ATP Finals: La giornata dei 6-1, Djokovic passeggia con Cilic

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ATP Finals: La giornata dei 6-1, Djokovic passeggia con Cilic

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TENNIS ATP FINALS  – Nella seconda giornata delle Finali di Londra, la partita serale ha visto contrapporsi per la quarta volta quest’anno Novak Djokovic e Marin Cilic. Ancora un doppio 6-1 e, in cinquantasei minuti, Novak ha chiuso la pratica. Il croato non sembrava neppure un lontano parente del vincitore degli US Open. 120 Euro per uno spettacolo che non c’è stato. Da Londra Cesare Alfieri

Conferenza Stampa Cilic:

 

Conferenza Stampa Djokovic:

 

Non avrà il fascino Old England del Queen’s Club né le dimore vittoriane di Earls Court. Non potrà mai essere quel tempio sacro del tennis che è Wimbledon, dove persino la coda – sì, quella del pubblico che resta in ordinata attesa nottetempo sperando nella buona sorte per trovare un biglietto – è elevata al rango di istituzione. Però, quando si arriva alla 02 arena di notte, e si vede la cupola di quello che veniva chiamato Millennium Dome stagliarsi illuminata contro il cielo di Londra, si sente un’emozione particolare. Che è, poi, l’emozione stessa che trasmette Londra, città capace di coniugare le tradizioni più eccentriche con la contemporaneità più estrema. Il Master si gioca in un non-luogo, un’astronave quasi sulle sponde del Tamigi, un “satellite misterioso” per dirla con Gianni Clerici qui con me in tribuna stampa, però un luogo che non è meno Londra oggi di quanto lo siano i prati di Wimbledon.

In questo palazzetto, veniva scritto questa sera il primo atto di una sfida – tra Novak Djokovic e Marin Cilic – che potrebbe diventare un classico dei prossimi anni. Potrebbe, appunto, perché ancora non può, per ovvie ragioni, esserlo. Dieci a zero gli head to head per Nole. Due ATP finals consecutive nella bacheca del serbo (con la semifinale del 2010), mentre Marin è alla sua prima partecipazione. Primo del seed Nole, ottavo il croato. Però, anche se i favori del pronostico erano obbligati, andava riconosciuto che Marin, in questo 2014, è riuscito a giocarsi le sue carte (pur non avendo mai vinto) contro l’ex-connazionale. A Wimbledon, soprattutto, era stato avanti due set a uno, prima di un vistoso calo fisico che, con Novak, non è mai lecito avere. La speranza di fare un primo ‘sgambetto’ al serbo veniva anche dalla nuova consapevolezza della propria forza e abilità – quella trovata con lo straordinario ‘filotto’ di vittorie in tre set nella seconda settimana degli US Open (peraltro, contro tre possibili avversari qui a Londra). D’altra parte, il piccolo Stefan il regalo da Nole già lo ha ricevuto, quando il neo-papà ha vinto a Parigi Bercy il suo 20esimo Master 1000…

Anche di lunedì sera, il pubblico ha riempito l’O2 Arena. Proprio all’ultimo, è arrivato anche un infreddolito e acciaccato Ubaldo che, probabilmente, non si fidava a lasciare i suoi inviati da soli sul posto…I presupposti per un match equilibrato sembravano sussistere nei primi due game, dove il diritto di Djokovic si dimostrava non impeccabile (cinque errori, uniti ad un facile smash schiacciato a rete). Presto, però, tale equilibrio veniva rotto. Il diritto di Nole diventava tanto chirurgico, quanto quello di Marin falloso. Soprattutto, il servizio del croato non funzionava e, sulla seconda, Djokovic era devastante. Un paio di passanti di diritto, quando sembrava solo che Cilic dovesse solo chiudere il punto a rete, mettevano la parola fine al set. Ventisette minuti – due in più di quelli necessari a Wawrinka per chiudere la pratica Berdych nel pomeriggio.

Nel secondo set, a isolati “forza Nole” si contrappongono i fragorosi applausi del pubblico ai vincenti di Marin. Il pubblico ha voglia di un terzo set, dopo tre incontri chiusi in due, e ben quattro set terminati 6 game a uno. Quasi come fossero primi turni di uno slam, per la mancanza di equilibrio e di suspence. Nel terzo game si ha l’impressione di assistere ad un momento di svolta: Nole commette qualche errore, mentre Marin è – insolitamente, per la serata – solido: Nole è brekkato a zero. Non si tratta, però, di una resurrezione, ma del canto del cigno. Da lì in poi, è un assolo del serbo, che prende due volte il servizio al croato, e chiude al primo match point. Cinquantasei minuti. Persino più veloce della partita del pomeriggio.

Una giornata interessante per gli statistici (quattro 6-1). Per Djokovic, ora a sole due vittorie dalla conferma di essere matematicamente il numero uno a fine anno. Meno per chi si è fatto il regalo di venire alla O2 Arena oggi, sborsando più di cento euro. Qualcuno che ne ha approfittato per visitare Londra, potrebbe rimpiangere di non aver comprato anche il biglietto per un musical: alla fine di una (corta) giornata di tennis, ne avrebbe avuto ancora il tempo.

PS. Nelle interviste del dopopartita, Ubaldo ha chiesto ad un Marin sconsolato, ma non demoralizzato come Berdych nel pomeriggio, se si sentisse più triste, arrabbiato o imbarazzato per non aver tenuto un solo turno di servizio nel secondo set. Il croato ha sorriso, dicendo che non si sentiva niente di tutto ciò e che, quando Novak copre il campo come ha fatto questa sera, è davvero ingiocabile. La speranza per il prossimo turno, però, è che entrino più prime di servizio. Djokovic invece è apparso sereno e tranquillo:

“Questa parte della stagione negli ultimi anni mi ha sempre dato soddisfazioni, trovo che le condizioni indoor favoriscano anche chi risponde oltre che chi serve perché il rimbalzo è sempre buono e quindi prevedibile.”Certamente questa vittoria mi dà fiducia per il proseguo del torneo e per la qualificazione alle semifinali”

djokovic- cilic stats

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