ATP Nizza: Zverev si scioglie al terzo set, sesto titolo in carriera per Thiem

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ATP Nizza: Zverev si scioglie al terzo set, sesto titolo in carriera per Thiem

Dominic Thiem si riconferma campione dell’ATP 250 di Nizza e conquista il terzo titolo stagionale. Battuto in tre set uno stremato Alexander Zverev, in un match che per due set è stato di altissimo livello

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Dal nostro inviato a Nizza

[1] D. Thiem b. [8] A. Zverev 6-4 3-6 6-0

Amburgo è sul mare, proprio come Nizza. I coniugi Zverev vi si trsferirono all’inizio degli anni 90 e il loro figlio minore Alexander, da lì è arrivato fin qui a giocarsi la sua prima finale. Entra in campo, borsone in spalla, mentre la speaker scandisce il suo nome e invita il pubblico ad applaudire. Anche il suo amico Dominic, che entra in campo insieme a lui sotto il sole che picchia, è arrivato fino a giocarsi la finale. Ma non è la stessa cosa.

Tra l’inizio del torneo e il riscaldamento della finale Dominic Thiem è rimasto in campo meno di duecento minuti, mentre Alexander Zverev sfiora i novecento. Sono entrambi giovani però, quindi questa differenza – si immagina – conterà un po’ meno. Thiem parte al servizio e la faccenda è da subito più complicata di quelle dei giorni precedenti, tant’è che tra un bel colpo e l’altro deve già annullare due palle break. È lui, strano ma vero, a far fatica. Zverev invece tiene agevolmente il proprio primo turno di servizio e di seguito ottiene altre palle break: sulla numero quattro, Thiem non trova il campo con la prima di servizio, impreca a mezza bocca e vede la propria seconda cancellata da un vincente di rovescio lungo linea. Sascha sta giocando al livello che si potrebbe intuire come il suo massimo: tira bolidi tesi sopra la rete – due tentativi di contenerlo sono finiti in tribuna – e addirittura le sue palle corte si stanno rivelando dolci quanto efficaci. Poi Thiem tiene facilmente un turno di servizio, perché a Zverev non sono entrati per pochi centimetri due colpi “definitivi”, e il trend si inverte. Tutto d’un tratto è l’austriaco a tenere il servizio agevolmente, mentre l’altro suda sette camicie e con due doppi falli (saranno nove, alla fine) concede il contro-break. E sul 5-4 15 pari il tedesco si ferma, va verso la panchina e inizia a tamponarsi il naso sanguinante. Alla ripresa del gioco Thiem trova un secondo break e si porta ad un set dalla vittoria.

Sembra fatta, perché Thiem va subito avanti due a zero nel secondo set e a questo punto ha infilato sei game consecutivi. Mentre Zverev, che sembrava essere partito più focalizzato, si è smarrito chissà dove. Specialmente il suo dritto sembra essere scomparso, cosicché i colpi dell’avversario – esattamente identici a prima – ora sembrano incredibilmente più efficaci. Il match non può finire così facilmente, però. Un passante di Thiem da sotto rete viene trasportato lontano dal nastro, poi Zverev rimanda indietro una rara palla in back e l’ardua preparazione del colpo di risposta lo destina fuori. Contro-break. Nonostante la capacità terraiola che ha Dominic di stiracchiarsi e rimandare indietro ogni attacco, si scambia molto meno del previsto: “Ero stanco morto” confessa Zverev nel dopo partita,ho dovuto concentrare le mie energie nei momenti cruciali e cercare di vincerla così”. Così il tedesco insiste sulla diagonale del dritto, gioca profondissimo e si impegna a non essere trascinato a destra e a sinistra. Nel cercare di evitarlo a volte pesca il vincente, altre il gratuito, ma alla fine ottiene il pareggio.

L’orologio segna un’ora e venti quando inizia il terzo set, è già il match più lungo del torneo di Thiem, ma durerà ancora per poco: il serbatoio di Zverev è completamente a secco. Un serve and volley scomposto, una palla corta che non esce dalla racchetta, dodici punti a uno, poi sedici punti a due, Sascha nemmeno attende più il silenzio del pubblico per servire. Il suo amico Dominic non può fare altro che concedergli la massima forma di rispetto sportivo, cioè continuare a giocare. Fino a vincere il venticinquesimo punto dei ventinove, quello in cui Zverev stecca un dritto giocato col corpo all’indietro e il torneo finisce. I due si abbracciano a rete e poi Alexander può finalmente crollare sulla panchina, mentre le telecamere, i microfoni e le braccia tese alla ricerca di autografi e di asciugamani affollano la metà campo di Thiem. Il sole picchia ancora. Nizza sarà pure sul mare, proprio come Amburgo, ma non è la stessa cosa.

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