ATP Umago: Giannessi fa soffrire Lorenzi, finale con Rublev

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ATP Umago: Giannessi fa soffrire Lorenzi, finale con Rublev

Il derby italiano va a Lorenzi, che piega al terzo uno stoico Giannessi. Continua la favola Rublev che si regala la prima finale ATP e l’ingresso nei top 60

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dai nostri inviati ad Umago

[4] P. Lorenzi b. A. Giannessi 6-2 4-6  6-3 (da Umago, Ilvio Vidovich)

In una partita molto tesa e non bella, ma emozionante per i tanti capovolgimenti di fronte, Paolo Lorenzi ha la meglio su Alessandro Giannessi nel derby italiano di scena nella seconda semifinale del Croatia Open. Dopo un primo set vinto agevolmente e in vantaggio 4-2 nel secondo, Lorenzi – che dal quinto game del parziale ha giocato con una fasciatura alla coscia destra – ha un passaggio a vuoto che consente al mancino di La Spezia di impattare il conto dei set. Nel terzo parziale però si riprende, nonostante Giannessi continui a lottare fino alla fine, e conquista la quarta finale ATP in carriera. Per lui domani la sfida con il teenager russo Rublev, che a tratti ha seguito dalle tribune il match del n. 34 del mondo.

In una serata dalla temperatura piacevole ma con gli spalti del Goran Ivanisevic Stadium che all’inizio evidenziavano molti posti vuoti, non è stata una partita da ricordare, come detto. Nel primo set Lorenzi aveva vita facile con un Giannessi che appariva abbastanza teso, accusando forse un po’ di emozione per la sua prima semifinale ATP. Il n. 34 del mondo sfruttava la partenza fiacca del mancino di La Spezia, che soprattutto al servizio non era efficace come nei match precedenti: tre doppi falli per lui e solo il 20% di punti sulla seconda in tutto il parziale. Senza fare grandi cose, la testa di serie n. 4 brekkava due volte il suo avversario e senza mai soffrire nei suoi turni di battuta incamerava il set per 6-2. 29 punti a 16 il totale dei punti a favore di Lorenzi, a dimostrazione della sua netta superiorità in questa prima mezz’ora.

All’inizio del secondo set la musica pareva cambiare. Merito di Giannessi che con le spalle al muro si scrollava di dosso un po’ di tensione e spingeva di più e, anche con la complicità di un calo di Lorenzi, si portava sul 2-0. Da notare come il suo piano tattico odierno prevedesse di non accettare lo scambio prolungato da fondo, probabilmente conscio del fatto di non riuscire a contrastare le precise e asfissianti geometrie del suo avversario, cercando con costanza di chiamarlo a rete con la palla corta. Sotto 15-30 nel terzo game Lorenzi si riprendeva, portava a casa il game e in quello successivo, interminabile, conquistava il controbreak. Per Rublev, seduto in tribuna a studiare il suo prossimo avversario, pareva bastare quanto visto fino a quel momento, dato che rientrava negli spogliatoi. Proprio in quel momento il toscano chiamava il medical time out e si faceva fasciare la coscia destra. Ma la cosa sembrava non disturbarlo, tanto che conquistava a zero il suo turno di servizio e poi brekkava nuovamente Giannessi. A quel punto sulle tribune, un po’ più piene ma non troppo, la maggioranza degli spettatori era convinta che la partita si stesse avviando verso la conclusione, con la terza vittoria in due set di Lorenzi, dopo le due ottenute nelle ultime due edizioni del Challenger di Caltanisetta un mese fa e l’anno scorso. Invece il n. 104 del mondo (ma già certo di entrare tra i primi novanta da lunedì), non era ancora stanco di stare sul campo da gioco, dopo averci passato otto ore abbondanti nei primi tre match, e soprattutto non voleva accettare di perdere così la sua prima semifinale del circuito maggiore. Si difendeva da fondo con ritrovata grinta, ma soprattutto dava sempre più fastidio a Lorenzi con le palle corte, con le quali in diverse occasioni riusciva a portare a casa il punto direttamente. Dall’altro lato Lorenzi sbagliava cose che di solito non sbaglia tanto da far pensare che il fastidio alla coscia fosse una cosa un po’ più seria di un indolenzimento. Sta di fatto che con un parziale di quattro giochi a zero il 27enne tennista di La Spezia per la quarta volta in quattro match qui a Umago si giocava la vittoria al terzo set.

Sullo slancio, “Gianna” strappava il servizio al senese anche nel terzo gioco del terzo set. Sembrava che i sette anni di differenza e il problema alla coscia di Lorenzi (che a fine match ha ammesso di essere molto stanco e di sperare di recuperare in maniera adeguata per la finale) fossero a quel punto più rilevanti nell’economia del match rispetto alla stanchezza del suo avversario per le tante maratone giocate sotto il sole croato. Invece il match girava di nuovo. Lorenzi alla terza chance recuperava il break, mentre Rublev, incuriosito da quanto stava accadendo sul campo, tornava a guardare il match dal vivo dalle scale degli spogliatoi. Il parziale di 4-0 stavolta era a favore di Lorenzi, che ritrovava l’efficacia del servizio smarrita nel secondo set, la regolarità dalla linea di fondo – anche se quest’ultima non proprio al 100% – e subiva molto meno i tentativi di rompere il ritmo dello scambio del suo avversario, che cominciava ad accusare la stanchezza. Paolo andava così sul 5-2, non prima di aver annullato una pericolosa palla break nel settimo gioco, e poi chiudeva 6-3 al secondo match point, dopo più di due ore e mezza di gioco. Bravo Lorenzi, che come entrambi hanno sottolineato nelle interviste post match ha sfruttato nei momenti  topici dell’incontro la maggior abitudine a giocare sfide di questo livello, ma Giannessi – che si è dichiarato comunque soddisfatto di come ha giocato e in particolare di come ha retto bene dal punto di vista fisico dopo una settimana così faticosa – esce con l’onore delle armi.

[LL] A. Rublev b. [WC] I. Dodig 7-6 (4) 6-1 (da Umago, Michelangelo Sottili)

Il next gen Andrey Rublev supera il giocatore di casa Ivan Dodig in un match inizialmente caratterizzato dalla tensione per il risultato in palio: la prima finale – in assoluto per il diciannovenne moscovita, dal 2011 per il croato. Per entrambi vale il tormentone del protagonista del film Clerks, “non dovevo nemmeno essere qui, oggi”. Perché Andrey era stato eliminato al turno finale delle qualificazioni (poi ripescato al posto di Coric), mentre Ivan, 412 ATP, non sarebbe entrato neanche nelle quali senza la wild card peraltro più che onorata. E, allora, quella tensione determina un gioco frammentato, pochi scambi, diversi errori anche grossolani tra cui un facile smash lisciato da Rublev. Dodig salva il servizio in apertura seguendo a rete la battuta sul vantaggio esterno e il russo esce dal 15-40 con due ace. Sul 3 pari, dopo un cordiale scambio di break, è ancora Andrey ad allungare ma, dopo che il serve&volley di Dodig gli ha annullato un set point al nono game, serve vanamente per il set sul 5-4 aprendo con un doppio fallo e un gratuito di dritto. Nell’inevitabile tie-break, Rublev si dimostra più solido ed è eloquente il suo urlo liberatorio prima di andare al riposo in vantaggio di un set. Un altro urlo russo arriva quando tiene la battuta per il 2-1 rimontando da 15-40 e, questa volta, si libera davvero. Al gioco successivo, infatti, Rublev si procura una palla break con una risposta anticipata di rovescio e la trasforma con una catenata di quel dritto che comincia finalmente a funzionare con continuità. Frustrata l’occasione per il rientro di Dodig, è proprio il dritto a spianare al russo la strada della finale. Quando serve sul 5-1, inciampa subito in due doppi falli, ma sono ancora i vincenti che fa partire dal lato destro a dare ad Andrey la vittoria e la finale contro il nostro Paolo Lorenzi.

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