Halep cerca conferma fra le big, l'unico ostacolo è Masha

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Halep cerca conferma fra le big, l’unico ostacolo è Masha

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TENNIS PREMIER MANDATORY MADRID – Maria Sharapova e Simona Halep si incontrano per la prima volta in una finale, la prima in un Premier Mandatory per la rumena, che vede la quarta posizione del ranking. Entrambe hanno mostrato grande determinazione, chi si aggiudicherà il torneo?

[4]Simona Halep vs [8]Maria Sharapova

Head to Head: 0-2
2012 – Indian Wells – R32 – Maria Sharapova 6-3 6-4
2012 – Beijing – R64 – Maria Sharapova 7-5 7-5

Maria Sharapova torna in finale al Mutua Madrid Open per il secondo anno consecutivo, questa volta ad attenderla sul Manolo Santana non ci sarà Serena Williams, ritiratasi nei quarti, bensì Simona Halep, che per la prima volta prende parte all’atto finale di un Premier Mandatory.

Con la finale giocata lo scorso anno e i quarti del 2012, persi sempre contro Serena, Maria è sicuramente, fra le due, quella che in passato ha dimostrato più feeling con la terra madrilena, visto e considerato che la sua avversaria di oggi, prima di quest’anno, non aveva mai superato il primo turno del torneo; un miglioramento non da poco per la tennista nativa di Constanta, che con la vittoria in semifinale su Kvitova si è portata a soli 21 punti dallo scalzare Azarenka dalla quarta posizione mondiale, se poi dovesse vincere il titolo, il piazzamento alle spalle di Radwanska sarebbe suo di diritto, mentre per Maria, già salita al numero otto, c’è in palio la possibilità di raggiungere la settima posizione ai danni di Jelena Jankovic: movimenti importanti, soprattutto in vista dello Slam parigino. Inoltre, la vincitrice raggiungerà il secondo posto della race, capitanata al momento da Li Na.

Per Sharapova si tratta della 52esima finale in carriera, l’ottava in un Premier Mandatory, con un digiuno di titoli che si è interrotto due settimane fa a Stoccarda, a quasi un anno esatto dal suo secondo trionfo sulla terra indoor tedesca, un’eventuale vittoria sarebbe quindi il miglior successo ottenuto da Maria dopo Indian Wells lo scorso anno. La Halep da parte sua è in costante ascesa dal 2013, anno in cui si è aggiudicata sei titoli, fra cui il Tournament of Champions di Sofia, mentre lo scorso febbraio si è imposta su Angelique Kerber per il suo primo trofeo in un Premier 5, a Doha, inanellando una striscia di sette finali consecutive vinte.

I precedenti fra le due ci dicono ben poco, non solo perché risalenti al 2012, ma soprattutto perché disputati sul cemento. Sicuramente più significativo è il percorso che ha portato le due contendenti a disputare la finale: Halep ha avuto vita relativamente facile fino alla semifinale, lasciando un solo set a Lisicki, prima di vincere in rimonta, sotto di un set e di un break, contro un’esausta Petra Kvitova, senza concederle palle break nel set decisivo; un match che si è giocato tutto sulla lunghezza di palla e dove la prima ad accorciare il tiro subiva inevitabilmente il punto. Chiari ed evidenti sono stati i miglioramenti della rumena al servizio, che qualche volta si lascia andare ad atteggiamenti negativi in campo, ma che non permette mai a se stessa di uscire dal match, rimanendo a lottare fino alla fine, dimostrando intelligenza di gioco e grande concentrazione, un po’ come la sua avversaria di oggi.

Più complesso è stato il tragitto di Sharapova. La russa, che ha fatto della terra la superficie che la vede favorita (Serena permettendo, l’unica ad averla battuta sul mattone tritato negli ultimi tre anni), sicuramente gode della fiducia del titolo appena vinto al Porsche Tennis Grand Prix, ma ha comunque rivelato qualche incertezza, soprattutto nel match di secondo turno contro l’americana McHale, alla quale non aveva mai concesso un set. Sotto 4-1 nel set decisivo, Masha ha dovuto inscenare una rimonta non facile, impiegando più di due ore per accedere agli ottavi. Una cosa è certa, nei match che si concludono al terzo, la russa ha una marcia in più, quest’anno ne ha persi soltanto tre su nove, e la riprova l’abbiamo avuta contro Na Li nei quarti, tanto più che il ritiro di Serena ha sicuramente funzionato da ulteriore stimolo nella sconfitta della cinese. La grinta della siberiana si è palesata in toto durante la semifinale contro Radwanska: Maria è scesa in campo del tutto centrata e propositiva e la polacca ha potuto fare ben poco, se non nelle rare occasioni in cui è riuscita a mettere i piedi in campo. Decisamente in palla la russa, che ieri ha giocato sempre profondo e vicino alle righe, trovando un ottimo timing sui propri colpi, specialmente lo schiaffo di dritto.

Due tenniste molto determinate scenderanno in campo per aggiudicarsi il Mutua Madrid Open e ricevere il trofeo dalle mani di Dinara Safina, che oggi ufficialmente darà l’addio al tennis, l’esperienza della russa contro il desiderio di affermarsi ad alto livello della 22enne rumena, chi avrà la meglio?

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