Pagelle: tutti sereni sul Titanic azzurro

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Pagelle: tutti sereni sul Titanic azzurro

L’Italia di Davis affonda nella pioggia di Pesaro nonostante un generoso Fognini. Il tennis non è uno sport per giovani ma se sei Coric si. E tutte le fortune capitano sempre ai vicini svizzeri.

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È tutto molto bello. È fantastico scoprire che in contemporanea con i quarti di Coppa Davis (“La coppa del mondo per nazioni”) si giochino un ATP 500 e due  ATP 250. Colpa dell’Olimpiade si dirà, peccato che tra un po’ a Rio faranno un tabellone a 8 con Zika che sta trasformandosi nella scusa del secolo.

È stata fantastica anche la scelta di Pesaro fatta dalla nostra federazione. Già tecnicamente decidere di giocare sulla terra contro gli argentini non è sembrata sin dall’inizio un’idea geniale – ve li immaginate Delbonis (7,5) e Monaco (4) sull’erba o sul cemento? – ma la scelta di un campo senza illuminazione lascia davvero senza parole. Hai voglia poi a prendertela con la pioggia come il miglior Mazzarri, caro Barazzutti (4) o con l’infortunio di Bolelli (del Potro 6,5 che deve dire?) E vogliamo parlare del caos per il temporale estivo con spettatori abbandonati al loro destino? Ma sappiamo come andrà a finire: siamo tra le prime otto nazioni al mondo, Fognini (6,5) è un eroe nazionale, il movimento è in salute e il futuro è nostro! E vabbè.

Che poi la Davis si sa – vedi il 2015 di Murray – puoi vincerla anche con un solo giocatore, ma alla fine può bastare un Edmund (8) per fare bella figura o anche solo un mezzo Tsonga (6,5). E il diciannovenne Coric (7,5) può ergersi a eroe della patria vincendo il match decisivo in trasferta mentre i suoi coetanei azzurri forse giocano qualche futures.

Mentre noi battagliavamo per una semifinale che sarebbe stato il solito paravento dietro il quale nascondere la miseria del nostro movimento, il sesto spagnolo della classifica Ramos Vinolas (8) che è numero 36, batteva l’undicesimo, Verdasco (6,5) che qualcuno chiama Perdasco ma che intanto è 59 del mondo, è stato 7 e ha giocato una semifinale slam. Il nostro undicesimo, per la cronaca, era l’ottimo Arnaboldi (7, adesso è diventato ottavo) che proprio a Bastad ha raggiunto per la prima volta in carriera i quarti di finale in un torneo vincendo due partite di fila (perdendo proprio da Ramos).

Che dire dello slovacco (!) Klizan (8) che proprio mentre Fognini soccombeva vinceva un 500, il secondo dell’anno (quando il nostro ne vinse uno si parlava di top-10 e slam) battendo l’uruguaiano Cuevas (7) che ovviamente è pure lui davanti a tutti i nostri nel ranking? Sempre fortunati ‘sti slovacchi e ‘sti uruguaiani con i fenomeni che nascono a casa loro e da noi mai, non gli bastavano Hamsik, Cavani e Suarez?

Concentrati come eravamo sulle vicende patriottiche ci siamo persi il trionfo casalingo di Simona Halep (7) ma non ci siamo lasciati sfuggire il primo trionfo di quel rovescio sublime e poetico della Golubic (8) che avevamo avuto la fortuna di scoprire ed ammirare a Parigi. Federer, Wawrinka, Hingis, Bacszinsky, Bencic ora pure Golubic: ma uno/a qualche chilometro più sotto non poteva nascere? Niente da fare, in Italia nascono i Rossi, i Vezzali, i Pellegrini, i Tamberi (auguri!), gli Abbagnale, i Tomba, i Chechi ma nessuno gioca tennis: che sfortuna, è colpa della pioggia.

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