ATP Montecarlo interviste, Djokovic: "Nel 2011 ero un'altra persona"

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ATP Montecarlo interviste, Djokovic: “Nel 2011 ero un’altra persona”

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“Nel 2011 ero un’altra persona, non ero ancora padre e marito. Quindi è difficile paragonare quell’anno con questo. Sono molto felice dei record ma non è un pensiero che mi assilla quando scendo in campo”

Vorrei sapere se tu guidi una Peugeot diesel. Ogni volta hai iniziato perdendo due game con Nadal, oggi con Berdych. Quando stava piovendo, noi siamo tornati e tu hai perso il servizio. Contro Murray a Miami hai salvato una palla break nel primo game e perso il servizio nel terzo.
Hai ragione, guido una Peugeot diesel, mi fa risparmiare un sacco di energie, ma richiede più tempo per mettersi in movimento (ride). Beh, è stato un inizio di match simile a quello di ieri, ma il match è stato completamente diverso, ovviamente, e anche diverse condizioni di gioco. Penso di aver vinto questo match col cuore e lottando, è così che credo di aver vinto. Non credo di aver giocato come desideravo e come ho fatto durante la settimana, ma va dato merito anche a Berdych perché ha giocato molto aggressivo restando vicino alla linea di fondo, spingendomi indietro, quindi mi sono dovuto difendere molte volte. È stata una battaglia, insomma, un set avanti e 3-2 poi l’interruzione, rientrare, avere la palla break, ha giocato dei colpi fantastici. Se avessi fatto il break lì, forse il match sarebbe finito in due set. Anche lui ha avuto le sue opportunità, nel terzo ha iniziato molto bene, io ho perso quel servizio senza motivo. Da quel punto ogni game è arrivato alle distanze, parità, vantaggi, è stata una vera battaglia. Stavo cercando di rimanere solido mentalmente e lottare per trovare una strada perché non sentivo la palla molto bene. Ovviamente stavo solo cercando di rimanere con la giusta intensità e concentrato su ogni punto perché ti senti teso quando non ti senti a tuo agio sul campo. Ho dovuto modificare la mia posizione e i miei movimenti sul campo diverse volte. Alla fine sto seduto qui con questo trofeo che è molto importante per me, è questo ciò che conta. Alcune volte le vittorie brutte sono necessarie, è stato un inizio di stagione notevole. Non potevo chiedere un inizio di stagione migliore sulla terra.

Credi che la brutta sensazione di oggi possa essere il risultato del match di ieri contro Nadal? Quando vinci senza giocare al massimo, è meglio per la tua fiducia?
Ovviamente lo è, sono sceso in campo oggi sperando e volendo giocare bene come ho fatto per tutta la settimana. Ho giocato il mio miglior match e il mio miglior tennis ieri contro Nadal, forse entrando in questo match ero anche un po’ esausto mentalmente. È sempre emozionante e intenso quando giochi contro Rafa, soprattutto sulla terra, dove fisicamente è più impegnativo. Ma, sai, era una finale quindi non c’era nessuna mancanza di motivazioni. Per via del fatto che io vivo qui e che mi alleno proprio su questo campo dove ho giocato il match oggi, questo ti fa andare avanti, e certamente il fatto che stiamo lottando per un grande titolo. Sono così elettrizzato di aver fatto quest’ultimo passo.

Come ci si sente a vivere tutto in questo modo? Per quanto tempo credi di poter continuare con questa striscia vincente?
Non lo so, onestamente non penso a quanto tempo posso continuare così o per quanto tempo durerà la striscia. Fortunatamente ho già avuto una situazione simile nella mia carriera nel 2011, quando ho vinto più di 40 incontri di fila, in pratica mi chiedevano quella domanda dopo ogni match, quanto tempo andrà a vanti, quanto tempo andrà avanti. Io davvero non lo so, è qualcosa che non posso influenzare o prevedere, quello che posso fare e influenzare è il resto, riposare, perché ho bisogno di almeno una settimana di buono riposo, sono stati due lunghi mesi per me, anche con molti successi. Non posso lamentarmi, ma ho giocato molti match e viaggiato molto con la Coppa Davis, Dubai, Indian Wells, Miami, venire qui, non avendo molto tempo e arrivare sulla terra che è una superficie completamente diversa. Sono in salute, e ho molta fiducia, tutto sta andando nella direzione giusta, ho solo bisogno di prendermi del tempo libero, che è ugualmente importante al lavoro che faccio sul campo.

Pensando che hai vinto il Masters e tutto quello che hai vinto quest’anno, se chiudi gli occhi, per quanto tempo non vorresti vedere una pallina gialla?
Non lo so, insomma, come ho detto, la cosa buona è che ci sono due settimane tra questo torneo e l’inizio del prossimo. Non ho tornei ora quindi è perfetto che possa restare a casa ora, non devo viaggiare più, posso rilassarmi e godermi il tempo con la mia famiglia. Questo è qualcosa di necessario per me al momento, soprattutto mentalmente. Sicuramente sarò pronto per la prossima sfida.

Sei diventato il primo uomo a vincere i primi tre Masters 1000 della stagione. È stato il tuo ventitreesimo titolo, hai battuto il record di Federer. Sei appassionato alle statistiche? È importante per te rompere alcune barriere o…
Di alcune statistiche e alcuni, io direi, record che sono alla mia portata ne sono al corrente, non tutti. Credo che sul campo tu abbia bisogno di una mente libera, quindi se inizi a pensare a tutti i potenziali traguardi e alla possibilità di mettere il tuo nome nella storia di questo sport vieni distratto. Io cerco di mantenere lo stesso stato mentale e la stessa routine, è questo che mi aiuta a rimanere concentrato solo sul momento presente e sul match che sto giocando e la sfida che sto affrontando. Ma ci sono molti fatti di cui sono al corrente, il fatto di aver vinto tre Master di fila e nessun altro l’ha fatto, ne sono al corrente. Questo mi ha dato durante la settimana ancor più motivazioni. Sono molto, molto orgoglioso di questo traguardo, può solo servirmi come incentivo per cosa verrà dopo. Io 27 anni, sto facendo esperienza della mia vita sul campo e anche la  mia vita privata va molto bene. Sto provando alcune volte a darmi un pizzicotto e dirmi, dove sono a questo punto nella mia vita? Sono grato di questo, per tutto quello che ho ottenuto, questo è il tipo filosofia.

Ovviamente dovunque vai sei uno dei favoriti dai fan. Nel match di oggi a un certo punto, la gente ha iniziato a tifare per Tomas. Come ti senti quando loro iniziano a supportare il tuo avversario?
È comprensibile, come ho detto sul campo, lo pensavo davvero, lui merita questo trofeo quanto me, ha combattuto duramente, ha giocato molto bene, era concentrato, non è stato molto emotivo, ha cercato di dare del suo meglio. Il pubblico si è accorto di ciò e lo hanno supportato per vincere il secondo set e arrivare al terzo, non mi ha dato fastidio affatto. Io ho i miei supporter, certamente è stato un match duro anche per le persone, con la pioggia e l’interruzione, non sono state delle condizioni facili per noi, ma anche per il pubblico. Spero che tutti si siano divertiti.

Hai detto che non hai giocato molto bene oggi, poi c’è stato il ritardo causato dalla pioggia. Come fai a restare concentrato e rientrare per chiudere il match?
Beh, è un po’ imprevedibile il comportamento della pioggia, sai, se continuerà a piovere o no. Le persone non potevano davvero aspettarsi i cambiamenti del tempo. È per questo che tu pensi sempre, dovrei riscaldarmi, rilassarmi un po’, fare stretching, mangiare qualcosa. È stato piuttosto fastidioso. Non è stata la prima volta che affrontavo questo tipo di situazione, l’abbiamo passata molte volte prima. Io resto col mio team e ripassiamo certe cose che ho sbagliato e mi preparo per il resto del match.

So che ad alcuni ragazzi non piace paragonare le stagioni. Tu stai battendo ogni record, quanto lontano ti senti dal livello del 2011?
Onestamente è difficile paragonare perché mi sento diverso come persona, come giocatore, credo di essere più maturo. Ci sono diverse circostanze nella vita, ora sono un padre e un marito, molte cose sono diverse da com’erano 3 o 4 anni fa. Il 2011 è stata la miglior stagione che abbia mai avuto nella mia carriera, in qualche modo mi sento meglio ora. Mi godo il tennis, ma son contento di essere padre e unire le due cose insieme. Mi da un gran senso di riempimento, soddisfazione e gioia. Tutto ha più senso.

Abbiamo tutti intenzione di paragonare quello che stai facendo ora col 2011. Pensi sia la stessa condizione mentale? Ti può aiutare?
Beh, avendo già avuto esperienza di questo tipo può decisamente aiutarmi ad avere il giusto approccio e sapere cosa fare, se andrò a ripetere le stesse cose o no, onestamente non lo so. Cioè, nel 2011 non ho perso un match dall’inizio fino alla semifinale degli Open di Francia. Quest’anno ho perso due volte, c’è una piccola differenza, ma comunque in qualche modo sembra simile perché ho già vinto così tanti tornei e tanti match. Sapendo di aver fatto questo già una volta, mi da qualcosa in più, direi una ragione per credere che possa ripeterlo. Sono solo 4 mesi dell’anno, credo che il momento più importante dell’anno stia arrivando proprio ora dove abbiamo Madrid, Roma, Roland Garros, Wimbledon nel giro di due mesi. Sono molto vicini l’un l’altro, il calendario è compresso. Ovviamente il Roland Garros e Wimbledon sono le priorità, è qui che voglio fare del mio meglio, ma lo affronteremo passo passo e vediamo quanto lontano posso andare.

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