Intervista a Maria Sharapova: "Sinner, il gioco c'è. Adesso deve vincere" (Cocchi). Zverev scaccia tutti i fantasmi della malasorte (Strocchi). Attenti a Beatriz la maratoneta (Giammò). Intervista ad Andrea Vavassori: "L'obiettivo è la top100" (Bertellino)

Rassegna stampa

Intervista a Maria Sharapova: “Sinner, il gioco c’è. Adesso deve vincere” (Cocchi). Zverev scaccia tutti i fantasmi della malasorte (Strocchi). Attenti a Beatriz la maratoneta (Giammò). Intervista ad Andrea Vavassori: “L’obiettivo è la top100” (Bertellino)

La rassegna stampa di giovedì 8 giugno 2023

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Sharapova style: “Alcaraz una stella. Sinner, il gioco c’è: adesso deve vincere” (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Maria Sharapova ha avuto tante vite. Ragazzina prodigio capace di vincere Wimbledon a 17 anni battendo Serena Williams, due volte regina al Roland Garros e campionessa agli US Open. Maria e Serena, un dualismo che ha scandito per anni il tennis femminile, sempre a caccia di star, di personaggi capaci di reggere la scena. Una volta chiuso col tennis, la ex numero 1 al mondo e cinque volte campionessa Slam è rimasta un’attenta osservatrice del suo sport. Si dedica agli affari, dalla moda (è nel CDA di Moncler), al fitness al beauty, e fa la mamma di Theodore, avuto dal compagno Alexander Gilkes 11 mesi fa.

Maria, Parigi è il suo Slam. Eleganza e tradizione, l’ha vinto due volte, che ricordi ha?

“Potrà sembrare strano, ma i ricordi più forti sono legati ai momenti di difficoltà, quelli che mi hanno formata anche come persona. Come ad esempio la battaglia con la Halep nella finale del 2014, forse la più faticosa della mia vita. Il titolo del 2012 contro Sara Errani invece lo ricordo con gioia perché ho completato il Grande Slam della carriera”.

Ha vissuto l’età dell’oro del tennis, con I Fab 4 da una parte e le Williams dall’altra. Uno dopo l’altro stanno smettendo tutti, e adesso?

“La storia del tennis è sempre stata scandita da superstar. Si sta chiudendo un periodo forse irripetibile, ma stiamo già assistendo alla nascita di nuovi campioni”.

Come un certo Alcaraz, ad esempio?

“Esattamente. Carlos è incredibile. Quello che più mi affascina di lui è lo spirito battagliero su ogni punto. Riesce a dare spettacolo e infiammare il pubblico ogni volta che mette piede sul campo”. […]

Si è parlato della rivalità tra Alcaraz e Sinner, ma Jannik non è ancora riuscito a vincere un grande torneo.

“Conosco abbastanza bene Jannik. Da Riccardo Piatti ho avuto l’occasione di condividere alcuni momenti di lavoro. È un ragazzo serio, umile, dedicato. Mi piace molto il suo stile fluido e potente, sembra quasi che non faccia fatica, e invece c’è una grande sforzo dietro il suo gioco”.

Pensa che sia pronto per vincere uno Slam?

“Spero che lo sia. II gioco ce l’ha e i fans aspettano il suo trionfo

Il tennis femminile sta faticando a trovare una star che catalizzi itnteresse. Vede una sua erede all’orizzonte?

“Al momento direi di no. Ci sono ottime giocatrici con stili diversi. la formula del successo non è facile da raggiungere, serve un perfetto equilibrio tra il gioco, gli impegni con gli sponsor e il tempo libero“. […]

La vediamo spesso in Italia, cosa la lega al nostro Paese?

“Ricordi incredibili: dalla vittoria dei titoli a Roma, al periodo di allenamento a Bordighera, alle vacanze sulle vostre coste. E vogliamo parlare del cibo? Se non ci sono piatti gustosi, allora anche la vacanze mancano di sapore”.

Zverev scaccia tutti i fantasmi della malasorte (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Aveva un conto in sospeso con il “Philippe Chatrier” e con il destino Alexander Zverev. Dodici mesi fa aveva fatto il giro del mondo il suo urlo lancinante di dolore per la grave distorsione alla caviglia destra, mentre stava tenendo testa a Rafa Nadal nel match che valeva l’ingresso in finale, con l’uscita dal campo in carrozzina e il successivo commovente ritorno per salutare pubblico e avversario, gelati da quanto accaduto. Un infortunio che ha tenuto fuori il tedesco per tutto il resto della stagione, costringendolo a ripartire con poche certezze e tanti dubbi. Ha impiegato un po’ per ritrovarsi il 26enne di Amburgo, crescendo pian piano, come indicano gli ottavi nei Masters 1000 di Madrid e Roma, seguiti dalla semifinale a Ginevra, prima dell’appuntamento parigino […]. “L’anno passato è stato il più difficile della mia vita. Amo il tennis con tutto il cuore e il competere che mi è stato tolto nel 2022. Sono così felice di essere di nuovo su questo palcoscenico”, ha ammesso Sascha, alla sesta semifinale Slam […]. Racconta storie di rivincite personali anche il Roland Garros femminile, come quella di Beatriz Haddad Maia. La brasiliana, n°12 del ranking e 14 del seeding mai prima d’ora oltre il 2° turno di uno Slam, firma più grande exploit di una carriera frenata da quattro operazioni e una squalifica di 10 mesi per positività a un controllo antidoping nel luglio 2019 (anabolizzanti, i suoi avvocati provarono che si trattò di un errore della farmacia che le forniva gli integratori). La 27enne mancina di San Paolo si è ritagliata un posto tra le migliori quattro eliminando in rimonta la tunisina Ons Jabeur (n°7), così da diventare la prima tennista del suo Paese a raggiungere le semifinali a Parigi nell’Era Open, 57 anni dopo Maria Buena (e al maschile 22 anni dopo Guga Kuerten) […].

Attenti a Beatriz la maratoneta (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Una volta ottenuta la certezza di doverla affrontare, le avversarie di Beatriz Haddad Maia son solite tirare uno di quei sospiri in cui la rassegnazione supera di gran lunga il sollievo. Rassegnazione non per un risultato già scritto e scontato, quanto per la fatica che le attende se vorranno provare a intestarsi il loro prossimo successo. Ieri, battendo in rimonta la n°7 del mondo Ons Jabeur, la brasiliana nata a San Paolo ventisette anni fa si è qualificata per la sua prima semifinale in un Grand Slam, categoria di tornei in cui mai era riuscita a superare il secondo turno e che adesso invece farà di lei la prima tennista dei suo Paese capace di farcela. “Una partita di tennis è come una maratona, non sono i 100m” – ha dichiarato raggiante dopo la vittoria. “Credo che una delle mie qualità sia saper aspettare, aver pazienza e non arrendermi mai, perché so che il momento arriverà e so di avere il livello necessario”. Riuscirci, per Bia (questo il diminutivo con cui è chiamata in patria), non è questione di rive di fiumi dove inoperosamente attendere l’errore altrui. Il successo ottenuto ieri contro Jabeur ha portato a oltre dodici ore il tempo complessivo da lei trascorso in campo a Parigi. Più di qualsiasi altro giocatore, maschi inclusi, rimasto in tabellone […]. La ricompensa per tanta fatica, oltre a una reputazione che ormai pare accompagnarla fin dal sorteggio, sarà l’ingresso in top 10 al termine del Roland Garros. Ancora incerta la posizione. Tutto passerà dai suoi prossimi risultati. A partire da quello della semifinale contro la n°1 del ranking Iga Swiatek. Che ieri certamente avrà sospirato pensando a quel che l’attende e all’unico precedente giocato contro di lei. Era l’estate del 2022, un innocuo 3° turno del Masters 1000 di Toronto, e a imporsi fu proprio Bia 2-1. Durata dell’incontro? 3h01.

Vavassori torna sui prati: l’obiettivo è la top100 (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Una settimana di relativo riposo per Andrea Vavassori, che dopo le grandi fatiche e le soddisfazioni parigine è in viaggio verso Amsterdam per l’erba del classico torneo ATP 250 di ‘s-Hertogenbosh dove da sabato sarà impegnato nelle qualificazioni in singolare, per poi schierarsi anche in doppio a fianco del miglior doppista italiano, Simone Bolelli: “Un onore per me giocare con Simone, che non farà la stagione sul verde a fianco di Fabio Fognini, il suo compagno abituale. Giocheremo assieme i tornei di avvicinamento al terzo Slam ci stagione e poi a Wimbledon. Un motivo in più per essere performante”.

Torniamo alle emozioni provate al Roland Garros.

“Sono arrivato a Parigi in fiducia, nonostante le sconfitte premature a Cagliari e Roma. Sapevo di aver raggiunto un buon livello di tennis e il campo lo ha confermato. Le qualificazioni non sono state facili […]. La dedica è stata per mamma Donna che per la prima volta è venuta a vedermi in un torneo così importante. La sera abbiamo festeggiato, loro mangiando ostriche, io no. Era un desiderio da sempre di mia mamma quello di mangiare le ostriche a Parigi. Un bel momento, per tutti”.

Poi il successo contro il n°37 Miomir Kecmanovic. È successo di tutto in quelle 5 ore e 10.

Incredibile, è stata una battaglia pazzesca e mi sembra quasi impossibile averla vinta […]. Alla fine del terzo set ho iniziato ad accusare i crampi e sono andato avanti per inerzia, giocando punto dopo punto. La differenza l’ha fatta l’atteggiamento. Non mi sono sentito appagato dopo la qualificazione e ho fatto di tutto per vincerla firmando al termine una piccola impresa, stremato per la fatica”.

Al Roland Garros ha ottenuto molti consensi.

“Mi hanno fatto piacere i molti messaggi ricevuti, da amici del circuito e non solo. Il primo a complimentarsi è stato Matteo Berreftini, con un video-messaggio che ho ricevuto negli spogliatoi. Quindi Sonego, Lavagno, Cobolli e tanti altri. In questi frangenti devi anche imparare a gestire l’extra campo, cui non si è così abituati. Quindi rispondere a messaggi, rilasciare le interviste di rito e adempiere a molte altre cose legate al grande evento”.

L’obiettivo ora è proseguire la scalata.

“Ovviamente centrare la top 100 in singolare, soprattutto consolidare ancora il mio tennis. Sono migliorato molto di rovescio, che posso giocare slice e in top, e con il diritto riesco spesso a far male. ll resto arriva dalla varietà del mio gioco” […].

Domenica scorsa un po’ di mare per Andrea con gli amici, lunedì palestra, quindi un lavoro leggero in campo per salvaguardare il gomito e guarire dagli acciacchi francesi. Nell’animo la consapevolezza di essere a un passo dai grandi e davanti la stagione sull’erba che per la prima volta lo vide approdare nel 2022 in tabellone a Wimbledon”.

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