TENNIS – A riaccendere la speranza degli appassionati di riavere un grande evento tennistico nel capoluogo lombardo è l’assessore regionale allo Sport, oltre che leggenda olimpica, Antonio Rossi.
«C’è l’intenzione di organizzare un grande evento tennistico a Milano nel 2015, e di riavere un torneo Atp nel prossimo futuro».
Se a dirlo è Antonio Rossi, leggenda dello sport italiano (tre ori olimpici nella canoa, più un argento e un bronzo), gli appassionati possono tornare a sperare di rivedere, dopo nove anni di assenza, il capoluogo lombardo ospitare il tennis di alto livello. Soprattutto perché Rossi è, non bastasse il curriculum agonistico, l’attuale assessore allo Sport in Regione Lombardia. Le sue parole hanno dunque una certa rilevanza e riaccendono l’interesse proprio nella settimana in cui Milano ospita il Challenger Atp all’Harbour Club.
«Il 2015 sarà l’anno di Expo – ha spiegato in esclusiva per Ubitennis – e ho pensato personalmente che sarebbe bello poter avere una manifestazione tennistica di primo piano. Un torneo Atp sarebbe impossibile, non ci sarebbero il tempo né le risorse, penso piuttosto a qualcos’altro: un’esibizione o la Coppa Davis nel mese di febbraio (sempre che il sorteggio lo consenta, ndr)».
Ne ha già discusso con qualcuno? A che punto è questa idea?
«Sì, ne ho parlato con il presidente Fit Angelo Binaghi, ma anche con Mara Santangelo che oltre a essere un’amica, è con me nella giunta nazionale del Coni e oltretutto in federazione. C’è la disponibilità, Milano ne otterrebbe una grande promozione e soprattutto daremmo la possibilità al grande pubblico di assistere al tennis che conta in un’altra città italiana oltre Roma. Ci sarà un bando per l’assegnazione».
Nel caso in cui non si potesse organizzare un incontro di Davis?
«Basterebbe un’esibizione, penso al match “La grande sfida” che venne allestito tra le sorelle Williams e Schiavone-Pennetta nell’autunno di quattro anni fa. Fu un clamoroso successo».
Il sogno di tutti, però, è tornare a rivedere un Atp, anche solo un 250, a Milano. C’è una splendida tradizione interrotta ormai nel lontano 2005.
«Faremo di tutto per riaverlo nei prossimi anni. Devo sottolineare che la Regione Lombardia ovviamente non può farsi carico di organizzare un evento simile, ma può fungere da collante tra le realtà interessate. Servirebbero sponsor, disponibilità dall’Atp e un posto in calendario. In città, tra l’altro, l’unica possibilità sarebbe un torneo indoor, com’era in passato, al Forum che è una struttura ideale per lo sport. Basta vedere cosa accade con l’Olimpia nel basket, si può arrivare anche a diecimila spettatori a partita».
Il tennis è una disciplina che negli ultimi anni in Italia è cresciuta notevolmente in termini di popolarità.
«L’interesse nasce anche da questa verità. Credo sia stato possibile grazie agli ottimi risultati dei nostri tennisti, specie le donne, ma anche al fascino di campioni mediatici come Federer, Nadal e Djokovic».
Il suo rapporto con la racchetta, Rossi? È a suo agio com’era con la pagaia?
«Non proprio (ride, ndr). Giocavo quand’ero ragazzino, poi ho smesso. Mi piace però seguirlo in tv».
Per un plurimedagliato olimpico potrà sembrare una domanda un po’ strana, ma ha un idolo tennistico?
«Come milioni di tifosi, Roger Federer. Non solo per la sua classe in campo, lo stile e i risultati, anche per come si comporta fuori. Un gran signore. Ultimamente seguo con piacere Novak Djokovic».
Fra gli italiani?
«Conosco bene Andreas Seppi, ci siamo incontrati per impegni con uno sponsor comune, è diventato un amico. E poi Adriano Panatta… Con lui c’è un aneddoto particolare. Abbiamo giocato insieme in doppio contro Andrea Lucchetta e Yuri Chechi. Praticamente, pur giocando da fermo, ha fatto tutto Adriano e abbiamo vinto… ».
Le parole di Antonio Rossi riaccendono dunque la speranza di tutti gli appassionati, cui evidentemente il Master 1000 di Roma non basta. Soprattutto se si pensa a venti-trent’anni fa, quando l’Italia poteva contare su svariati tornei inseriti nel calendario stagionale. Proprio mentre il Challenger all’Harbour è in pieno svolgimento, ripercorriamo la gloriosa storia dell’Atp Milano Indoor.
IL PASSATO NON SI SCORDA
Il torneo si disputò ininterrottamente dal 1978 al 1997, quindi, dopo una breve pausa londinese, dal 2001 al 2005 seppure con montepremi (e di conseguenza seeding) meno prestigioso.
Basta scorrere l’albo d’oro (lo pubblichiamo in coda al pezzo) del torneo meneghino per rendersi conto di quanto fosse prestigioso e di assoluto richiamo per i migliori giocatori al mondo, in particolare a cavallo tra anni Settanta e Ottanta. Alzarono il trofeo numeri uno al mondo quali Borg, McEnroe, Lendl, Edberg, Becker e sempre al termine di finali accese ed entusiasmanti per il pubblico. Perfino Roger Federer, nel 2001, sbocciò sul carpet milanese vincendovi il primo titolo Atp di una serie molto lunga (chi scrive, ebbe il privilegio di vederlo in azione proprio in quell’edizione). Persino le donne si cimentarono a Milano seppure in una sola occasione, impreziosita però dalla firma di Monica Seles.
L’ALBO D’ORO DEL “MILAN INDOOR”
1978 Bjorn Borg
1979 John McEnroe
1980 John McEnroe
1981 John McEnroe
1982 Guillermo Vilas
1983 Ivan Lendl
1984 Stefan Edberg
1985 John McEnroe
1986 Ivan Lendl
1987 Boris Becker
1988 Yannick Noah
1989 Boris Becker
1990 Ivan Lendl
1991 Aleksandr Volkov
1992 Omar Camporese
1993 Boris Becker
1994 Boris Becker
1995 Evgenij Kafelnikov
1996 Goran Ivanisevic
1997 Goran Ivanisevic
2001 Roger Federer
2002 Davide Sanguinetti
2003 Martin Verkerk
2004 Antony Dupuis
2005 Robin Soderling