Italia, basta un punto (Cocchi, Giammò, Azzolini, Martucci)

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Italia, basta un punto (Cocchi, Giammò, Azzolini, Martucci)

La rassegna stampa di domenica 17 settembre 2023

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Italia, è quasi fatta (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il primo sospiro di sollievo arriva intorno alle 16.30 quando Alexis Galameau mette in terra il match point contro il Cile: 1-0, poi intorno alle 21.30 un’altra splendida notizia, la vittoria del Canada sul Cile. Se il primo punto dei canadesi ci aveva permesso di continuare la corsa verso i quarti, la vittoria con sudamericani ci ha letteralmente spianato la strada. Nell’ultima giornata della fase a gironi di Bologna, oggi dalle 15, ci basterà vincere un solo match contro la Svezia per essere sicuri di un posto ai quarti di finale come secondi classificati del Gruppo A. Si può guardare avanti, immaginare un metà novembre nel tepore della Costa del Sol, a Malaga, a correre per l’Insalatiera che ci manca dal 1976. Un’idea per niente scontata visto come era partita la campagna di Bologna, con quel raggelante cappotto contro i canadesi. Martedì scopriremo anche quale sarà l’avversaria dei quarti. Al momento il ballottaggio è tra l’Olanda, che ha chiuso in testa il gruppo D, e una tra Australia, Gran Bretagna e Francia che oggi si disputeranno il primo posto del gruppo B. L’uscita di scena della Spagna toglie di mezzo un rivale tostissimo, soprattutto in casa, e anche gli Stati Uniti, privi di Taylor Fritz, sono stati spazzati via dalla Finlandia. L’unico vero, serissimo, ostacolo sarà rappresentato dalla Serbia di Novak Djokovic. Il numero 1 del mondo è volato a Valencia dopo aver trionfato a New York solo per consentire alla sua nazionale di guadagnare il posto a Malaga. Lui stesso ha dichiarato di avere messo l’Insalatiera nel mirino quest’anno, e l’Olimpiade il prossimo. E se il Djoker si mette in testa qualcosa, è difficile che qualcuno possa fargli cambiare idea. La vigilia della sfida finale contro la Svezia è trascorsa nella «bolla» che il capitano Volandri ha voluto per i suoi. Nessuna conferenza stampa, nessuna dichiarazione. Tutti i giocatori si sono allenati in tarda mattinata nel tendone che ospita i campi di allenamento, tranne Andrea Vavassori ancora alle prese con i problemi alla schiena. Al pomeriggio, liberi tutti, tra famiglia e riposo. Il futuro genitore Musetti e rimasto con la compagna Veronica che lo renderà padre a marzo, riposo per Sonego che ha giocato cinque ore da leone tra singolare e doppio contro il Cile. Filippo Volandri e Umberto Rianna hanno seguito la sfida tra Canada e Cile facendo i calcoli sul destino çhe ci sarebbe toccato oggi: «Penso che le difficoltà ci abbiano unito molto di più, sono orgoglioso dei ragazzi e anche che Berrettini sia con noi a tifare» è stato il pensiero del capitano che all’ora di cena ha comunicato la formazione, salvo ovviamente intoppi fisici dell’ultimo minuto. Oggi alle 15 alla Unipol Arena contro Baby Borg e compagni in uno dei grandi classici di Coppa Davis, ma con molto meno fascino rispetto al passato, sarà Italia-Svezia con Musetti pronto a tornare in singolare dopo l’esordio un po’ appannato. Il suo avversario sarà Elias Ymer, 175 al mondo e fratello del Mikael che si è da poco ritirato dopo una squalifica per essersi sottratto all’antidoping. Matteo Arnaldi sembra confermato come numero 2 opposto a Leo Borg nel match di apertura. Il doppio dovrebbe vedere di nuovo in campo Lorenzo Sonego, ancora con Musetti. […]

Italia, basta un punto per andare a Malaga (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

 

La paura di non staccare il pass per le Finals di Coppa Davis di Malaga di novembre, per l’talia è svanita poco prima delle 17 di ieri. A spazzarla via, rendendo nuovamente gli azzurri padroni del loro destino, è stato il canadese Alexis Galameau, vincitore nel primo singolare contro il cileno Alejandro Tabílo. Risultato che ha scongiurato così l’ipotesi di un 3-0 in favore dei cileni, unico risultato che ci avrebbe precluso la possibilità di accedere alla fase finale. Vinta 2-1 la sfida, il Canada si è guadagnato la chance di poter difendere il suo titolo lasciando all’Italia il compito di conquistare un solo punto nell’impegno di contro la Svezia: finiremmo con 4 vittorie e 5 sconfitte complessive, identico bilancio dei cileni contro cui però abbiamo vinto lo scontro diretto. Ieri uomo della speranza, era stato sempre Galameau che mercoledì aveva inflitto a Lorenzo Sonego la prima delle tre sconfitte: «Non potevo certo immaginare di ritrovarmi con quattro vittorie e nessuna sconfitta», ha poi dichiarato il canadese n.200 del mondo a fine match. Né immaginavamo noi di dover ricorrere a ipotesi e calcolatrici per disegnare la rotta verso le Finals di quest’anno. A spingere gli azzurri dovrebbe esserci ancora una volta Matteo Berrettini, atteso anche per oggi nel box azzurro. […] Le vittorie ottenute in rimonta da Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego contro il Cile hanno ridato entusiasmo all’ambiente. Il giovane sanremese, smaltita l’emozione, si è confermato agonista puro impermeabile alla pressione del momento; Sonny, scrollatosi di dosso il passo falso in avvio, ha ritrovato la connessione giusta con una competizione che già l’anno scorso per lui fu ricca disodfisfazioni individuali. Difficile che l’assetto subisca qualche variazione, prevedendo nei due singolari l’ingresso in scena di Lorenzo Musetti. […]

Sonego stakanovista è la certezza dell’Italia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Aggrappati a Sonego, ma senza farglielo pesare. Di Sonny alcuni dicono giri al contrario, forte con i forti, assai meno con i deboli. Ma è davvero così? Intanto, va ringraziato. Viene da una doppia impresa, Sonny di quelle che riscaldano i cuori, cosa quest’ultima che ormai succede solo in Davis, anche in questa Coppa stile Piqué rivelatasi quanta mai scombiccherata. Due vittorie di fila, singolare e doppio, quasi sei ore di tennis contro il Cile, a cominciare dal più alto in classifica tra gli avversari di questo girone, Nico Jarry, 22 Atp, nipote d’arte (il nonno, per ricordarlo, è Jaime Fillol, che giocò la finale 1976), battuto al terzo set dopo avergli sfilato 4 match point. Ma non basta, ora occorre superare la Svezia, che ha sbagliato strada ed è già finita fuori dalla “road to Malaga”. Situazione che l’Italia ha evitato proprio grazie al suo Sonny che ora tutti coccolano, ma a Bologna è venuto solo per il forfait di Sinner. Nuovo impegno, altro avversario… Elias Ymer, probabilmente, certo più simile al Galarneau canadese che Sonego ha sofferto nel match d’avvio della settimana coppistica, che non a Jarry “pezzo d’uomo” con i suoi 198 centimetri e il tennis alla Del Potro. Perché la discussione nata a margine della squillante prova di Sonny contro il Cile, nasce dalla confusione che si prova nell’esprimere un giudizio su un giocatore che sembra giocare meglio (benissimo in certe occasioni) contro i più forti, o i favoriti, e invece volgere al peggio con avversari che non dovrebbero creargli problemi Lorenzo assicura che chi lo dice finisce per fargli un torto. «L’importante è aver battuto il Cile, ho giocato bene, mi sono divertito, fare coppia con Musetti è un piacere. Galameau è stato un inciampo, ma vi ricordo che il canadese ha giocato contro di me a livello di un top30, a ribadire che in Davis le classifiche contano poco. E poi, sapete com’è il tennis. A volte ti pone di fronte avversari inferiori sulla carta che giocano però in un modo che infastidisce. Forse è il caso di giudicare i risultati in base alle prestazioni. Io continuo a essere convinto che contro il canadese non ho giocato male». Può darsi abbia ragione, Sonny. A me continua a sembrare che il suo meglio lo dia quando la carica nervosa è alta e riesce a prendere possesso del gioco. Nell’incertezza, gli auguro di scendere in campo sempre con i nervi a fior di pelle. Di buono c’è che quanta Galarneau si era preso con Sonny, l’ha restituito. La sua vittoria di ieri con Tabilo, primo match tra Canada e Cile, ha avuto il merito di chiarire subito la situazione. Il sostegno offerto a Pospisil per la vittoria del doppio ha chiuso poi la discussione: Canada promosso (2-1 con il Cile, terza vittoria) e Italia a Malaga se batte – con qualsivoglia punteggio – la Svezia di Leo Borg numero due ed Elias Ymer […]. L’unico dubbio per Volandri è con chi, oltre a Sonego, spezzare le reni alla Svezia. La conferma di Matteo Arnaldi, oppure papà Musetti? lntanto chiarisco il perché di quel “papà”…E’ di ieri la notizia che Lorenzo, 21 anni, il più giovane della Davis azzurra, e la fidanzata Veronica Confaloneri, […] sono in attesa di un figlio. A dare la notizia è stato lo stesso Lorenzo, che ha festeggiano con i compagni di squadra. […]

Azzurri in finale se vincono un match (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Non è un paese per giovani. O almeno non per giovani star, questa Davis targata-Piqué che verrà riformata ancora dopo 4 anni di critiche perché, per limitarsi a sole due tappe stagionali, è troppo concentrata in un giorno e troppo lontana dallo spirito del fattore-casa e dall’affetto dei tifosi. Chi può, chi ha importanti velleità di fine stagione, la fugge, come Carlos Alcaraz che ha ampie possibilità di riprendersi il numero 1 (da 2) e Jannik Sinner, papabile 4 (da 7), tutti e due molto più interessati agli ultimi 2 Masters 1000 dell’anno e alle ATP Finals. Mentre i grandi vecchi, dal 38enne Stan Wawrinka ai 36enni Novak Djokovic ed Andy Murray, hanno risposto felici alla chiamata della bandiera. Anche il 37enne Rafa Nadal voleva regalare alla patria un’altra stagione di Davis, dopo averne vinte 5, ma si è arreso ancora agli infortuni. E così la Spagna, senza il nuovo alfiere, il 20enne Alcaraz – provato nel fisico e nel morale dalla bocciatura agli US Open dov’era campione uscente – ha perso 3-0 contro Repubblica Ceca e Serbia nelle qualificazioni casalinghe di Valencia e salterà clamorosamente il 21-26 novembre le finali sempre sul terreno amico di Malaga. Come il neo 20enne Alcaraz, anche il 22enne Sinner, fortemente provato dall’ultimo Slam della stagione, desideroso di colmare i buchi neri del suo bagaglio per riscattarsi nei prossimi appuntamenti sul Tour, dopo aver confermato il sì a capitan Volandri, ha fatto marcia indietro, privando a Bologna la nazionale di almeno un punto sicuro in singolare. Diversa la rinuncia del 23enne Felix Auger Aliassime, protagonista assoluto della storica Davis vinta l’anno scorso col Canada: ha dato forfait dopo una stagione con le gomme sgonfie, e il “gemello” il 24enne Denis Shapovalov è a Bologna ma – ancora col problema al ginocchio – è in panchina a tifare per i giovani compagni Galarneau e Diallo, e il veterano Pospisil. Che, comunque, hanno battuto Italia e Svezia 3-0 e, strappando un singolare al Cile a qualificazione già in tasca, hanno concesso all’Italia di decidere il proprio destino, e quindi di garantirsi il biglietto per Malaga: sarà sufficiente vincere uno dei tre incontri contro la Svezia. […]

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Laver Cup: Team World avanti 10-2 ad un passo dal titolo

Basterà un successo nella giornata conclusiva al Team World per bissare il trionfo dello scorso anno. Ruud unico a vincere per la squadra europea

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Ben Shelton e Felix Auger-Aliassime - Laver Cup 2023 Vancouver (via Twitter @LaverCup)

Continua il momento no del Team Europe alla Laver Cup. Dopo la debacle della prima giornata con quattro sconfitte nei quattro match disputati, anche la seconda giornata di gioco alla Rogers Arena di Vancouver è a favore del Team World che conquista tre sfide su quattro e si porta sul 10-2 ad una sola vittoria dal titolo.

Come noto il regolamento della competizione a squadre tra l’Europa e il Resto del Mondo assegna un punteggio diverso in base alla giornata di gioco. Nel Day 1 ogni match vinto vale un punto, nel Day 2 vale due punti, nella giornata finale 3 punti.

Sul punteggio di 4-0 a favore del Team World che ha segnato la prima giornata, l’unico a regalare un sussulto alla squadra del vecchio continente è Casper Ruud, mentre Rublev e Hurkacz non possono nulla contro gli statunitensi Fritz e Tiafoe. Anche il doppio si rivela a senso unico, con Auger-Aliassime e Shelton che chiudono la pratica in due set. 

 

T. Fritz (Team World) b. A. Rublev (Team Europe) 6-2 7-6 (3)

In qualsiasi situazione in cui si gioca come una squadra, sento che il mio gioco diventa qualitativamente migliore“, ha dichiarato Taylor Fritz dopo il successo contro Andrey Rublev. Come dargli torto se si pensa al dominio dello statunitense nel primo set. Solo due punti ceduto al servizio, uno dei quali con un doppio fallo e il 100% di punti con la prima. 

La mano del russo trema sin dal primo game, con Fritz abile a strappare il servizio, capitalizzando subito la palla break, portando Rublev a sbagliare di rovescio. Il russo ha ceduto nuovamente il servizio nel quinto gioco trovandosi sotto 4-1 pesante. Per Fritz è stata una formalità chiudere il primo set.

Nel secondo le cose si sono fatte più complicate per lo statunitense, a causa di percentuali al servizio più basse e ad una maggiore aggressività del russo. Rublev scappa via sul 4-1, annullando anche una palla del contro break. Da lì riparte la rimonta del numero 8 ATP che prima rimette il set in equilibrio e poi è abile ad annullare anche un set point al russo. Il tie-break è a senso unico dal 3-2 Fritz piazza tre punti consecutivi, chiudendo al secondo match point.

Sento che le mie statistiche nei tornei a squadre sono davvero solide perché ho una squadra che fa il tifo per me. Mi sento su di giri. Sono entusiasta di giocare per loro. Aggiunge solo più pressione ma penso di giocare meglio in questo tipo di situazioni”. ha dichiarato Fritz a fine match,

Pressione che non ha spaventato lo statunitense che ha portato il Team World sul 6-0.

C. Ruud (Team Europe) b. T. Paul (Team World) 7-6 (6) 6-2

Non è una stagione da ricordare al momento per Casper Ruud che, eccezion fatta per il Roland Garros, ha vissuto molti momenti negativi. Chiamato a tenere in vita un Team Europe ad una passo dal tracollo il tennista norvegese ha confermato la sua efficacia quando di fronte ha lo statunitense Tommy Paul, sempre sconfitto in campo. L’unica vittoria dello statunitense arrivò per ritiro di Ruud nel terzo set a Washington nel 2017. 

Ho davvero pensato che fosse giunto il momento di giocare forse la migliore partita dell’anno e non ci sono andato così lontano“, ha dichiarato Ruud.

Il norvegese è stato il primo a cogliere l’ occasione per un break, punendo una discesa a rete di  Paul con un passante di dritto, portandosi in vantaggio per 3-1. Il ventiseienne statunitense, alla sua prima partita in singolare in Laver Cup, si è subito costruito due chance del controbreak, negate dall’ottimo servizio di Ruud. Servizio che però ha tradito il norvegese nel settimo gioco (perso a zero). 

Si giunge ad un tie-break equilibrato, che Ruud porta a casa – annullando un set point- al termine di uno scambio da venti colpi, chiuso con un dritto inside out. 

Il momento è a favore del norvegese che piazza il break in apertura di secondo set e non concede più nulla al servizio per il 6-2 finale.

5 ace, l’ultimo dei quali sul match point, 11 vincenti di dritto e la capacità di convertire tutte le palle break ha fatto la differenza a favore di Ruud che ha riaperto per un momento la sfida.

F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz (Team Europe) 7-5  6-3

La sessione serale si apre sul punteggio di 6-2 a favore del Team World. E il vantaggio diventa ancora più ampio quando la furia di Frances Tiafoe si abbatte sul polacco Hubert Hurkacz. 

Il servizio è un fattore per entrambi, con la sfida che viaggia sui binari dell’equilibrio, sebbene il polacco mostri percentuali allarmanti sulla seconda.

Il polacco, numero 16 ATP, avrebbe anche l’opportunità di far girare la partita dalla sua parte. Ma sulla palla break che sarebbe anche set point Tiafoe si salva con il servizio. Break che arriva nel gioco successivo con Hurkacz che spara un dritto out sulla palla break. Per lo statunitense è una formalità chiudere il set. 

Sulla scia di quanto fatto nel primo set Tiafoe piazza il break in apertura e non concede più chance a Hurkacz, che capitola dopo un’ora e quindici di gioco. 

Ho giocato davvero bene stasera“, ha dichiarato sorridendo il numero 11 ATP. “Il fatto di far parte di una squadra è qualcosa di così atipico per noi tennisti, trattandosi di uno sport individuale, ma volevo giocare per loro e farlo bene per la squadra”. Ha concluso Tiafoe.

F. Auger-Aliassime/B. Shelton (Team World) b. H. Hurkacz/G. Monflis (Team Europe) 7-5  6-4

Sconfitto in singolare Hurkacz torna in campo in doppio a fianco di Gael Monflis. Per il duo europeo non c’è stato nulla da fare contro la coppia composta dal rinato Auger-Aliassime (assente per il suo Canada a Bologna in Davis) e Ben Shelton.  Successo in due set che vale il 10-2 Team World che si trova a un solo successo dal titolo. Basterà una vittoria domenica per chiudere la contesa e bissare quanto fatto lo scorso anno a Londra.

È incredibile, quando giochi a fianco di un ragazzo che serve e risponde come Felix. È un tennista atletico e quando torna indietro per recuperare i pallonetti, è un momento divertente“, ha dichiarato Shelton a fine match. “Lo chiamiamo Laver Cup Felix perché questa settimana si trasforma in un giocatore speciale. Sono felice di aver potuto condividere il campo con lui almeno una volta.”

“Do il meglio di me quando gioco non solo per me stesso ma anche per i compagni di squadra”, ha dichiarato Auger-Aliassime. “Ben è stato al mio fianco fino alla fine di quella partita. È stata dura per me portarla a casa”, ha aggiunto il canadese, riferendosi al quattro match point sciupati sul 5-3.

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ATP Chengdu: Musetti in carrozza. Batte tranquillamente Rinderknech e si regala Safiullin

Prestazione eccellente e matura dell’azzurro, che nella terza semifinale del suo 2023 se la vedrà con il russo

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Lorenzo Musetti - Stoccarda 2023 (Twitter @federtennis)
Lorenzo Musetti - US Open 2023 (Twitter @federtennis)

[2] L. Musetti b. A. Rinderknech 6-3 6-3

Lorenzo s’è desto. A quasi un anno di distanza Lorenzo Musetti ritrova una semifinale sul cemento, che gli mancava dall’ATP250 di Napoli, torneo che poi vinse. Agguanta per la terza volta un posto tra gli ultimi quattro del torneo in questo 2023, dopo le sconfitte con Tsitsipas a Barcellona e con Ruud a Bastad. Stavolta la situazione sarà un po’ diversa, dato che giocherà da favorito contro un avversario decisamente alla portata, per quanto in crescita, come il russo Roman Safiullin, che ha approfittato del ritiro di Jordan Thompson, dopo aver vinto 7-6(1) il primo set, per raggiungere la terza semifinale della carriera (ultima a Tel Aviv 2022, perse contro Djokovic). Musetti arriverà al match contro il russo con il vento in poppa, dopo aver disposto come voleva di uno spento Arthur Rinderknech, che mai ha saputo tenere botta al ritmo incalzante, vario e mai banale dell’azzurro. Un Lorenzo spettacolare sicuramente, ma anche molto cinico e maturo nel gestire i punti nell’incontro odierno, contando tanto sugli errori e i dubbi del francese per vincere senza troppi problemi e in poco tempo.

Il match- Non solidissimo inizio da parte del francese, che è obbligato a tenere buoni numeri nello scambio, specie sul dritto, per contenere Musetti. L’azzurro, da parte sua, dovrà tentare di sfruttare queste lacune soprattutto in risposta, così da imporre il suo ritmo anche sul pericoloso servizio di Rinderknech. In un quarto game da cancellare, indotto sotto pressione da una buona propensione in ribattuta, il n.67 al mondo commette un doppio fallo e tre gravi errori di dritto, regalando il break all’azzurro. Che, con il progredire della partita, cambia drasticamente passo. Viene fuori un Musetti scanzonato, bravo ad esprimere il meglio del proprio tennis, manovrando lo scambio e lanciando lob, smorzate, discese a rete che hanno quasi del sublime, per stanare il francese. Questi, da parte sua, pur raddrizzatosi un po’ al servizio continua a sbagliare tanto da fondo, incapace di tenere il passo dell’azzurro. Con l’81% di punti con la prima, maturati più dallo scambio conseguente che dal servizio in sé, Musetti mette le mani per 6-3 su un primo set dominato. Tranne il primo game ai vantaggi, Rinderknech è arrivato massimo a 30 in risposta, senza mai godere di palle break. Un tennis fresco, divertente ed efficace, manda meritatamente in vantaggio una versione di primissima qualità di Lorenzo.

 

Il secondo parziale si apre come si era chiuso il primo: tanti, quasi solo, errori di dritto da parte di Rinderknech, che permette così a Musetti di scappare subito sul 2-0 con il break nel primo game. La tds n.2 comunque brilla nel commettere pochi errori e non offrire riferimenti allo già smarrito francese. Il ragazzo di Gassin sembra trovare un po’ di fiducia con l’evoluzione del parziale, inizia a sbagliare un po’ di meno, pur prendendosi qualche rischio in più, tra colpi vicino alla riga e discese a rete, per non lasciare l’iniziativa all’avversario. Ciononostante a Lorenzo basta un minimo variare il ritmo per far riemergere le incertezze di Arthur, che nel settimo game ritorna ai soliti errori, concedendo due palle break. Per una volta nell’incontro ritrova solidità, così da annullarle entrambe sfruttando servizio e dritto. Ma è un fuoco fatuo: con un game finale di altissimo livello, in cui si esalta (tardivamente) anche il francese, Musetti infila il doppio break che gli vale la vittoria. Un paio di passanti al limite del possibile, ottenuti solleticando le lunghe leve di Rinderknech per farlo venire a rete, sono manifesto della gran partita dell’italiano: divertente al punto giusto, qualche vezzo qua e là senza esagerare, grande solidità e capacità di sfruttare le lacune di un avversario decisamente al di sotto del suo livello. Miglioramenti netti in confronto alla sfida con Sekulic, che lasciano buone sensazioni in vista della semifinale.

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WTA Guadalajara: festa Sakkari! Interrotto il digiuno della tennista greca

Dopo quattro anni e mezzo conquista nuovamente un titolo la tennista greca, il più importante della sua carriera. La sorpresa Dolehide si arrende in due set

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Maria Sakkari - WTA 1000 Guadalajara (via Twitter @WTAGuadalajara)

[2] M. Sakkari b. C. Dolehide 7-5 6-3

Al termine di una settimana nella quale ha lasciato le briciole alle sue avversarie, non concedendo nessun set nella strada verso il successo, Sakkari conquista il titolo del Guadalajara Open AKRON. Il successo nel torneo WTA 1000 messicano arriva sconfiggendo per 7-5 6-3 la sorpresa del torneo, la statunitense Caroline Dolehide, numero 111 del ranking WTA.

Dopo quasi quattro anni e mezzo finisce il digiuno di Maria Sakkari. A Guadalajara è, infatti, giunto il momento giusto per festeggiare per la tennista greca. Sakkari ha dovuto attendere quasi un lustro per tornare a sollevare un titolo dopo il WTA International (ora WTA 250) conquistato a Rabat nel maggio 2019, unico alloro a livello WTA presente prima della trasferta messicana nel suo palmares. Sono poi arrivate sei sconfitte consecutive in finale, una delle quali proprio a Guadalajara nel 2022.

 

IL MATCH

La sfida comincia subito a favore della greca, brava ad identificare il rovescio della statunitense come il punto debole della numero 111 al mondo. Dolehide si salva ai vantaggi nel primo game., Deve però cedere il servizio nel terzo gioco, con Sakkari che piega il rovescio della statunitense al termine di una battaglia sulla diagonale. La greca non sfrutta il vantaggio, giocando un terribile ottavo gioco nel quale restituisce il favore alla sua avversaria riportando il set in equilibrio. Sul 5-5 Dolehide è ancora in difficoltà. Si trova a fronteggiare palla break e lo fa nel peggiore dei modi, commettendo un doppio fallo sanguinosissimo che concede il break che si rivelerà decisivo alla sua avversaria. Sakkari, infatti, punta ancora sul rovescio di Dolehide e un altro errore della statunitense le vale il primo set.

Sakkari continua la sua pressione anche ad inizio secondo set, conquistandosi subito un’occasione per il break in apertura. Sventato il pericolo, Dolehide avrebbe l’occasione per alimentare le sue speranze di titolo, ma la greca annulla la palla break a sfavore. Nel gioco successivo, attaccando ancora Dolehide sulla parte del rovescio, conquista il vantaggio che mai più cederà. La statunitense chiamata a servire per rimanere nel match va ancora sotto pressione e con un serve & volley mal eseguito regala a Sakkari il punto che dà il via alla festa per la greca.

Per Sakkari sono stati 19 i vincenti a fine match contro gli otto della statunitense. La greca ha convertito 4 delle undici palle break per portarsi a casa il titolo.

È incredibile, sono senza parole“. Le parole rilasciate a caldo da Sakkari, dopo la partita. “Sono passati quattro anni e mezzo da quando ho vinto il mio primo titolo e finalmente sono riuscita a conquistare il secondo. Tutti i pensieri che mi sono passati per la mente in tutto questo tempo sono stati molto difficili da superare. Sono molto orgogliosa di me stessa per averlo fatto questa settimana.”

Sento di non aver ancora realizzato davvero quello che ho fatto questa settimana” ha aggiunto la tennista greca.  “Ci vorrà un po’ di tempo. Ma allo stesso tempo, voglio solo godermi davvero il momento oggi e domani, e continuare a lavorare sodo, perché sono sicura che arriveranno altri titoli in futuro.”

Sakkari è la prima tennista a conquistare un WTA1000 in stagione senza cedere un set e la prima a farlo in un “1000” sul duro da marzo 2022, quando Swiatek fece percorso netto a Miami.

Per la greca arriva anche un salto in classifica dalla posizione 9 salirà sino al numero 6. Passo in avanti anche nella race verso Cancun. Sakkari si attesta ora alla posizione numero 9 a poco più di 300 punti di distanza dalla tunisina Jabeur, ottava in classifica.

Per Sakkari il tempo di festeggiare è breve, dato che l’attende un viaggio attorno al mondo direzione Tokyo, per il WTA500 giapponese. Torneo nel quale esordirà al secondo turno grazie ad un performance bye.

Dolehide dal canto suo avrà comunque qualcosa per cui festeggiare. La settimana da sogno in Messico le permette una scalata nel ranking WTA che le permette di entrare per la prima volta in carriera in top 50. La venticinquenne statunitense, infatti, sinora vantava come best ranking la posizione 99.

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