big tranne Daniil Medvedev, clamorosamente eliminato dal brasiliano Seyboth Wild. Avanzano Alexander Zverev, Holger Rune e Taylor Fritz. Entrambi contro pronostico, entrambi alla prima vittoria in un main draw Slam. Non avevano mai giocato 5 set, ma hanno saputo gestire al meglio energie ed emozioni. Giulio Zeppieri e Andrea Vavassori sono gli eroi di giornata a Parigi. Vavassori ha rimontato due set di svantaggio contro Kecmanovic, vincendo ben tre tiebreak consecutivi e chiudendo 5-7 2-6 7-6 7-6 7-6 in 5 ore e 10 minuti. «E’ un match che ripaga di tanti sacrifici – racconta Vavassori – Avevo i crampi già nel terzo set, ma ho resistito fisicamente». Wave dà meriti del successo al percorso da doppista. «Se sono qui a parlare di questo risultato è grazie al doppio. Obiettivo è vincere uno Slam in questa disciplina». Al secondo turno sfida all’argentino Olivieri. Stupendo successo anche per Zeppieri, che ha sconfitto Alexander Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5 giocando un quinto set di grande qualità e carattere. «Non è facile giocare contro Bublik, perché è imprevedibile – spiega il tennista pontino – E poi era la prima volta che giocavo 5 set. Non è tanto questione di fatica fisica quanto mentale. Sono stato bravo ad annullare alcune paIle break importanti con il servizio, soprattutto nel finale di match». Al secondo turno l’avversario sarà Casper Ruud, finalista nel 2022. «Ho un gioco che può dargli fastidio», chiosa Zeppieri. Vittoria molto importante per Jasmine Paolini, bravissima ad alzare il livello nel terzo set nella sfida alla romena Sorana Cirstea, chiudendo 7-5 2-6 6-2. «Sono contenta per la gestione del match – spiega Jasmine – ho attaccato quando era giusto farlo e difeso nella maniera opportuna». Nulla da fare per Lucia Bronzetti, reduce dal primo titolo in carriera nel WTA 250 di Rabat, sconfitta 6-4 6-1 da Ons Jabeur. Sul Philippe Chatrier, centrale del Roland Garros, dopo oltre 4 ore di lotta forsennata, l’ex promessa brasiliana Thiago Seyboth Wild (23 anni e n.172 ATP), ha sconfitto Daniil Medvedev, testa di serie n.2 e reduce dalla vittoria al Foro Italico. Dopo un inizio complicato, il russo sembrava  aver trovato il bandolo della matassa salendo 2 set a 1, ma Seyboth Wild è rimasto concentrato sino alla fine conquistando la vittoria più incredibile e importante di una carriera che forse, oggi, potrà decollare.

Con Zeppo e Wawe vince l’altro tennis (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Storia di Zeppo e Wawe, da Parigi con candore, ragazzi che non hanno proclami da fare, sì, invece, qualcosa d’importante da insegnare. Maestri dell’altro tennis, sport che offre tanto a pochi, e pochissimo a tutti gli altri, salvo cogliere l’opportunità di condensare in un match tutto ciò che si è imparato al di là dei colpi, delle vittorie altrui, della personalità di avversari che sembrano irraggiungibili. Il tennis nella sua dimensione meno conosciuta, cassaforte di tutto ciò che siamo, nel quale i punti si ottengono su una scala di valori diversa da quella veicolata dagli attuali coach, impazienti guru delle formule vincenti. Testa, fisico, tecnica, dicono, e già su questo ci sarebbe un bel po’ da discutere. Ma il resto? Tutto quello che Giulio Zeppieri, 21 anni, romano “de Latina”, e Andrea Vavassori 27, torinese cento per cento, hanno disposto sulla tavola di match che sembravano scritti, e che invece i due hanno saputo trasformare in una volonterosa quanto caparbia dimostrazione di sopravvivenza? Grande tennis, se vi va di prendere a cuore la perseveranza con cui i due si sono fatti largo, se ritenete bella come la più magica delle volée la determinazione che ti spinge a osare colpi che solo i campioni sanno estrarre dai loro stessi pensieri. Il coraggio? C’era quello santificato da Roberto Baggio, «I rigori li calcia solo chi ha il coraggio di tirarli», e c’è quello di Zeppo Zeppieri e Wawe Vavassori, che in una giornata di primo turno al Roland Garros, giunti da qualificazioni che avrebbero potuto già rivelarsi fatali, hanno firmato entrambi al quinto set due imprese di grande valore, nel nome di un coraggio che nelle battaglie più lunghe e stressanti è prima di tutto un atto d’amore verso se stessi. Unguento e linimento in grado di curare ogni precedente fallimento. Steso sulla terra per quanto è lungo, Andrea Vavassori ha scoperto tutto assieme che cos’è lo Slam, i cinque set, e perché Parigi passa per il major più stordente dei quattro che fanno la storia del tennis. «Un torneo che ti consuma dentro», dice Wawe, ora che ha provato il tennis infinito, che va oltre le cinque ore, con cinque match point annullati, due set sotto e tre tie break vinti uno via l’altro… La sua storia è diversa da quella di ogni alto trai ragazzi che inseguono il sogno. Si è inventato doppista, quando le strade di una dignitosa carriera in singolare si sono chiuse, ma non si è trattato di una rinuncia, piuttosto di una reciproca speranza… La prima iscrizione a un tabellone Slam ha preso forma a Wimbledon, l’anno scorso. «Quello sì era un sogno. Una promessa fatta da bambino a me stesso e a mio nonno», Arduino, che costruì per il nipote un campo, nella speranza che amasse il tennis. «Da quel momento, però, ho cercato di riprendere un filo che si era interrotto, ed eccoci qui, a Parigi, dove ho superato le qualificazioni, dando seguito alle buone indicazioni già accarezzate a Madrid». Anche lì, una vittoria insperata su Murray e l’iscrizione a “sorpresa” del torneo. E ora la lunga battaglia can Miomir Kecmanovic, serbo di carattere, che si può sconfiggere solo mostrandosi superiore. Wawe lo è stato, passando per la via più lunga e stressante. Due set sotto, prima che Mio allentasse la presa per raggiunti limiti di metabolismo anaembico lattacido. Stanchezza, insomma… Lì Andrea si è fatto trovare pronto, […]e ha capovolto la tendenza di un match difficile, nel quale il serbo ha avuto quattro match point nel tie break del terzo set e uno nel gioco decisivo del quinto, in una carambola continua di palle break concesse e disinnescate. «Andrea è stato coraggioso», dice Davide, il papà coach, «i suoi limiti di tenuta sono stati del tutto superati. Ci stiamo prendendo soddisfazioni importanti… da persone mature». Il prossimo avversario è Olivieri, argentino, poi Rune. Ma il terzo turno varrebbe un balzo di trenta posti in classifica e avere finalmente a un tiro il traguardo dei primi cento. Sarà meno facile per Zeppieri, che in molti dicono debba trovare continuità, ma che se c’è da battagliare non si tira mai indietro. Dopo Bublik, l’attende Ruud, finalista l’anno scorso. Altro tipo di giocatore, ma se si vuole crescere la strada è obbligata e porta prima o poi a misurarsi con i più forti. […] Bublik ha talento, ma e un talento maligno, che il kazako usa talvolta senza costrutto, in altri casi rivolgendolo contro se stesso, felice di complicarsi la vita. Un tennista instabile, che può farti uscire di testa se gli permetti di fare i propri comodi. Zeppieri ha reagito con grandi botte da fondo campo. A Parigi si era già qualificato l’anno scorso, ma Hurkacz era ancora un avversario troppo alto. Stavolta c’è tutto per dar vita alla parte più interessante della sua carriera. […]

Medvedev cade con il 172° al mondo (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Chissà se Thiago Seyboth Wild sa che nella sua prima cavalcata da favola al Bois du Boulogne, nel 1997, Guga Kuerten sconfisse al 5° set negli ottavi un avversario di nome Medvedev (l’ucraino Andrei). In ogni caso il 23enne brasiliano, proprio sul “Philippe Chatrier” dove il più illustre connazionale ha scritto le pagine più belle in carriera (trionfo anche nel 2000 e 2001), ha messo a segno la vittoria più prestigiosa, lui che è solo alla seconda apparizione in uno Slam dopo la sconfitta d’esordio agli Us Open 2020. Il brasiliano, n.172 della classifica e passato attraverso le qualificazioni, al primo match stagionale a livello Atp, dopo aver vinto i challenger di Vina del Mar e Buenos Aires, ha estromesso proprio Daniil Medvedev, n.2 del mondo, in assenza di “re” Rafa Nadal una delle principali potenziali minacce per i favoriti Alcaraz e Djokovic, anche nella corsa al trono. Il 27enne di Mosca, che conquistando Roma aveva ritrovato feeling con una superficie fin lì detestata, si presentava al Roland Garros con il record di titoli (5), finali (6) e partite vinte (39) nel 2023: tutto spazzato via dai colpi del sudamericano (69 vincenti), che aveva dato un dispiacere a Lorenzo Musetti nella finale degli US Open junior 2018 per poi diventare il primo tennista nato negli anni 2000 a vincere un torneo Atp, a marzo 2020 a Santiago. Però, fra positività al Covid, accuse di violenza psicologica e lesioni da parte della sua ex fidanzata, la carriera del brasiliano di origini tedesche non è mai decollata per davvero. Almeno fino a questa impresa, firmata rimanendo lucido anche dopo aver mancato 2 set-point nel tie-break del 2° set e trovandosi poi sotto due set a uno, per infliggere dopo 4 ore e un quarto il 6° ko stagionale al russo. «Affrontarlo su questo campo e batterlo è un sogno che si avvera – ammette Seyboth Wild -. Mi ero ripromesso di andare a rete il più possibile e usare il mio diritto contro il suo e come tattica ha funzionato piuttosto bene». […]

Elisabetta, la formichina di ferro (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Non fidatevi delle apparenze. Non fate l’errore di Petra Kvitova, la wonderwoman di qualità che, dal suo 1.82, l’ha vista così piccola e l’ha pensata fragile, da frantumare con l’uppercut mancino. Elisabetta Cocciaretto, 22enne di Ancona, 166 centimetri d’altezza, quando la lotta si fa dura diventa un gigante e rovescia la realtà, a forza di vincenti. Anche se, da primo ostacolo al Roland Garros, supera la prima top 10, corre di qua e di là come una trottola e deve rimettersi subito a testa sotto per ricostruire tele quasi perfette nel suo moto perpetuo e velocissimo, dalla riga di fondo al net e ritorno, perché l’avversaria distrugge tutto con 2/3 mazzate. Elisabetta è l’ultimo prototipo delle formichine di ferro italiane: «Come Martina (Trevisan, 1.60), Jasmine (Paolini, 1.63) e Sara (Errani, 1.64) che hanno già vinto tanto, dimostro che si può giocare ad alto livello pur non essendo tanto alte». Elisabetta è talmente forte che, a 14 anni, dopo una stagione senza toccare la racchetta per la schiena bloccata, è diventata la miglior junior d’Italia, con la convocazione al centro tecnico FITP di Tirrenia. «E durante il lockdown ho ripreso i libri di Giurisprudenza. Sono stati la mia salvezza». Sempre un tutt’uno col coach di sempre, Fausto Scolari. Che commuove tutti i giorni per dedizione, allegria e capacità di superare i limiti, e sorprende al microfono dopo la promozione a un secondo turno accessibile contro la qualificata Walters: «Dedico la vittoria alla sua famiglia. Questo è uno sport individuale ma senza una grande squadra non arrivi». Passa il primo ostacolo a Parigi anche Errani, appena rientrata fra le top 100 a 36 anni, che doma la veterana Cirstea per 7-5 2-6 6-2 (e ora ha un turno abbordabile contro la figlia dell’ex re del basket Sasha Danilovic). Mentre Camila Giorgi – anche lei piccolina ma coi cavalli di una Ferrari – parte sfavorita contro Pegula, e Lucia Bronzetti s’ubriaca del tennis champagne di Ons Jabeur (6-4 6-1). […]

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