Il manuale del raccattapalle

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Il manuale del raccattapalle

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TENNIS – Per essere dei buoni raccattapalle bisogna possedere alcune caratteristiche fondamentali. Ma non è tutto. Secondo Greg Rusedski, ci sono quattro regole necessarie affinché si possa essere considerati dei perfetti ball kids.

Rapidi, scattanti, in piedi e inginocchiati…insomma indispensabili eppure pressoché “invisibili” ! Questo è il destino dei ball boys e delle ball girls che calcano i campi da tennis di tutto il mondo. E già, di solito si è talmente presi da fendenti a destra, a sinistra, ace, stop volley e tweener che non si fa molto caso all’intenso ma discreto lavorìo che viene prodotto intorno ai giocatori.

Eppure, questi ragazzi che sfrecciano per ore da una parte all’altra del campo da tennis, si prodigano instancabili per la “tranquillità” dei nostri “eroi” in campo; e, per di più, devono possedere qualità notevoli per conquistare il tanto ambito “posto al sole”, chissà, magari accanto a Federer, Nadal o Djokovic.

Le selezioni e l’addestramento di questi ragazzini, soprattutto per gli eventi più importanti come gli Slam e le Finals di Londra, sono severi e rigorosi. Concentrazione, rapidità e abilità sono i requisiti indispensabili che determinano il “reclutamento” dei futuri raccattapalle che, impettiti e serissimi nelle loro divise – a volte dai colori sgargianti, a volte sobrie e scure – non perdono di vista neppure un secondo la fatidica pallina gialla.

Ed è proprio quanto ha precisato Greg Rusedski a The Tennis Space, a proposito dei ball kids, in occasione delle prove per la selezione nazionale che designerà i futuri raccattapalle (dai 12 ai 16 anni) impegnati a Londra nelle Barclays ATP World Tour Finals di novembre. L’ex giocatore britannico, finalista allo US Open del 1997 contro Patrick Rafter, ex n. 4 del mondo ed ora commentatore televisivo nonché giocatore nell’Atp Champions Tour, ha presentato un breve vademecum del raccattapalle ideale, costituito da 4 regole d’oro.

Prima di tutto, i raccattapalle devono avere la perspicacia e la tempestività nel “leggere” i codici dei giocatori. E già, “ogni giocatore possiede le proprie abitudini. La mia era l’asciugamano” afferma Rusedski. “Se un giocatore guarda in una determinata direzione, può significare che vuole l’asciugamano o la pallina. Devi saperlo. Alcuni fanno determinate cose quando giocano”.

Infatti, non solo ci sono i giocatori che, particolarmente scaramantici, rivogliono sempre la pallina con cui hanno appena ottenuto il punto, oppure ne vogliono due o tre alla volta per poter scegliere quella che sembra loro più adatta ma, per molti di loro, l’asciugamano diventa spesso un “tormentone”. Certo, durante i match che si svolgono in pieno sole e a temperature elevate è un toccasana indispensabile; ma, talvolta, per alcuni campioni, il “Towel !” diventa una vera e propria manìa, se non un’ossessione, anche quando non c’è nulla da asciugare ! Ed ecco che i rapidi e solerti ball kids, ancor prima che il giocatore reclami con l’indice il tanto agognato telo (come fanno Murray o Berdych,) o si passi la mano sul volto (Na Li), porgono all’interessato l’immancabile asciugamano subito dopo un punto.

Ma non solo. I servizievoli ragazzini si preoccupano immediatamente di ovviare a qualsiasi imprevisto che possa disturbare la concentrazione dei giocatori; ricordiamo, ad esempio, le grosse cavallette che quest’anno facevano irruzione sul centrale della Rod Lever Arena: i ball kids australiani, con tanto di copricapo da legionario (a Melbourne è d’obbligo a causa del sole cocente) accorrevano immediatamente per scansare e togliere gli  insetti che, curiosi, si affollavano in mezzo al campo.

L’ex campione britannico afferma, inoltre, che, anche se ci si trova per la prima volta in campo con Federer o Nadal, “non bisogna guardare la partita di tennis ma esclusivamente la pallina, e questa può essere la cosa più difficile. Bisogna rimanere concentrati e saper leggere il gioco”.

Ed è ciò che è avvenuto, per esempio, ancora nell’edizione 2012 dell’Australian Open: durante la semifinale tra Federer e Nadal, è rimasta memorabile la destrezza di un ball boy che, con incredibile prontezza di riflessi, ha saputo prendere al volo e da lontano una palla lanciata da Roger per scostarla. L’abile ragazzino ha suscitato lo stupore e l’ammirazione del pubblico e dei commentatori (tant’è che il suo exploit ha fatto il giro del mondo su youtube).

Il riflesso forse fin troppo rapido ha invece “penalizzato” il malcapitato ball kid protagonista di una prematura irruzione in campo l’anno scorso al Roland Garros, durante il quinto set del match tra Troicki e Murray. Il povero ragazzino è entrato in campo troppo rapidamente sullo smash del serbo, pensando che il punto si fosse definitivamente concluso. Troppo tardi. L’arbitro ha fatto rigiocare il quindici suscitando il malcontento di Troicki che ha “incenerito” con lo sguardo il povero raccattapalle mortificatissimo e quasi in lacrime.

Certo, non solo è di primaria importanza non disturbare il gioco e quindi rimanere immobili durante gli scambi ma, inoltre, secondo Rusedski, il perfetto raccattapalle deve fare la massima attenzione a non “disturbare” le abitudini dei giocatori in campo. Le bottigliette perfettamente allineate di Rafa Nadal insegnano : guai a spostarle, urtarle o farle cadere !

Infine, il raccattapalle impeccabile sarà quello che non si farà notare dai giocatori: “Stai facendo un buon lavoro se i giocatori non ti notano” conclude Rusedski. Ed è vero. I giocatori durante i match sono concentratissimi, assorti e a volte fin troppo sofferenti per accorgersi di quello che succede attorno al campo. Eppure, talvolta, anche nei match più tirati, alcuni di loro si lasciano andare a un sorriso e a un ringraziamento verso questi piccoli grandi eroi del tennis. Federer, Del Potro, Nadal, lo sappiamo, sono grandi campioni anche di umiltà e gentilezza e non mancano mai di salutare, non fosse che con un semplice sorriso, il prezioso contributo dei ragazzini in campo.

E c’è di più. L’anno scorso, durante le Finals di Londra, il n. 1 del mondo Novak Djokovic si è perfino improvvisato raccattapalle partecipando ad un video nel quale prende lezioni dai migliori ball kids del torneo. Il serbo, disponibile e scherzoso come sempre, ha imparato tutti i movimenti, i gesti e le posizioni del perfetto raccattapalle e non ha mancato di sottolineare la difficoltà e la concentrazione costante dei ragazzini, ricordandosi di quando, anche lui, ragazzino, era stato un ball boy a Belgrado.

Se, in generale, come si è già detto, i ball boys non devono farsi notare, da qualche anno, al torneo di Madrid, secondo una nuova strategia di spettacolo, i raccattapalle sono anche ragazze particolarmente avvenenti, che non passano per niente inosservate soprattutto presso il pubblico maschile. E, per giunta, quest’anno sono state doppiamente ammirate poiché sfrecciavano su una terra tutta blu. Ma, si sa, l’eccezione conferma la regola.

 

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