Il coraggio di essere Michael Llodra

Personaggi

Il coraggio di essere Michael Llodra

Pubblicato

il

 

TENNIS PERSONAGGI – Michael Llodra, un aristocratico della racchetta, lascia il circuito. Il francese non verrà ricordato  solo per il serve & volley. I giocatori come lui sono in via d’estinzione ma con il francese se ne va anche un grande uomo

Streaming gratuito e scommesse live: tutto il tennis su bwin.it

Il tennis è quasi sempre legato alle statistiche, ai successi e ai montepremi. Nel caso di Llodra però tutto ciò passa in secondo piano, il francese è giunto al capolinea della sua carriera fatta di grandi successi raggiunti soprattutto in doppio. Un ritiro inevitabile anche a causa delle condizioni fisiche ma che fa male soprattutto agli amanti di un tennis che non esiste più. Il transalpino con Stepanek e Lopez è stato probabilmente uno degli ultimi adepti del chip & charge e del serve & volley, il suo è stato un gioco sempre vario e votato all’attacco. Un aristocratico della racchetta, sempre gentile ed educato nei movimenti… insomma: una mosca bianca in un circuito di colpitori.

Prima di ricordare che gran signore è stato dentro e fuori dal campo bisogna però necessariamente tornare sulle statistiche e i successi che citavamo prima. Non servirebbe, l’abbiamo già scritto, ma è giusto dargli quel che si è meritatamente guadagnato sul campo. Ventisei titoli in doppio, compresi tre slam e un Master di fine anno, e cinque in singolare. Come doppista è stato semplicemente fantastico, in coppia con Santoro poi è stato sublime. I due francesi hanno trionfato agli Australian Open del 2003 e 2004 mentre con Clement è arrivato il terzo successo slam a Wimbledon. La pecca forse è stata quel Roland Garros sfiorato ben due volte ma mai conquistato, nel 2004 sempre con Santoro e la passata stagione con Mahut in una finale ricca di tensione finita solo al tiebreak decisivo contro i gemelli Bryan. Quel giorno tutto era particolarmente strano a partire da un nuvolone nero che aleggiava sullo Chatrier, quasi come fosse un presagio. Probabilmente qualche lacrima l’avrebbe tirata giù di certo il “nostro” Llodra (dico nostro perché uno come Michael è di tutti, patrimonio degli appassionati di tennis) se non avesse dovuto consolare un Mahut distrutto dall’ennesima sconfitta della sua carriera. Inoltre nella lunga carriera è stato a un passo anche dall’oro olimpico perso in finale a Londra sempre con i Bryan, quel pomeriggio fu Tsonga  a non aiutare il parigino giocando una partita assolutamente al di sotto delle aspettative.  In pratica nella lunga carriera da doppista il parigino ha cambiato almeno tre generazioni di tennisti passando da Santoro, Clement e Mahut.

In singolare non è mai entrato nei top 20 e l’ultimo exploit l’ha regalato nel 2012 nel 1000 di casa, ovvero Parigi-Bercy, quando raggiunse la semifinale, uscì sconfitto dalla sfida con Ferrer che poi trionfò vincendo il suo primo Master 1000 della carriera. Fu il torneo di Janowicz, giunto alla ribalta proprio in quella settimana. Il sigillo più prestigioso l’ha lasciato nell’ATP di Rotterdam del 2008 quando riportò il tennis mondiale nella dimensione del serve & volley; nessuno già in quell’anno si sarebbe aspettato che un giocatore “vecchio stampo” riuscisse ad imporsi in un torneo prestigioso come quello olandese.

Non ha mai nascosto di odiare il tennis attuale, fatto di superfici unificate e di colpitori da fondo in grado di rifilargli tre set a zero sull’erba di Wimbledon. Il tennis non lo ha aiutato e aiuterà sempre meno quelli come lui, che inevitabilmente scompariranno dal circuito. Come se il circuito oggi si accontentasse di vederli ai primi turni, massimo agli ottavi di un torneo importante. Questo però è un altro discorso, torniamo al “nostro” (e ripeto nostro) Llodra…

L’ispirazione a diventare tennista l’ha ricevuta da Stefan Edberg, non uno qualsiasi dunque. Il parigino da gran tifoso dello svedese voleva emularlo in tutto e per tutto e per lui c’è sempre stato un solo modo di giocare, ovvero: come giocava Edberg. Il suo idolo in realtà a decisamente raccolto qualche successo in più, anche se in un’epoca diversa. E proprio adesso la domanda sorge spontanea: Llodra è nato troppo tardi? Uno con questo talento avrebbe meritato di giocare nella generazione giusta, quella che gli avrebbe permesso di lottare per i trofei più prestigiosi? Probabilmente sì, e suggestivo sarebbe pensare che gli Dei del tennis abbiano voluto donarlo a questa generazione quasi come memento, come a dire: “vent’anni fa li avevate tutti così (i tennisti), adesso solo tre…!”.

Dopo il tennista tocca raccontare che persona è ed è stata fuori dal campo. Il sorriso stampato in volto già basterebbe. Il transalpino era uno che non stava mai fermo, sempre pronto a scherzare con i compagni, sia in Davis che nel circuito. I tempi cambiano per tutti e se ad inizio carriera era lui il burlone della comitiva verso la fine invece ha dovuto ammettere di non capire più lo slang che i suoi figli usavano quando incontravano Monfils. Proprio la moglie e i suoi tre figli sono un altro motivo che lo spinge a mollare il tennis, il distacco per sua ammissione inizia a diventare sempre più pesante e ogni ora dedicata al tennis è un’ora levata alla sua famiglia.

La sua ultima apparizione al Roland Garros l’ha visto perdere con Verdasco. Il campo n.1 del torneo ha voluto porgergli il giusto saluto applaudendolo lungamente al termine della gara. Lui dal canto suo non ha trattenuto le lacrime mentre faceva il giro del campo in compagnia del figlioletto e dello storico compagno di doppio Clement. Avrebbe meritato il centrale indubbiamente… Come avrebbe meritato una convocazione in nazionale per la finale di Davis, persa dalla Francia contro la Svizzera. Nonstante gli acciacchi in doppio avrebbe detto la sua, come l’avrebbe fatto anche Roger-Vaselin compagno fisso di Benneteau. Follie di Clement, vallo a capire…

Dopo tutto ciò come definire infine Mika, un panda del serve & volley sarebbe facile e scontato. Un “coraggioso” lo è di meno, si sarebbe potuto accontentare del doppio per garantire a lui e poi alla sua famiglia una vita serena  e agiata. Non è stato così, la voglia di primeggiare anche con i grandi del tennis non l’ha fermato davanti a nulla e questo gli fa onore. Ovvio è che la popolarità è diversa tra singolo e doppio ma è facile pensare a quanto possa essere stato frustrante per lui giocare il singolo che si gioca oggi. Nel doppio era un talento naturale, in singolo invece doveva fare gli straordinari per portare in campo un tennis ormai estinto. Quando scende in campo la media degli spettatori cambia, chi scrive (e permettetemi la parentesi personale) ha l’esempio in casa essendo nato da un padre che ha vissuto l’era d’oro dei giocatori serve & volley e lo ha visto rimanere incollato alla tv per un match di Llodra e alzarsi contrariato durante la finale di Wimbledon tra Nadal e Djokovic. Magari qualcuno dirà che è finito il tempo dei Llodra, che oggi il tennis è più bello. 

Di parole se ne possono scrivere tante e forse qualche passaggio della sua carriera o qualche aneddoto è stato omesso, come quando chiese la maglia autografata a Federer al termine di un ottavo a Toronto. Lo svizzero rimase sorpreso ma poi fu lui stesso a rendersi conto della grandezza dell’uomo che aveva di fronte. Oppure il video postato due anni fa dal canale ufficiale degli Australian Open, dove viene chiesto se quello tra Murray e Llodra è stato il game più bello di sempre. il video è qui:

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement