Favola Chirico, vola in semifinale. Nole e Rafa avanti (Marianantoni). Dieci motivi per non perdersi gli Internazionali (Marianantoni). Star Williams da ieri al Foro, oggi i sorteggi (Paoletti). Giovine, un tredici speciale (Grilli)

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Favola Chirico, vola in semifinale. Nole e Rafa avanti (Marianantoni). Dieci motivi per non perdersi gli Internazionali (Marianantoni). Star Williams da ieri al Foro, oggi i sorteggi (Paoletti). Giovine, un tredici speciale (Grilli)

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Favola Chirico, vola in semifinale. Nole e Rafa avanti (Luca Marianantoni, La gazzetta dello Sport)

Questo è l’ultimo grande torneo prima degli Internazionali, ma non ha portato fortuna all’Italia. Eppure un pezzo di tricolore si è fatto strada fino alle semifinali del singolare femminile, quelle che ha conquistato con il coraggio e la fortuna l’americana Louisa Chirico, 20 anni da compiere il prossimo 16 maggio e ora tra le prime 4 nel prestigioso torneo su terra di Madrid. Una vittoria strameritata contro l’australiana di origini russe Daria Gavrilova, arrivato al termine di una settimana indimenticabile, iniziata per giocare un torneo Itf in Francia (visto che il suo n. 130 in classifica non le permetteva neppure di pensare alle qualificazioni). Ma il destino non l’ha abbandonata. In extremis è stata ammessa alle quali di Madrid, sulla sua superficie preferita, quella terra che ama “perché mi dà il tempo di pensare, di scivolare sul campo e di costruire il tennis che amo di più, senza picchiare, ma con tante rotazioni”. Le supera in un baleno e poi infila una dietro l’altra Niculescu, Ivanovic e Gavrilova, con in mezzo il colpo di fortuna per il ritiro di Victoria Azarenka. Louisa è il volto nuovo del tennis femminile, un volto da cui emergono le origini coreane della madre e non quelle italianissime date dal suo cognome. Un’americana atipica che ama la terra battuta e che da bambina sognava di diventare una calciatrice: «Ho giocato anche a calcio, difensore centrale. ma ho scelto il tennis perché è individuale». Lunedì sarà per la prima volta tra le prime 100 del mondo. Si attesterà intorno alla 75esima posizione, a meno che oggi non superi anche l’ostacolo rappresentato da Dominika Cibulkova che al primo turno aveva messo fuori gioco Agnieszka Radwanska, prima testa di serie del torneo di Madrid. Nel maschile prosegue la corsa di Novak Djokovic che ha lasciato appena tre game a Roberto Bautista Agut. Lo spagnolo ha retto fino al 2 pari del primo set, poi Nole ha dilagato. Primo set tentennante invece per Rafael Nadal, in balia del servizio e degli schiaffi di dritto di Sam Querrey; l’americano è stato avanti un break, ma ha perso il servizio sul 4-3 dopo essere stato avanti 40-15. Ottima anche la prestazione del campione in carica Andy Murray contro Simon. Molto convincente anche la prestazione di Tomas Berdych, troppo solido per un David Ferrer che non riesce più a nascondere i suoi 34 anni. Facile il successo di Kei Nishikori che, dopo essere sopravvissuto a Fognini, ha messo in riga il transalpino Gasquet. Infine Kyrgios, dopo il clamoroso successo su Wawrinka, ha brillantemente superato la prova del nove ai danni del modesto Cuevas.

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Dieci motivi per non perdersi gli Internazionali (Luca Marianantoni, La gazzetta dello Sport)

Il Foro Italico si appresta ad ospitare la 73esima edizione degli Internazionali Bnl d’Italia. Dall’8 al 15 maggio, Roma diventerà la capitale mondiale del tennis offrendo agli appassionati un menù ricco, con uomini e donne simultaneamente in campo. All’ombra delle statue di marmo, i migliori tennisti del mondo si daranno battaglia per conquistare il più ambito trofeo tennistico su terra battuta dopo il Roland Garros.

IL FORO – Se il Centre Court di Wimbledon rappresenta la cattedrale del tennis, il Foro Italico è il luogo più suggestivo e affascinante di tutto il circuito. Dal 1935 è la sede degli Internazionali che hanno abbandonato Roma solo nel 1961 per dare a Torino l’occasione di festeggiare i 100 anni dell’Unità d’Italia. Il torneo femminile ha lasciato Roma anche dal 1980 al 1984 (Perugia) e nel 1985 (Taranto).

LE VITTORIE AZZURRE – In 72 edizioni del torneo gli azzurri hanno conquistato 6 vittorie nel singolare maschile e 3 in quello femminile. Gli uomini campioni sono stati Emanuele Sertorio 1933, Giovannino Palmieri 1934, Fausto Gardini 1955, Nicola Pietrangeli 1957 e 1961, e Adriano Panatta 1976. Tra le donne invece Lucia Valerio 1931, Annelies Ullstein Bossi Bellani (tedesca di nascita ma italiana per matrimonio) 1950 e Raffaella Reggi 1985.

NADAL – Lo spagnolo Rafa Nadal è il tennista ad aver vinto più volte gli Internazionali, con le sue 7 vittorie: 2005, 2006, 2007, 2009, 2010, 2012 e 2013. In totale vanta 11 presenze; nel 2008 perse all’esordio contro Ferrero, nel 2011 e nel 2014 in finale contro Djokovic e lo scorso anno nei quarti contro Wawrinka. Il bilancio è di 47 partite vinte e 4 partite perdute.

CHRIS EVERT – In campo femminile la regina degli Internazionali è Chris Evert, 5 volte campionessa (1974, 1975, 1980, 1981 e 1982) e due volte battuta in finale (1973 e 1984). Con 4 successi ci sono l’argentina Gabriela Sabatini (1988, 1989, 1991 e 1992) e la spagnola Conchita Martinez (1993, 1994, 1995 e 1996). Gaby ha giocato e perso altre 2 finali (1987 e 1993), Conchita invece ha mancato il pokerissimo perdendo la finale del 1997 contro Mary Pierce.

LA FINALE PIU’ BELLA – La più bella partita della storia del torneo è la finale del 2006 tra Nadal e Federer. Cinque ore e 6 minuti di tennis stellare con Federer che mancò 2 match point sul 6-5 del quinto set prima del recupero di Nadal, che chiuse l’epica sfida conquistando il tie break conclusivo per 7 punti a 5.

I PIU’ GIOVANI – Sono 3 i teenager vittoriosi: il più giovane di sempre è stato Borg nel 1974 a 17 anni e 11 mesi; poi Arias nel 1983 a 18 anni e 9 mesi e infine Nadal, primo nel 2005 a 18 anni e 11 mesi e nel 2006 a 19 anni e 11 mesi. Le due più giovani campionesse invece sono state Tracy Austin (16 anni, 5 mesi e un giorno quando vinse nel 1979) e Monica Seles (16 anni, 5 mesi e 11 giorni all’epoca della prima vittoria nel 1990).

I CAMPIONI N. 1 – Sono appena 5 i tennisti che hanno vinto Roma da numero 1 del mondo. Lendl 2 volte (1986 e 1988), poi Courier nel 1992, Sampras nel 1994, Nadal nel 2009 e infine Djokovic lo scorso anno. Il giocatore con la peggior classifica ad aver vinto a Roma è stato Mantilla, numero 47 del mondo quando nel 2003 superò Federer.

ANNIVERSARI – Quarant’anni fa Panatta batteva in finale l’argentino Vilas. L’impresa giunse al termine di una settimana strepitosa, iniziata con gli storici 11 match point annullati all’australiano Warwick. Poi proseguita con le vittorie su Zugarelli, Franulovic, Solomon, Newcombe e Vilas.

PIÙ VITTORIE – Pietrangeli (22 partecipazioni di fila tra il 1952 e il 1973) è ancora oggi il tennista a vantare il maggior numero di partite vinte (50). Il suo record è destinato però a passare nelle mani di Nadal che quest’anno riparte da quota 47. Nel femminile la leader è la spagnola Conchita Martinez con 43 partite vinte.

PERCORSO NETTO – Sono 7 i tennisti che hanno vinto senza perdere set: Bill Tilden 1930, Guillermo Vilas 1980, Mats Wilander 1987, Emilio Sanchez 1991, Marcelo Rios 1998, Andre Agassi 2002, Rafael Nadal 2009 e 2012.

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Star Williams da ieri al Foro, oggi i sorteggi (Francesca Paoletti, La Gazzetta dello Sport Roma)

In totale hanno portato a casa quattro trofei degli Internazionali BNL d’Italia: tre Serena, uno Venus. Sono le sorelle più vincenti dello sport mondiale e quando sono in forma, malgrado gli anni che passano e gli infortuni che a più riprese le hanno bloccate nel corso della carriera, non ce n’è per nessuno. Amano Roma, amano la moda, il gelato e non si tirano indietro se chiamate a fare un bel discorso in italiano. Ieri le sorelle Williams sono sbarcate all’aeroporto di Fiumicino in tarda mattinata, poi nel pomeriggio la prima apparizione sui campi in terra battuta del Foro Italico. Venus è arrivata direttamente da Madrid mentre la sorella minore Serena è arrivata da Miami accompagnata da una decina di valigioni. Un breve riposino in hotel e alle ore 18 la numero 1 del mondo ha calcato per la prima volta la terra del campo Centrale. Curiosi e addetti ai lavori non si sono persi la prima uscita romana della Williams, hanno seguito l’allenamento della vincitrice di 21 prove dello Slam (e un totale di 69 titoli in carriera) a suon di selfie, sfidando le nuvole e la pioggia che ha disturbato il programma degli allenamenti. Mentre l’eterna leonessa Francesca Schiavone si sottoponeva ad un intenso allenamento, poco più in là, negli spogliatoi del club, si festeggiavano le prime volte di Lorenzo Sonego e Claudia Giovine nel main draw del torneo. Il 20enne torinese e la 25enne brindisina hanno staccato il prezioso pass grazie alle vittorie su Arnaboldi (4-6 6-4 7-6) e Burnett (6-4 6-4). Questo il quadro completo delle wild card per il main draw: Lorenzi, Cecchinato, Caruso e Sonego nel maschile; Knapp, Schiavone e Giovine nel femminile. Le wild card per le qualificazioni vanno a Giustino, Vavassori, Arnaboldi e Giacalone nel maschile; Brianti, Di Giuseppe, Colmegna e Burnett nel femminile. Oggi intanto a Piazza del Popolo i sorteggi degli Internazionali. Al Tc Garden dribblando la pioggia Volandri ha conquistato un posto nelle semifinali (6-4 6-1 all’argentino Trungelliti).

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Giovine, un tredici speciale (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

A volte ritornano. Chi dava ormai per smarrita quella ragazza che solo pochi anni fa batteva Karin Knapp e sembrava avviata ad una cerniera da grande promessa prima di perdersi nelle montagne russe della sua esistenza, deve ricredersi. Numero 408 del ranking Wta (ma nel 2010 era attorno al 250), Claudia Giovine, 26 anni a luglio, è rimbalzata dopo una lunga rincorsa nel tabellone principale di Roma, grazie alla vittoria in due set ottenuta ieri su Nastassja Burnett, fisico alla Muguruza ma un tennis che non sempre le funziona al meglio. «Per arrivare a questo punto ho dovuto giocare tredici partite: otto prima di Roma e cinque qui nelle prequalificazioni. Ma ne è valsa la pena, ora mi sento leggera…», dice sorridendo la ragazza di Brindisi, che quest’anno aveva disputato solo torei ITF, vincendone uno ad Hammamet. Nella sua carriera la Giovine ha dovuto lottare anche con l’ombra “ingombrante” della cugina Flavia Permetta (le mamme sono sorelle). Personalità diverse, carriere diverse, ma un grande affetto reciproco. «Flavia mi ha chiamato dopo il match – dice Claudia – era felicissima. Abbiamo scherzato, mi ha anche detto che nei primi due game avevo troppa paura. Aveva ragione, il braccio non era sciolto. Sono contenta per la sua scelta di lasciare il tennis dopo la vittoria dell’US Open, desiderava tanto farsi una famiglia e non essere soltanto una campionessa di tennis. Con Fabio forma una bellissima coppia». Seguita fino a qualche anno fa dalla madre Elvira, maestra di tennis, da qualche mese Claudia si allena a Foligno con Fabio Gorietti e Sebastian Vazquez. «Stiamo lavorando molto, cercando di dare sempre maggiore intensità al mio gioco, e questo risultato mi regala fiducia. Non vedo l’ora di tornare in campo. Questo impianto ti trasmette una carica incredibile». Mercoledì si era ritirato per un problema all’adduttore contro Caruso, ieri invece ha lottato per quasi tre ore contro Arnaboldi. Ma la voglia di aggiungersi a Cecchinato e Caruso nel main draw di Roma era troppo forte. Lorenzo Sonego ha messo da parte gli acciacchi fisici e alla fine l’ha spuntata, rimontando da 2-5 nel set decisivo. E così il ragazzo di Torino, classe 1995 e numero 333 in classifica, si ritrova per la prima volta nel tabellone di un torneo dell’Atp Tour: «Ci tenevo troppo a vincere – ha detto ieri – prima di giocare non mi sentivo bene poi in campo le cose sono via via migliorate. La svolta c’è stata quando ho deciso di spingere di più, di prendermi dei rischi, e la cosa ha pagato». Alto, magro, Sonego basa il suo gioco sul servizio e sul dritto «Mi piace correre e picchiare, quando il match diventa una lotta mi diverto ancora di più. II giocatore che ammiro? Federer naturalmente, ma anche Tsonga». Gran tifoso del Torino, Sonego prima di dedicarsi al tennis è stato anche una promessa del calcio e fino a 13 anni ha giocato nelle giovanili del Toro. «Ero un buon esterno, ho anche provato a praticare entrambi gli sport, poi ho dovuto scegliere. Adesso mi godo questo risultato, sono contento per me e per il mio maestro (Gian Piero Arbino, che lavora con lui al Green Park di Rivoli, ndr). Il sorteggio? Non ho preferenze, cercherò di divertirmi».

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