Esaurimenti e pesantezza nel tennis, i casi Barty e Kyrgios

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Esaurimenti e pesantezza nel tennis, i casi Barty e Kyrgios

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TENNIS FOCUS – Analisi delle “impegnative” richieste del tennis moderno. Quanto influiscono sulla salute, fisica e mentale, dei giovani giocatori, i casi Ashleigh Barty e Nick Kyrgios. Johnny Fraser per Ubitennis

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Ashleigh Barty ha recentemente annunciato che si prenderà un periodo di pausa dal circuito professionistico, mentre Nick Kyrgios non disputerà più tornei nel 2014. Che i giovani giocatori siano a rischio “disinteresse”? La decisione di prendersi una pausa è giusta o no? Per rispondere a queste domande, abbiamo interpellato il nostro Johnny Fraser. Ecco il suo punto di vista, pubblicato su www.ubitennis.com/en.

Il tennis è uno degli sport più duri dal punto di vista fisico, mentale e sociale. Sono richieste molte ore sui campi, i giocatori devono allenarsi per diventare atleti d’élite e devono essere preparati mentalmente ad affrontare le diverse sfide sul campo, potendo contare solo su sé stessi. Al top, prendendo in considerazione sia juniors che professionisti, ci sono davvero pochi altri sport che richiedono ai giocatori di spostarsi in diverse zone del mondo settimana dopo settimana, costrigendoli a stare lontano per mesi dalla propria famiglia e dagli amici. È poi molto difficile avere un calendario ben definito, a causa del fatto che si può essere esclusi dalla classifica poco prima di un evento importante, o se si perde al primo turno. E proprio a causa di queste “richieste”, così impegnative, capita spesso che dei giocatori si “brucino”, soprattutto tra i gli juniors, allontanandoli – nel peggiore dei casi fino all’abbandono – dal gioco, malgrado le tante ore dedicate e spese nei campi.

Il cosiddetto “burn out” è definito come l’incapacità, da parte dei giocatori, di far fronte allo stress cronico prodotto dalla necessità dell’atleta stesso di soddisfare le esigenze fisiche e psicologiche che lo sport implica” (DiFiori et al. 2014). Un recente studio ha dato dei suggerimenti su diversi modi per ridurre le possibilità di un “esaurimento”, evitando pianificazioni eccessive nello sport (DiFiori et al. 2014). Comunque, in uno sport come il tennis in cui gli juniors tentano di migliore la propria classifica per competere a più alti livelli e in cui i professionisti provano a guadagnarsi da vivere, il calendario dei tornei può risultare estenuante. Infatti, recentemente la promettente diciottenne australiana Ashleigh Barty ha deciso di abbandonare il circuito WTA fino a tempo indeterminato. Dopo aver vinto Wimbledon junior nel 2011 ed aver raggiunto tre finali Slam in doppio, pare che Barty abbia deciso di prendersi un time-out, “suggerito” proprio da un esaurimento, e che non sa ancora se voglia tornare. Questa, per quella che è la numero due tra le juniors, dev’essere stata una decisione molto sofferta da prendere per una ragazza che ha passato la maggior parte della sua infanzia su di un campo da tennis. Ed è un peccato per tutti i fan del tennis, che hanno visto un promettente ed talentuosa tennista ritirarsi ad un’età davvero ingiusta.

“Pesantezza” è anche un altro termine che viene utilizzato al posto di “overtraining” ed esaurimento. Definito come un “problema psicologico e biologico in cui i cambiamenti fisici comportano un profondo effetto nello stato psicologico dell’atleta” (Polman and Houlahan, 2004). Nick Kyrgios, altro australiano, ha deciso che non giocherà i tornei restati in quest’ultima parte di stagione. Il diciannovenne ha vissuto due anni stupefacenti, passando dai juniors ai professionisti senza alcun problema, tanto da aver raggiunto la 57esima posizione.
È una decisione rilevante presa da un giocatore che può vantarsi di far parte della pregiata lista di giocatori capaci di vincere un Challenger prima dei 18 anni. Infatti, Kyrgios ha partecipato al suo ultimo evento juniors nel 2013 (Wimblendon, ndr) ed è adesso considerato come uno dei giocatori con le maggiori prospettive di successo futuro. Questo suggerisce che lo sviluppo dei giocatori maschili è molto lungo e potenzialmente collegato alla quantità di sfide e robustezza del fisico a cui gli atleti devono prepararsi (Bane Reid and Morgan, 2014).
Una recente ricerca suggerisce alcune tappe fondamentali che i giocatori ATP dovrebbero affrontare per arrivare fra i top-ten e si nota come Kyrgios sia molto più avanti rispetto al percorso normale (Reid et al., 2014). Entro tre anni dall’ingresso nel circuito infatti, ci si aspetta che i giocatori raggiungano una posizione che varia tra la 76 e l’89, mentre in base all’età, 19 in questo caso, tra la 106 e la 120. Per fortuna è difficile che lo stop possa influenzare il  futuro sviluppo nel circuito del giovane Nick. Potrebbe essere una scelta lungimirante, un tentativo di avere una carriera longeva, il che può garantirgli un’alta posizione nel ranking per più tempo. Alcuni potrebbero chiedersi perché un diciannovenne sia “esaurito”. Ma un così giovane giocatore dovrebbe piuttosto essere applaudito per la maturità, visto che sembra comprendere come le richieste del tennis influiranno il suo stato fisico e mentale e, infine, mostrare rispetto per le sfide a cui il tennis moderno sottopone.

by Jonny Fraser (MSc, Owner Science in Tennis, iTPA Master Tennis Performance Specialist), traduzione a cura di Alberto Prestileo

Bibliografia
Bane, M.K., Reid, M., Morgan, S. (2014) “Has player development in men’s tennis really changed? An historical rankings perspective” in Journal of sport science, 32 (15), 1477-1484.
DiFiori, J, et al. (2014) “Overuse injuries and burnout in youth sports: a position statement from the American medical society for sports medicine” in Clinical journal of sports medicine, 24(1), 3-20.
Polman, R. and Houlahan, K. (2004) “A cumulative stress and training continuum model: a multidisciplinary approach to unexplained underperformance syndrome” in Research in sports medicine, 12, 301-316.
Reid, M, et al (2014) “Rankings in professional men’s tennis:a rich but underutilised source of information” in Journal of sport sciences, 32(10), 986-992.

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