Il pagellone di Davis: Italia superlativa, Kazakistan a un passo dal sogno

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Il pagellone di Davis: Italia superlativa, Kazakistan a un passo dal sogno

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TENNIS APPROFONDIMENTI – Diamo i voti dopo i quarti di finale di Coppa Davis: gli azzurri, trascinati da un Fognini pazzesco, ribaltano un pronostico già scritto, mentre Golubev e soci fanno soffrire la Svizzera. Bella rimonta della Francia (ma che sofferenza!), Repubblica Ceca facile sul Giappone. 

Chi vi scrive ricorda il 1998 molto bene, quasi fosse ieri: lo sport ha il potere di farti catalogare i vari episodi della vita. La prima superiore (però, ne è passato di tempo), il celebre rigore non fischiato all’Inter di Ronaldo nel famoso match scudetto in casa della Juventus, la doppietta di Zinedine Zidane nella finale dei mondiali contro il Brasile, il primo titolo in F1 di Mika Hakkinen (e quella sporca manovra di David Coulthard ai danni di Michael Schumacher nel gp del Belgio), il mondiale della classe 500 scippato a Max Biaggi in favore di Michael Doohan (quella bandiera nera a Barcellona non scomparirà mai dalla mente), i trionfi di Marco Pantani al giro d’Italia e al tour de France (la lotta con Pavel Tonkov a Plan di Montecampione è da leggenda), l’impresa di Hermann Maier alle Olimpiadi di Nagano. Ma soprattutto, la finale raggiunta dalla nostra squadra di Davis, dopo l’epica impresa in semifinale in casa degli Stati Uniti (e chi se lo dimentica il match superlativo di Davide Sanguinetti contro Todd Martin, a Milwaukee?). L’ultimo atto del Forum di Assago contro la Svezia, con Andrea Gaudenzi che ci lascia una spalla per amore della bandiera, è un momento di sport dal sapore storico: sembra ieri, ma sono già passati 16 anni. Da quel 1998 l’Italia del tennis maschile ha solo raccolto delusioni in Davis (alcune drammatiche), ma oggi è finalmente il momento di fare festa: la grande prova offerta contro la Gran Bretagna di Andy Murray ci farà riassaporare nuovamente il gusto della semifinale. E pazienza se i prossimi 12, 13 e 14 settembre ci attenderà la Svizzera di Roger Federer: con molta probabilità giocheremo dentro a un palazzetto su un campo ultraveloce, ma questi ragazzi (pur sfavoriti) potranno giocarsi le loro carte. Intanto diamo un po’ di voti ai match di quarti di finale, caratterizzati da ben tre rimonte su quattro.

ITALIA-GRAN BRETAGNA 3-2

ITALIA – VOTO 9
Sulla carta doveva essere un match equilibrato, ma le precarie condizioni fisiche di Fognini e il ko nel doppio di sabato sembravano aver spazzato via i sogni di gloria. I nostri, invece, ci hanno regalato una domenica da premio Oscar: trovare aggettivi per definire la magnifica tre giorni di Fognini è complicato, ma anche gli altri ragazzi sono stati bravissimi a dare il loro contributo. Bolelli ha tenuto in piedi il doppio con una buonissima prestazione, Seppi non si è disunito sul 2-2 e, nonostante l’enorme pressione, ha fatto pienamente il proprio dovere mentre gli altri (Lorenzi, Quinzi e Donati) hanno fatto il resto cementificando ulteriormente il gruppo. La semifinale è un traguardo meritatissimo: da qui a settembre succederanno ancora tantissime cose, ma intanto gustiamoci questa impresa.

FABIO FOGNINI – VOTO 10
Quando mette in piedi certe sceneggiate come a Miami va bacchettato, ma dopo una prestazione del genere bisogna applaudirlo a scena aperta. Fabio è stato eccezionale sotto ogni punto di vista: nonostante le condizioni fisiche non ottimali ha avuto una grande forza mentale nel primo singolare (battere Ward in quella situazione non era facile), poi non si è tirato indietro nel doppio (e molti lo avrebbero fatto al posto suo) quindi ha firmato il capolavoro domenica, annullando Andy Murray quasi si trattasse del più modesto degli sparring partner. La partita contro lo scozzese è da far rivedere nelle scuole tennis: convinzione nei propri mezzi, nessuna paura, cuore immenso ma soprattutto tanta, tanta tecnica. E’ vero che la terra rossa non è la superficie preferita del campione di Wimbledon, ma Fognini (dopo una partenza al rallentatore) lo ha distrutto con un tennis di livello mostruoso. Questa vittoria può rappresentare il punto di svolta nella carriera del ligure: Fabio entrerà nei top ten e potrà rimanerci a lungo.

ANDREAS SEPPI – VOTO 7,5
Ha ricevuto molte critiche dopo la sconfitta di venerdì contro Murray: perdere con l’ex numero due mondiale ci può stare, ma in tanti non gli hanno perdonato il fatto di non aver portato a casa il secondo set prima dell’interruzione per oscurità. Quando c’era però da archiviare la pratica l’altoatesino non ha fallito: sulla carta Ward è nettamente più debole di Seppi, ma parere del sottoscritto non c’era da stare tranquilli (ricordate il tracollo con Sela, per fare un esempio?). Andreas, invece, ha fatto il suo dovere: la posta in gioca era altissima, descrivere a parole la tensione prepartita non è possibile, ma il nostro (nonostante alcune incertezze in avvio) è stato molto bravo a dare un senso all’impresa di Fognini.

SIMONE BOLELLI – VOTO 6,5
Ormai è un punto fisso del doppio e con Fognini forma una coppia collaudata: nonostante la sconfitta di sabato, il bolognese ha giocato punti di alto profilo ed ha provato fino in fondo a trascinarsi dietro il compagno. Ora che il polso è finalmente ok Simone può gustarsi un 2014 ricco di soddisfazioni (e se lo merita).

GRAN BRETAGNA – VOTO 6,5
Può sembrare un voto alto per una squadra sconfitta, ma i britannici hanno mancato di un soffio il passaggio alle semifinali: se davanti a loro non si fosse palesato un Fognini stile virtuatennis avrebbero con molta probabilità centrato l’obiettivo. Prima di tutto va sottolineato il loro ammirevole fair play, sia in campo che durante le conferenze stampa: mai una polemica, mai un comportamento sopra le righe. La squadra, poi, ha fatto quel che era nelle proprie corde: da urlo la prestazione nel doppio, Ward è pur sempre il numero 162 al mondo, mentre Murray non poteva fare granché per arginare un Fognini così straripante.

ANDY MURRAY – VOTO 6
La media perfetta tra il 7 di venerdì e il 5 di domenica: lo scozzese ha firmato il momentaneo 1-1 contro Seppi giocando una partita ordinata, in doppio ha composto con Fleming una coppia ben assortita ma, al momento di chiudere sul 3-1, si è fatto travolgere dal proprio avversario senza dare mai l’impressione di poter ribaltare la situazione. Buon per lui che quest’anno, finalmente, non dovrà affrontare a settembre i playoff.

JAMES WARD – VOTO 5,5
Sulla carta partiva nettamente sfavorito in entrambi i singolari, anche se il trionfo su Sam Querrey nel primo turno contro gli Stati Uniti lasciava aperto qualche spiraglio: l’Italia, tuttavia, conosce ogni segreto della terra rossa e su di lui è calata la notte. Contro un Fognini in chiara difficoltà è stato fin troppo bravo a vincere un set, poi con Seppi ha provato a rimanere in gara fino alla fine con un’ammirevole convinzione ma, obiettivamente, c’era poco da fare.

COLIN FLEMING – VOTO 6,5
Poco da dire su di lui: nel doppio ha sbagliato pochissimo, dando il là alla vittoria della Gran Bretagna. Il compito per il quale era stato convocato lo ha svolto nel migliore dei modi.

SVIZZERA-KAZAKISTAN 3-2

SVIZZERA – VOTO 7
Chi diceva che per gli elvetici sarebbe stata una passeggiata di salute? Obiettivamente era dura aspettarsi un successo degli ospiti, invece non ci sono andati molto lontani. “Colpa” di una Svizzera menomata dall’assenza di Stanislas Wawrinka (voto 5): il campione degli Australian Open si è reso protagonista di un pessimo weekend e solo la presenza di Roger Federer (voto 8) ha garantito l’accesso alle semifinali. Wawrinka non ha ancora smaltito il trionfo di Melbourne: Golubev, vero animale da Davis, gli è montato sopra con una certa crudeltà e anche nel doppio (nonostante Federer) la situazione non è migliorata. Quando Kukushkin ha vinto il primo set del terzo singolare i tifosi rossocrociati hanno visto le streghe: fortuna che Roger, nonostante i quasi 33 anni, è ancora una certezza.

KAZAKISTAN – VOTO 7,5
Ma come, la squadra che perde ha un voto più alto della vincitrice? Certo che si: tralasciando i soliti discorsi sull’assurdità del team kazako, i giocatori hanno dimostrato che nello sport niente è impossibile, se tu sei il primo a crederci. Andrey Golubev (voto 8) si è confermato l’attaccante di sfondamento di questo gruppo, irridendo Wawrinka e disputando un doppio di puro coraggio. Contro Federer ha provato a giocarsela alla pari, ma l’avversario era troppo forte. Benino anche Mikhail Kukushkin (voto 5,5), mentre il doppista Aleksandr Nedovyesov (voto 7,5) è stato sorprendente, nonostante per lui fosse l’esordio su palcoscenici del genere.

FRANCIA-GERMANIA 3-2

FRANCIA – VOTO 7
Stavano riuscendo a perdere contro le riserve delle riserve della Germania: il capitano Arnaud Clement deve aver fatto gli incubi venerdì notte. I galletti, tuttavia, hanno sette vite come i gatti: Julien Benneteau (voto 6) e Jo Wilfried Tsonga (voto 5,5 per come ha perso il primo singolare) hanno fatto volare gli avversari sul 2-0, fortunatamente il doppio (voto 7 a Michael Llodra) e gli ultimi due singolari (grande Gael Monfils, voto 7,5) hanno ridato fiato alla compagine transalpina. Questa volta è andata bene, ma in semifinale contro la Repubblica Ceca non saranno ammessi certi passaggi a vuoto.

GERMANIA – VOTO 6,5
Mancavano le punte di diamante Tommy Haas, Philipp Kohlschreiber e Florian Mayer, ma in pochi se ne sono accorti. Tobias Kamke (voto 6,5) ha giocato al meglio delle proprie possibilità, Peter Gojowczyk (voto 7) ha schiantato Tsonga con una prestazione incredibile ma obiettivamente era impensabile fare di più: ad ogni modo la Germania ha dimostrato di avere a disposizione una coperta lunghissima, in caso di necessità.

GIAPPONE-REPUBBLICA CECA 0-5

GIAPPONE – VOTO 5
Kei Nishikori è il fulcro su cui si basa la squadra: con lui assente l’epilogo era già scritto in partenza. Tatsuma Ito, Taro Daniel (voto 6 per aver lottato nei primi due singolari) e Yasutaka Uchiyama (voto 5,5) hanno provato lo stesso a conquistare la qualificazione, ma il divario tecnico era troppo evidente. E meno male che alla Repubblica Ceca mancava Tomas Berdych…

REPUBBLICA CECA – VOTO 7
E venne il giorno di Lukas Rosol (voto 6,5): l’assenza di Berdych gli ha spalancato le porte del teatro principale e lui ha sfruttato l’occasione giocando con grande solidità: contro Daniel si è un po’ complicato la vita, ma in doppio ha supportato benissimo l’inossidabile Radek Stepanek (da qui il 6,5). Stepanek (voto 7) è sempre il solito combattente su cui fare affidamento: nel primo singolare ha usato tutta la propria esperienza e in doppio si è confermato imbattibile. Contro la Francia (Berdych permettendo) la squadra di Navratil partirà favorita.

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