NON SOLO TENNIS – Pietro Paolo Virdis: storia di un attaccante anni ’80, dal quale molte punte moderne dovrebbero attingere.
VENI VIDI VIRDIS –Magari la gente non lo sa ma si può essereattaccanti anche senza capigliature stravaganti o orecchini di Swarowski, un tempo addirittura c’era chi esultava alzando i pugni al cielo e gridava tutta la gioia assieme ai compagni anziché portandosi il pollice alla bocca o togliendosi inspiegabilmente la maglietta. Quando ancora non andava di moda la barba da hipster – che poi ce lo vedete un attaccante di Serie A che ascolta i Bon Iver o legge Foster Wallace? – esisteva un uomo in grado di andare spesso in doppia cifra in campionato e di segnare in qualsiasi modo, mettendo in mostra solamente dei bei baffi da sparviero e una capigliatura brizzolata da punta vissuta: quell’uomo era Pietro Paolo Virdis, ex attaccante e oggi sommelier e ristoratore a Milano, quella Milano dove da giocatore ha pure alzato un Coppa dei Campioni, oltre ad aver vissuto forse gli anni migliori di una carriera troppo amarcord per poterne parlare senza i lucciconi agli occhi.
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