Australian Open: Murray sveglia Kyrgios dal sogno ed è pronto per Berdych in semifinale

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Australian Open: Murray sveglia Kyrgios dal sogno ed è pronto per Berdych in semifinale

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La solidità, la determinazione e la flemma di Murray decidono il quarto di finale che chiude la giornata di oggi. Murray non lascia nemmeno un set a Kyrgios, mlto aggressivo ma fin troppo spavaldo in una Rod Laver Arena più simile al Maracanà che ad uno stadio tennis. Quinta semifinale a Melbourne per lo scozzese
L’aggressività del teenager australiano Nick Kyrgios nulla ha potuto contro la solidità del britannico Andy Murray (ricordiamoci che è scozzese solo quando perde) che parte determinato, approfitta delle opportunità e qualche regalo di troppo da parte di Kyrgios e si dimostra semplicamente troppo forte per il giovane australiano.
La giornata inizia con la stampa di casa in fibrillazione per l’ormai idolo australiano (per i dettagli leggi la rassegna stampa di Luca Baldissera). C’è molta aspettativa in Australia per il ragazzo di Canberra che dodici mesi fa era appena appena dentro ai top 200 ed ora si ritrova ad essere il primo teenager dopo Roger Federer a raggiungere due quarti di finale di due tornei del Grande Slam. In attesa del match su Channel 7 mandano in onda perfino uno special su di lui. Kyrgios approda a questo quarto escludendo dal torneo Andreas Seppi in una maratona di 3 ore e 34 minuti e 5 set, peraltro recuperando da 2 set a zero.
Dall’altra parte del campo però c’è Andy Murray, testa di serie n.6, che di quarti di finale al grande slam ne ha fatti 21 (di cui 6 consecutivi a Melbourne) e 4 su 4 l’anno scorso. Finora Andy ha mostrato gran forma nel torneo, regolando in 3 set Bhrambri, Matosevic e Sousa e cedendo solo un set al tied break a Dimitrov.

Sono le 7 e mezza di una serata ventosa e freddina, in una Rod Laver Arena colorata di giallo-verde e rumorosa quanto uno stadio di calcio.
I primi cinque giochi sono dominati dal servizio con 4 ace e per 1 servizio vincente Murray e 3 ace e 2 servizi vincenti per Kyrgios. Murray poi approfitta di un paio di errori pacchiani di Kyrgios che spara un paio di dritti fuori di un metro e fa il break per poi tenere il servizio facilmente e portandosi sul 5-2. L’ottavo gioco è drammatico con Kyrgios che salva 2 set point e poi chiude il gioco con un gran dritto incrociato. Murray però non si scompone e continua a mettere pressione al teenager australiano – il quale finsice per mandare lungo l’ennesimo rovescio a due mani (14 errori non forzati di Kyrgios contro i 7 di Muray) – e si porta a casa il primo set 6-3.
Kyrgios si riprende subito e continua a spingere, portandosi anche a rete in più di un occasione, ma Murray è su tutte le palle, mostrando una forma fisica eccezionale e esibisce i suoi gran passanti di rovescio. Kyrgios testa più volte la solidità della racchetta e l’elasticità del campo, non riuscendo però a romperla e quindi evitando richiami ufficiali. Alterna gran colpi – mandando l’avversario tre metri fuori dal campo e poi chiudendo con un drop shot – a banali errori non forzati (15 nel secondo set, 38 nel match) neache fosse … un teenager.

Andy invece continua a infilare ace (3 cosecutivi nell’ottavo gioco,  6 nel secondo set) e sbaglia poco, stupendosi quando lo fa (“Oh my God” dice sorpreso quando mette fuori di 2 metri uno slice di rovescio da metà campo, colpa anche il vento).
Sale il tifo di stampo sempre più calcistico: in contemporanea c’è la semifinale di Coppa d’Asia dove gli Aussies sono impegnati contro gli Emirati Arabi e alla Rod Laver Arena non vogliono essere da meno. Incitato dal grido di “Aussie, Aussie, Aussie. Oi, oi, oi” Kyrgios chiude il punto con un drop shot di dritto e un gesto da guascone rivolto al pubblico tipo a dire “guardate qua cosa riesco a fare” e porta Murray al tie break. Nick sembra lanciarsi all’arrembaggio ascoltando il consiglio di Mark Philippoussis (“la chiave per vincere è attaccare a tutta forza” aveva scritto) e usando il cuore più che la testa. Murray lo punisce puntualmente con passanti e lob perfetti: 7-6 e due set a zero. “Se avessi vinto il secondo set, sarebbe stato un match totalmente diverso, ma l’ha vinto lui. Oggi è stato semplicemente troppo bravo per me“.

Scende la sera e sscende anche la temperatura, che ora è di 16 gradi. Non scende la temperatura sul campo di gioco, dove Andy e Nick continuano a scambiarsi fendenti violentissimi, neanche fosse un incontro di box. Si è letto molto di Kyrgios che non deve rischiare di essre il nuovo Monfils (“essere un Monfils” sembra sia la nuova espressione per indicare un giovane talentuoso, ma che per deliziare il pubblico commette errori grossolani).
E invece nel momento cruciale Nick dimostra di non essere ancora maturo, tentando il classico colpo in mezzo alle gambe à la Federer su un gran pallonetto di Andy, che dal canto suo fa il break e continua a spingere aggressivo e costringendo l’avversario a giocare al 110% facendolo così andare fuori giri. Murray cerca di complicarsi la vita concedendo 2 palle break (le prime della partita) a Kyrgios, e dandogli il break con un rovescio slice in rete, ma si riprende subito: ha un vantaggio atletico e mentale e nei momenti cruciali fa il punto, togliendo il servizio all’australiano e poi chiudendo 6-3.
Per Murray è la quinta semifinale agli Australian Open (tre vittorie e una sconfitta). Giocherà contro Tomas Berdych, che non ha mai incontrato a Melbourne e che ha affrontato appena due volte negli Slam. Il ceco è avanti 6-4 nei precedenti, 3-3 sul cemento. L’ultimo incontro risale a Cincinnati 2013, quando Berdych vinse molto agevolmente contro il campione di Wimbledon.

Molto soddisfatto lo scozzese: “Oggi le condizioni erano molto difficili con parecchio vento, ma sono riuscito a usare queste condizioni a mio favore giocando un tennis un po’ diverso e usando spesso il rovescio tagliato“. Su Kyrgios e la sua esuberanza Murray minimizza: “Penso sia una persona educata e a posto. Sì, fa cose sul campo che danno fastidio a qualcuno, ma è un ragazzo e a 19 anni fai cose del genere.”
Murray non è sorpreso di incontrare Berdych invece che Nadal (“non era in grandissima forma ed aveva giocato molto poco“) ed è pronto ad affrontarlo. “So quale è la tattica di Berdych perché … me l’ha detta […] ma una cosa e guardare un avversario, una cosa è giocarci. È potente, colpisce molto forte e serve bene. È calmo sul campo e controlla bene le emozioni. E poi finora qua a giocato molto molto bene“.

 

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