Attacco al re (Crivelli). Ancora Djokovic così Sinner misura la sua maturità (Valenti). Sinner, missione possibile (Ercoli). Medvedev una sentenza (Guerrini). Zverev liquida Alcaraz (Giammò). Sascha il rapace fa di nuovo paura (Azzolini). Servizio e varietà contro esperienza (Panatta). Sinner contro il migliore (Piccardi). Sinner prova l'assalto al cannibale (Martucci). Nole eviterà il flipper (Santopadre)

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Attacco al re (Crivelli). Ancora Djokovic così Sinner misura la sua maturità (Valenti). Sinner, missione possibile (Ercoli). Medvedev una sentenza (Guerrini). Zverev liquida Alcaraz (Giammò). Sascha il rapace fa di nuovo paura (Azzolini). Servizio e varietà contro esperienza (Panatta). Sinner contro il migliore (Piccardi). Sinner prova l’assalto al cannibale (Martucci). Nole eviterà il flipper (Santopadre)

La rassegna stampa di martedì 14 novembre 2023

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Attacco al re (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Un esame di coscienza tennistica. Una sorta di training autogeno contro il rivale più terribile per scoprire il proprio posto nel mondo e con quale destino confrontarsi nei mesi e negli anni a venire. A Jannik Sinner accadrà stasera alle 21, quando tra i lustrini e le paillettes di un PalaAlpitour una volta di più senza neppure un seggiolino libero entrerà in campo per confrontarsi con il più forte, Novak Djokovic, il titano che ha appena confermato il numero uno del mondo di fine stagione e il 20 novembre festeggerà le 400 settimane complessive in vetta alla classifica, numeri irreali e sovrumani. E la Volpe Rossa si avvicina all’appuntamento con l’umiltà e la consapevolezza dell’apprendista che sa di poter arrivare alle conoscenze dei Maestri: «Quella con Nole sarà una sfida, una prova per tante cose messe insieme, che mi dirà dove sono realmente». La filosofia dello sport. […] Intanto, un posto speciale Jannik se lo è già assicurato: nel cuore degli italiani. La passione che si respira in questa terza edizione delle Finals torinesi, l’entusiasmo palpabile, la ricerca spasmodica di biglietti ormai introvabili sono i segni inequivocabili dell’epifania di un nuovo eroe nazionale, che smuove il sentimento popolare come i grandi del passato, da Tomba a Valentino Rossi, con la città punteggiata quasi solo dai suoi manifesti: «E’ bello vedere queste cose. La passione non solo per me, ma per il tennis in generale. La stagione che ho giocato mi ha autorizzato a venire qui con un atteggiamento positivo. È stato utile arrivare in anticipo, una settimana prima del torneo, per abituarmi alle condizioni. Spero di poter continuare nel modo in cui ho giocato contro Tsitsipas. Nole ha avuto una stagione pazzesca, ha vinto tre Slam, è il numero uno: sono contento di affrontarlo di nuovo». […] Se contasse il barometro delle emozioni, la partita avrebbe dunque un vincitore già annunciato, ma il tifo e il calore non fanno punti, anche se costituiranno una spinta importante per Sinner. E, a ogni modo, l’Italia è uno dei paesi dove il Djoker è più amato. Quindi, conteranno le sensazioni in campo e ovviamente i precedenti, tutti e tre per Novak, l’ultimo a luglio nelle semifinali di Wimbledon. E, se e vero che Jannik può addirittura qualificarsi già stasera se batte il serbo due set a zero oppure se vince con qualsiasi punteggio e nel pomeriggio Tsitsipas avrà sconfitto Rune, la partita dovrà indicare qual è la distanza attuale che ancora separa i due. […] Anche solo rispetto al match di Londra di quattro mesi fa, Jannik è cresciuto molto al servizio, che adesso gli concede di prendere il fiato con punti facili quando il game si complica, è maturato fisicamente, un atout importante contro il più formidabile atleta del circuito, e da fondo può dettare il ritmo contro qualsiasi avversario. Ma davanti avrà il difensore più straordinario, il possessore della miglior risposta al servizio, un mago delle variazioni e della lettura dei momenti caldi. Sarà impensabile, per il numero 4 del mondo, provare a sfondare Djokovic solo con l’aggressività da dietro e dunque diventerà vitale approfittare dell’eventuale bassa percentuale di prime del Djoker per attaccarlo subito sulla seconda, o provare proficue sortite a rete quando l’altro accorcerà la gittata dei colpi di qualche centimetro. […] Manco a dirlo, occorrerà la partita perfetta, e potrebbe non bastare al cospetto di un fenomeno che si è pure liberato della pressione di confermare il primato nel ranking: «Giocare con la possibilità di diventare per l’ottava volta numero uno di fine stagione mi ha messo un po’ di pressione, volevo che ciò accadesse subito per non complicare in qualche modo questo obiettivo. Ora tutto quello che viene è un bonus». Lo splendido 36enne, dopo tre ore e 3 minuti di battaglia feroce, era più pimpante di Rune, che ha 16 anni meno di lui: «Per stare alla pari con questi ragazzi, devo lavorare come e più di loro. Jannik è uno dei colpitori da fondo campo più veloci e forti che si sono visti sul circuito negli ultimi anni. Conosco molto bene il suo gioco: è vero, non ho mai perso contro di lui, ma abbiamo avuto dei match molto equilibrati».

Ancora Djokovic così Sinner misura la maturità (Gianni Valenti, La Gazzetta dello Sport)

Le Finals di Jannik Sinner vivono questa sera un momento davvero importante. C’è la sfida con Novak Djokovic, numero uno del mondo e favorito del torneo. È l’incontro più atteso, un match che i tifosi italiani sognano essere una sorta di antipasto della finalissima prevista per domenica. La realtà ci dice pero che è bene rimanere con i piedi ben piantati per terra. L’incontro odierno sarà importante soprattutto per il passaggio alle semifinali. II girone del campioncino azzurro si sta dimostrando, infatti, tutt’altro che semplice. Jannik domenica si è sbarazzato fin troppo agevolmente di Stefanos Tsitsipas, che non sta certo attraversando un grande periodo di forma a causa dei malanni al gomito e alla schiena. È vero che Sinner ha giocato un gran bel tennis, ma di fronte non aveva certo la versione migliore del greco destinato a essere l’anello debole del raggruppamento verde. Dando per scontato il livello […] di Novak Djokovic, chi ha davvero impressionato e fino a questo momento veste i panni del terzo incomodo è Holger Rune. La sua è stata un’annata condizionata dall’infortunio alla schiena patito agli Internazionali d’Italia di Roma. Da allora la corsa dell’enfant prodige danese […] verso la vetta del ranking si è notevolmente rallentata. Tanto dolore, molte sconfitte. È riuscito a qualificarsi in extremis per Torino mettendosi nelle mani di Boris Becker. E qualcosa è cambiato. L’altra sera con Djokovic abbiamo rivisto il giocatore che aveva colpito tutti per potenza e intensità. Rune ha sì perso contro il numero uno del mondo, ma facendogli vedere a tratti i sorci verdi. Dunque il ragazzo danese che nessuno si aspettava protagonista qui alle Finals torinesi è oggi un cliente difficile sul cammino del nostro Jannik. Ecco perché il match di questa sera contro Djokovic assume tanta importanza. Vincere, oltre a essere un’impresa, vorrebbe dire assicurarsi quasi sicuramente il passaggio del turno e fare un pieno di autostima che probabilmente trascinerebbe Sinner in finale. Certo sarà tutt’altro che facile. Lasciando stare i precedenti […], Nole ha dimostrato ancora una volta che quando è necessario il suo tennis diventa inarrivabile per chiunque. Come si dice in questi casi, servirà la partita perfetta e anche qualcosa di più. Contro di lui Jannik misurerà a pieno le sue ambizioni in questo torneo dei maestri. Il grande entusiasmo che circonda il ragazzo della Val Pusteria per fortuna sembra solo motivarlo e non essere quel boomerang che spesso in passato ha tradito i tennisti italiani che giocavano davanti al proprio pubblico. Insomma, i tifosi che riempiranno il Pala Alpitour potranno davvero essere l’uomo in più della sfida. Detto questo, Sinner dovrà metterci molto del suo e tirar fuori dalla racchetta il tennis migliore. Contro una macchina come Nole non sono ammessi passaggi a vuoto, è necessario tenere un’alta percentuale con la prima di servizio e variare molto il gioco utilizzando anche la smorzata. Invece di correre, bisogna far correre Djokovic che, non dimentichiamolo, ha 36 anni e porterà ancora nelle gambe le tre ore passate in campo contro Rune. Il giorno dell’esame di maturità è arrivato. Jannik ha studiato tanto e ha voti molto alti. Stasera va in cerca della lode.

Sinner, missione possibile (Lorenzo Ercoli, Il Corriere dello Sport)

Una vigilia particolare, vibrante come quella di un big match calcistico, promette uno spettacolo degno della miglior prima serata. Si alza il sipario: è tempo di Sinner-Djokovic. A Torino lo show offerto dai migliori otto giocatori al mondo procede incessante ma, tra un applauso e l’altro, sugli spalti del Pala Alpitour non si parla che di una partita, quella più attesa sia dagli appassionati azzurri che, a questo punto, dallo stesso Jannik. Tra sogno e scaramanzia l’Italia fantastica su una sfida che può segnare l’avventura dei protagonisti più arresi della kermesse. […] I successi dell’esordio sono differenti, ma altrettanto convincenti. Da una parte l’uragano Sinner si è abbattuto su un incostante Tsitsipas, dall’altra Note si è confermato il campione capace di superare ogni avversità e fare la differenza quando conta. il fatture “Djoker” lo ha sperimentato anche l’altoatesino, nel 2022 sconfitto in rimonta a Wimbledon dopo essere stato avanti due set. Nei precedenti il nume uno d’Italia insegue per 3-0, il più recente è quello netto della semifinale di Wimbledon giocata a luglio e vinta dal serbo per 6-3 6-4 7-6. Nei numeri sembrerebbe un’involuzione per il pusterese, che giura però di essersi sentito più vicino al numero uno del mondo di quanto fosse dodici mesi prima. Sfatato l’enigma Medvedev da battere rimangono solo Djokovic e Rune, proprio i rivali con cui si giocherà il prestigioso passaggio alle semifinali. Percentuali del servizio fantascientifiche, una risposta incisiva da subito, la potenza dei colpi da fondo e l’accuratezza delle discese a rete. […] L’allievo del duo Vagnozzi/Cahill dovrà attingere a tutto l’arsenale per scalfire l’avversario che non crolla mai, quello che in un 2023 da tre titoli Slam può raccontare di aver avuto annate migliori: «Ci sono stati altre stagioni in cui ho vinto tre Major e ci sono stati anni come il 2011 ed il 2015 dove ho vinto più partite e mi sono sentito dominante. Sinner? Sta giocando la migliore stagione della sua vita, il pubblico gli darà la forza per giocare il suo miglior tennis. Con lui non ho mai perso, ma ci sono già andato in lotta. Sarà un grande match». Nel giorno in cui è stato incoronato come numero 1 di fine stagione, prima della consegna del premio Nole si è divertito tra balli e dirette lnstagram. Il serbo ha vissuto una vigilia serena e sa ciò che lo aspetta. Non cambia neanche la routine di Jannik che si è allenato al Circolo della Stampa. Circondato dal team al completo e sotto lo sguardo amorevole della famiglia e della compagna Maria Braccini. […] Le combinazioni che permetterebbero a Sinner di sigillare il passaggio anticipato del turno sono due: la vittoria in due set su Djokovic ed il successo in tre parziali a condizione che nel match pomeridiano Tsitsipas superi Rune. Nole è favorito ma la crescita di Sinner non è passata inosservata, come racconta il preparatore atletico del serbo Marco Panichi: «Jannik è il talento che è cresciuto di più negli ultimi mesi e così migliorerà per molti anni. Sarà una un match fisico e mentale: un grande spettacolo».

Zverev liquida Alcaraz (Ronald Giammò, Il Corriere dello Sport)

Ahi ahi, Carlos. Iniziano male le prime Atp Finals di Carlos Alcaraz, sconfitto nel suo match d’esordio in tre set da Alexander Zverev […] che […] torna così in vantaggio 4-3 negli scontri diretti con lo spagnolo. Certo, le Finals sono l’unico torneo che anche in caso di sconfitta consente di coltivare ancora ambizioni di vittoria finale, ma il giocatore ammirato ieri in campo […] è apparso la copia un po’ sbiadita di quello ammirato per buona parte della stagione. A sostenere l’impressione poi ci sono anche i numeri. Quella contro Zverev è stata infatti la terza sconfitta consecutiva del murciano, battuto nell’ultimo mese prima da Dimitrov a Shanghai e poi al primo turno di Bercy da Safiullin, circostanza questa che non accadeva dal lontano 2021. È vero, Zverev ha servito da altezze siderali e con precisione crescente ma Carlitos non è sembrato riuscire mai a trovare il modo di leggerne la battuta né tantomeno di insidiarlo con la risposta. Non ultime, ecco poi le parole consegnate in conferenza stampa a tradire la poca confidenza con delle condizioni di gioco da lui ritenute troppo veloci: «La superficie è veloce, non ci sono dubbi. Gli altri tornei che giochiamo sul sintetico hanno superfici molto più lente: non capisco la ragione alla base di una scelta del genere nel torneo che chiude l’anno». Sportivo come sempre nell’accettare il verdetto del campo, Alcaraz non ne ha voluto sapere però di ammettere un calo che dal trionfo di Wimbledon in poi, complici qualche infortunio di troppo, non lo ha più visto vincere alcun titolo: «Sono uno dei tennisti che quest’anno ha giocato di più ma mi sento bene fisicamente. Ho buone sensazioni che ho ritrovato dopo un periodo nel quale non mi sentivo bene a livello tennistico. Avrei voluto arrivare qui in una condizione migliore ma per me questa è un’esperienza incredibile». Che non potrà comunque concludersi con il riconoscimento di n.1 di fine stagione, obiettivo centrato l’altro ieri da Novak Djokovic grazie alla vittoria contro Holger Rune e festeggiato ieri in campo dallo stesso Nole a pochi minuti dal via del match del murciano, suo rivale in stagione con cui più volte si è scambiato l’ambita posizione. Ma anche in questo caso, anziché cadere in tentazione, Alcaraz ha professato invece sportività riconoscendo a Nole tutti i suoi meriti e dandogli appuntamento al prossimo anno: «Io ho combattuto a lungo per la prima posizione ma la distanza dopo gli ultimi tornei era cresciuta. Congratulazioni a lui per la sua incredibile stagione, spero di avere le mie chance il prossimo anno». Prima però c’è da centrare la qualificazione per le semifinali di queste Finals che dovrà passare necessariamente da una vittoria domani. Dovrà vedersela con Rublev che ieri sera ha perso il derby russo […] contro Daniil Medvedev che, invece, troverà Zverev. Troppo presto per pendersi in calcoli. Quel che potrà fare però stasera, al termine del match tra Djokovic e Sinner, è cominciare a intuire quello che potrebbe essere il suo eventuale rivale. Consapevole che questo scenario non dipenderà più solo da sé stesso.

Piange il tenero Andrey Medvedev una sentenza (Piero Guerrini, Tuttosport)

Andrey Rublev fa tenerezza. È sempre lì che fatica, sbuffa, urla, corre, picchia la palla e a volte se stesso con la racchetta, quando sbaglia. Ha un gran tennis, ci mancherebbe, ma un gioco solo, un’unica tattica. Ed è fragile, troppo autocritico. È brillante, ironico, intelligente, è amico di tutti gli avversari, compresi quelli di altissimo livello con cui divide la tavola. E non crediamo sia perché poi non li batte quasi mai. A Rublev vuoi bene per forza. Lo consolerebbero tutti anche al Pala Alpitour nel vederlo scivolare sul 2-4 del secondo set, mentre colpisce nei pressi della rete, provare a rialzarsi in un inutile sforzo teso a intercettare un passante imprendibile. Cadere, picchiare la mano e piangere: a un certo punto dell’anno scorso ha deciso di affidarsi anche a uno psicologo, glielo suggeriva da tempo il suo coach che è l’ex allenatore Fernando Vicente. Ma anche Beta Martin a volte deve arrendersi al picchiatore dal cuore forse troppo d’oro. Rublev può cambiare un po’, non il suo animo. E tantomeno a 26 anni il suo gioco. Il signore degli scacchi è diverso. Probabilmente in alcuni momenti sarebbe capace di provare antipatia anche verso se stesso. Daniil Medvedev gioca come nessuno. Parte due metri e passa fuori campo, anche se da quest’anno si avvicina alla linea durante lo scambio. A volte si avventura persino a rete. Era evidente che potesse essere lui, una figura obliqua e apparentemente sghemba anche nei movimenti, a spezzare sulla linea del traguardo il sogno Grande Slam di Nole Djokovic all’Us Open 2021. I capelli radi e messi a caso, il naso aguzzo come lo sguardo, anche Medvedev ogni tanto […] perde il controllo dei nervi, ma in quelle occasioni gli capita persino di migliorare il suo gioco. Fatto è che in un’ora e mezza più un minuto si sbarazza dell’amico con cui scherzava sul Blu Carpet: 6-4 6-2, senza che ci sia stata mai partita. Il servizio di Medvedev peraltro fa malissimo e se anche Sinner ha trovato la chiave per batterlo finalmente e per due volte di seguito, vederlo avvicinarsi alle semifinali non conforta gli appassionati. Non sai mai con Daniil. Anche lui si qualificherà domani se batterà Zverev due set a zero. Il pubblico contro gli rimbalza. Con Rublev era 6-2 nei precedenti. Serviva una congiunzione astrale come accaduto proprio a Torino nella fase a girone del 2022. Ma allora non era questo Medvedev. Ora invece 16 punti di differenza sono un enormità, come i 10 ace a due, l’83% di punti conquistati quando ha messo la prima palla. E non è male nemmeno un 50 per cento con la seconda. Non è stato perfetto Medvedev, ha concesso sette palle break, ma le ha salvate tutte. E ha risposto il doppio rispetto al connazionale. Rublev l’aveva previsto alla vigilia: «Affrontare Medvedev è un po’ come morire lentamente e lui si diverte a farlo lentamente mentre tu ti senti morire un po’ alla volta». Così Medvedev e Zverev si annunciano come potenziali semifinalisti e non è una notizia, esattamente come nel Girone Verde è capitato con Sinner e Djokovic. Magari Rune, magari Alcaraz potrebbero rientrare in gioco, qui nessuno è eliminato dopo una sconfitta. Ma i quattro favoriti per la semifinale ci sono e non soltanto perché hanno vinto.

Sascha il rapace fa di nuovo paura (Daniele Azzolini, Tuttosport)

La firma che chiude il match, vergata di sbieco sulla telecamera, aiuta a capire che cosa passi per la testa di Sascha, uccellino nella favola musicale di Prokofiev, rapace dall’infinita apertura alare sul campo da tennis. O forse no… E più un intrigo che un ghirigoro. Sembra un’opera che si rifà alle radici dell’astrattismo, in larga parte tedesche fra l’altro, un viavai di righe che nega la realtà prima ancora di ipotizzarne una trasformazione. Zverev è così, è come un quadro astratto, e c’è da chiedersi se intenda perfino negare se stesso. Comincia cauto, e subito accelera in modo a dir poco spropositato. Colpisce forte, fa il break, ma ci ripensa e subito lo restituisce. Arriva pimpante al tie break e non ne azzecca più una. Ma alla ripresa lo ritrovi scalpitante, al punto da strattonare Alcaraz, fine a scuoterlo come si fa con una tovaglia per ripulirla dalle briciole. Vince il secondo set dall’alto di un servizio da 16 ace, fa subito il break nel terzo, poi si fa male. Caviglia. Non la stessa di Parigi, l’altra. Ma si rimette in piedi mentre ancora i brividi scorrono tra il pubblico. Carlitos lo guarda preoccupato. Zverev un po’ zoppica, ma forza i tempi per vincere e non sbaglia più niente. Le occhiate di Alcaraz da bonarie diventano fulmini. Vince al primo match point, l’uccellino rapace. E manda all’aria tutti i pronostici del Red Group. Lo intervistano. Si rivolge al pubblico quasi fossero gli invitati a una festa. «Divertitevi, esagerate, fate casino. Così è più bello per tutti». Proposta inattesa, la sua, ma certificata. E da prendere con le dovute attenzioni. Zverev ne ha portate a casa già due di Finals, entrambe senza essere il favorito, ma alla fine dominando. Nel 2018 a Londra contro Djokovic, con il quale aveva perso nel Round Robin. E nel 2021 su questo stesso campo, le prime del quinquennio torinese. Finale contro Medvedev, risolta in due set dopo aver perduto in tre la sfida nel girone. «Mi piacciono le Finals, è un torneo che spesso ho giocato da protagonista. Due vittorie e una semifinale. Ed è la sesta volta che partecipo. Vittoria importante, questa con Alcaraz. Il favorito era lui. Ma il girone è appena agli inizi. Aspettiamo, tutto può succedere». […] «La caviglia non si è distorta, il piede è scivolato e ho avvertito come un pizzico al tendine, ma dopo un minuto era tutto passato. Spero non sorgano problemi, voglio andare avanti in queste Finals» E Carlos? Fa le prove. Per un ritorno in grande stile nel 2024, credo. Forse può ancora salvare queste Finals, ma non deve sbagliare più nulla, e ci sono da battere Medvedev e Rublev. Si vedrà. Al momento appare effervescente ma un po’ distratto, a tratti cazzuto, talvolta poco lucido. Comunque in ripresa, dopo i malanni di fine stagione. Ha giocato quasi bene il primo set, avrebbe potuto sfruttare meglio qualche palla break capitata nei due parziali che hanno dato il successo a Zverev. Sul 5-4, nel terzo, ha avuto la chance per il riaggancio, ma Zverev ha servito con violenza e precisione estreme. «Ha vinto grazie al servizio, lì ha fatto la differenza. Per il resto, credo che il match si sia svolto in termini abbastanza paritari. Certo, su un campo del genere uno che serve come lui qualche vantaggio ce l’ha. È una superficie molto veloce, forse troppo. E non capisco bene il perché. Non c’è campo così veloce nel circuito, forse l’Atp dovrebbe avere idee più chiare in proposito». Dice la sua anche sulle palle, Carlos. Non su quelle in uso a Torino, ma sul fatto che ogni torneo proponga le proprie. «Sarebbe più logico che vi fosse una palla almeno per ogni fase della stagione. Una per l’Australia, una per la terra rossa sudamericana e via così. Non credo che sia complicato, i continui cambi non fanno bene, né al tennis né al nostro fisico». Ora la Russia… «Medvedev e Rublev stanno giocando ad alto livello. Sarà difficile venirne a capo, ma voglio dare un senso a queste mie prime Finals, anche se in classifica è ormai tutto deciso. L’ingresso in campo mi ha emozionato, luci, musica, gran pubblico. Bello davvero». Infine, Djokovic, premiato prima del match con una gran coppa. Per l’ottava volta è il numero uno. «Meritatamente, direi». Alcaraz approva.

Servizio e varietà contro esperienza (Adriano Panatta, Tuttosport)

Ho visto Sinner correre leggero, senza ansie particolari, e battere Tsitsipas dall’alto di un tennis intelligente e piacevole. Poi ho visto Djokovic lottare con grande dispendio di energie contro Rune, ma alla fine trovare i colpi giusti per mettere al riparo il risultato che gli vale l’ottavo traguardo di fine anno da numero uno. E ancora… Ho visto Sinner scortato da un pubblico entusiasta e corretto. E Djokovic applaudito quando ha detto che gli spettatori italiani sono tra i migliori al mondo. Il che forse è vero, anche se oggi saranno tutti dalla parte di Jannik. Ma credo che questo Nole lo sappia perfettamente. Appunti sul diario di queste Finals… Cominciate benissimo per Sinner ma già oggi chiamate a un appuntamento decisivo. Djoker e Sinner di fronte. C’è in gioco il primo posto nel girone, e una rivalità che deve ancora prendere pienamente forma ma che fino a oggi ha premiato solo il serbo. Avanti Djokovic 3-0, vittorioso quest’anno su Sinner a Wimbledon, ma in tre set, mentre un anno fa Jannik gli sfilò un bel pezzo di pelliccia, andò avanti di due set e costrinse il serbo a un recupero reso difficoltoso dal fatto che non gli era più permesso sbagliare. Infatti, non sbagliò… Ma Djokovic è così. O se preferite, è impressionante che sia ancora così a 36 anni, con tutti i titoli che ha già vinto. Così come è impressionante il tabellino della stagione del serbo: 53 vittorie e 5 sconfitte appena. E l’ho anche sentito dichiarare che questa non è stata la sua stagione migliore. E vabbè… I due, per qualche aspetto si somigliano. Ma la somiglianza era più accentuata prima. Sinner ha poi inserito nel suo tennis molteplici variazioni, anche se la base resta comunque costruita sui potenti colpi da fondo campo. Djokovic ha maggiore padronanza del gioco nelle situazioni difficili, ma questo è il vantaggio dell’esperienza e c’è poco da fare. Sinner potrà mettere in campo, insieme alle molte novità che ha introdotto nei propri schemi, un servizio più incisivo di prima e qualche buon punto da cogliere a rete. Il pubblico farà la sua parte… Mi piacerebbe poter evitare la domanda su che cosa debba fare Sinner per battere Djokovic, ma non credo che vi riuscirò. La risposta però non cambia. Per provare a vincere […] Sinner deve mettere in campo il meglio del suo tennis, utilizzando tutto ciò che ha imparato, credendoci. Ha compiuto una scelta importante l’anno scorso, quella di cambiare per crescere. Disse che voleva essere un tennista migliore, con più armi e colpi a disposizione. Quale migliore opportunità di verificare lo stato del suo tennis contro il numero uno?

Sinner contro il migliore Obiettivo pescare il Djoker (Gaia Piccardi, Il Corriere della Sera)

Nell’agosto 2001, quando Jannik Sinner viene al mondo sulle montagne dell’Alto Adige, Novak Djokovic è già il più forte tennista Under 14 d’Europa. E’ uscito da poco dalla piscina vuota di Belgrado dove si è allenato durante i bombardamenti Nato sull’ex Jugoslavia, l’ingiustizia da cui scaturisce il suo […] credito con la vita. Ieri a Torino, mentre Alcaraz […] si arrendeva alla stanchezza e a Zverev, il Djoker ha ricevuto dall’Atp il trofeo che dà la misura di una longevità fuori dal mondo: 8ª stagione chiusa in vetta, 400 settimane complessive da n.1. Non è da cercare nei numeri, straripanti a favore del serbo […], il senso della sfida di questa sera tra Djokovic e Sinner, ma l’Everest che il barone rosso sta scalando con intelligenza, cioè a tappe non forzate, forse non è mai sembrato così abbordabile, come dimostrano le tre ore abbondanti di psicanalisi tra il re e baby Rune, dotato di irriverenza ma in riserva sparata al terzo set. La rivoluzione gentile di cui Sinner è portatore prevede lo studio approfondito […] dei match di Djokovic, il format più attuale […] a cui è impossibile non conformarsi, essendo Nole l’ultimo degli Immortali vivente. […] Il Djoker lo sa, in tasca ha l’antidoto per qualsiasi veleno, però qualche motivo di preoccupazione gli increspa la fronte: «Jannik ha un dritto migliore di Rune, sta giocando il miglior tennis della sua vita e avrà tutto il pubblico dalla sua parte. È uno dei colpitori da fondo più potenti e rapidi del circuito: lo conosco, so cosa aspettarmi». Le Atp Finals, nel proporre già nel girone verde una sfida che potrebbe essere la finale di domenica, nascondono nel doppiofondo dei precedenti tutti a favore del serbo […], una primizia: oggi Djokovic e Sinner si affrontano sul veloce indoor, superficie preferita di entrambi […], garanzia di miglior tennis. Jannik ha perfettamente chiara l’impresa che lo aspetta: «Mi ritrovo davanti uno che ha vinto 24 Slam, tre su quattro solo quest’anno. A livello di risultati, il più forte che questo sport abbia mai avuto […]. Non vedo l’ora: è una partita che mi dirà dove sono e su cosa devo ancora continuare a lavorare». I 14 anni di differenza non si noteranno. «È ancora un aspetto sottovalutato di Novak – puntualizza Ivan Ljubicic, ex n.3 del ranking e ultimo coach di Federer – :al di là della fame insaziabile, Djokovic si muove in campo come dieci anni fa, non vedi la differenza. Federer e Nadal sono inevitabilmente invecchiati, lui no. E si conosce a meraviglia: anche il momento in cui spacca le racchette e sfoga la frustrazione non è scelto a caso». La conoscenza di sé che Sinner sta, giorno per giorno, acquisendo: «Jannik non parte favorito, ma può giocare rilassato: al 95% la sua qualificazione non dipenderà da questo match ma dalla sfida con Rune. Può provare a uscire dai suoi schemi, per sorprendere l’avversario. Di Jannik mi piace la voglia di migliorarsi: al suo livello si tratta di dettagli. Che però fanno la differenza. L’insoddisfazione di Sinner è la stessa dei tre mostri che hanno dominato il tennis per quindici anni. II suo potenziale, in questo momento, non è pronosticabile». Ma rompere un altro tabù aiuterebbe a quantificarlo.

Sinner prova l’assalto al cannibale (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Jannik Sinner è più bravo a scendere a valle con gli sci, dribblando i paletti di slalom, che a scalare le montagne. Ma stasera […] dovrà inerpicarsi oltre i 2.000 metri del Kopaonik, perché Novak Djokovic, che è cresciuto lassù, per diventare il numero 1 dei numeri 1, è arrivato a svettare ancora più in su dell’Everest a quota 8.849. Il profeta dai capelli rossi conosce talmente bene il suo secondo ostacolo di stasera alle Atp Finals che, al di là della legittima, euforica, soddisfazione per gli ultimi risultati, fra tornei vinti e top 10 finalmente battuti […], considera questo incrocio, il quarto, dopo 3 ko contro il re, come «un’occasione per vedere a che punto sono». Ma punta già Holger Rune nella probabile sfida da dentro o fuori di giovedì per le semifinali del Masters di Torino. «E’ stato l’anno in cui ho capito me stesso un po’ di più in certe situazioni. Perdere con Daniil tante volte, cercare di trovare la via per batterlo… Speriamo di riuscire a superare per la prima volta anche Holger: l’anno scorso a Sofia mi sono infortunato ma lui era avanti di un break al terzo e quest’anno a Montecarlo giocava un gran tennis». […] Paolo Bertolucci, dal microfono di Sky, concorda: «Ad inizio anno c’erano due piste di distanza, vediamo quante ce ne sono ora. Ovviamente mi auguro che Jannik faccia la partita della vita e quindi l’impresa. Ma non può spaccare Nole da dietro, deve avere alte percentuali di prime, spingere, essere più propositivo e fare pochissimi errori. Varierà, proverà qualche servizio-volée, ma può farlo 3 volte a game, poi Nole è un po’ come una coperta corta: tiri da una parte e ti supera dall’altra. Guarda con l’ottimo Rune». Sempre più lupo fra gli agnellini che l’attaccano in massa, Nole I di Serbia, con l’età, ha imparato a chiedere scusa ai bambini quando distrugge le racchette come domenica sera: «Scusate, è sbagliato, ma sono umano anch’io». Ma i suoi sorrisi sono ghigni che fanno tremare: quando festeggia col team l’ottava stagione-record che chiude da numero 1 del modo, quando gli urla irripetibili epiteti in campo se le cose gli vanno storte, quando parla degli avversari: «Jannik probabilmente ha un diritto migliore di Holger, che però contro di me ha giocato talmente bene che si ripeterà può battere sia Sinner che qualsiasi altro avversario. Ma Jannik è chiaramente in gran forma, sta forse giocando il suo miglior tennis di sempre nella migliore stagione della carriera». Anche il pubblico merita uno dei suoi famosi ghigni: «In Italia mi sono sempre sentito a casa, la gente mi apprezza, è appassionata e sportiva. Ovviamente giocare in casa aiuta molto Jannik: gli aumenta la fiducia, gli mette in qualche modo le ali per giocare il miglior tennis, come ha fatto con Tsitsipas». Altro ghigno, altri complimenti: «L’ho guardato un po’. Molto solido, servizio buono, Jannik è uno dei colpitori più veloci e potenti da fondo che abbiamo oggi al mondo e degli ultimi due anni in assoluto». Ma, c’è un ma, c’è sempre un ma con Novak: «Conosco il suo gioco molto bene, abbiamo avuto partite tirate […] ma non ci ho mai perso. So che da lui posso aspettarmi solo il massimo, con l’aiuto del pubblico. Per il torneo sarà un bello scontro fra due in forma». Chissà. Magari, dopo due ko sull’erba e uno sulla terra, sul veloce indoor, Sinner ha una chance in più contro “il cannibale “.

Nole eviterà il flipper Jannik usi il serve&volley (Vincenzo Santopadre, La Stampa)

Una sfida impossibile, un Everest da scalare? Giocare contro Novak Djokovic può sembrarlo, ma credo che ormai Jannik Sinner abbia le carte in regola per non partire battuto, anzi. Il suo vantaggio, se vogliamo, è che sta ancora crescendo. Ogni partita è una nuova esperienza, un guadagno in termini di esperienza che lo rende sempre più grande. Mentre Djokovic, che è già grandissimo, può solo confermarsi. Certo, il compito rimane difficilissimo, ma credo che se stasera dovesse vincere domani sulle prime pagine dei giornali non troveremmo il titolo: «Miracolo di Sinner», piuttosto: «Altra grande impresa di Jannik». Per riuscirci, e trasformare in realtà le aspettative, dovrà continuare ad essere… Sinner. E cioè puntare su un ritmo tambureggiante da fondo e dimostrarsi particolarmente «ordinato» nei momenti chiave del match, quelli in cui di solito Novak fa sentire il peso della sua immensa classe. Djokovic proverà a mescolare le carte in più occasioni durante la partita, evitando ad esempio di entrare sistematicamente nel «flipper» degli scambi prolungati da fondocampo. Una situazione che di solito Nole gradisce, ma che credo stavolta non accetterà spesso, proprio perché sa quanto Sinner sa essere tambureggiante. Jannik, da parte sua, dovrà essere bravo a trovare ogni volta le giuste contromisure. Dovrà raccogliere il più possibile sul proprio servizio, pur sapendo che dall’altra parte della rete c’è il miglior ribattitore del circuito, e avere il coraggio di attaccarlo proprio sul suo colpo più forte. Djokovic per entrare nello scambio risponde spesso lungo ma centrale, quindi per creargli un disagio tattico mi aspetto che Jannik utilizzi anche il serve & volley. Dovrà poi mantenere molto alte le percentuali di servizio, proprio come ha fatto ieri Sascha Zverev per avere ragione di Carlos Alcaraz. Un Alcaraz non ancora scintillante, ma che ho visto in progresso e che ha secondo me ancora carte da giocarsi a Torino.

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