Era il 23 marzo del 2022, quando il mondo del tennis fu scosso da un terremoto, così fulmineo, così inaspettato: il ritiro di Ashleigh Barty, n.1 al mondo dal 2019 e fresca vincitrice dello Slam di casa. La scelta fu diretta, inequivocabile, e già si intravedeva come avrebbe lasciato pochi margini di speranza ad un eventuale rientro. Un anno e mezzo dopo, con l’australiana che nel frattempo è anche diventata madre, si vociferava, si lanciavano piste, su un suo ritorno in campo al WTA 500 di Brisbane, la sua città natale. Torneo sempre amato dai fan, che prenderà le azioni dal 31 dicembre al 7 gennaio 2024 per la parte femminile, addirittura con un ampliamento del tabellone a 48 giocatrici.
Ma neanche l’aria di casa e il calore australiano, come riportato dal The Sidney Morning Herald, riporteranno in campo Ash: “Non ho tempo di allenarmi, non ho tempo di prepararmi, e ho così tanti bei ricordi su questo campo che ora posso crearne solo di nuovi“. Parole di per sé abbastanza definitive, a cui fa eco la volontà ben chiara del percorso che prenderà forma nel suo futuro: “Di certo non tornerò dal ritiro. Più probabile che lo faccia Pat [Cash]“. L’ex n.1 al mondo si è ufficialmente ritirato nel 2006 e ha ora 58 anni, per rendere l’idea della scelta senza rimorsi di Barty.
Il ritiro della tennista di Brisbane ha creato un buco, presto riempito da Iga Swiatek, trovatasi a battagliare poi con Aryna Sabalenka per il trono di n.1 al mondo, nel tour. Ma anche, e soprattutto, in Australia, dove l’attuale prima nel ranking è Kim Birrell alla 103esima posizione, quindi neanche una giocatrice in top 100 per il Paese. “Ovviamente non ci sono così tante ragazze in top 100 come vorremmo“, commenta Barty, “ma ce ne sono molte che si stanno sviluppando, stanno affinando l’abilità. Ci vuole tempo per capire come pensi di poterti inserire, di poter crescere nel tuo gioco. Sono entusiasta di vedere dove potranno arrivare nei prossimi 5 o 10 anni“.
Traspare ottimismo, come ben visibile, da parte dell’ex n.1 al mondo per il futuro del tennis del suo Paese, che sta avendo buoni riscontri in campo maschile, e aspetta di tornare alla ribalta in quello femminile. Ma quello che tanto entusiasma Barty sembra essere soprattutto il circuito femminile in generale, con le sfide e il livello che oggi alcune ragazze stanno raggiungendo.
“Ci vuole intensità“, commenta a proposito della sfida per la prima posizione, “devi giocare al massimo del tuo livello, devi essere continua in un calendario di 52 settimane per mantenere la tua classifica ai vertici mondiali. Penso che per il gioco femminile sia entusiasmante, crea fame, passione e motivazione per le ragazze che vogliono essere le migliori e sanno che c’è un’opportunità di raggiungere il primo posto“. Un tennis che l’australiana vede in continuo progresso e divenire, con miglioramenti e più spettacolo all’orizzonte. Un gioco che si presenta sempre più vario, con sempre più interpreti capaci di fornire qualcosa di diverso, una giocata in più, di restituire entusiasmo: “Il gioco si è adattato, è cresciuto, si può vedere dal fatto che in top 10 ci sia un misto di ragazze capaci di utilizzare diversi tipi di gioco“.
Lo dimostra l’aver avuto quattro vincitrici Slam diverse, e ben 7 finaliste, con la sola Sabalenka capace di ripetersi, in Australia e a New York. Dubbi, duelli, grandi partite: questo sognano gli appassionati, questo vede (e spera) Barty. Che, chiaramente, rimanda tutto al torneo di casa, in quel di Brisbane: “Con il Brisbane International, ci sarà un mix di stili differenti che creerà abbinamenti davvero entusiasmanti“.