Venus scagionata: nessuna colpa per l'incidente mortale di Palm Beach

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Venus scagionata: nessuna colpa per l’incidente mortale di Palm Beach

La chiusura delle indagini solleva Williams da ogni responsabilità: l’impatto fatale per Jerome Barson è avvenuto senza violazioni del codice della strada da parte di Venus

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Un sospiro di sollievo, a conclusione di una vicenda comunque tragica. La chiusura delle indagini ha scagionato Venus Williams dall’accusa di aver provocato l’incidente stradale che a Palm Beach, lo scorso giugno, costò la vita a un uomo. Nel mezzo di un incrocio trafficato, l’impatto tra il Suv della tennista americana (che ne è uscita illesa) e la Hyundai con a bordo i coniugi Barson risultò fatale a Jerome, 78 anni, passeggero della vettura guidata dalla moglie. L’uomo è deceduto 13 giorni dopo in ospedale, a seguito delle ferite riportate.

Dai primi rilievi, sembrava potessero emergere profili di colpevolezza per Venus derivanti dal non aver rispettato le precedenze. Solo a inizio luglio, prima di iniziare la straordinaria cavalcata di Wimbledon, la numero cinque del mondo ruppe il silenzio senza però entrare nel merito della vicenda: “Sono devastata, ho il cuore a pezzi” le sue parole affidate ai social. Ma il rapporto di diciotto pagine pubblicato mercoledì dalla polizia di Palm Beach chiude la vicenda: si è trattato di una tragica fatalità, perché l’impatto è avvenuto senza alcuna violazione del codice della strada da parte di entrambe le vetture. Le immagini registrate da un impianto di videosorveglianza della zona mostrano che la Toyota Sequoia di Venus sarebbe quindi entrata legittimamente nell’incrocio, con il semaforo verde, salvo vedersi tagliare la strada da una Nissan che la costrinse a fermarsi improvvisamente generando lo scontro.

Trova così conferma il video pubblicato dal Sun Sentinel, quotidiano on line del sud della Florida, dove si ascolta la voce di un agente intervenuto sul luogo dell’incidente che si rivolge così a Venus: Ti sei trovata in una brutta situazione, non ho gli elementi per incolparti con certezza di quanto accaduto.

A suo agio nel fresco ruolo di zia e per nulla intenzionata a mollare la presa dopo una stagione ad altissimi livelli, la venere del tennis USA a 37 anni può iniziare così con (relativa) maggiore serenità il suo 2018.

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