Coppa Davis: una delle peggiori sconfitte di sempre: 3-0 contro le riserve del Canada. La miglior classificata 158, poi 175 e quindi 200. Sinner dove sei?

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Coppa Davis: una delle peggiori sconfitte di sempre: 3-0 contro le riserve del Canada. La miglior classificata 158, poi 175 e quindi 200. Sinner dove sei?

Un solo set all’attivo, conquistato nel doppio al tiebreak, prima di perdere i successivi due con la nostra coppia azzurra, Bolelli-Arnaldi improvvisata. Quando si perde…i soli che “vincono” sono gli assenti “diversi”: chi rimpiangere di più fra Fognini, Sinner e Berrettini?

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Filippo Volandri e Lorenzo Sonego – Coppa Davis 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)
 

Scusate se comincio questo secondo editoriale proprio come avevo concluso il primo, imperniato sull’assenza di killer-instinct di Lorenzo Sonego, ma con un’aggiunta finale collegata alla sconfitta dell’altro Lorenzo, Musetti, con l’altro semisconosciuto canadese Diallo del quale avevo soltanto letto nella sua ATP  “activity” che aveva perso quest’anno da tre tennisti italiani affrontati, Bellucci 198, Gigante 256 e Maestrelli 200.

Vabbè che in Davis le classifiche non contano – si è sempre scritto e detto – ma forse qui a Bologna si è esagerato.

In tre set su quattro, contro il n.200 e il n.158 del mondo, i due azzurri n.18 e n.38 non sono riusciti a conquistarsi una palla break.

Non basta davvero che Sonego nel primo set sia stato avanti 5-3 e servizio –ma l’abbia perso sulla prima palla break concessa – e che poi abbia avuto anche due setpoint nel tiebreak per autorizzare grandi rimpianti o invocazioni alla Dea Bendata.

Abbiamo perso i primi due singolari, 4 set a zero, senza potersi arrampicare sugli specchi della sfortuna.

Nell’articolo che ho scritto subito dopo la sconfitta di Sonego, ho accennato al fatto che Lorenzo ha perso 7 incontri su 12 contro giocatori classificati oltre al 199mo posto – e nell’articolo trovate tutti quei sette nomi – e dacchè è top-50 14 volte (a fronte di 25 vittorie) contro giocatori non compresi fra i primi 100.

Qual è la situazione statistica di Musetti?

Da top 50 vs giocatori fuori dai 100: 18 vittorie e 10 sconfitte.
Questo l’ELENCO DELLE 10 SCONFITTE

Umago 2022: Cecchinato

Cincinnati 2022: Coric

Next Gen 2022: Stricker

Australian Open 2023: Harris

Buenos Aires 2023: Varillas

Rio 2023: Jarry

Marrakech 2023: Muller

Madrid 2023: Hanfmann

US Open: Droguet

Oggi: Diallo

Da quando è nei primi 50 Musetti ha perso 21 partite contro giocatori peggio classificati di lui. Diallo aveva giocato tre partite in carriera contro top 50, vincendone due (entrambe contro Evans che, per l’appunto gioca

il rovescio a una mano come Musetti).

 Diallo aveva vinto solo un match a livello ATP quest’anno, il primo della sua vita (comunque meglio di Galarneau che non ha mai vinto un match nel circuito maggiore in carriera)

I migliori risultati stagionali di Diallo quest’anno sono stati la vittoria in un ITF a Montreal e una semifinale in un Challenger a Busan

Quello di oggi era il secondo match di singolare che Diallo giocava in Davis: nel primo a settembre 2022:

perse 6-2 6-2 con Djere. Ma con Djere si può perdere…Musetti ci ha perso 6 volte su 8.

Al di là di questi freddi numeri c’è purtroppo l’amarezza di un brutto risveglio che proprio non ci aspettavamo, neppure quando – già dispiaciuti per l’infortunio e il forfait di Matteo Berrettini – mi ero dichiarato deluso dal secondo no di Jannik Sinner alla maglia azzurra, dopo quello delle Olimpiadi.

Ribadisco il concetto che non si può e non si deve obbligare un professionista a giocare una gara che – per qualunque motivo – non si sente o non ha voglia di giocare.

E’ anche possibile che, sebbene Musetti abbia escluso la possibilità che gli azzurri abbiano sottovalutato le riserve canadesi, proprio Sinner abbia invece pensato che contro queste tre squadre di Bologna il team azzurro avrebbe conquistato comunque, anche senza la sua presenza, la qualificazione.

E quindi si sia defilato pensando: “Saremo comunque in finale a Malaga, semmai (?) darò una mano là”.

Con Sinner n.7 del mondo e n.4 della Race, nessuno in FITneppure l’imperatore Binaghipoteva permettersi una qualche critica pubblica. Come fai quando hai e puoi contare per i prossimi dieci anni su un giocatore che nella peggiore delle ipotesi sarà un top-ten per anni?

Quindi tutti zitti. Tanto più perché negli Stati Uniti, rispondendo alle domande di Giorgio Spalluto e di Diego Nargiso, il presidente della FITP aveva speso parole di grandissimo elogio nei confronti di Jannik: “Lui è un modello di comportamento, un esempio per tutti. Ha avuto il coraggio di mettersi in discussione, di scegliere un team con il quale sta facendo i progressi che tutti vediamo, di gioco e di classifica e…bla bla bla”.

Scrivo così perché credo di aver ascoltato quel discorso in piena notte, o quasi, e ne ricordo il succo più che le parole precise.

Come avrebbe potuto dopo il…gran rifiuto di Sinner di presentarsi a Bologna “per non aver recuperato dalla stanchezza psicofisica delle 4 ore e 40 lottate con Zverev” , sostenere che quest’ultimo non sarebbe stato un grandissimo esempio?

In questo caso capisco l’atteggiamento silente del per solito polemico Binaghi.

Diciamo la verità: non solo Sinner, non solo probabilmente Binaghi, ma nemmeno nessuno di noi addetti ai lavori – quasi tutti ignari delle potenzialità di Galarneau e di Diallo –avrebbe mai immaginato un’ipotesi di quattro set a zero vinti dal n.200 e dal n.158 a spese del n.38 e del n.18. E che un doppio con Pospisil dal braccio fasciato e dolorante, ormai 175 del mondo in singolare, potesse portare alla vittoria il sorprendente Galarneau, sia pure contro un coppia improvvisata quale quella formata da Bolelli orfano di due giocatori(Fognini e Vavassori) con l‘esordiente Arnaldi. E’ peraltro vero che l’ultimo match vinto in Davis da una coppia diversa da Fognini-Bolelli risale al 2019. La vinsero Fognini e Berrettini proprio contro il Canada ma ormai a risultato acquisito. Da allora sono scese in campo altre coppie in sei incontri tutti persi.

Se cose del genere succedono non puoi rifartela con nessuno, con chi ha perso, con il capitano che li ha selezionati, con gli assenti, quelli infortunati e quelli per scelta.

Non è il caso di imbastire processi. Anche se un tempo si sarebbe stati forse più attenti nello scegliere una superficie più adatta ai nostri giocatori (quali che fossero).

Ion Tiriac preparò una sorta di palude al Progressul Bucarest l’anno in cui la Romania si trovò a sfidare gli Stati Uniti di Stan Smith nella prima finale dell’epoca senza Challenge Round (1972). E negli anni ’94 e ’95 la Russia fece altrettanto allo stadio Olimpico per cercare di controbattere la Germania di Becker e Stich e gli Usa di Sampras, Courier e Martin.

 Io ero in quello stadio, per via di un torneo femminile in cui giocava Adriana Serra Zanetti, quando vidi annaffiare terribilmente – da parte di Tatiana Naumko, donna-coach d Andrey Chesnokov – il campo su cui si sarebbe dovuto giocare il match contro i tedeschi.

Al mattino dopo Becker non si reggeva in piedi su quella terra rossa dove ogni sua scivolata nel palleggio di riscaldamento provocava uno smottamento del terreno.

Il giudice arbitro fu costretto ad ordinare lo slittamento dell’orario d’inizio, per dare tempo ai russi di procurarsi un centinaio di phon asciugacapelli – tanti quanti quasi tutte le camere del vicino PentaHotel – e asciugare quelle pozze.

Beh racconto tutte queste cose per dire che dovendo giocare contro giocatori dalle caratteristiche tecniche dei nostri avversari, forse – se non li si fossero implicitamente sottovalutati – qualche tempo fa si sarebbe pensato di predisporre una superficie più lenta di quella dell’anno scorso. E non una invece più veloce.

 Borg ieri aveva fatto 13 ace, Diallo contro Musetti ne ha fatti 10 in due set e 11 servizi. Ma al di là degli ace del canadese, Musetti non è quasi mai riuscito a rispondere. Tantomeno a creare problemi a Diallo.

Lo sport è anche questo. Nessuna vittoria è mai garantita al 100%. Oggi – con Arnaldi sconfitto al posto dell’infortunato Vavassori (e Volandr ha confermato che Vavassori era indisponibile…) – nasceranno tante voci di sostegno a Fabio Fognini…

Se Vavassori era malmesso, perché rinunciare a Fabio?

Quando si perde gli assenti hanno spesso ragione. E Fognini, a differenza di Sinner, era un assente che avrebbe voluto essere presente.

Così adesso non resta che sperare di battere il Cile di un Jarry apparso in buona forma e di un Garin che lo è meno, ma non al punto da non battere un Leo Borg che si è dimostrato superiore anche lui ad ogni aspettativa.

Se Volandri schierasse nuovamente Musetti e Sonego singolaristi si comincerebbe questo venerdì con Sonego contro Garin e poi si proseguirebbe con Musetti contro Jarry. I nostri dovrebbero giocare meglio, molto meglio nel caso soprattutto di Musetti, altrimenti addio finali di Davis a Malaga. Credo che molti vorrebbero vedere

Questo format di Davis non vi piace? Di certo piace al Canada che lo scorso anno l’ha vinta per la prima volta nella sua storia dopo aver perso soltanto in finale con la Spagna a Madrid l’anno prima. La si potrà cambiare ancora, riavvicinandoci forse al format più tradizionale.

Molto dipenderà dalle elezioni della presidenza ITF in programma a Cancun il prossimo 24 settembre. Se l’americano David Haggerty verrà rieletto difficilmente camberà granchè. A oggi previsioni è dura farne, come per gli incontri di Coppa Davis. La FITP sembra essersi schierata per l’altro candidato più autorevole, il Dietloff von Armim, tedesco. Il pronostico è incerto. Conviene intanto battere il Cile.

(Ha collaborato a questo articolo con le sue ricerche Andrea Mastronuzzi), a questo punto, Arnaldi in campo anziché Musetti apparso proprio giù’. Ma in quel caso Sonego affronterebbe da n.1 Jarry scendendo in campo dopo Arnaldi vs Garin. Mmm, non una passeggiata…

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