Sei forte papà. Fognini vince a Gstaad  (Cocchi), Per Fognini primo trionfo da Papà (Azzolini), Da Federer a Fognini, il tennis è dei papà (Rossi), Fognini, c'è il primo titolo da papà Fabio (Mancuso)

Rassegna stampa

Sei forte papà. Fognini vince a Gstaad  (Cocchi), Per Fognini primo trionfo da Papà (Azzolini), Da Federer a Fognini, il tennis è dei papà (Rossi), Fognini, c’è il primo titolo da papà Fabio (Mancuso)

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Rassegna stampa a cura di Daniele Flavi

 

 

Sei forte papà.

 

Federica Cocchi, la gazzetta dello sport del 31.07.2017

 

Fabio Fognini torna a sollevare un trofeo a un anno dalla vittoria di Umago. Un trofeo pesante, non solo per la roccia che rischia di scivolargli su un piede alla premiazione, ma anche e soprattutto perché arriva al termine di una settimana iniziata giocando male ma raddrizzata in corsa con colpi e testa. A Gstaad, sulle montagne svizzere, Fabio batte la sorpresa Hanfmann, arrivata dalle qualificazioni, e centra il quinto titolo in carriera, il primo da quando è diventato padre di Federico, l’erede con la racchetta partorito a maggio da mamma Pennetta, vincitrice Slam. «Un successo speciale — sorride Fabio dopo la festa —, che ha un sapore dolcissimo. Sono molto contento, è un traguardo che voglio dedicare a mia moglie Flavia e mio figlio Federico che purtroppo non hanno potuto essere qui oggi: ricorderò questo titolo per sempre, perché è il mio primo da papà». IL MATCH Il numero 1 italiano, che da oggi sale al 26 posto del ranking mondiale, non aveva mai affrontato Yannick Hanfmann, numero 170 al mondo e partito dalle qualificazioni. I pronostici erano tutti naturalmente dalla parte di Fabio che però ci ha abituato spesso a stravolgere i pronostici, nel bene e nel male. La partita comincia subito sul velluto per Fognini che approfitta dell’emozione del giovane di Karlsruhe e sale senza grossi problemi fino a 4-0. Hanfmann però, dimostrando che la sua presenza in finale non è un caso, cresce di rendimento e nell’ottavo gioco strappa il servizio all’azzurro riducendo le distanze e portandosi fino al 5-4. Ma Fognini non trema, mantiene la calma e porta a casa il set con un game tatticamente perfetto. Nel secondo set il 2Senne tedesco continua a crescere di rendimento e, soprattutto, col servizio con cui nel nono gioco salva una palla break. Fognini è decisivo alla risposta, l’arma che più lo ha sorretto in questa partita che ha rischiato di andare al tie break. Ma l’azzurro riesce finalmente a scippare la battuta al rivale e mettere la firma definitiva sul match. SLANCIO Gioco, partita incontro, Fabio in ginocchio a baciare la terra e il suo box, dove siedono anche mamma e papà, in festa. Franco Davin, il tecnico che segue Fognini da inizio anno può finalmente festeggiare un trofeo. «Davvero non me l’aspettavo — spiegherà Fabio —, nella prima partita ho giocato così male che ho detto al mio team “se faccio un’altra partita così, domani vado a casa”. E invece ogni giorno sono cresciuto e anche il dritto ha iniziato a darmi qualche soddisfazione e adesso, finalmente festeggio il mio quinto titolo in carriera». Una settimana mari e monti per il ligure, che dopo aver giocato a Umago la settimana scorsa sul livello del mare, ha avuto qualche difficoltà ad adattarsi all’altura di Gstaad: «Penso che il motivo per cui ho giocato così male all’inizio sia questo. Ho fatto fatica ad adattarmi, qui in altura la palla vola, ho dovuto calibrare diversamente la forza». A CASA Flavia e Federico hanno assistito da casa alle prodezze di papà Fabio: «Da Umago siamo venuti qui in macchina — ha spiegato —, sarebbe stato un viaggio troppo lungo per lui che ha solo due mesi. Ora riparto per Kitzbuehel, sempre in macchina e poi, prima di iniziare i tornei negli Stati Uniti mi dedicherò finalmente un po’ alla famiglia. Con Federico a casa, tutto è ancora più bello». Sei forte papà.

 

Per Fognini primo trionfo da Papà

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 31.07.2017

 

Federico Fognini ha vinto il suo primo titolo. Per interposto papà, ma è lo stesso… Ai bimbi del tennis ormai si regalano tornei. «Lo vuoi uno su terra rossa? Dillo, a papà tuo». Fu Roger Federer a lanciare l’idea, in uno dei momenti in cui il tempo sembrava correre a più non posso. Forse cercava nuove motivazioni quando disse di voler regalare alle figlie, non appena fossero state in grado di capire, una sua immagine di eroe vincente, magari l’ultima. A Myla Rose e a Charlene Riva andò il settimo Wimbledon, poi il tempo è tornato ad allungarsi in casa Federer, fin quasi a sembrare infinito, e sono giunti uno Slam per Leo, a gennaio, e uno anche per Lenny, l’ultimo sull’erba, a metà di questo luglio. Intanto, il giovane Stefan Djokovic s’è preso il Roland Garros del padre, mentre la piccola Sophia Murray sta aspettando, ma non dubita. E ieri è giunto il regalo di ben arrivato (in questo mondo) a baby Fognini, che non era a Gstaad con mamma, carrozzina e biberon, ma ha ricevuto la dedica promessa. «È una vittoria speciale, la prima da papà», ha detto Fognini con la giusta punta di commozione. «La voglio condividere con Flavia e Federico. Non sono qui purtroppo, ma li sento vicini lo stesso». QUINTO TITOLO Così, il primo titolo di Federico farà da quinto trofeo sulla bacheca di papà Fabio. Cinque vittorie (quattro a luglio) e otto finali, come Corrado Barazzutti, che per classifica resta il secondo degli italiani. È una vittoria che conta, anche se non c’erano molti dubbi sul fatto che sarebbe arrivata, dopo che Fabio aveva sorvolato in bello stile gli scogli più irti della settimana svizzera, il redivivo Gulbis nei quarti, e lo sfiancante spagnolo Bautista Agut in semifinale. L’ultimo atto, decisamente più confortevole, lo poneva di fronte a un venticinquenne tedesco che s’è preso la briga di stupire il pubblico, passando per le qualificazioni, poi inerpicandosi su per un tabellone che sembrava sin troppo ripido per uno come lui. Yannick Hanfmann, numero 170 Atp con un best ranking di poco più incoraggiante, 165. «Applauditelo», ha sollecitato il pubblico lo stesso Fognini, durante la premiazione, «questo ragazzo gioca davvero bene». Non al punto pero da mettere alle corde Fabio, che è partito con un 4-0 e solo dopo ha concesso qualcosa, salvo chiudere il primo set al momento giusto. Nel secondo Hanfmann ha tenuto bene il servizio, ma si è concesso un pizzico di euforia di troppo, attaccando banalmente Fognini su una palla break al decimo gioco. Fabio ha incrociato di rovescio e s’è preso il titolo nel game successivo. IL BINOMIO Gstaad a Federer regalava mucche. Juliette la prima, nel 2003, per la sua vittoria a Wimbledon. Poi Desirée, nel 2014. Ai Fognini (Fabio e Federico) niente scorta di latte gratuito, solo il trofeo. E pazienza. Resta il piacere della vittoria, un anno (quasi) esatto dopo l’ultima, a Umag nel 2016. La prima con coach Davin al fianco di Fabio, segno che il binomio funziona. «Dopo il secondo turno, credevo che il mio percorso in questo torneo sarebbe finito subito, non funzionava niente. Invece ho trovato il tennis giusto sin dal match successivo, contro Gulbis. Una vittoria che mi ha rincuorato e mi ha spinto a far bene anche contro Bautista Agut». LA TRADIZIONE Un successo importante anche in chiave nazionale, dato che promuove Fognini al numero 26 nella classifica di questa mattina. Di nuovo un azzurro dentro i primi trenta, insomma, appena una settimana dopo che gli italiani ne erano stati estromessi, cosa che non succedeva da trent’anni. Del resto, a Gstaad Pietrangeli vinse nel 1963, Panatta fu finalista nel 1972 e nel 1976. Giusto sia Fognini a proseguire la tradizione.

 

Da Federer a Fognini, il tennis è dei papà

 

Paolo Rossi, la repubblica del 31.07.2017

 

L’immagine dei gemellini Federer, nel box a Wimbledon, non poteva lasciarlo indifferente. Fabio Fognini, che da quasi un anno ha messo famiglia, ha cominciato a pensarci e a lavorarci su: «Vincere davanti ai propri cari, cosa può dare più gusto?» A Umago, l’altra settimana, ha trovato un ostacolo imprevisto sulla strada (Rublev), ma a Gstaad nulla ha potuto fermarlo ( e non il giovane tedesco Hanfmann: 6-4, 7-5 ) , di fronte alla possibilità di dedicare il torneo a Flavia e Federico: «Peccato che non siano qui…». Vincere da papà non è più tabù. Oggi aiuta, crea maggiore consapevolezza e regala motivazioni aggiuntive. Ma vincere con i pargoli in tribuna sta diventando la norma anche grazie alla longevità dei tennisti. «Io gioco solo per Valentina» ha rivelato Tommy Haas, che di anni ne ha ormai 39, consapevole della sua fortuna. E Federer ha confessato senza pudori: «Io dormo con Mirka, mia moglie. Ma può capitare che dormiamo con due dei quattro bambini in camera. Abbiamo anche dormito in sei per l’intero torneo…». La paternità portò bene anche ad Agassi, che vinse il suo ultimo Slam (Australia, 2003) già da papà e in attesa del secondogenito. Funziona anche al femminile, e nel passato le mamme non è che riuscissero a conciliare le cose. Ma nessuno ha dimenticato la piccola Jada con la coppa dello US Open 2009 con mamma Kim Clijsters. E, per dirla tutta: Serena Williams trionfatrice a Melbourne 2017, e in dolce attesa, come vogliamo considerarla?

 

Fognini, c’è il primo titolo da papà Fabio

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 31.07.2017

 

Fabio Fognini a Gstaad neppure doveva esserci. Si pensava che sarebbe volato sulla terra rossa di Amburgo, dove nel 2013 aveva vinto il torneo e giocato un’altra finale nel 2015. Invece eccolo nel bel mezzo delle Alpi svizzere dopo aver chiesto in extremis una wild card. Un invito che ha onorato battendo in finale per 6-4 7-5 il sorprendente tedesco Yannick Hanfmann, n.170 ATP partito dalle qualificazioni. Un successo, il quinto in carriera in 13 finali, che vale doppio: è il primo squillo da padre e gli consente di agganciare Barazzutti, capitano di Davis, nel numero di titoli. «E’ una vittoria che condivido con mia moglie Flavia e mio figlio Federico, che non erano qui – ha sottolineato- questo è un trofeo speciale perché è il primo da papà». Felice la Pennetta, a casa a Brindisi: «L’ho sentito al telefono, era in viaggio per Kitzbuhel dove è in tabellone. Non ho visto la finale in tv, sono scaramantica. Non avevo seguito le altre partite e ho preferito non cambiare. Mio padre e mia madre mi dicevano il punteggio». IL MATCH Fognini è partito a razzo salendo sul 4-0, poi Hanfmann ha trovato un paio di contromisure, in particolare il servizio in kick che costringeva Fabio a rispondere lontanissimo dal campo. Il tedesco ha recuperato uno dei due break di ritardo, ma il ligure sul 5-4 ha tenuto a zero il turno di servizio. Nel secondo parziale Hanfmann si è trovato a due punti dal set sul 5-4 30-30. L’allungo decisivo sul 5-5, quando l’azzurro ha centrato il break per poi chiudere nel game seguente. I vincenti hanno doppiato gli errori gratuiti: 21-11. Fognini si conferma il miglior tennista italiano degli ultimi 35 anni: il suo best ranking è la 13esima posizione del 2014 e ha battuto rivali come Nadal e Murray. A 30 anni può ancora dare tanto, nonostante le critiche per qualche bizza comportamentale. Intanto da oggi è salito al n.26 ATP e la top 20 non poi cosi lontana.

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