Australian Open: Nadal 'rulla', Dimitrov sbaglia ma Rublev di più

Australian Open

Australian Open: Nadal ‘rulla’, Dimitrov sbaglia ma Rublev di più

Dimitrov-Rublev delude le aspettative. Vince il bulgaro, ma quanti errori! Schwartzman sfianca Dolgopolov e troverà un Nadal che sta crescendo

Pubblicato

il

 

IL N.1 VIAGGIA IN BUSINESS – Rafael Nadal non si era tirato indietro nell’esprimere il suo parere alla vigilia dell’ondata di calore che ha colpito Melbourne negli ultimi due giorni, dicendo chiaramente che si sarebbe dovuto evitare di far giocare partite in condizioni climatiche pericolose. E poi aveva aggiunto che l’indomani si sarebbe allenato indoor. Com’è, come non è, il maiorchino si è trovato a giocare il suo terzo turno sulla Margaret Court Arena in sessione serale, quindi fuori dalla insopportabile canicola pomeridiana, di fronte a quel Damir Dzumhur che nell’unico confronto diretto, a Miami nel 2016, lo aveva costretto al ritiro dopo due ore nella umidissima calura della Florida. Non ci era voluto troppo per immaginare che l’esito di questa sfida sarebbe stato diverso: il Nadal visto nei primi due turni era sì in ritardo di condizione agonistica, ma era comunque sempre Nadal, e come tale abbastanza fuori dalla portata del bosniaco al di là di circostanze particolari. Il previsto calo di temperatura che i meteorologi avevano così trionfalmente sbandierato su tutti i giornali ha fatto sì che all’inizio della sessione serale la temperatura fosse già scesa fino a 26 gradi (contro gli oltre 40 del pomeriggio), rimuovendo quell’elemento di variabilità dalla ricetta.

Il match è stato la definizione da dizionario di “match a senso unico”: partito con un fulminante 6-1 iniziale in 22 minuti, Nadal ha avuto un attimo di titubanza solamente all’inizio del secondo set, quando dopo essere andato avanti di un break sul 2-1, si è messo in condizione di sbagliare una volée molto complicata sulla prima palla break a sfavore del match, consentendo a Dzumhur il riaggancio sul 2-2, peraltro subito rimediato con un nuovo break il game seguente. Nadal è stato sempre in controllo del gioco, ha comandato come suo solito con il diritto dal centro del campo, senza sfuggire alle traiettorie incrociate strette tentate da Dzumhur in occasione delle quali si è esaltato con colpi ancora più incrociati. Qualche scambio spettacolare, qualche bel colpo, ma alla fine si è trattato del solito terzo turno di routine per il numero uno del mondo che, arrivato in Australia con qualche dubbio sulla salute del suo ginocchio e con un evidente ritardo di condizione agonistica (0 match giocati per lui nel periodo di preparazione di questo Slam, situazione nella quale non è mai riuscito a vincere un Major), ha finora passato a pieni voti tutti gli esami, peraltro sulla carta piuttosto morbidi, che ha dovuto affrontare.

Al prossimo turno ci sarà la testa di serie n. 24 Diego Schwartzman, vincitore di Dolgopolov, contro il quale Nadal ha vinto tutti e tre i precedenti incontri senza mai perdere nemmeno un set.

da Melbourne, Vanni Gibertini

ANDREY DELUDE, DIMI DEVE CRESCERE – Ci sono 39 gradi centigradi sul centrale di Melbourne quando scendono in campo Grigor Dimitrov (terza testa di serie del torneo) e Andrej Rublev (n.32 ATP) per disputare il loro secondo confronto dopo la vittoria di quest’ultimo allo US Open 2017. Rivincita è stata per Dimitrov che ora attende agli ottavi di finale il vincente tra Kyrgios e Tsonga. Ma la partita è stata troppo modesta per non pensare che la calura abbia avuto un ruolo negativo quantomeno sul servizio dei due protagonisti: 28 doppi falli complessivi non sono altrimenti spiegabili. I primi tre set sono stati speculari nello svolgimento – il primo a conquistare il break ha finito per perdere il parziale – e tutti e tre sono stati un festival dell’errore: all’inizio del quarto set Dimitrov era gia a quota 11 doppi falli e Rublev 10 mentre gli errori non forzati di rovescio e diritto di marca, rispettivamente, bulgara e russa erano pressoché incalcolabili. Tra i tanti orrori tecnici e tattici “ammirati” oggi, spiccano a nostro parere per gravità e conseguenze nefaste i due doppi falli consecutivi di Rublev commessi nel settimo game del primo set e i due non consecutivi nel nono gioco del terzo e il diritto messo in corridoio  da Dimitrov nel secondo parziale sul punteggio di 4-3 e servizio in un momento in cui il russo pareva reduce da una maratona nel Sahara e desideroso solo di partire per un week end in Siberia. Nell’ultimo turno di battuta del terzo set Dimitrov ha anche cavallerescamente provato a rimettere in partita il suo giovane avversario commettendo tre doppi falli, ma invano. Quarto set se possibile ancor più modesto dei primi tre sino al tre pari. Rublev in questa fase è più aggressivo ( ma guai ad andare a rete, per carità) ma è Dimitrov che all’improvviso trova la forza per salire di livello tecnico e fisico e portarsi sul 5- 4 e servizio. L’ultimo game merita per qualità e suspence la visione su YouTube al quale rimandiamo i lettori. Per la cronaca il punto finale è stato un passante di diritto su uno dei rarissimi attacchi di Rublev. Ma per battere il prossimo avversario chiunque esso sia, Dimitrov dovrà alzare – e di molto – il suo livello di gioco.

Roberto Ferri 

BENE IL CROATO – Vince Marin Cilic e batte in due set Ryan Harrison, numero 45 del ranking ATP. Marin conferma in Australia l’andamento dei suoi precedenti contro lo statunitense, prima di oggi fermi sul 5-1, con Cilic soccombente solo ad Acapulco. La partita ha mostrato chiaramente che sin quando Harrison tiene il ritmo di avversari più quotati può anche metterli in difficoltà, e che nel momento in cui Cilic rinuncia ad accompagnare la battuta con una sufficiente mobilità, qualcosa può succedere. Questo è stato il primo set di oggi, in cui Harrison ha anche servito bene e si sono contate solo due palle break, una per parte. Quindi il tie-break perso da Harrison, che ha sciolto i nervi al croato. Diversa la musica del secondo set, Cilic si ricorda di avere un ottimo gioco di volo, i vincenti salgono 16 a 4 per il croato e l’intensità dello statunitense diminuisce notevolmente. Nel terzo set Harrison mostra di poterci stare e dopo aver subito un break, gioca bene nella seconda occasione che riesce a procurarsi nel quinto game e riporta in parità il set. Distrazioni che Cilic deve limare. Torna a correre Ryan, mentre il croato pare di nuovo un po’ statico. Si difende Marin e trascina il set al tie-break, una alcova tutta croata oggi in cui Harrison si fa sorprendere ancora, da un avversario che in quel momento pareva in apnea. Per Cilic 16 ace contro 10 e la soddisfazione di aver tenuto relativamente bassa la durata di un match che poteva complicarsi, per Harrison la netta sensazione che manchi sempre qualcosa per spiccare il volo.

Diego Serra

FANTASIA AL POT… NO, POTENZA E CONCRETEZZA – Il primo giocatore ad accedere agli ottavi di finale è Kyle Edmund. L‘albino d’Albione, che forse pensava di cavarsela più agilmente contro il georgiano Basilashvili e invece si è ritrovato invischiato in un brutto affare, perfino in svantaggio, e ha dovuto azionare quel cannone che quasi soltanto lui riesce a impugnare full western, come fosse un nostalgico di certi film senza colori. In pratica, ‘se immaginiamo Kyle ruotato di 180% con testa e gambe, sarebbe un rovescio a una mano praticamente perfetto, ma tirato dall’altra parte’ – per dirla con le esatte parole del nostro tecnico – ma questa bizzarria biomeccanica non gli impedisce di scaraventare in campo, come oggi, 70 vincenti, dei quali la metà nei due set conclusivi che gli hanno permesso di completare la rimonta (6-0 7-5). Lo strappo decisivo, che ha evitato una pericolosa oltranza che a volte nei tennisti sa provocare assuefazione, è giunto proprio sulla sirena, quando si era 5-5. Il britannico giocherà il suo secondo ottavo Slam in carriera. Gilles Muller di vincenti ne ha tirati persino di più, eppure contro la sconfortante – per gli avversari – regolarità di Carreno Busta (tds n.10) gli è riuscito di vincere appena un set. Lo spagnolo non si è disunito dopo aver ceduto il secondo parziale e ha mantenuto la sua velocità di crociera, concedendo soltanto due palle break al di fuori del set perso e servendo il 74% di prime. Ha vinto tutti i parziali a 7, un tie-break e due 7-5, per confermare che il black-out di fine 2017 è stato solo un caso. Pablo è tennista vero. Così come lo è Diego Schwartzman, che non si è lasciato impressionare dall’ottimo inizio di torneo di Dolgopolov e l’ha eroso alla distanza, tamponandone le accelerazioni con pazienza e saggezza. Ricorrendo ai tagli, per non dare all’ucraino modo di appoggiarsi, scongelando il servizio nei momenti decisivi ed evitando di dare a Dolgo troppi angoli su cui ricamare contro-angoli da compito di trigonometria. Il resto l’hanno fatto i soliti piedi rapidissimi. Diego attende probabilmente Nadal e no, per lo spagnolo non sarà una passeggiata.

A.S.

Risultati:

K. Edmund b. N. Basilashvili 7-6(6) 3-6 4-6 6-0 7-5
[10] P. Carreno Busta b. [23] G. Muller 7-6(4) 4-6 7-5 7-5
A. Seppi b. I. Karlovic 6-3 7-6(4) 6-7(3) 6-7(5) 9-7
[3] G. Dimitrov b. [30] A. Rublev 6-3 4-6 6-4 6-4
[24] D. Schwartzman b. A. Dolgopolov 6-7(1) 6-2 6-3 6-3
[6] M. Cilic b. R. Harrison 7-6(4) 6-3 7-6(4)
[17] N. Kyrgios b. [15] J.W. Tsonga 7-6(5) 4-6 7-6(6) 7-6(5)
[1] R. Nadal b. [28] D. Dzumhur 6-1 6-3 6-1

IL LIVESCORE DEL DAY 5: UOMINI – DONNE
I TABELLONI COMPLETI: UOMINI – DONNE

Seppi, 21esima maratona vincente e sesti ottavi Slam. Con Edmund si può fare
Il derby è di Svitolina. Eliminata Ostapenko
Con questo Kyrgios non c’è da scherzare

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement