Presidenze federali, Abodi propone una riforma: parità di genere e ricambio generazionale

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Presidenze federali, Abodi propone una riforma: parità di genere e ricambio generazionale

Nell’ambito del Consiglio Nazionale del CONI a Roma, il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha presentato la sua nuova visione in materia di Presidenza Federale: “Ho proposto una vice presidente di genere diverso rispetto al presidente e un secondo vice Under 35”

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Angelo Binaghi, presidente FITP - Roma 2023 (foto Francesca Micheli)
 

Nella giornata di ieri, giovedì 21 dicembre 2023, si è tenuto a Roma il Consiglio Nazionale del CONI: il Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Nell’occasione, il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha annunciato la sua proposta riformatrice in materia di presidenza federale.

L’obiettivo finale è sempre lo stesso, lo svecchiamo dirigenziale del CONI. Il limite del tetto massimo di mandati non esiste più, ad eccezione della carica massima dello sport italico attualmente ricoperta da Giovanni Malagò, e di conseguenza l’intero ricambio generazionale sia a livello dirigenziale che presidenziale procede a dir poco a rilento. Per questo il ministro Abodi tenta di percorrere una strada mai solcata prima, provando ad invertire la tendenza e ringiovanire il parco dirigenti.

Anzitutto l’introduzione di un Vice Presidente Under 35, che nel caso in cui quest’ultimo fosse un atleta allora si renderebbe necessaria anche la nomina di un consigliere federale al di sotto della soglia dei 35 anni di età, a cui affiancare l’elezione di un secondo vice di genere però diverso dal Presidente Federale eletto. Queste le due principali linee guida del programma di Abodi, presentate nell’ambito delle elezioni degli organi sportivi: uno dei temi più importati discussi durante il consiglio.

Mi sono incontrato col Presidente Malagò, parto da alcuni presupposti. Il primo è quello di contribuire alla parità di genere e ho perciò proposto che uno dei vice presidenti sia di genere diverso rispetto al presidente. Poi, nell’ottica di un ricambio generazionale, che un secondo vice presidente sia un Under 35. E’ una proposta sulla quale mi aspetto un confronto” ha dichiarato il ministro a margine dell’evento.

Una tale prospettiva di futuribilità, tendente allo svecchiamento della classe dirigente, non può non far riemergere vecchi casi passati in cui si è assistito ad elezioni di esponenti della politica sportiva che hanno rappresentato dei veri e propri record di precocità. Come non ricordare l’emblematico caso di Franco Carraro che, senza alcun tipo di agevolazione regolamentare, nel 1962 divenne Presidente della Federazione Italiana di Scii nautico a soli 22 anni. E’ giusto però evidenziare anche le nomine di Chiara Appendino – ex sindaco di Torino dal 2016 al 2021 – a Vice Presidente della Federtennis e Padel a 36 anni, e di Silvia Salis che assunse 35enne l’incarico di Vice Presidente vicario del CONI.

Il “regalo di Natale” del Ministro della gioventù, oltre che delle discipline sportive, non è stato accolto positivamente. I responsi si sono infatti rivelati piuttosto critici. A partire dalle dichiarazioni di Luciano Rossi, Presidente della Federazione Italiana di Tiro al Volo nonché numero uno della della Federazione mondiale, che si è così espresso: “La FITAV ha da anni un vice presidente donna, Emanuela Croce Bonomi, e come ISSF – la federazione mondiale – abbiamo quattro vice presidenti di cui due sono donne. Queste cose come la parità di genere devono essere meritate, ma anche favorite. Quanto alla questione dell’altro vice presidente, che dovrebbe essere un under 35, io dico che si tratta di un’imposizione che diventa violenza“. Alle parole di Rossi hanno fatto eco quelle del Presidente della Federbocce Marco Giunio De Sanctis: “Ci siamo trovati noi presidenti ad un’ora dall’inizio del consiglio, la lettura di una lettera che ha sorpreso. Tutto questo va al di là del principio meritocratico e dell’autonomia dello sport“.

Abodi, al termine del suo intervento e dopo aver esplicato nel dettaglio la sua proposta, ha richiesto a tutte le parti in causa “dialogo”.

Un monito che tuttavia pare non essere stato recepito dai vari interlocutori: “Principi belli ma di difficile attuazione” dice Marco Di Paola, Presidente della Federazione Sport Equestri. Molto dura invece la replica di Gianni Petrucci, Presidente della Federbasket con un passato da Presidente del CONI – incarico svolto per ben quattro mandati, dal 28 gennaio 1999 al 14 gennaio 2013 – che esordisce affermando: “E menomale che si parla di autonomia dello sport“.

Infine la chiusura non poteva che spettare a Malagò, che nel corso del consiglio nazionale dell’organismo che presiede ha così parlato ai suo colleghi presidenti federali: “Da oggi comincia una fase tecnica. Voi avete espresso la vostra sacrosanta e legittima posizione, ma questi sono gli auspici del Governo. Ora riconvocheremo un consiglio nazionale perché è giusto incontrarci e preparare un documento che voteremo e che poi manderemo al capo dipartimento e al ministro Abodi, che lo studieranno e lo analizzeranno“.

Fra i nuovi parametri richiesti per l’eleggibilità, nella proposta del Ministro, ci sarebbe anche quella relativa al quorum da raggiungere per quei presidenti federali in cerca di rielezione dopo aver concluso il loro terzo mandato consecutivo. Un quorum che dovrà essere, secondo la legge in questione modificata recentemente, corrispondente ai 2/3 dei voti validamente espressi. Nella circostanza in cui il Presidente candidato al quarto mandato venga eletto senza il raggiungimento del quorum previsto, si procederebbe all’istituzione di una nuova elezione a cui il suddetto non potrà prendere parte.

Un caso specifico che si ripercuote anche nel tennis, visto che si tratta della fattispecie in cui si ritrova il Presidente Binaghi – il quale non hai mai nascosto la sua insoddisfazione per il limite imposto ai tre mandati -. Tuttavia ora per il dirigente sardo si apre una finestra di speranza rappresentata dal quorum. Nel frattempo negli ultimi tempi le scaramucce con Malagò si sono nuovamente intensificate e inasprite, stavolta in seno al successo dell’Italia in Coppa Davis. Non ci resta dunque che attendere le parole del numero uno, fuori dal campo nei quadri dirigenziali, del tennis azzurro sugli ultimi sviluppi.

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