Fognini è una star, a Miami… vince (Marianantoni). Fognini liquida Nishikori e centra un record (Viggiani)

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Fognini è una star, a Miami… vince (Marianantoni). Fognini liquida Nishikori e centra un record (Viggiani)

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Fognini è una star, a Miami… vince (Luca Marianantoni, Gazzetta dello Sport)

Era nell’aria e Fabio Fognini ha colto l’attimo, l’attimo più importante della carriera. Una vittoria prestigiosa, maturata in due set (6-4 6-2 in 68 minuti), su Kei Nishikori che è top ten (n.4 del mondo) da oltre 2 anni e mezzo. Un successo che vale all’azzurro una storica semifinale al Masters 1000 di Miami. Nessun italiano era riuscito a fare tanto in 32 anni di storia di un torneo che si è sempre vantato di essere il più virino agli Slam.

Questa volta non ci sono montagne russe da scalare, non c’è un cortocircuito da riparare, non ci sono gli alti e i bassi che hanno contraddistinto l’intera carriera dell’azzurro. Nella testa di Fabio funziona tutto alla perfezione. Avvio sicuro, un parziale di 12 punti a 1 per il 4-1. Nishikori gli dà una mano perché è lento, molto falloso, soprattutto con il rovescio, e non riesce a capire le intenzioni di Fabio che non gli dà scampo. Fognini serve bene quanto basta (alla fine chiude con il 61% di prime, una realizzazione con la prima del 67% con 4 ace e un doppio fallo), varia in continuazione, affonda con il dritto lungolinea e quando vuole prova a stringere la diagonale del rovescio per mandare fuori campo un Nishikori decisamente frastornato. L’unico passaggio a vuoto del primo set sul 5-3, quando Fabio va a servire per il set. II braccio trema, restituisce il break, ma torna immediatamente padrone del campo e della partita con un parziale di 4 giochi consecutivi fino al 3-0 del secondo set. Non c’è storia e la partita apparentemente più difficile si trasforma in una passeggiata.

Nishikori è in panne, non sa più cosa fare. Si presenta a rete per togliere il tempo a Fognini, prova a inventarsi un paio di palle corte, ma Fabio è sempre presente in tutte le parti del campo e con ogni colpo. Il secondo momento difficile per il ligure sul 3-1, 30-40, quando Fognini annulla una palla break con l’abbinamento servizio-dritto lungolinea d’attacco. Ne salva un’altra, questa volta aiutato dal nastro, chiudendo con il dritto. Poi con un ace di seconda sale rapido sul 4-2. Ancora un game disastroso di Nishikori e Fabio arriva a servire per il match sul 5-1. Ma non gli è sufficiente per chiudere, come non gli era bastato lo scorso anno a Madrid, battuto dal giapponese per 7-5 al terzo dopo aver servito per il match sul 5-4. Questa volta però è differente; Nishikori affossa la volée e l’azzurro sale 15-30, poi un errore di rovescio e per Fognini ci sono due match point consecutivi. Sbaglia il primo mettendo in rete un dritto interlocutorio, ma chiude alla seconda occasione passando il rivale con l’ultimo rovescio della partita. Dopo la stretta di mano, Fabio firma la telecamera lanciando un messaggio chiaro a Flavia Pennetta: “Nina, non torno”. Il ligure vuole restare a Miami il più a lungo possibile per scrivere altre pagine indimenticabili di grande tennis.

Un match che passerà alla storia, un match dai mille risvolti psicologici e dai tanti significati statistici. Fabio è il primo italiano di sempre ad arrivare in semifinale a Miami. Si erano fermati ai quarti di finale a Key Biscayne sia Cristiano Caratti nel 1991 (superato dal bombardiere David Wheaton) che Diego Nargiso nel 1992 (battuto dall’allora numero 1 del mondo Jim Courier). Ma c’è di più: Fabio è il primo italiano a raggiungere per due volte le semifinali in un Masters 1000, il primo a riuscirci in un torneo sul veloce. Le altre semifinali con Andrea Gaudenzi a Montecarlo 1995 (battuto dall’amico Thomas Muster), con Filippo Volandri a Roma 2007 (battuto da Fernando Gonzalez), con Andreas Seppi ad Amburgo 2008 (superato da Roger Federer) e con lo stesso Fognini a Montecarlo 2013 (eliminato da Novak Djokovic). Fabio è in una condizione fisica impressionante, è migliorato moltissimo al servizio (…)

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Fognini liquida Nishikori e centra un record (Mario Viggiani, Corriere dello Sport)

Un Fabio Fognini molto concreto, come lo era stato finora in ogni turno precedente del Masters 1000 di Miami. Un Kei Nishikori in difficoltà, come gli era capitato già con Fernando Verdasco e poi soprattutto per i problemi fisici al ginocchio sinistro in occasione del turno precedente contro Federico Delbonis. È la somma che fa il totale, quella che ieri in Florida alla fine ha portato “Fogna” a battere perla prima volta in carriera il Top Ten giapponese, attuale numero 4 del mondo, contro il quale era sempre uscito sconfitto nei due precedenti (agli Australian Open 2011 sul cemento e a Madrid 2016 sulla terra rossa) strappandogli però sempre almeno un set. Fognini ha subito spinto a tutta, soprattutto con il dritto. E con quello ha messo molto in difficoltà Nishikori, il quale è andato in crisi sugli spostamenti, faticando a reggere lo scambio da fondocampo, lui che invece di solito va da una parte all’altra senza affanno, e cercando spesso di spezzare il ritmo con qualche palla corta.

Fabio però è stato protagonista di un parziale super dopo 1’1-1 iniziale nel set di apertura: ha vinto a zero i due game successivi e si è portato sul 4-1 con un parziale di 12 punti a 1 che a un certo punto era di 9 a 0! Nishikori ha avuto anche la chance di rientrare nel set, breakkando Fognini quando il ligure è andato a servire sul 5-3 per chiudere il parziale, ma Fabio è rimasto tutto d’un pezzo e nel gioco successivo ha rimesso le cose a posto, guadagnandosi un paio di set-point con l’ennesimo dritto lungolinea letale e archiviando la pratica sul secondo dopo 34: Copione simile nel secondo set, con Fognini bravo a non mollare mai la presa sul collo dell’avversario. Pronti, via, e subito un break sul primo turno di battuta di Nishikori, peraltro sempre soft sulla seconda di servizio. Fabio è salito 3-0, ha annullato un paio di palle-break nel quinto e per andare sul 4-1 e nel gioco successivo ha piazzato un altro break letale. «Nina, non torno!», è stato il saluto di Fabio scritto sulla telecamera alla moglie Flavia Pennetta, sempre in lieta attesa, trepidante per lui davanti alla Tv, mentre in tribuna a Miami per lui c’erano la sorella Fulvia e un tifoso d’eccezione come Bobo Veri. Per Fognini si tratta della seconda semifinale in carriera in un Masters 1000: la prima risale a Montecarlo 2013, quando rimediò solo tre game contro Novak Djokovic e un sacco di fischi (…)

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