Incredibile Lisicki, il suo servizio è il più veloce della storia (Rossi). Quando si batteva grazie a un servitore (Clerici)

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Incredibile Lisicki, il suo servizio è il più veloce della storia (Rossi). Quando si batteva grazie a un servitore (Clerici)

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Incredibile Lisicki, il suo servizio è il più veloce della storia (Paolo Rossi, Repubblica)

“Wow”, hanno esclamato meravigliati gli astanti delle tribune di Stanford, nello scorgere la scritta ‘131 mph’ (211 kmh) sul radar di velocità dopo il servizio di Sabine Lisicki. Un momento storico. Eppure Ana Ivanovic, l’avversaria, ha avuto riflesso e timing felini tali da riuscire a colpire la palla di tennis più veloce della storia femminile (ma fuori del campo ). II nuovo primato segna un altro passo in avanti del connubio sport-tecnologia, caratterizzato sempre più dalle imprese che ‘aiutano’ gli sportivi con le loro invenzioni. Le tenniste, da ieri, hanno la consapevolezza di poter battere appunto a 211 orari e di potersi avvicinare ai maschi, fermi (dal 2012) ai 257,5 kmh del francese Olivetti ( ci sarebbe un servizio di Sam Groth a 263 kmh, ma non omologato). Lo sanno Serena e Venus Williams, così come le ragazze dell’Est Sharapova e Azarenka. Certo che l’evoluzione della velocità nel tennis è stata esponenziale nell’ultimo ventennio: se nel 1991 solo una volta fu registrato un servizio ( maschile) sopra i 205 kmh, quattro anni dopo erano già undici. E dal 1997 lo sdoganamento è stato totale, con ventuno casi. Poi gli statistici hanno smesso di contarli dagli anni Duemila. In realtà la leggenda vuole che anche nei tempi dei Gesti Bianchi, ai tempi delle racchette di legno pesanti e dall’ovale minuscolo, ci fossero personaggi che nulla avevano da invidiare ai tempi d’oggi: nel 1931, secondo i cantastorie del periodo, Big Bill Tilden fece esplodere il suo servizio ‘Cannonball’ a oltre 260 orari. Ma non c’era il digitale, e dunque dobbiamo accettare il racconto orale che è stato tramandato.

Il colpo della Lisicki ha (ri)aperto un tema evergreen, quello della velocità dello sport in generale, e su quale sia il più veloce. Tennis? Calcio? Baseball? Hockey? Ronny, calciatore brasiliano, calciò una posizione a 211 kmh, meglio di Roberto Carlos o di Ronaldo e Messi. Invece la pallina da baseball di Aroldis Chapman, cubano dei Cincinnati Reds, viaggiava a 170,6 kmh. Comunque meno veloce della mazza da hockey di Bobby Hull, canadese capace di tirare a 191,5 orari. Quelli della pallanuoto ricordano ancora oggi il croato Simenc e quel suo tiro a 110 orari. Eppure non sono questi gli sport più veloci. No. il ping pang, per meglio dire tennistavolo, in passato ha visto una contro- schiacciata del coreano Kim Taek Soo a 170 orari. Il volley ricorda degli smash a 115 kmh, dal cricket testimoniano di punte a 160 orari Squash e bowling viaggiano in media sui 150. In zona podio il tamburello ( non quello da spiaggia), che tocca i 250 orari. Ma la medaglia di bronzo è per il badminton, con il volano che – è stato misurato ufficialmente-schizza anche a 290 orari. Ancora meglio la pelota basca. Disciplina antica, la cui cesta in vimini ( o in plastica ) a forma affusolata chiamata chistera può lanciare la palla di cuoio caprino anche (è accaduto, naturalmente ) a 300 all’ora. A chi spetta la palma del più veloce? Beh, nel golf da sempre dicono che la pallina potrebbe viaggiare anche oltre i 300 orari (…)

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Quando si batteva grazie a un servitore (Gianni Clerici, Repubblica)

Giunge da Stanford ( California ) la notizia che il record di velocità del servizio è stato battuto dalla tedesca Sabine Lisicki con 210 chilometri (131 miglia ) . Questa mi pare una sorpresa, perché dal 2007 la titolare della prodezza, Venus Williams, non era riuscita a superare le sue 129 miglia, nonostante i 185 centimetri di statura, e quel movimento noto non solo per l’efficienza, ma la bellezza, che ha spinto decine di fotografi, e spero un giorno lo scultore del tennis, Vito Tongiani, a immortalarla. Sabine è destra, alta solo 1,78 e avevo già ammirato il suo servizio soprattutto diretto al centro, anche perché la misurazione avviene nei primi tre metri, inquadrati dalla macchina che evidentemente privilegia la linea retta – più breve – alla diagonale del servizio esterno. Non solo l’avevo ammirata. ma mi ero confermato nell’opinione che l’erba spingesse, forse inconsciamente, a battere con maggior entusiasmo di altre superfici, che nulla hanno a vedere con la velocità di partenza. Come dimostra il precedente record anch’esso stil veloce, quello di Venus, di 207 chilometri, stabilito allo US Open 2007. Quel che mi aveva lasciato un pochino perplesso era stata la continua serie di incidenti, al polso e alla spalla, che perseguitano la carriera di Sabine quasi una maledizione, e non un effetto di un movimento spinto all’estremo.

Quest’anno la Lisicki già si era fatta male 4 volte, ritirandosi, in gennaio a Pattaya per danni alla spalla, in febbraio a Doha per lo stesso motivo, in maggio al Roland Garros causa il polso, e in giugno di nuovo per il polso, a Birmingham. Sabine è, curiosamente, allenata da un papà – Richard – che è anche medico, e quindi l’accentuazione del movimento record, e insieme autolesionista, dovrebbe ottenere una duplice lettura, il più completa possibile. I ripetuti incidenti han fatto sì che la sua carriera, che pur le ha concesso 5 milioni di dollari di guadagni, sia stata ineguale, l’abbia condotta all’attuale n. 29 del mondo, ma ha ben 2 quarti di finale, una semi ( 2011) e addirittura la finale dello scorso anno perduta contro la Bartoli a Wimbledon. Guarda caso tutte sull’erba. Sabine ha stabilito il suo record durante un match perduto, contro la stupenda Ana Ivanovic, 7-6, 6-1, e ha commentato, su Twitter, “almeno ho battuto il record”.  Mi fossi trovato a Stanford, le avrei fatto sapere che nel lontano 1500 l’origine del termine “servizio’ era causata da un cortese servitore che offriva la palla da mettere in gioco a chi la batteva. Senza alcuna intenzione offensiva, ma solo per iniziare lo scambio (…)

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