Swiatek scatenata verso il bis (Cocchi). La mano fatata di Muchova contro la regina (Bertellino). Carlos il demolitore sfida il monumento (Azzolini). Alcaraz-Djokovic, Parigi punta il sole (Giammò)

Rassegna stampa

Swiatek scatenata verso il bis (Cocchi). La mano fatata di Muchova contro la regina (Bertellino). Carlos il demolitore sfida il monumento (Azzolini). Alcaraz-Djokovic, Parigi punta il sole (Giammò)

La rassegna stampa di venerdì 9 giugno 2023

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Swiatek scatenata verso il bis (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il tennis totale di Muchova, la follia totale di Aryna Sabalenka. La conferma di Swiatek e i rimpianti di Haddad Maia. Cose che succedono a Parigi, nelle semifinali femminili del Roland Garros. Ti aspetti una finale nobilissima, tra la numero 1 e la numero 2 al mondo e invece ti trovi una protagonista a sorpresa, Karolina Muchova, che ti incanta col suo tennis champagne un po’ alla Ashleigh Barty, e riesce a resistere, nonostante le gambe la stessero abbandonando, alle bordate della bielorussa. Una storia che, in parte, ricorda quella di Sascha Zverev. Lo scorso anno, sempre a Parigi, la ceca numero 43 al mondo usciva dal campo in lacrime dopo una distorsione alla caviglia destra mentre giocava il terzo turno contro Amanda Anisimova. Ieri è uscita dal campo ma le lacrime avevano un sapore molto più dolce, quello della rinascita. Una giocatrice perseguitata dagli infortuni per tutta la carriera e che finalmente, dando spettacolo, è riuscita a prendersi la ribalta che desiderava, la prima finale di un torneo Slam. «Ci sono stati momenti molto difficili – ha raccontato subito dopo la partita -. Da un infortunio all’altro, tanto che alcuni dottori mi hanno detto che forse non sarei più tornata a fare sport. Sono stata brava a non lasciarmi abbattere. Ho sempre voluto pensare positivo, lavorare duro per tornare a fare quello che amo». E che le riesce molto bene: «Lo scorso anno, quando il mio ranking è precipitato ho giocato tanti tornei piccoli per non sprecare il ranking protetto. E alla fine posso finalmente festeggiare, ora voglio solo parlare di cose belle». Aryna Sabalenka ci ha messo anche del suo a rilanciare la carriera di Muchova. Ha bruciato un match point sul 5-2 nel terzo set, tornando alla quantità di gratuiti che l’avevano spedita sul lettino dello psicologo: 53 contro i 27 della rivale. Dopo il match Aryna, che per alcuni giorni aveva saltato le conferenze stampa per preservare la sua “salute mentale” messa a dura prova dalle domande sulla sua vicinanza a Lukashenko, non ha voluto accampare scuse: «Io ho sbagliato mentre servivo per il match e lei ha iniziato a essere più aggressiva, mi ha interrotto il ritmo e io sono andata in difficoltà. No, non è colpa dello stress dei giorni scorsi, anche se è vero che è stato un periodo emotivamente impegnativo con tutte queste domande sulla politica». […] Con la sconfitta della numero 2 al mondo, Iga Swiatek è sicura di mantenere il primo posto del ranking mondiale. La polacca, che ha superato in due set lottati la brasiliana Beatriz Haddad Maia, 14 al mondo, raggiunge cosi la terza finale al Roland Garros. Muchova riuscirà a fermare anche lei?

La mano fatata di Muchova contro la regina (Roberto Bertellino, Tuttosport)

 

Una certezza, Iga Swiatek, e una sorpresa, Karolina Muchova, sono salite in finale nello Slam parigino. La mano potente e la mano fatata, confronto che esalta i valori del gioco. Ha caratterizzato la prima semifinale del Roland Garros 2023 al femminile, sul regale Philippe Chatrier. Ha vinto la seconda, quella della ceca Karolina Muchova, attuale n°43 WTA con best rankng di n° 19 nel maggio del 2021. La differenza l’ha fatta con l’arte e con la testa, diventata essenziale quando sul 2-5 del terzo set ha annullato un match point alla n. 2 del ranking, infilando una serie di 12 punti a 1 che ha cambiato il volto della sfida. La mano potente di Aryna è diventata fallosa, quella fatata di Karolina ha trovato nuova espressione con la palla corta e la volée vincente dopo una discesa a rete. Pura magia per chi non era mai arrivata in una finale Slam e l’ha centrata a 26 anni dopo diversi stop per problemi fisici che l’avevano anche condotta fuori dalle top 200. Risalita sul 5-5 la Muchova ha strappato il servizio alla Sabalenka, tornata tremante come più volte in carriera, ed ha chiuso al 12° gioco dopo tre ore e 13 minuti, con le gambe dure per la fatica ma l’animo colmo di gioia per l’impresa appena realizzata. «Grazie mille a tutti—ha detto al termine— non so cosa sia successo, l’atmosfera e la gente mi hanno spinto fino alla fine, e ha funzionato. Sono felice. Non voglio essere presuntuosa, voglio giocare “solo” il mio tennis. Con il mio team abbiamo lavorato per questo. Quando sento chiamare il mio nome tra un punto e l’altro tutto diventa più agevole». Spazio poi alla seconda semifinale tra Iga Swiatek, campionessa in carica, e l’inedita brasiliana Beatriz Haddad Maia, mai prima d’ora più avanti di un secondo turno in un torneo “major”. […] La tennista verdeoro è partita con un break, dimostrando di non voler fare la comparsa. Immediata la risposta di Swiatek che ha incamerato la prima frazione con tre break nonostante la resistenza di Beatriz. È stata proprio lei a partire bene nel secondo set (3-1), grazie allo schema servizio e diritto. Reazione della numero 1 del mondo e parità (4-4). Haddad sempre in partita, con alcune occasioni per portarsi 5-4 e servizio. Non le ha sfruttate ma è rimasta con freddezza nella contesa issandosi al tie-break. Ha avuto anche un set point ma alla fine è stata Iga Swiatek a chiudere: «Il fatto che sia mancina — ha detto la polacca — mi ha dato fastidio. E’ una gran lottatrice e sapevo di dover essere pronta. Sono felice di aver dato il massimo nel tie-break». […]

Carlos il demolitore sfida il monumento per scrivere la storia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

«Ricorda uno che conoscevo», dice accennando un sorriso che gli esce solo di lato, a denti stretti. «Spagnolo anche lui, stesso modo di stare in campo…». Se una battuta può essere utile a mettere le mani avanti, Novak Djokovic conduce il gioco con l’arte dell’intrattenitore esperto, evita nome e cognome ché tanto lo conoscono tutti, ma non reprime la voglia di far sapere che lui è lì per batterlo. Quella gli sale da dentro, pulsa nelle tempie, preme sul cuore. Impossibile tenerla a freno. La storia con Nadal è lunga 59 confronti e cominciò con un quarto di finale al Roland Garros. Era il 2006. A Parigi il Djoker l’ha battuto due volte appena (su otto), e mai in finale. E ora che Rafa gli ha lasciato campo libero, ce n’è subito un altro che bussa alla porta. Un altro Nadal… E un’altra Storia che comincia. Premiata impresa demolizioni. Alte competenze ingegneristiche organizzative e operative, esperto di bonifiche ambientali. Demolition Man ha l’identico curriculum di Rafa Nadal alla sua età, ma fa più danni. La pallata da tremila giri al minuto è rimasta di proprietà della vecchia azienda, il nuovo profilo dello smantellatore di avversari è costruito su progetti che fanno da compendio a venti anni di tennis da campioni. Il dritto è più simile a quello di Federer, gli impatti risultano privi di spin e vanno dritti al punto. Il rovescio non rinuncia a qualche rotazione, ma sa inseguire traiettorie strette verso angoli impossibili. Il giovanotto conosce lo slice, lo utilizza in approccio e non disdegna i raid verso la rete. Smash e servizio sgommano vorticosi lasciando tracce sulla superficie di gioco. Carlos Alcaraz è la Storia che si ripete, ma anche la Storia che progredisce dai suoi stessi presupposti. E Demolition Man è “il ragazzo del futuro”, diciotto anni dopo che il conio venne utilizzato per descrivere il tennis “mai visto prima” di Rafa Nadal. Se il confronto fosse tra titoli di film, Demolition Man potrebbe vedersela per un Oscar da terra rossa con Monuments Men, visto che Novak Djokovic nel cast degli uomini che salvarono migliaia di opere d’arte dalle mani dei tedeschi, e per questo divenuti anch’essi dei Monumenti di coraggio e qualità strategiche, ci sarebbe stato come un topolino in una forma di parmigiano. Il punto è quali rischi possa correre, oggi, il miglior giovane esponente della Demolition Era, animato da energie infinite, contro l’ultimo Monumento dei Big Three, apparso fin qui non così in forma né troppo preciso nella costruzione delle proprie raffinate strategie difensive. Credo la risposta sia una soltanto: Carlitos corre tanti più rischi quante sono le possibilità che Nole non accetti di impostare il match solo sulla difesa a oltranza, ma operi da subito per costruire le proprie repliche e spostare la sfida sul confronto aperto, sul faccia a faccia più diretto. […] Il match di oggi pone la domanda definitiva: Carlos è già in grado di superare Nole “tre set su cinque”, quando la vittoria del torneo è a un passo e fa sentire i propri seducenti richiami? […]

Alcaraz-Djokovic, Parigi punta il sole (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Il massimo. Si sono evitati per un anno, e in quell’anno si sono superati a vicenda in testa al ranking più volte. Oggi finalmente scopriremo se sul mondo del tennis sorgerà quel nuovo sole da tutti annunciato e destinato ad illuminarlo negli anni a venire, o se invece il tramonto che ne accompagna il declino da un paio di stagioni continuerà a regalarci ancora stupendi panorami. Carlos Alcaraz e Novak Djokovic si affronteranno nel primo pomeriggio nella prima semifinale del Roland Garros con in palio una posta ben più ricca della qualificazione per l’ultimo atto dello Slam parigino. Ritiratosi (quasi) Nadal, e svanita con lui la suggestione di una sfida che evocava in sé quel passaggio di consegne tra il vecchio re della terra rossa e il suo designato erede, il match contro il serbo, per contenuti, circostanze e cornice, era quello che tutti attendevano e in cui tutti speravano una volta conclusa la cerimonia del sorteggio. Inutile aggrapparsi all’unico precedente disputatosi tra i due ormai un anno fa a Madrid e vinto dallo spagnolo in tre set: una semifinale Slam ha ben altro fascino e, soprattutto, espone a tutt’altre pressioni. Né aiutano a eleggere un favorito le indicazioni seminate dai due lungo i rispettivi percorsi che li hanno portati sino al bivio odierno. La lotta, quella vera, sarà ancora tra esperienza e gioventù. «L’esperienza non è garanzia di efficienza», sussurrava Q., il genio delle invenzioni, a un James Bond perplesso dalla sua giovane età in uno degli ultimi film della saga. Se Djokovic, a 36 anni e dopo aver divorato quasi due generazioni di avversari, sta dimostrando di saper ancora abbinare efficienza ed esperienza, il tutto all’insegna della fame e lontano da qualsiasi economia gestionale, l’avvento di Alcaraz sul circuito – ventenne da un mese – è stato simile a uno tsunami passato il quale ci si ritrova ad osservare un nuovo paesaggio facendo la conta di ciò che è stato portato via dalla corrente ingegnandosi su quale sia la strategia migliore per avviare la ricostruzione. Nessuno pare averla ancora trovata. L’ultimo a provarci, Stefano Tsitsipas, suo rivale ai quarti, è stato spazzato via con travolgente semplicità, cosi come gli sparring partner sin qui affrontati dallo spagnolo n.1 del mondo. Nole, una volta terminato un rodaggio quest’anno più farraginoso del solito, è riuscito ancora una volta a presentarsi al grande appuntamento in condizione ottimale, asfissiando i suoi rivali un set alla volta. […]

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Arnaldi incanta, Sonego saluta (Giammò). Sinner, una muraglia col tifo di Sharapova (Strocchi)

La rassegna stampa di venerdì 29 settembre 2023

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Arnaldi incanta, Sonego saluta (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Una vittoria e una sconfitta. E’ questo il bilancio degli italiani impegnati nella prima giornata dell’Open di Pechino (Atp 500). Dopo essere approdato in tabellone dalle qualificazioni, Matteo Arnaldi ha vinto il suo match di primo turno contro l’altro qualificato J.J. Wolf (6-2, 6-2). L’azzurro, che aveva iniziato la sua stagione da n. 134 del mondo e che grazie a questo successo è già virtualmente il nuovo n. 42 del ranking – il più alto in carriera -, ha confermato i progressi messi in mostra negli ultimi mesi dominando il match dall’inizio alla fine. Non solo: velocità, colpi spettacolari, un gioco sempre più robusto e un servizio affidabile (ben 14 punti consecutivi messi a segno sulla sua battuta) hanno finito col surclassare l’americano fino al 4-0 del secondo parziale su cui di fatto si è concluso il match. Ora lo attende uno tra Stefanos Tsitsipas e Nicolas Jarry. Eliminato invece Lorenzo Sonego dal francese Ugo Humbert (7-5, 3-6, 6-0). Un match equilibrato, quello condotto dal piemontese, fotografia di una stagione in cui ancora stenta a trovare la giusta continuità di risultati. Dopo aver sciupato una palla break che lo avrebbe portato a servire per il primo set, Sonego ha perso il servizio consegnando il parziale al suo rivale. Ricevuto un massaggio al collo e ritrovata un minimo di affidabilità alla battuta, Sonny nel secondo set è riuscito a riportare il match in parità salvo poi rifinire preda delle sue incertezze al servizio e di un Humbert impeccabile. Il primo turno si chiuderà con Lorenzo Musetti opposto al russo Karen Khachanov, n.14 del mondo. Musetti segue gli incontri sullo stesso campo in cui dall’alba avrà iniziato Jannik Sinner, al suo rientro in campo dopo gli US Open e al debutto in Cina, opposto al britannico n. 33 del ranking Daniel Evans.

Sinner, una muraglia col tifo di Sharapova (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

 

Far fruttare al massimo la sua prima volta in Cina, per mettere intanto in cassaforte il biglietto per Torino, contando anche sul sostegno di una tifosa speciale come Maria Sharapova. Sono le aspettative di Jannik Sinner, al ritorno in campo dopo la campagna statunitense chiusa agli ottavi degli Us Open e la rinuncia alla Coppa Davis. All’alba italiana l’esordio nell’Atp 500 di Pechino con l’inglese Daniel Evans, nella giornata in cui Lorenzo Musetti sfida il russo Karen Khachanov e Carlos Alcaraz affronta il qualificato tedesco Yannick Hanfmann. «È un’esperienza nuova per me giocare qui e a Shanghai – dichiarato il 22enne di Sesto Pusteria -. La cultura in Cina è diversa, mi piacciono le persone, sono rispettose e cercano sempre di aiutare. Le Finals erano uno degli obiettivi a inizio stagione, sono in buona posizione anche se non sto guardando la classifica, ci sono altre priorità. Proveremo a sfruttare questo periodo per migliorare alcune cose in campo. Devo crescere anche fisicamente dove sento di avere tanto potenziale. È anche il motivo per cui ho giocato molti meno tornei rispetto al 2022, devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti». Proprio per tale atteggiamento la Volpe è il tennista preferito dalla russa ex n.1 del mondo, come confessato in una conversazione con il podcast di Rennae Stubbs: «L’ultimo coach della mia carriera, Riccardo Piatti, ha allenato Sinner per diversi anni, quindi ho potuto giocarci più volte. Faccio sempre il tifo per lui: mi piace l’approccio umile che ha verso questo sport». […]

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Djokovic e Sanz, che show sul green (Bertellino). Djokovic: “Sinner e Alcaraz il futuro” (Primavera)

La rassegna stampa di giovedì 28 settembre

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Djokovic e Sanz, che show sul green (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Non poteva iniziare in un modo migliore la Ryder Cup 2023, 44ª della storia e per la prima volta ospitata dall’Italia presso le splendide atmosfere del Marco Simone Golf e Country Club di Guidonia Montecelio (Roma) […]. I personaggi sono stati divisi in due formazioni, una capitanata dallo scozzese Colin Montgomerie e l’altra dall’americano Corey Pavin, a loro volta al comando del Team Europe e del Team USA alla Ryder Cup del 2010 […]. Nella squadra di Montgomerie, il “Team Monty”, sono scesi in gioco Novak Djokovic, il tennista numero 1 al mondo e il più vincente della storia a livello Slam, Gareth Bale, indimenticata stella del calcio e protagonista tra le altre di 5 vittorie in UEFA Champions League con i colori del Real Madrid, Leonardo Fioravanti, surfista azzurro già qualificato per le Olimpiadi di Parigi 2024 e schierato anche a Tokyo 2020, lo youtuber con milioni di follower sui social Garrett Hilbert e il numero 1 mondiale degli atleti paralimpici, l’inglese Kipp Popert. Del “Team Pavi” hanno fatto invece parte il pilota della Ferrari Carlos Sainz, arrivato a Roma direttamente dal lontano Giappone dove domenica è sceso in pista a Suzuka, l’ex milanista e già Pallone d’Oro nel 2004 Andriy Shevchenko, Victor Cruz, ex giocatore di football americano, l’attrice hollywoodiana Kathryn Newton, 26 anni e arrivata al golf quando ne aveva solo otto, e l’altro giocatore paralimpico, Tommaso Perrino, numero 6 del ranking e CT della Squadra Nazionale Paralimpica Maschile e Femminile della Federazione Italiana Golf.

Il primo colpo dal tee della buca 1, dopo due voluti e classici “tiri” a vuoto e un esordio con “racchetta”, lo ha scagliato Novak Djokovic che anche nell’occasione ha dimostrato la propensione alla vittoria: «È una grande occasione – ha detto il campione serbo – essere qui in questo fantastico contesto a fianco di tanti campioni di molti sport e dei “mostri” sacri della specialità […]. Dopo circa tre ore di agonismo e siparietti simpatici è stato proprio il Team Monty” ad imporsi per 7-4 e sollevare la Coppa, consegnata al capitano Montgomerie […]. Spettacolo di buon livello tecnico quello offerto dai protagonisti che hanno saputo ben interpretare il momento e lo spirito di questa particolare avventura sui green. La folla ha gradito, applaudito e fatto il tifo, proiettandosi già idealmente verso le prossime giornate di gara, da vivere per tutti gli appassionati, presenti e non, con il fiato sospeso.

 

Djokovic: “Sinner e Alcaraz il futuro” (Erika Primavera, Corriere dello Sport)

Un tuffo nell’erba alta per cercare una pallina scappata via, l’esultanza alla Cristiano Ronaldo al par della buca 16, la domanda al pubblico assiepato ad altezza tiro: «Ce l’avete l’assicurazione? Io no». Sul green come sottorete, giullare e istrione, campione e trionfatore ovunque e comunque […]. È il Novak Djokovic versione golfista, che all’inizio si porta la sua racchetta e prova a colpire così, tra gli applausi, prima di rinunciare e prendere il più appropriato legno dal tee. Un rovescio per uno swing, e via con la metamorfosi. “Che esperienza meravigliosa”, il commento entusiasta dopo oltre due ore di gioco. Ma se gli nomini Jannik Sinner, addio relax ed è già clima ATP Finals. “Ha la mentalità del campione, è sicuramente un avversario da battere”.

Il n.1 al mondo ha data il via allo spettacolo dell’All Star Match, il prologo della Ryder Cup che ha visto protagonisti due team composti da celebrità dello sport e dello showbiz: dalla supereroina degli Avengers, Kathryn Newton, a Gareth Bale e Andriy Shevchenko, fino al surfista azzimo Leonardo Fioravanti. Punteggio finale 7-4 perla squadra di Nole, che ha battuto il pilota della Ferrari, Carlos Sainz. Ad affiancarli, due stelle del golf paralimpico italiano e internazionale, Tommaso Penino e Kipp Popert […]. “Ovviamente mi sento più a mio agio con la racchetta, ma non penso di essere andato male. Ho tirato fuori dei bei colpi, sorprendenti anche per me”. Il feeling con il golf è innegahile, soprattutto perché è lo sport individuale che si avvicina di più al tennis e la Ryder Cup è come una Davis o una Laver Cup. Spero di avere di nuovo un invito per fare ancora parte di tutto questo” […].

Ma il futuro più prossimo sarà di nuovo qui in Italia per le ATP Finals di novembre. Suo il titolo da “maestro” conquistato lo scorso anno a Torino, dove potrebbe ritrovare Sinner. E per il numero uno azzurro piovono complimenti. “Jannik gioca molto bene. È uno dei tennisti più importanti in questo momento e con Alcaraz rappresenta il futuro. In più, è una persona molto buona, lavora tanto e ha la mentalità del campione: è giovane e ha una grande strada davanti a sé, sarà senz’altro uno degli avversari da battere”. Sul green come sottorete, Nole a perdere non ci sta. “Come andrà alle Finals? Le sensazioni sono buone”. Intanto un altro trofeo è finito in bacheca.

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Flash

Sinner con Alcaraz, lo vuole il destino (Strocchi). Per Jannik c’è subito il n. 27 Evans (Ercoli)

La rassegna stampa di mercoledì 27 settembre 2023

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Sinner con Alcaraz, lo vuole il destino (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Chissà se il mancato incrocio-bis nei quarti degli US Open si materializzerà nelle semifinali del China Open, Atp 500 che scatta domani dopo l’antipasto delle qualificazioni già in corso sul cemento di Pechino. Il sorteggio ha infatti collocato Jannik Sinner (intervenuto alla cerimonia) nella metà superiore del tabellone, presidiata appunto da Carlos Alcaraz, primo favorito del torneo sui campi teatro delle Olimpiadi 2008. Jannik ha anche fissato un allenamento con Carlos, magari per prendere le misure… Prima però il 22enne di Sesto Pusteria deve fare i conti con il britannico Daniel Evans, avversario d’esordio mai affrontato in carriera, con eventuale secondo turno contro il vincente tra la wild card locale Juncheng e il giapponese Nishioka. Poi, dovesse centrare i quarti, l’altoatesino n. 7 del ranking troverebbe chi emergerà dallo spot che vede i match Rune-Auger Aliassime e Dimitrov-McDonald. Insomma, non proprio una passeggiata di salute per il numero uno azzurro al rientro nel tour dopo New York e la rinuncia alla Davis. In rotta di collisione già al secondo turno con il 20enne fenomeno di El Palmar (abbinato a un qualificato) c’è Lorenzo Musetti, che tuttavia ha un debutto complicato can il russo Karen Khachanov, che è tornato a conquistare un titolo dopo quasi 5 anni superando 7-6 (2) 6-1 il giapponese Nishioka nella finale di Zhuhai. […] E’ nella parte bassa del tabellone Lorenzo Sonego, destinato a uscire dalla Top 50 perdendo i punti del titolo di Metz l’anno scorso: il torinese deve vedersela con il francese Ugo Humbert per regalarsi, in caso di successo, la sfida con Andrey Rublev o Cameron Norrie nel quarto presidiato da Daniil Medvedev, già qualificato per le Finals. […] Gli azzurri in tabellone possono diventare 4 se Matteo Arnaldi, dopo la rimonta ai danni del colombiano Galan, piegato 4-6 6-3 7-6 (12) salvando 3 match-point nel tie-break decisivo, supererà l’australiano Aleksandar Vukic nel turno di qualificazione. […] Intanto Elena Rybakina ha accompagnato il suo ritiro dal Wta 500 di Tokyo con un post polemico e sarcastico emoji di applausi: «Performance bye, grazie di aver cambiato le regole all’ultimo momento. Grande decisione come sempre, Wta». La kazaka contesta la regola rispolverata dal tour femminile che restringe l’ammissione direttamente al 2° turno delle teste di serie, dando priorità a chi arriva nelle fasi finali del torneo precedente, in questo caso Maria Sakkari e Caroline Garcia, vincitrice e semifinalista a Guadalajara, penalizzando proprio Rybakina, più avanti nel ranking.

Per Jannik c’è subito il n. 27 Evans (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

 

Risate, un goffo tentativo con la lingua cinese ed un po’ di genuino imbarazzo. Passata la tempesta post Davis, Jannik Sinner non sembra essere cambiato di una virgola. L’altoatesino ha preso parte alla cerimonia di sorteggio del tabellone dell’ATP 500 di Pechino, torneo che dopo tre anni di stop si appresta ad un ritorno in pompa magna. Dal 28 settembre al 4 ottobre saranno infatti ben otto i top ten impegnati nella capitale cinese. Assenti solo Taylor Fritz e Novak Djokovic, quest’ultimo salterà la tournée asiatica ed oggi sarà impegnato a Roma nell’All Star Match della Ryder Cup. Nessun evento di pari categoria ha potuto vantare un parterre simile nel corso della stagione; quello che è il preludio del Masters 1000 di Shanghai (4-15 ottobre) potrebbe regalare ancora più spettacolo della rassegna principale dello swing orientale. In un tabellone che vanta la presenza di Alcaraz, Medvedev, Rune, Tsitsipas, Rublev, Ruud e Zverev; il numero uno d’Italia ha scoperto in tempo reale il suo destino. Collocato nella parte alta come sesta testa di serie, Jannik esordirà contro Daniel Evans. Il match contro il britannico, per l’azzurro sarà il primo dall’eliminazione contro Zverev negli ottavi di finale degli US Open. Per caratteristiche il n. 27 del mondo dovrebbe soffrire il tennis di Sinner che in caso di vittoria avrà però un percorso in salita. Ai quarti di finale potrebbe arrivare la sfida contro Holger Rune, che esordirà nel big match contro Auger-Aliassime. Il confronto con Carlos Alcaraz sarebbe invece possibile in semifinale, con lo spagnolo che invece potrebbe essere avversario di Musetti già al secondo round. Il tennista di Carrara è pero atteso da un esordio ostico contro Karen Khachanov, avversario tutt’altro che ideale per mettere alle spalle le difficoltà degli ultimi mesi. La truppa azzurra vanta anche Lorenzo Sonego, che esordirà nella parte bassa contro Ugo Humbert. Nelle qualificazioni ha già debuttato con successo Matteo Arnaldi, capace di aggiudicarsi 2 ore e 54 minuti di maratona contro Daniel Galan per 4-6 6-3 7-6(12). Il ligure oggi affronterà l’australiano Aleksandar Vukic per un posto in main draw. […]

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