Che fine ha fatto Andy Murray?

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Che fine ha fatto Andy Murray?

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TENNIS PERSONAGGI – Il 2014 dello scozzese si sta rivelando disastroso sotto molti aspetti. Dopo aver mancato i grandi appuntamenti della stagione, il gioco e i risultati stentano ad arrivare, tornerà ad essere il giocatore che abbiamo conosciuto in passato? 

Alle soglie della doppietta Indian Wells – Miami fu analizzato il 2014 di Andy Murray nel quale si esaminava una tabella di marcia post infortunio che in un modo o nell’altro procedeva secondo i piani. Adesso a distanza di quasi sei mesi quella tabella probabilmente Murray e lo staff l’hanno buttata via a causa dei disastrosi (per uno come lui sia chiaro) risultati del tennista.

Paradossalmente l’unica semifinale fatta in questi mesi dallo scozzese è arrivata nel torneo che meno gli si addice, il Roland Garros. Proprio a Parigi sono arrivate le migliori risposte di questo anno. Sulla terra del secondo slam stagionale Andy ha messo insieme grandi prestazioni raggiungendo la semi con ben due trionfi al quinto set, al terzo turno con Kohlschreiber e nei quarti con Monfils. In semi si è dovuto arrendere a Rafa Nadal che gli ha lasciato la miseria di soli 6 game, ma alzi la mano chi se ne aspettava di più. Tutto sommato come detto un torneo positivo, poco positiva invece è stata la stagione nel suo complesso, quarti a Roma e ottavi a Madrid. Alla stagione sul rosso si può aggiungere la Coppa Davis giocata a Napoli nella quale ha vinto con Seppi e perso con un super Fognini che in quel periodo e su quella superficie valeva anche più di un top ten.

Dopo il rosso arriva il verde e qui iniziano i dolori del giovane Andy. Ottavi al Queen’s e quarti ai Championship non sono risultati degni del suo nome. È proprio in questi due appuntamenti che perde punti importanti al di là del gioco espresso, anche quello pessimo. La “stesa” presa da Dimitrov sarà sicuramente ancora impressa nella memoria dell’allievo della Mauresmo, una gara nella quale non c’è mai stata partita e che probabilmente rispecchia in pieno il 2014 dell’ex fab four. Magari ci si poteva immaginare che non riuscisse a difendere il titolo ma le prestazioni messe in campo non sono state degne della fama che le precedeva. Proprio la stagione sull’erba poneva agli occhi di tutti una delle novità più grandi della stagione dello scozzese, dopo il divorzio con Lendl di fine marzo, e dopo qualche mese a spasso da solo, Andy sceglie Amelie Mauresmo come coach. La francese in un primo momento lo segue solo sulla stagione sull’erba per poi collaborare con lui per 25 settimane all’anno. Peccato però che la nuova collaborazione abbia creato solo tanto rumore dato lo stupore di molti su una donna che allena un uomo. Allievo e maestro però avrebbero preferito far parlare di loro per i risultati e non per le note di colore.

Tre quarti di finale sul cemento americano per di più con due sconfitte con il futuro campione del torneo non possono essere anche qui soddisfacenti. Murray sembra non essere più in grado di tornare il giocatore che era. Che ci siano ancora problemi alla schiena è da escludere, nonostante in campo sembri pieno di acciacchi. Cosa ha determinato allora questa pessima stagione? Può un tennista vincitore di due slam e sistematicamente semifinalista (almeno) dei grandi appuntamenti aver perso la fiducia?

Nel 2013 la stagione di Murray terminò subito dopo gli Us Open, giusto il tempo di giocare la Davis e poi optò per l’operazione e il lungo stop per recuperare. A questo punto ci sono tante chance per recuperare punti e soprattutto posizioni in classifica visto che in questo momento si ritrova fuori dalla top ten; per ritrovarlo fuori dai primi dieci bisogna scorrere a ritroso il calendario fino al Giugno del 2008, tennisticamente una vita fa. L’ultimo appunto, ma non meno importante, arriva dai titoli vinti in carriera. Quest’anno siamo ancora a quota zero, cosa che non accade dal 2005, quando un fanciullo Andy perse la finale di Bangkok rimanendo all’asciutto e soprattutto rimandando l’appuntamento con il primo titolo in carriera. La prima gioia arrivò nel 2006 a San Jose e da quel giorno in poi di titoli il britannico ne ha portati a casa parecchi, ben 28 con 2 slam, ora però tutti si aspettano che torni a vincere ancora onde evitare di diventare un tennista finito quando dovrebbe essere al top della carriera.

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