Ora l'Italia è favorita, meglio Seppi vinca subito però. L'incognita dei giudici di linea, evviva l'Hawk-Eye

Editoriali del Direttore

Ora l’Italia è favorita, meglio Seppi vinca subito però. L’incognita dei giudici di linea, evviva l’Hawk-Eye

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Quando nell’Europa dell’Est era difficilissimo vincere. Occhio di Falco…santo subito. Troppi errori “patriottici”. Bravi i “nostri” a tenere i nervi saldi in condizioni difficili. La contraddizione di un tiebreak pieno di mini-break

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La buona notizia è che, dopo il doppio vinto in 4 set da Bolelli e Fognini (un team che si è dimostrato davvero solido di nervi per i tanti errori arbitrali quasi sempre a favore dei padroni di casa – Barazzutti ha detto 11 errori a nostro danno su 13, Golubev ne ha invece contati 5 a suo sfavore; non ci fosse stato l’Occhio di Falco sarebbe stato un disastro…e mi ero permesso di sottolineare l’importanza della sua presenza alla vigilia del confronto – oltre che tecnicamente assai valido) nonostante un terzo set perso al tiebreak dopo 6 matchpoint mancati, il pronostico di questa sfida di Astana non è più al 50 per cento, ma l’Italia ora è favorita. Anche se Seppi contro il Kukushkin visto contro Bolelli dovrà sudarsela. E sarebbe proprio meglio evitare il 2 pari, direbbe Monsieur La Palisse (e Barazzutti).
La cattiva notizia viene da Ostrava dove l’Australia, pur priva di Kyrgios, era già avanti 2-0 sulla Repubblica Ceca orfana di Berdych e Stepanek dopo i primi due singolari grazie alla vittoria di Tomic su Vesely e alla rimonta da due set a zero sotto del giovane Kokkinakis su Rosol, ragione per cui è molto probabile che un’Italia eventualmente vittoriosa ad Astana debba recarsi a luglio in Australia per il match dei quarti di finale. Un match probabilmente quasi proibitivo, soprattutto se lo si dovesse giocare sull’erba.

Ma facciamo un passo alla volta, intanto gli azzurri devono battere il Kazakhstan. Barazzutti, e non solo lui, sarebbe ben contento di evitarsi il dilemma di una scelta da effettuare sull’eventuale malaugurato 2 pari in caso di sconfitta di Seppi: schierare di nuovo Bolelli oppure Fognini? “In questo momento è aria fritta parlarne” dice Barazzutti e non ha torto. Diciamo che il problema potrebbe presentarsi, ma anche che nessuna soluzione può essere suggerita oggi: dipende da troppe cose, troppe valutazioni. Fra le altre l’inesperienza di Bolelli a giocare match di questa importanza e la sua deludente partita con Kukushkin. Compensata però psicologicamente dal fatto di essere stato proprio Simone a detta di tutti (kazaki compresi: “Teneva facilmente il suo servizio, per noi era uno stress talvolta tenere il nostro”) nettamente il migliore in campo nel doppio. L’unico a non perdere un servizio, sei games di battuta tenuti a zero. Fognini, dal canto suo, si è allenato molto poco su questa superficie perché non solo era ancora a Buenos Aires fino allo scorso weekend, ma si era anche dimenticato di fare la visita medica necessaria per poter fare attività agonistica – gli atleti la devono fare ogni anno – ed ha dovuto farla lunedì. Magari poteva pensarci prima…ma è anche vero che un giorno in più non avrebbe cambiato di molto la situazione. Diciamo poi che il tutto rientra un po’ nel personaggio Fognini, un tantino…scapestrato. Posso dirlo senza che si offenda? Il doppio, naturalmente giocato dalla coppia che non era stata annunciata da Barazzutti, ma che tutti sapevamo che sarebbe scesa in campo. Se ascoltate l’audio vedrete come si è divertito Fognini a commentare una domanda dei giornalisti kazaki che chiedevano come mai fossero scesi in campo loro due e non Lorenzi e Fognini : “Abbiamo vinto l’Australian Open…” è stata una delle risposte, al di dei simpatici e spiritosi siparietti fogniniani che potreste ascoltare, mentre Barazzutti era incerto se ridere o meno.

E’ stato un doppio di buona qualità tecnica, con pochissimi break, come deve essere un buon doppio. Barazzutti osservava che il campo a suo dire era velocissimo, anche se nei giorni scorsi i giocatori avevano detto il contrario. E’ vero però che, come ha giustamente sottolineato Corrado, quando i giocatori servivano bene era difficile riuscire a rispondere bene. Per questo è apparso lì per lì strano l’andamento contraddittorio del tiebreak del terzo set, quello che ha caratterizzato il match, quello durato 25 minuti con 6 matchpoint cancellati agli azzurri e i kazaki che lo hanno portato a casa al quinto setpoint. Infatti i 28 punti del 15-13 per Golubev e il compagno dal cognome impronunciabile Nedovyesov hanno visto Bolelli subire 4 minibreak su 8 punti (bilancio in parità), Fognini 4 su 6 (2-4), Golubev unico in attivo (4-3) e il suo partner 3-4. Insomma in totale 15 punti persi da chi batteva su 28 a fine di un terzo set nel quale tutti i games di battuta erano stati tenuti a zero o a 15, salvo due a trenta! Nemmeno l’ombra di un game ai vantaggi, di un break point. Come al solito lucidissimo Golubev, che ha giocato alla grande il tiebreak pur prendendo dei rischi enormi (“In doppio si è costretti a tirare sempre, non si possono giocare colpi interlocutori”…e difatti lui o metteva dentro fucilate o sbagliava di metri, mai una mezza misura) e assai meno bene nei primi set nei quali era stato invece decisamente migliore il suo compagno, spiegava: “Le palle erano diventate vecchie, era più facile rispondere. Ecco il perché”. Effettivamente nei giorni scorsi ci era stato detto il problema di queste palle, velocissime appena uscite dal tubo, lentissime dopo soltanto pochi games. E il tiebreak è durato 25 minuti, quanto a volte dura un intero set.

Agli errori arbitrali ho accennato. Spesso gli italiani hanno dovuto vincere il punto due volte, una volta anche tre. Un errore interrompeva la loro azione quando il punto era fatto per tre quarti. La cosa non poteva non innervosirli. Barazzutti è stato ammonito per la prima volta in carriera dopo una dozzina di anni da capitano. Aveva ragione, ma non era facile neppure la posizione del giudice di sedia. La sola cosa che avrebbe potuto fare sarebbe stato cambiare un giudice di linea particolarmente affetto da miopia patriottica. Ma non ha avuto la prontezza di spirito di farlo – come ha sottolineato Barazzutti – soprattutto nei confronti di quel giudice che per l’appunto era lo stesso che si era macchiato di simili errori il giorno prima. Speriamo di non rivederlo in campo nel corso del match fra Seppi e Kukushkin. Barazzutti farà bene a segnalarlo al giudice di sedia prima dell’inizio, in modo che stavolta il giudice di sedia e l’ineffabile pessimo Egli sappia prendere provvedimenti tempestivi.
Chi segue il tennis e la Coppa Davis da tantissimi anni, come il sottoscritto, ricorda bene come fosse difficile vincere nei Paesi dell’Europa dell’Est, ma anche a Milano quando giocava Fausto Gardini in un clima da corrida che lo stesso Fausto contribuiva a creare aizzando la folla – e Gardini al Bonacossa non credo abbia mai perso, se non ricordo male – perché i furti arbitrali erano all’ordine del giorno e l’Occhio di Falco non esisteva. Ricordo bene la finale di Davis di Praga 1980 con l’arbitro di cui ricordo addirittura il nome, Antony Bubenik, che rubò tutto quel che si poteva rubare a Panatta che giocava con Tomas Smid (l’incontro mi pare fosse quello, ma forse rubò anche nel doppio). Fatto sta che soltanto dopo quell’incontro la federazione internazionale presieduta dall’inglese Derek Hardwick, che era rimasto inerte quando nel ’72 Ion Tiriac aveva “istruito” alla perfezione i giudici di linea rumeni per la finale contro gli Stati Uniti (e Ion battè Tom Gorman che era n.10 del mondo -e non Stan Smith  n.2 del mondo come avevo scritto in precedenza, prima che l’ottimo MDionis mi segnalasse  con alcuni post il mio errore perchè in realtà Tiriac da Smith aveva perso 6-0 al quinto dopo un’eroica maratona…e Smith quell’anno aveva vinto Wimbledon battendo Nastase 7-5 al quinto! Nastase in realtà avrebbe dovuto approfittare della sua superiorità sulla terra rossa per vincere  il match con Smith, prendersi la rivincita… e invece lo perse…e Tiriac non gli perdonò per due anni di non aver fatto vita seria prima della finale che avrebbe permesso alla piccola Romania una vittoria storica sui grandi Stati Uniti: quando l’Italia incontrò la Romania a Mestre, a memoria direi nel ’74, Tiriac giocò il doppio accanto a Nastase senza ancora parlargli!. Vero è che Tiriac aveva organizzato le cose per creare  ogni tipo di difficoltà agli USA: le righe erano di polvere bianca che sparivano…all’occorrenza!

), decise che non bastava più un solo giudice arbitro “terzo” per i match di Coppa Davis. Dal 1981 infatti per gli incontri di Coppa Davis oltre al giudice arbitro ci sono anche due giudici di linea “neutrali”, di Paesi terzi. Ad un certo momento il modo più…semplice per prendersi un vantaggio illegittimo era diventato il giudice del fallo di piede, che li chiamava nei momenti strategicamente più importanti senza che gli arbitri “neutrali” potessero fare granché per rimediare. Poi si suggerì agli arbitri di sostituire i giudici palesemente meno corretti. E’ quello che avrebbe voluto Barazzutti ieri. Devo dire però che nella prima giornata, forse perché non c’erano poi stati incontri così combattuti, i giudici di linea si erano comportati abbastanza bene, sbagliando poche volte e non sempre a senso unico.

Vedremo domani. Voglio anche dire che in questo Paese, al di fuori di quanto accaduto oggi, ho notato invece una straordinaria onestà di fondo. Nei locali dove sono stato a cena o a bere qualcosa, le ragazze lasciano borsette e addirittura portafogli senza che nessuno li tocchi. In Italia sparirebbero in meno di un minuto. Qui no. Anche allo stadio non sparisce nulla, nemmeno se lasci qualcosa abbandonato sugli spalti per un’ora, come è capitato proprio a me.

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