AO interviste, Federer: "Appena è cominciato il match ho iniziato ad innervosirmi"

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AO interviste, Federer: “Appena è cominciato il match ho iniziato ad innervosirmi”

Australian Open interviste, primo turno: [17] R. Federer b. [Q] J. Melzer 7-5 3-6 6-2 6-2. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Come valuti la tua prestazione?
Penso che il mio servizio abbia avuto degli alti e bassi all’inizio e la cosa mi ha sorpreso perché durante gli allenamenti e la Hopman Cup era andato piuttosto bene. Sicuramente ci sono stati dei brevi momenti di nervosismo, a dire il vero mi sentivo nervoso dopo che il match era iniziato. Durante tutta la giornata sono stato bene, mi sono allenato e riscaldato qualche minuto con Jurgen, allora mi sentivo apposto. Poi ho fatto quattro colpi consecutivi e mi sono detto “wow, non è facile come pensavo che sarebbe stata”. Penso di aver avuto difficoltà a trovare la giusta via, il ritmo. Poi inizi a ricordarti quante altre volte non è stata facile al primo turno, quasi ogni volta. Quindi hai da lavorare. Sono felice di aver dovuto guadagnarmi il match oggi e sono proprio contento del modo in cui sono andate le cose, e ciò è importante.

Non sei mai dovuto rientrare dopo uno stop così lungo. Quali sensazioni provi?
Uscire dal campo è stato un momento speciale. Sai, dopo esser arrivato a match point, aver giocato il match point e averlo vinto, uscire dal campo è speciale. Questi tre elementi rendono la cosa particolare quando ritorni a giocare. Ovviamente anche lo scorso anno a Monaco in un certo modo è stato particolare rientrare in campo dopo l’operazione. Quindi in sostanza vedi le cose in maniera diversa dopo esser stato lontano per lungo tempo; ora ho avuto modo di viverlo due volte. È stato fantastico essere là fuori e mi sono davvero divertito anche se non è stato facile.

Avevi detto che volevi restare concentrato su ogni punto. Sei riuscito a farlo?
Beh, ci ho provato nei primi due set ma poi mi sono accorto che era troppo estenuante. Mi aveva portato via troppe energie. La concentrazione si muove come un’onda, quindi mi sono detto di iniziare a giocare in maniera più rilassata e libera. Mi sono calmato e penso che questo abbia funzionato di più. Ho avuto bisogno di riappacificarmi perché non volevo pensare troppo mentre giocavo. L’idea non era scendere in campo e pensare ad ogni singolo punto fino a diventar matti. Sono contento della mia attitudine più rilassata verso le cose. E il successo arriva anche in maniera più semplice.

Se avessi dovuto giocare sotto il sole, sarebbe stato peggio per te?
No, perché mai sarebbe stato peggio? Per me non c’è nessun problema. Sono pronto e sono allenato. Io credo nella mia forza fisica; non sarebbe stato per nulla un problema.

Qual’è stata la sensazione più grande dopo il match? Soddisfazione? Sollievo?
Ero felice. Ero molto, molto felice di vincere e poter stare in campo. Giocare con Jurgen è stato bello, ci conosciamo da 16 anni. Abbiamo giocato in doppio assieme all’Orange Bowl ai tempi al Flamingo Park di Miami. Alla fine è stato bello poter parlare con il pubblico e ora essere qui, ti fa sentire parte del torneo. Non sono semplicemente nel tabellone, sto facendo dei passi avanti e la cosa ti fa sentire bene (sorride).

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