ATP Challenger Bergamo: Berrettini, semifinale solo sfiorata

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ATP Challenger Bergamo: Berrettini, semifinale solo sfiorata

Golubev impiega 2 set per prendere le misure all’azzurro e si impone poco prima della mezzanotte. Semifinale contro il giovane Halys. Avanza anche Jerzy Janowicz, vincitore su Gerasimov davanti a oltre 1.500 spettatori

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BUM BUM GOLUBEV ACCENDE BERGAMO – È arrivato a pochi punti dal match, ma non ce l’ha fatta. Si riassumono così le due ore di Matteo Berrettini nei quarti al Trofeo FAIP-Perrel (64.000€, Play-It). L’azzurro ha giocato una partita sufficiente, a tratti buona, ma quando in campo c’è Andrey Golubev, soprattutto a questi livelli, è lui a decidere l’esito. Il kazako di Bra (risiede da anni nella Provincia Granda) si è imposto 3-6 7-6 6-3 nell’ultimo match di giornata, terminato alle 23.42. Berrettini ha confermato le sensazioni dei giorni scorsi: potente al servizio (7 ace e ottime percentuali, sia con la prima che con la seconda) e molto propositivo nello scambio da fondo. Doti che gli torneranno utili in futuro, per una carriera che può (deve?) svilupparsi sui campi veloci. Incitato in tribuna dal padre Luca e dal tecnico FIT Umberto Rianna, il romano ha scippato il servizio a Golubev nel primo game e gestito con autorità il resto del set. Le giocate del kazako erano estemporanee, condite da troppi errori, mentre Matteo gestiva con agio lo scambio. Sotto di un set, Golubev ha chiesto e trovato aiuto dal servizio. Una volta perso il set, non ha più concesso palle break. Con una base così solida, ha preso le misure al gioco di Berrettini e ha diminuito gli errori gratuiti, elevando il numero dei vincenti. Un mini-break era sufficiente a dargli il tie-break e la sensazione, al cambio campo, era che il match fosse girato. Detto, fatto: break al secondo game, 3-0 Golubev e bye bye Bergamo per Berrettini. Il romano ha comunque lottato fino all’ultimo, cancellando un matchpoint sul 5-2 salvo arrendersi al nono game. L’atteggiamento era giusto, positivo, ma quando Golubev entra in trance agonistica diventa quasi ingiocabile. Nel terzo set ha scodellato una serie di “hotshot” da urlo, sia di dritto che di rovescio. Chiudeva gli occhi e sparava, spesso sulle righe. E’ molto complicato affrontare un giocatore così, che non ti dà ritmo. Se poi non ha niente di perdere perché non ha più grosse ambizioni in singolare, è ancora più dura. E così, nella settimana meno attesa (non vinceva un match di singolare dallo scorso settembre), il simpatico Andrey ha trovato il giusto feeling. Nella prima semifinale (non prima delle 18.30, diretta TV su BG 24, canale n.198 del digitale terrestre in tutta la Lombardia) sfiderà il baby francese Quentin Halys. Magari il singolare non è più una priorità, ma ormai la caccia all’ottavo titolo Challenger è aperta.

JANOWICZ VINCE… E FA CADERE IL TABLET – Nel primo match della sessione serale, davanti a un pubblico straordinario (circa 1.500 spettatori), Jerzy Janowicz ha strappato il pass per le semifinali battendo Egor Gerasimov in un match molto combattuto, all’insegna della potenza e degli scambi mozzafiato. È finita 6-7 6-3 7-5 poco prima che scoccassero le due ore di gioco. A parità di rendimento, Janowicz ha fatto valere la maggiore abitudine a vivere situazioni importanti. Eppure, nel tie-break del primo set, aveva commesso alcuni errori che avevano spedito avanti il bielorusso. Il tennis di Gerasimov sembra cucito apposta per i campi in Play-It: non è un caso che l’azienda italiana fornisca, da anni, la superficie al Centro Tecnico di Minsk. Servizio potente e colpi piatti hanno consentito a Gerasimov, finalista in carica, di fare match pari con un giocatore potente e carismatico, che in più di un’occasione ha cercato di far valere la sua personalità, protestando su alcune chiamate (a suo dire) sfavorevoli. A Janowicz bastavano un break nel secondo set e uno nel terzo per chiudere la contesa, ma è stata durissima. Sull’1-2 nel terzo ha fronteggiato una delicata palla break ma l’ha cancellata giocando il punto con grande attenzione. Avrebbe potuto effettuare lo strappo già nel nono game, ma Gerasimov giocava tre punti da campione ed era il primo ad arrivare a 5. Ma sul 5-5 cedeva il servizio a 15, dopo che Janowicz si era procurato lo 0-40 con una terrificante risposta di dritto, molto simile a quella con cui aveva chiuso il primo set contro Mirza Basic. Sul 6-5 teneva il servizio ed esplodeva di gioia. Una felicità talmente grande che, al momento di stringere la mano all’arbitro Nicholas Stellabotte, gli ha accidentalmente fatto cadere il tablet con cui l’arbitro tiene il punteggio e le statistiche. Risate di gusto per il pubblico e per Jerzy, un po’ meno per Gerasimov (accompagnato a Bergamo da Vladimir Voltchkov, semifinalista a Wimbledon 2000), che non conferma l’exploit dell’anno scorso. Tuttavia, dopo il grave infortunio dell’anno scorso, sembra decisamente sulla strada giusta per risalire.

KRAJINOVIC, BERGAMO E UN LEGAME SPECIALE – Non sappiamo se quella frase gli abbia portato sfortuna. Di sicuro gli ha messo addosso pressioni eccessive. Una decina d’anni fa, parlando di Filip Krajinovic, il mitico coach Nick Bollettieri disse: “È come Agassi, solo che è più forte a rete”. La storia ha detto altro, poiché il serbo non è mai andato oltre il numero 86 ATP. Però il talento esiste e a quasi 25 anni (li compirà lunedì prossimo) è ripartito più forte che mai dal Trofeo FAIP-Perrel (64.000€, Play-It), il primo torneo che aveva creduto in lui. Correva l’anno 2009 e l’allora 17enne Filip ottenne un invito dal direttore Marco Fermi. “Ricordo molto bene quell’episodio – sorride Krajinovic – fu una delle mie prime wild card. La superficie era diversa, ricordo il campo verde e persi contro Bjorn Phau. Di Bergamo mi piace la gente: mi trovo molto bene con il direttore del torneo, è sempre stato molto gentile con me, e mi piace anche il supervisor Carmelo Di Dio. Sono felice di essere qui e non vedo l’ora di giocare il prossimo match”. Il serbo ha ottenuto il pass per le semifinali battendo il francese Remi Boutillier in un match molto complicato, chiuso 3-6 6-2 6-4, peraltro dopo essere stato in svantaggio di un break nel terzo set. Dal 4-3 e servizio Boutillier, ha messo il turbo e si è aggiudicato gli ultimi tre game. “Mi aspettavo un match difficile – dice Krajinovic – lui ha giocato molto bene, è stato solido per tutto il torneo e adora giocare su questi campi, molto veloci. Alla fine ho avuto un po’ di fortuna ma penso di averla meritata, perché sono stato competitivo e attento per tutto il match. È buono essere in semifinale”.

PENSO DI VALERE I TOP-50”  Krajinovic stava vivendo un discreto 2016, poi si è dovuto bloccare a inizio settembre durante il torneo di Como. “Ho avuto un brutto infortunio al polso. Ho giocato diversi tornei, peraltro raggiungendo un paio di finali, però non ero perfettamente sano. Quando la situazione è diventata insostenibile mi sono dovuto fermare. Adesso ho perso il mio ranking, sto provando a risalire e spero di tornare il prima possibile tra i top-100”. A proposito di obiettivi, Krajinovic non si nasconde. A parole, mostra una notevole sicurezza nei propri mezzi. “Tutti i giocatori hanno obiettivi, io non faccio eccezione. Prima di tutto voglio stare bene fisicamente, poi mi piacerebbe arrivare tra i top-50 e restarci. Sono convinto di poterlo fare. Però adesso sono numero 200 e devo fare un passo alla volta”. Per riuscirci, Filip ha le idee chiare: per adesso continuerà a giocare i tornei Challenger (“Quelli dove entrerò in tabellone”), ma quando non accadrà si lancerà nelle qualificazioni dei tornei ATP. Nel frattempo si avvicina un evento molto importante per il tennis serbo: dal 7 al 9 aprile, a Belgrado arriverà la Spagna per i quarti di Coppa Davis. Recuperare un posto in squadra può essere un obiettivo concreto per Krajinovic? “Sicuro, però abbiamo davvero una buona squadra. A parte Djokovic, ci sono Troicki, Lajovic, Zimonjic, poi è tornato Tipsarevic…è dura entrare nel quartetto. Nell’ultimo match contro la Russia ero presente nelle vesti di sparring, inoltre sono sempre rimasto in contatto con il capitano. Ho bisogno di fare risultati: se arriveranno, potrò giocarmi le mie carte”. Sabato, nella semifinale delle 20.30, Krajinovic se la vedrà con il vincente di Janowicz-Gerasimov.

HALYS TIENE IN GARA LA FRANCIA – Centra un posto tra i primi quattro anche il giovane francese Quentin Halys. Nella notte tra giovedì e venerdì aveva avuto un piccolo problema fisico, ma non lo ha mostrato nel match contro Yannick Hanfmann, il giustiziere di Andreas Seppi. Curiosamente, per Halys era la prima esperienza al PalaNorda, poiché nei giorni scorsi aveva sempre giocato ad Alzano Lombardo. Contro il tedesco ha mostrato tutta la qualità del suo tennis: completo, potente, a suo agio in ogni zona del campo, ha faticato soltanto in avvio di secondo set (2-0 Hanfmann), ma poi ha infilato cinque game consecutivi che hanno fissato il punteggio sul 6-4 6-3. Halys ha messo a nudo le difficoltà del tedesco in manovra: quando lo scambio si allunga, ed è necessario giocare bene in difesa, Hanfmann non è così brillante. Dopo aver toccato un best ranking al numero 136 ATP, Halys è sceso in 174esima posizione ma vale certamente di più. A Bergamo sta offrendo grandi sensazioni e poi, insomma, la Francia ha vinto le ultime due edizioni del torneo (Benoit Paire nel 2015, Pierre Hugues Herbert l’anno scorso). Con l’eliminazione di Boutillier, è rimasto solo lui a tenere viva la speranza di un tris.

Risultati:

Singolare

Filip Krajinovic (SRB) b. Remi Boutillier (FRA) 3-6 6-2 6-4
Quentin Halys (FRA) b. Yannick Hanfmann (GER) 6-4 6-3
Jerzy Janowicz (POL) b. Egor Gerasimov (BLR) 6-7(1) 6-3 7-5
Andrey Golubev (KAZ) b. Matteo Berrettini (ITA) 3-6 7-6(4) 6-3

Ufficio Stampa Trofeo FAIP-Perrel

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