Umago, Lorenzi: "Voglio ancora migliorarmi". Rublev: "Non penso a classifica"

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Umago, Lorenzi: “Voglio ancora migliorarmi”. Rublev: “Non penso a classifica”

Le conferenze stampa dei due finalisti del Croatia Open, il vincitore Andrey Rublev e il runner-up Paolo Lorenzi

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Un sorridente Andrey Rublev è il primo ad entrare in sala stampa e a rispondere in inglese alle domande dei giornalisti presenti. La prima, chiaramente, è se pensava di vincere il torneo“No, quando ho visto la entry list il mio obiettivo era entrare in tabellone e far vedere il mio gioco. Quando ho perso nelle qualificazioni ero molto deluso e poi, invece, tutto è completamente cambiato in pochi giorni”. Ovvio poi chiedergli se ringrazierà o dirà qualcosa a Borna Coric, che con il suo forfait gli ha aperto la strada del main draw. “Ci siamo visti una di queste sere. Gli ho augurato di riprendersi presto e di tornare quanto prima in campo”.

Gli viene chiesto delle difficoltà che ad un certo punto ha incontrato nel primo set, quando sul 4-1 per lui la tattica di Lorenzi di rallentare il gioco con le palle alte lo aveva un po’ confuso. “Sì, lì ho avuto qualche problema. Anche a causa della tensione, avevo difficoltà a colpire nella maniera giusta quelle palle. Ho cercato di rimanere concentrato e di pensare a colpire bene i miei colpi e mi sono ripreso”. Ora è top 50 il 19enne moscovita, ma la cosa non suscita in lui particolari entusiasmi. “Non ho obiettivi di classifica, perché le cose possono cambiare di settimana in settimana. Il mio obiettivo è quello di lavorare duro ogni giorno per migliorarmi”. Anche il fatto di essere il più giovane vincitore di Umago non lo tocca più di tanto. “Io il più giovane a vincere qua? Lo so, ma ci sono diversi giocatori che alla mia età hanno vinto di più. Non devo guardare a questo ma continuare a lavorare.”

Arriva subito dopo a rispondere alle domande dei media anche l’azzurro Paolo Lorenzi. Sereno, nonostante la sconfitta, e lucido come in campo, anche nell’analizzare il match nel dopo partita. “Lui all’inizio è partito molto bene, io oggi ero un po’ più lento del solito e quindi dovevo cercare di abbassare il ritmo. In quel momento ci sono riuscito, però per poter vincere la partita avrei dovuto comunque spingere di nuovo. Credo che forse l’unico game che poteva girare era sul 5-4 per lui 0-30, quando abbiamo fatto uno scambio molto lungo e lui poi è stato bravo e poi sul 15-30. Quella forse è stata l’unica chance che ho avuto, perché del resto lui ha giocato veramente bene”. Al tennista senese viene chiesto se ha influito la stanchezza e il fastidio muscolare accusato in semifinale contro Giannessi“Credo che sia normale accusare un po’ di stanchezza una volta arrivati in finale, quando le partite sono così lunghe e fa molto caldo. Ma bisogna fare i complimenti a lui che ha sbagliato molto poco, ha sempre spinto e non mi ha dato la chance di rientrare in partita”.

La serenità che dimostra, la conferma anche a parole. “Sono comunque felice, un’altra finale ATP, ovviamente quando ci sei fai di tutto per vincere. Sono comunque già due le finali quest’anno e ora spero di vincerne una”. Si parla poi dei suoi obiettivi fino alla fine della stagione“Il mio obiettivo è sempre quello di migliorare il mio ranking di fine anno. Vorrei perciò finire la stagione meglio del n.35. Lo so che è difficilissimo, ma io lavoro per quello, lavoro per essere sempre più aggressivo. Certi giorni ci riesco di più, certi di meno, ma la direzione è sempre quella”. In chiusura, le congratulazioni dei giornalisti italiani per la sua intelligenza tattica, la capacità di adattarsi ad ogni tipo di superficie e di mettere in campo tante variazioni. E la voglia di continuare a migliorarsi, a 35 anni. “Sì, per un giocatore come me, che ama costruirsi il punto e che non si basa sulla potenza e i ritmi intensi, è importante trovare soluzioni alternative e variazioni per cercare di spezzare il ritmo agli avversari. Forse l’unica cosa che devo mettere a punto il servizio, alcune volte le percentuali sono un po’ basse. Devo migliorare ancora qualcosina, ci stiamo lavorando sono ancora giovaneha concluso ridendo Lorenzi, richiamando l’osservazione sulla sua età.

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