Wimbledon, Federer: le otto finali, prima della nona

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Wimbledon, Federer: le otto finali, prima della nona

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TENNIS WIMBLEDON – Il fuoriclasse svizzero giocherà tra poche ore la sua nona finale di Wimbledon della carriera. Andiamo a rivivere tutte le otto precedenti nelle quali 7 volte è uscito vincitore.

La nona finale per l’ottavo titolo, un altro dei tanti record di Federer. E se Roger dovesse vincere, Pete Sampras e William Renshaw verrebbero staccati consentendogli di diventare definitivamente l’unico vero Re di Wimbledon.

Che i prati di Londra siano la seconda casa per Federer lo si sa da tempo, e non è affatto un caso che le tre finali più importanti degli ultimi due anni di carriera il rossocrociato le abbia raggiunte qui: due nel 2012, tra Wimbledon e Olimpiadi, una poche ore fa battendo Raonic.

9 match per il titolo su 12 partecipazioni dal 2003 a oggi, in partite che sempre o quasi hanno regalato grandi emozioni. Ecco qui il ricordo delle otto finali che hanno preceduto quella del 2014, tappe fondamentali nella carriera di Federer e probabilmente della storia del tennis.

 

2003 – Roger Federer d. Mark Philippoussis 7-6 6-2 7-6

Il “predestinato” che aveva sconfitto Sampras nel 2001 non ha ancora mantenuto le attese, ma nel 2003 indovina il torneo giusto: un solo set lasciato per strada (contro Mardy Fish al terzo turno), le teste di serie Schalken e Roddick demolite nei quarti e in semifinale e l’occasione di aggiudicarsi il suo primo titolo contro un avversario come lui giovane e potente ma decisamente alla portata.

Di là dalla rete c’è infatti un altro predestinato (o almeno sembrerebbe), quel Mark Philippoussis che ha sorpreso tutti battendo Agassi negli ottavi e che dopo essere sopravvissuto alla furia del tedesco Popp (sconfitto 8-6 al quinto) è arrivato in scioltezza alla finale.

Una battaglia di servizi (88% dei punti con la prima per Roger che scaglia anche 21 ace) di cui Federer viene a capo con un risultato “isoscele”, per dirla alla Tommasi, risultando ingiocabile alla battuta: nessuna palla break concessa, contro le cinque dell’australiano, di cui due trasformate da Roger nel secondo set. La chiave dell’incontro è il tie-break del primo set e soprattutto lo scambio di 15 colpi (bellissimo e rarissimo in un match ancora improntato sul serve&volley) che sul 2-2 consegna a Federer il vantaggio, numerico e psicologico, con un dritto lungo linea da antologia. Il suo avversario sbaglierà poi due dritti di centimetri e commetterà un doppio fallo sanguinoso sul 5-4 finendo per perdere il tie 7-5. Nel secondo Federer controlla breakkando due volte l’avversario, mentre nel terzo parziale Roger deve sempre rincorrere, ma non trema nei propri turni di servizio e chiude al primo match point grazie alla risposta sul nastro di Philippoussis. È il primo di 17 slam e di 7 Wimbledon.

 

2004 – Roger Federer d. Andy Roddick 4-6 7-5 7-6 6-4

La prima di tante finali di Wimbledon in cui si incontreranno le teste di serie n. 1 e n. 2. Andy Roddick, campione in carica dello Us Open ed ex numero 1 del ranking scalzato proprio da Federer in febbraio dopo l’Australian Open, raggiunge la finale spazzando via gli avversari a suon di ace e dritti vincenti e soprattutto di tie-break vinti, ben 5 su 5 fino al match con Federer. L’unico tie-break perso gli costerà il torneo, ed è quello del terzo set in una finale equilibratissima.

Anche Federer è in forma, concede un solo set a Hewitt nei quarti e per il resto mantiene la velocità di crociera. Parte però contratto, Roddick lo breakka subito al terzo gioco e mantiene il vantaggio fino a fine set, continuando a martellare anche nel secondo senza farsi scoraggiare dal  doppio break subito in apertura, recuperando dal 4-0 Federer al 4-4. Roddick però non completa la rimonta, sul 6-5 lo svizzero si procura un’altra palla break che è anche set point e si inventa un passante di dritto pazzesco.

Roddick ha le sue chance anche nel terzo, va avanti di un break ma si fa recuperare con due attacchi sciagurati. Nel tie-break Federer sfodera il suo miglior tennis (notevoli soprattutto due passanti di rovescio, uno chiude il parziale) e nel quarto set aspetta il fatidico settimo gioco per strappare la battuta all’avversario e chiudere la pratica con un rovescio lungolinea e un ace.

 

2005 – Roger Federer d. Andy Roddick 6-2 7-6 6-4

Torneo dominante per Federer, che dagli ottavi in poi non lascia più nulla agli avversari. Nemmeno a Roddick, che invece ha fatto molta più fatica a raggiungere l’atto finale venendo a capo del lucky loser Bracciali e dello specialista Grosjean solo al quinto set e di Johansson in semifinale grazie a due tie-break, nel terzo e nel quarto set, tiratissimi.

Roger però non ha ottenuto nel 2005 i risultati dell’anno precedente, e sia in Australia che al Roland Garros ha perso in semifinale. Ci si aspetta quindi un epilogo equilibrato, sulla falsariga di quello del 2004.

Si gioca molto più dal fondo rispetto alle ultime edizioni, ma sono tre passanti strepitosi (e un dritto fuori di Roddick) a consegnare il primo break del match a Federer. L’americano non gioca al suo livello, Federer invece è concentratissimo: solo 12 errori non forzati a fronte di 49 vincenti.

A-Rod ha una piccola occasione, quando toglie il servizio all’avversario nel terzo gioco del secondo set, ma restituisce quasi subito il vantaggio e si ritrova anche ad annullare un set point sul 5-4 Federer. Il tie-break è senza storia, Roger lo vince in scioltezza e breakka Andy in apertura di terzo parziale, andando a chiudere senza altri patemi con un servizio vincente per il terzo Wimbledon consecutivo.

 

2006 – Roger Federer d. Rafael Nadal 6-0 7-6 6-7 6-3

Nadal ha sconfitto per la seconda volta consecutiva Federer al Roland Garros, nell’occasione in finale. Ma Wimbledon è un’altra storia. Il Re svizzero è un carro armato per tutto il torneo: non perde set fino alla finale, e dei 18 parziali giocati soltanto uno (il secondo vinto al tie-break con Mahut al terzo turno) termina oltre il 6-4.

Nadal invece va sotto 2-0 col qualificato Kendrick al secondo turno: ma si salva e di lì in poi non perde nemmeno un set.

Il divario tra i due sull’erba appare da subito abissale: 6-0 Federer in una manciata di minuti per un primo set che sembra il prologo a una mattanza.

Nadal però inizia a tessere la sua trama difensiva, quando può attacca e Federer inizia a sbagliare (32 unforced alla fine). Nel secondo parziale lo spagnolo va a condurre 2-0, si fa recuperare ma ottiene il jeu decisif nel quale annulla due set point (uno con una pregevolissima stop volley) prima di cedere al dritto del campione di Basilea. Due set a zero Federer e pratica archiviata? Nemmeno per sogno: ancora una volta Nadal riesce a issarsi al tie-break e lo domina. Ecco che allora Federer torna a salire in cattedra, ottiene due break, se ne fa recuperare uno al momento di servire per il torneo sul 5-1 ma sul 5-3 non fallisce il quarto alloro consecutivo grazie allo slice out di Nadal.

 

2007 Roger Federer d. Rafael Nadal 7-6 4-6 7-6 2-6 6-2

Per la prima volta la storia bussa alla porta di Federer, e Roger sente la pressione: può vincere cinque Wimbledon consecutivi, come solo Borg prima di lui nell’era open.

Il cammino dello svizzero è abbastanza semplice, anche grazie al walkover di Haas in ottavi e all’inconsistenza di Gasquet in semifinale. Nadal ha un percorso molto più difficile, come al solito va in difficoltà nella prima settimana ma si salva vincendo 7-5 al quinto con Soderling al terzo turno e recuperando due set di svantaggio a Youzhni in ottavi. Nei quarti ridicolizza Berdych, in semifinale va sotto 1-0 con Djokovic, recupera e poi beneficia del ritiro del serbo.

È di nuovo Federer-Nadal, in un centrale tutto “aperto” per i lavori in corso riguardanti il tetto. La finale più bella tra i due assieme a quella dell’anno successivo, con continui capovolgimenti di fronte, scambi pazzeschi, tocchi di fino.

Nadal strappa il servizio a Federer una volta in più, 4 contro 3, ma perde i tie-break del primo e del terzo set e soprattutto non converte le palle break che avrebbero potuto dare un epilogo diverso alla partita, sull’1-1 e sul 2-2 del quinto set. Federer riemerge dalle difficoltà da campione e sfrutta la sua, di occasione, quando in vantaggio 3-2 e sul 15-40 servizio Nadal inverte l’inerzia dello scambio e chiude con un dritto lungolinea pennellato. Il match finisce lì e Nadal cederà anche il turno finale di battuta con Federer pronto a chiudere lo smash del 6-2. Borg è raggiunto.

 

2008 Rafael Nadal d. Roger Federer 6-4 6-4 6-7 6-7 9-7

Una finale epica, una delle più belle della storia del torneo e del tennis che consegna il trono di Wimbledon a Nadal sul far della sera e dopo svariate interruzioni, contro un Federer certamente non al meglio della sua forma ma tenace nel rimanere attaccato a un match che avrebbe potuto perdere molto prima senza alcune invenzioni di puro genio.

Roger è appena stato umiliato in finale al Roland Garros, ma il tabellone di Wimbledon e i suoi prati preferiti lo aiutano: raggiunge la finale senza perdere set e non incontrando alcun top -20.

Nadal però è in stato di grazia, beneficia anch’egli di un tabellone non troppo ostico e arriva in finale perdendo un solo set, contro Gulbis.

La finale inizia subito in salita per lo svizzero, che perde la battuta nel terzo gioco e non la riconquista più: per la seconda volta in carriera va sotto di un set in finale a Wimbledon. Ma se Roddick nel 2004 gli aveva consentito di rientrare, Nadal non è dello stesso avviso: Federer ottiene in apertura di secondo parziale l’unico break della sua partita, ma dal 4-2 si spegne di fronte ai dritti terrificanti dello spagnolo che indovina un parziale di 4-0 andando avanti due set a zero.

Il Re però non vuole abdicare, tiene con tenacia i suoi turni di battuta in tutto il terzo e quarto set, si issa al tie-break vincendo bene quello del terzo e compiendo un autentico capolavoro in quello del quarto, quando prima va sotto 5-2 per recuperare fino al 6-5 in suo favore a suon di dritti, poi si ritrova sotto prima 7-6 e poi 8-7: il primo championship point è annullato con un servizio vincente, il secondo con un passante di rovescio lungolinea passato alla storia.

La partita viene interrotta per pioggia sul 2-2 40-40 del quinto set, quando Roger sembra averne invertito l’inerzia. Al rientro in campo lo svizzero piazza due ace per portarsi 3-2, ma Nadal è un mostro di fisicità e concentrazione: serve tre volte per rimanere nel match, strappa il servizio a Federer sul 7-7, trema ancora quando deve chiudere ma al quarto match point detronizza il Re e vince il suo primo Wimbledon.

 

2009 Roger Federer d. Andy Roddick 5-7 7-6 7-6 3-6 16-14

Settima finale in sette anni per Federer, che ormai è nella leggenda nel tennis.

Un Federer che ha appena raggiunto Sampras nel record più ambito, quello di major vinti, e ha completato, finalmente, il career grand slam vincendo a Parigi dopo l’impronosticabile sconfitta di Nadal contro Soderling.

Si presenta a Wimbledon tranquillo di poter staccare Sampras, anche perché lo spagnolo non c’è. Il cammino sino alla finale è abbastanza agevole, ma nell’atto conclusivo di là dalla rete c’è una vecchia conoscenza: Andy Roddick, che dopo alcune stagioni non all’altezza della sua fama, sembra essere tornato quello di qualche anno prima.

E se ne accorge presto Federer, che si vede scivolar via di mano il primo set quando, servendo sul 6-5, commette un paio di errori banali che consegnano il parziale ad A-Rod.

Sembra che l’americano possa finalmente involarsi al suo primo successo sui prati londinesi quando sul 6-2 del tie-break del secondo set qualcosa si inceppa. Roger ci mette del suo, ma la volèe di rovescio sbagliata da Roddick a campo aperto sul 6-5 grida ancora vendetta.

Federer ringrazia, si porta sul 2-1 nel computo dei set grazie a un altro tie-break ma non ha evidentemente capito di trovarsi di fronte a un Roddick diverso, che lo breakka ancora sul 2-1 del quarto set e va a vincere 6-3.

Il quinto set è una battaglia di nervi: Federer si aggrappa al servizio più di Roddick (50 ace a 27 il computo finale), mentre l’americano è bravo a mantenere la calma quando si trova a servire per restare nel match per ben 10 volte consecutive. L’undicesima però gli è fatale: sul 15-14 Federer l’americano prima sbaglia un dritto d’approccio, poi ne stecca un altro sul rovescio profondo di Roger, consegnando il primo break della partita e l’incontro al suo rivale di sempre.

“So come ci si sente a perdere così” dirà Federer all’avversario, alludendo all’anno precedente. “Sì, ma quando hai perso tu ne avevi già vinti cinque”, sarà la risposta dal sorriso amaro di Roddick, alla terza finale persa contro lo stesso avversario.

Con questo successo Federer si assicura il primato slam (15) e consolida anche altri due record: la finale più lunga rimane quella con Nadal dell’anno prima, quella del 2009 diventa prima in classifica per numero di game giocati (ben 77).

 

2012 Roger Federer d. Andy Murray 4-6 7-5 6-3 6-4

Federer non vince un major dall’Australian Open 2010. Da allora in 9 slam ha conquistato una sola finale. E quando al terzo turno va sotto di due set con Benneteau, bloccato da problemi alla schiena che lo infastidiranno fino ai quarti, sembra che nemmeno l’erba di Londra possa aiutarlo a riemergere. Contro il francese si trova più volte a due punti dal baratro, ma se ne cava fuori, giocando con intelligenza gli ottavi con Malisse e impressionando nei quarti con Youzhny e in una semifinale di tutta concretezza con Djokovic, numero 1 del mondo.

Di là dalla rete un britannico: Andy Murray è finalmente approdato in finale, dopo un percorso molto sofferto ma esaltante.

Di nuovo in palio la storia: Murray può essere il primo britannico dai tempi di Fred Perry a vincere Wimbledon, Federer può raggiungere Sampras e Renshaw a quota 7 championship vinti.

Per la terza finale consecutiva Federer inizia perdendo il primo set, lasciato per strada dopo aver recuperato il break iniziale a causa di un altro guizzo di Murray sul 4-4. Nel secondo parziale l’equilibrio regna sovrano ma avanti 6-5 e sotto 30-0 sul servizio del britannico Federer va a giocare in un posto che Murray non conosce, citando Agassi. Il primo 15 arriva dopo una smorzata al bacio, ma sono la palla del 30-40 e quella che chiude il set a estasiare il pubblico. Prima una demi volèe dal coefficiente di difficoltà elevatissimo, poi una stop volley di rovescio dopo un attacco in controtempo micidiale. Lì gira il match.

Sull1-1 inizia a cadere la pioggia, il gioco si interrompe ma questa volta si sa che l’interruzione sarà unica: si copre il Centre Court col tetto e Roger inizia a disegnare il campo, l’attesa è solo per capire quando Murray capitolerà. Sul 5-4 del quarto set il passante di dritto di Murray termina in corridoio e Federer si può sdraiare sui prati di Wimbledon.

Per la settima e ultima volta, almeno fino a oggi.

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