ATP Montecarlo: Sinner avrebbe vinto. Ne sono persuaso. Sconfitta immeritata. E sfortunata perchè se la risposta di Sinner fosse finita in rete...

Editoriali del Direttore

ATP Montecarlo: Sinner avrebbe vinto. Ne sono persuaso. Sconfitta immeritata. E sfortunata perchè se la risposta di Sinner fosse finita in rete…

Non si può giocare due volte lo stesso punto. Sinner non ha fermato il gioco, come avrebbe fatto Tsitsipas, quando il greco ha commesso un doppio fallo non visto sulla palla del doppio break. Tsitsipas verso il tris? Ruud viene sempre sottovalutato per via del tennis poco brillante

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La seconda di servizio di Tsitsipas sulla palla break - Montecarlo 2024 (foto TennisTV)
 

È un vero peccato che Jannik Sinner abbia perso ingiustamente un match che aveva quasi vinto e che, mi sento di dire rischiando di passare da supertifoso italopiteco, penso proprio avrebbe vinto se non ci fosse stato un clamoroso errore arbitrale su un evidentissimo doppio fallo di Stefanos Tsitsipas sulla palla del doppio break nel terzo set, quella del 4-1.

Nel dirvi che si tratta di un errore davvero evidente vi segnalo questo fermo immagine che mostra come la seconda palla di servizio di Tsitsipas (non certo altrettanto rapida di una “prima”) sia al di là della riga di almeno di 6-7 centimetri: la riga del servizio misura al massimo 2,5 cm.

Sei, sette centimetri sono un’enormità, soprattutto se si considera che sulla terra rossa resta il segno e un arbitro appena un tantino attento e concentrato – come si dovrebbe sempre essere in particolar modo su una pallabreak del terzo set – se anche si fosse distratto un attimo lì per lì, ha sempre la possibilità di gettare l’occhio laddove è caduta la palla e rendersi conto se quella ha colpito la riga oppure è andata oltre.

Se Sinner, invece di rispondere di là dalla rete e iniziare uno scambio al termine del quale non poteva più rivendicare alcunchè per regolamento, avesse cacciato la risposta in rete, avrebbe potuto chiedere all’arbitro di verificare il segno e sostenere che l’erroneo silenzio del giudice di linea lo aveva distratto e ingannato favorendo il suo errore. E avrebbe certamente conquistato il 4-1.

Davvero il massimo della sfortuna!

Ciò detto, Sinner avrebbe potuto – e forse dovuto – fare quello che Tsitsipas ha detto di fare abitualmente, e cioè fermare subito il gioco e chiedere all’arbitro di verificare il segno.

Non avendolo fatto subito Jannik non poteva, per regolamento – scusate se mi ripeto ma è bene esser chiari perché sui social ho letto di tutto e di più –  più farlo successivamente, perché non si può giocarsi due chances sullo stesso punto. O si ferma il gioco immediatamente, a proprio rischio e pericolo, richiedendo l’intervento correttivo dell’arbitro, oppure dopo è troppo tardi. Nessuna protesta tardiva, nessuna chiamata del supervisor – come pretende a volte di fare Holger Rune – avrebbe potuto far rigiocare un punto aggiudicato.

A parziale consolazione Sinner potrà pensare che probabilmente dall’anno prossimo incidenti come questo non potranno più accadere, dal momento che nei tornei ATP, anche sulla terra, i giudici di linea verranno sostituiti dalla tecnologia già adottata in diversi tornei sul duro tra cui Indian Wells e Miami che effettua le chiamate dentro o fuori in maniera istantanea.

In relazione a quanto accaduto mi pare sia assai istruttivo (per Sinner) leggere quel che dice con grande chiarezza Stefanos Tsitsipas, in particolare quando dice che lui non si fida tanto dei giudici di linea quanto di se stesso: “Non conto troppo sui giudici di linea per fare questo mio mestiere! Sempre quando c’è una palla vicino alle righe di fondo come laterali, e che potrebbe essere fuori, do un’occhiata prima di proseguire lo scambio. E’ così che ho imparato…Infatti io non discuto con arbitri e giudici di linea. So che è possibile commettere errori. Conto soprattutto su me stesso, è così che sono cresciuto…”

Invece Jannik aveva commentato poco prima, con la consueta civiltà ma anche con una qualche ingenuità: “Non è mio compito correggere gli arbitri”. Fatto sta che, senza aver detto una parola di mini-contestazione alla signora Aurelie Tourte che sedeva sul seggio arbitrale (certo inutile, a quel punto…ma quanti sarebbero riusciti a controllarsi come ha fatto lui…) ma chi né lì per lì, salvo aver fatto un cerchietto attorno al segno della palla fuori, né alla fine del game per cercare di preservare la propria concentrazione, Jannik si è ugualmente innervosito. Magari non in maniera subito visibile. I crampi che ha accusato di lì a poco, prima alla gamba sinistra e poi alla destra, sono una naturale conseguenza di quel nervosismo che Jannik ha saggiamente cercato di nascondere agli occhi della gente e del suo avversario. Salvo poi accenarvi in conferenza stampa.

Tsitsipas è stato anche super onesto nel commentare l’episodio a chi gli sottolineava come quel punto fosse un punto chiave anche per le conseguenze nervose provocate in Jannik: “Forse quanto accaduto in quel punto ha influito più su lui che su me…Un doppio break di ritardo in quel momento sarebbe stato difficile da recuperare. Conservare il servizio è stato cruciale. Il match sarebbe stato completamente diverso se il mio servizio fosse stato considerato out. Sono d’accordo per dire che sarei stato in una posizione molto difficile…”

Jannik, che ama sottolineare ogni volta come ci siasempre qualcosa da imparare, dovrà far tesoro anche da questa piccola (non necessaria e spiacevole) esperienza.

Il fatto che fosse sul punto di battere il due volte vincitore del torneo di Montecarlo – e un Tsitsipas in grande forma – dice però che Jannik è supercompetitivo anche sulla terra rossa, nonostante i suoi dubbi.

Questo, insieme al fatto che resta n.2 del mondo, è l’aspetto più positivo del suo torneo monegasco, anche se ha perso per il secondo anno consecutivo in semifinale.

Il suo percorso, 25 vittorie in 27 match, resta il migliore mai giocato da un italiano. Da quel che si è capito, e non credo si trattasse di pretattica, una terza sconfitta è messa in conto a Madrid, dove Jannik ha detto di andare come si va a un torneo di “preparazione”, “fare un turno o due…” perché l’obiettivo è preparare al meglio Roma e il Roland Garros.

Spero che questa sua scelta strategica non gli metta troppa pressione addosso in occasione di quei due tornei. Quanto è accaduto oggi, attenzione, dice che anche Jannik può essere vittima di emozioni e nervosismo. Non è un robot.

È statoumano non solo al punto di patire crampi a entrambe le gambe, ma anche di servire davvero male sia sul 4-3 (game cominciato con un doppio fallo e seguito da un primo servizio giocato ad appena 140 km orari e concluso con un errore evitabile di dritto sul 14mo punto del game), sia sul 4-5 quando dopo il 15-0 iniziale ha perso 4 punti di fila.

Un rendimento ben diverso rispetto al secondo set nel quale aveva chiuso 3 game di battuta a 15, uno a 40 e nel nono game aveva invece lottato per 16 punti annullando cinque palle break. Nel terzo set aveva tenuto i primi due servizi a zero, il terzo a 30. Ma dopo “l’incidente arbitrale” ha subito due break consecutivi e, come detto, nell’ultimo game, facendo un solo quindici.

È evidente che dopo l’incidente c’era in campo un altro Sinner. E forse pure un altro Tsitsipas, prima scoraggiato e quasi rassegnato – dacchè aveva perso l’opportunità di 5 pallebreak nel nono game del secondo set- e ora improvvisamente rinfrancato e ringalluzzito. I crampi di Sinner…sono stati un’altra bella iniezionei di fiducia.

Peccato, mille volte peccato perché pensavo addirittura che la semifinale Sinner-Tsitsipas potesse essere una sorta di finale anticipata, dopo aver visto un Djokovic assai lontano dalla miglior condizione contro de Minaur…e i fatti mi hanno dato per una parte ragione, perché Ruud che aveva perso 5 volte su 5 con il n.1 del mondo (ancora per poco se il serbo gioca così…) avrebbe potuto vincere ancora più nettamente di come ha fatto.

Ok, guai però adesso a sottovalutare le chance di Ruud. Il Norvegese non ha un tennis scoppiettante, né brillante, ma dopo un 2023 abbastanza deludente – fatta eccezione per la seconda finale consecutiva raggiunta al Roland Garros (che per molti tennisti comunque  varrebbe tutta una stagione!)– rispetto al 2022 quando aveva raggiunto sia la sua prima finale a Parigi sia la finale a Flushing Meadows, in questo 2024 sembra tornato bene in palla. A Los Cabos ha battuto in finale proprio Tsitsipas nel loro unico duello degli ultimi tre anni. Sono in pari invece quelli, più datati, del 2021 Insomma, magari stavolta vincerà Ruud – che qualcuno ha dimenticato essere stato n.2 del mondo e a una vittoria dal diventare n.1 –  ma se io dovessi scommettere punterei sul tris monegasco di Tsitsipas così come avrei puntato su una vittoria di Jannik Sinner se avesse raggiunto la finale. Meno male che Jannik ha solo 22 anni. Il tempo per far meglio non gli manca davvero.

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