Novak Djokovic è il nuovo campione di Wimbledon

Wimbledon

Novak Djokovic è il nuovo campione di Wimbledon

Pubblicato

il

 

TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Novak Djokovic è il nuovo numero 1 del mondo dopo aver battuto in una finale bellissima Roger Federer, che perde la sua seconda finale a Wimbledon. Lo svizzero è risalito da 2-5 a 7-5 nel quarto annullando un match point ma ha ceduto al decimo game dell’ultimo set. Le dichiarazioni (sorprendenti per certi versi) a caldo di Federer e di Djokovic.

Il commento di Ubaldo Scanagatta e Roberto Salerno

Il commento di Ubaldo Scanagatta e Steve Flink

 

Forse prima o poi bisognerà rassegnarsi al fatto che il tempo non lo fermi anche se ti chiami Roger Federer. Ma non certo oggi, un giorno in cui un meraviglioso campione ha mostrato una volta di più di cosa si parli quando si parla di Roger Federer. Un tennista che è senza tempo, senza spiegazioni, senza logica, che è compostezza e furore agonistico, tecnica immensa e atleta impagabile: in una parola è Roger Federer, qualcuno da cui il tennis non potrà mai più prescindere. E non sembri un paradosso che questi inni si innalzino proprio il giorno in cui ha perso la possibilità del suo 18° slam, dell’ottavo Wimbledon e di chissà quale altro record che adesso non abbiamo voglia di ricordare. Perché non è un paradosso. Oggi il tennis ha capito – una volta di più, come sempre – che non può stare senza Roger Federer. Perché lui perde certo, ma perde al quinto set dopo 3h e 56′ contro il numero 1 del mondo, sei anni più giovane nel pieno della sua forma fisica e mentale e dopo che al quarto set è andato a servire per il match e ha avuto un match point, chiaramente annullato con un ace, e con cosa altrimenti? Che fortuna che abbia salutato il Centre Court con “See you next year”.
Ed è proprio al cospetto di quello che da oggi è il nuovo numero 1 del mondo, Novak Djokovic, che lo svizzero ha fugato tutti i dubbi, di anzianità, perdita di riflessi, di dritto, di questo e di quello. Perché la verità è che non ci rassegniamo a considerarlo umano. A pensare che dopo una carriera così ogni tanto può anche non avere voglia o testa, e stiamo lì a guardarlo per mendicare la bellezza che sempre ci deve dare.
Forse è tutta qui la spiegazione di una finale per tre set non bellissima e tutto sommato molto equilibrata e che si è improvvisamente inserita alla storia di questo torneo a partire dal quinto game del quarto set, quando con Djokovic avanti per due set a 1 e 3 game a 1 e servizio è iniziata un’altra favola. Una favola forse  che non ha avuto il lieto fine ma che ha consegnato al giocatore che in fondo oggi è stato più forte di uno così, il suo secondo trofeo sui prati di Church Road.

A nulla quindi è valso alla fine il vantaggio di un set che un meraviglioso Roger era riuscito a strappare alla fine di un parziale che francamente avrebbe meritato di più il serbo. Ma Novak Djokovic non è un numero 1 di passaggio, è un grandissimo campione anche lui. Grazie ad una intelligente tattica di conservazione delle energie mentali – ché per quelle fische si sa da tempo che non c’è partita tra lui e chiunque altro non si chiami Rafael – ha fatto in fretta a recuperare. Dopo un MTO chiamato più per tranquillizzarsi che per effettivo bisogno, Djokovic ha decisamente accelerato nei primi tre game del secondo set, arrivano prima a prendersi le prime palle break del match e poi finalmente a trasformarne una dopo essersi fatto recuperare da 0/30. Il serbo si è preso un po’ di spavento nel game successivo, quando Federer ha recuperato da 40/0 ma da quel momento in poi ha pensato a conservarsi per i propri turni di battuta, confidando nel vantaggio del break. Tattica che ha consentito a Federer di non rischiare più nulla sul proprio servizio, ma a Djoko di arrivare riposato quando si trattava di servire. Così anche la prima palla break – arrivata dopo un’ora e mezza, non causalmente nel decimo game, quando il serbo doveva pareggiar ei conti e forse un po’ tardi per un giocatore che in genere risponde benissimo – è stata gestita senza troppi affanni, con tre buone prime che hanno riportato in parità il match.
Forse però Djoko ha prolungato un po’ troppo la strategia, o più probabilmente Federer ha qui prodotto il massimo sforzo, fatto sta che il 17 volte vincitore di slam è diventato ingiocabile sul servizio fino all’undicesimo game, trovando anche il modo di mettere a segno un “perfect game” nel settimo game. Ma, di nuovo, appena Federer ha mostrato un minimo cedimento, e forse con qualche aiuto da parte del falco, il serbo si è avventato sul rivale procurandosi due palle break e soltanto due prime lo hanno ricacciato indietro e costretto a gicoare il secondo tiebreak.
Qui Federer avrebbe potuto e dovuto fare un po’ di più, perché Djoko qualche possibilità l’aveva pur data. Ma un S&V un po’ così sul quinto punto; una risposta di dritto sballata sull’unica seconda tirata dai due nel tiebreak; ma soprattutto – dopo un mezzo regalo di falco e giudice – un dritto inutilmente tirato sulla linea a campo praticamente aperto e uscito in corridoio hanno portato Djokovic in vantaggio per 5-3 nel tiebreak, chiuso ancora grazie a due robuste prime.
Dal quarto set in poi è cominciata un’altra partita. Che Federer aveva perso due volte, prima quando tra il quarto e il sesto game era praticamente saltato tutto, con i due giocatori che non riuscivano più a tenere un servizio, ma dal tourbillon era uscito vincitore il serbo che non sembrava rischiare più nulla. Quando Djoko va a servire nel nono game nessuno – figurarsi il vostro cronista – avrebbe francamente speso un pound sul prosieguo del match. Ma quell’incredibile giocatore per cui non si riesce più a trovare un aggettivo spendibile perché tutto significherebbe sminuirlo, aiutato – ma si! – da un Nole in confusione ha trovato la forza di rientrare in partita, riaprendo un match veramente finito. Ma l’incredibile continuava, perché Federer si trovava a dover fronteggiare un match point sul proprio servizio che annullava con un ace, sancito ancora una volta dal falco. E quando nell’undicesimo game si trovava a dover giocare tre palle break Djokovic riusciva a salvarne due ma la terza, da non crederci, mandava lo svizzero a servire per il set. In piena trance agonistica Federer chiudeva con un turno di servizio che ricordava quelli del terzo set e si portava al quinto, in un Centre court praticamente impazzito.
Il quinto set sembrava cambiare un po’ le cose. Djoko teneva adesso con molta più difficoltà il servizio mentre Federer acquistava sicurezza. Ma non era abbastanza perché dopo uno spavento provocato da un’altra caduta e che richiedeva un altro MTO, Djoko riusciva a salvare una palla break nel settimo game e si procurava due palle break nell’ottavo. La prima Federer la salvava con un servizio ad uscire e la seconda con un dritto dal centro che moriva nell’angolo sinistro di Djoko. Ma era alla terza che allo svizzero riusciva una magia pazzesca con una demivolée che Djoko poteva solo mettere dall’altra parte consentendo a Federer di chiudere. Dopo 3 ore e 50 i due erano in pefetta parità: 4 a 4 al quinto.
Djokovic però era evidentemente rinfrancato, stavolta vinceva senza patemi il suo turno di servizio e si portava sul 5 a 4. Forse sul più bello Federer smarriva la prima, e con essa la partita. Djokovic chiudeva al secondo match point grazie ad un rovescio in rete di Roger.
Dopo aver tanto parlato dello sconfitto non sarà male spendere qualche parola sul vincitore. Djokovic ha evitato la sua quarta sconfitta di fila in una finale slam conservando la calma per tutta la partita. Sarà forse la paternità, forse l’età matura che fa perdere un po’ d’incoscienza giovanile, ma RoboNole è un essere umano. E ogni tanto si fa prendere dall’angoscia, come nel tiebreak del primo set, ogni tanto va in confusione, come in mezzo alla straordinaria bagarre del quarto set. Ma la maturità trovata gli ha dato anche la forza per controllarla, angoscia e confusione, facendogli fare delle corrette scelte tattiche e non conducendolo alla disperazione dopo l’incredibile set buttato al vento. Oggi qui si è rivisto, insieme a Roger Federer, un uomo che forse non sarà mai come il suo rivale, ma che oggi è il più forte di tutti. E dove poteva succedere tutto questo se non a Wimbledon?    

 

 

[1] nolefedN. Djokovic b. [4] R. Federer 6-7(7) 6-4 7-6(4) 5-7 6-4

 

 

Ed ecco alcune dichiarazioni dei due protagonisti (potrete trovare l’intervista completa tra breve)

Federer.

Non sono in grado di dirvi se è stata una partita migliore o peggiore di quelle giocate con Murray e Roddick, sono partite diverse. Penso sia stata una buona partita, non credo di aver giocato il mio miglior tennis in assoluto ma insomma è stata una partita interessante. Sono contento di averne fatto parte.

Ero sorpreso di non riuscire a crearmi delle opportunità per fare il break, soltanto nel quarto quando ero sotto di un break ho cominciato a leggere meglio il suo servizio.

Essere in finale a WImbledon è sempre bello, sono emozioni che non dimentichi sia che tu vinca o perda. Sono stato triste per pochi minuti, poi l’ovazione del pubblico, vedere la mia famiglia…  Certo, meglio uscire col trofeo del vincitore….

Io non so se sarà il mio ultimo Wimbledon, ma non lo sapevo neanche nel 2003. Non posso sapere cosa succederà. So che mi sento bene, che questo può essere un trampolino di lancio verso successi futuri

Sto cercando di lavorare duro, voglio essere pronto per la stagione americana.

Djokovic

Sinceramente, questa è la finale di slam di più alta qualità alla quale abbia mai preso parte. Ho disputato la più lunga finale con Nadal nel 2012 ma per la qualità, dal primo all’ultimo punto, questa è certamente la migliore. Roger ha giocato benissimo, ad un livello molto alto. Ha mostrato perché è un campione.

Ero deluso di aver perso il quarto set dopo essere stato così vicino dal vincerlo con un matchpoint. Ma il solo modo con cui avrei potuto vincere era crederci ancora, fino alla fine, e rimanere forte mentalmente. È quello che ho fatto. Sono davvero felice di aver vinto una finale slam dopo averne perse tre di fila. Di cosa sa l’erba del centrale?  Probabilmente è la cosa più buona che abbia mai assaggiato.

Ha meritato di vincere il primo set e sono stati solo uno o due punti che ne hanno deciso l’esito. Nel secondo il break è stato decisivo per me. Anche il terzo è stato molto serrato. Nel quarto avrei dovuto vincere ma ha rimontato. In tutti c’è stata un tennis di altissima qualità da parte di entrambi. [Federer] ha servito in modo molto efficiente, sfruttando tutti gli angoli.

Ora mi prenderò un po’ di riposo. Ci sono alcune cose ed eventi importanti che mi aspettano. Il matrimonio. E, certo, tra qualche mese sarò papà. Posso mettere tra parentesi  la mia carriera tennistica per un po’. Penso di meritare alcune settimane di riposo da trascorrere con la mia fidanzata, colei che sta per diventare mia moglie, e la mia famiglia.

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement