Goffin, il bimbo che sognava Federer è cresciuto

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Goffin, il bimbo che sognava Federer è cresciuto

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TENNIS- Esploso al Roland Garros di due anni fa il belga ha impiegato un po’ di tempo per affermarsi. Ha vinto tre challenger di fila e il primo titolo atp a Kizbhuel. Il ragazzo che emulava Agassi nel giardino di casa è pronto per il salto di qualità definitivo

“Papà, siamo cinque pari al quarto, non possiamo interrompere proprio adesso!” Così gli immaginari Sampras e Agassi rispondevano al genitore che richiamava i due figli a rientrare a casa quando scendeva il buio in un cortile di Rocourt, sobborgo di Liegi.

Pete era Simon mentre il piccolo David, nato nel 1990, impersonava il kid di Las Vegas e papà Goffin capì presto che il tennis sarebbe stato qualcosa di importante soprattutto per il più giovane erede.

Che però crescendo tappezzò la cameretta dei posters di Roger Federer, suo idolo assoluto che dominava il tennis mondiale, sognando di poter un giorno incrociare le racchette con lui su un campo da tennis.

Certo, che quel sogno si materializzasse così presto e sul Suzanne Lenglen negli ottavi del Roland Garros, neanche David poteva sperarlo.
Eppure in quell’incredibile maggio del 2012 Goffin era entrato in tabellone nel suo primo torneo dello Slam come lucky-loser da numero 109 del mondo e grazie al ritiro di Monfils, raggiungendo il quarto turno ( primo lucky-loser a riuscirci dal 1995 quando l’impresa fu centrata a Wimbledon dal suo connazionale Dick Norman) superando due vecchie volpi come Stepanek e Clement con epiche battaglie al quinto set ( sempre in rimonta da 2 set a1 sotto) e il polacco Kubot in tre.

E per due ore aveva anche lasciato a bocca aperta il pubblico francese aggiudicandosi il primo set contro il primatista Slam, cedendo di un’incolllatura il secondo ( era a due punti dal parziale) per poi arrendersi in quattro set (57 75 62 64).

” Mi ha fatto una grande impressione, colpisce la palla sempre con grande anticipo e questo può crearti grandi difficoltà” chiosò Roger a fine match con Goffin visibilmente emozionato al momento della stretta di mano con quel signore del quale non si perdeva uno scambio in tv.

David prende la racchetta in mano per la prima volta a sei anni grazie a papà Michael, maestro di tennis nel Barchon Club di Liegi. Per circa tre anni si allena con papà e con l’ex giocatrice Michele Grudal ( un quarto di finale a Melbourne), poi Michael decide che la cosa migliore per il figlio sia affidarlo alla AFT (Association francophone de tennis) dove David svilupperà tutto il suo talento.

Non è dotato di un fisico straordinario ( solo 68 kg per un metro e ottanta), ma la sua naturale propensione all’anticipo ( dote in comune con i suoi idoli Agassi e Federer…)lo portano spesso ad avere una posizione di vantaggio in campo.

“Dalla prima volta che l’ho visto e ci ho palleggiato in allenamento mi sono accorto che David aveva un grande talento. Colpire sempre in anticipo è rischioso ma ti porta tanti punti. Credo che debba lavorare un po’ sul fisico e migliorare il servizio, ma penso possa diventare il più forte giocatore di tennis della storia del Belgio” ha detto di lui Il connazionale Steve Darcis, giustiziere di Nadal nel Wimbledon dello scorso anno.
“La Goff” vince il suo primo torneo Future nel settembre del 2008, a 17 anni, in Grecia e l’anno successivo debutta nel circuito maggiore. Nel 2009 arrivano i primi buoni risultati a livello challenger ma è due anni più tardi che debutta nel circuito maggiore.

Al 2011 vince la sua prima partita a livello ATP a Chennai contro Devvarman, all’Australian Open è costretto al ritiro nel primo turno di qualificazioni contro il coetaneo Milos Raonic e si arrenderà ad una passo dal main draw a Wimbledon e New York.
É il 2012 come detto l’anno della sua esplosione.

Dopo lo splendido Roland Garros, Wimbledon lo premia con una Wild Card e il belga dimostra di meritare il presente issandosi sino al terzo turno ( batte Tomic e Levine, si arrende a Fish). Sull’abbrivio dei due ottimi major in ottobre ottiene il suo best ranking di numero 42 ma il 2013 che doveva essere l’anno della consacrazione si rivela un’annata assai deludente.

Complice un infortunio al polso sinistro David non ottiene i risultati sperati collezionando quattro eliminazioni al primo turno nei quattro slam e non andando al di là del terzo turno raggiunto nei 1000 di Miami e Cincinnati. La classifica ovviamente ne risente ed il belga finisce per uscire dai top 100. Riparte dai challenger e da un mese a questa parte diventa praticamente imbattibile.
Tre vittorie consecutive nel circuito minore –
Scheveningen, Poznan e Tampere – e primo successo nel circuito Atp a Kizbhuel battendo a domicilio in finale l’astro nascente austriaco Dominick Thiem: 20 vittorie consecutive (40 set vinti su 42 giocati!) non possono essere un caso e la casella numero 48 del ranking pare essere un viatico verso vette più elevate.
Insomma per il ventitreenne belga sembra essere arrivato il momento della definitiva consacrazione. Il ragazzo timido con gli occhi azzurri e il viso da bimbo che incrociò il suo idolo sul Lenglen sta lasciando il posto ad un tennista determinato e vincente.

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